geneticamente. Quella cabina piaceva piu allo kzin che a loro.

Avevano provato a dividere un pasto con lo kzin. Speaker mangiava come un lupo famelico, lamentandosi perche il cibo degli umani emanava un odore di immondizie bruciate.

Adesso Teela e Speaker chiacchieravano a bassa voce, seduti a una estremita del tavolo. Louis tendeva l’orecchio, nel silenzio, al brontolio lontano dei motori a fusione.

— Nessus, forse tu sai qualcosa del Punto Cieco che noi non sappiamo.

— Non capisco la domanda.

— L’iperspazio ti terrorizza. Questo… rientro nello spazio, invece, non ti spaventa. La tua specie ha costruito la Long Shot; dovete conoscere qualcosa che noi ignoriamo.

— Forse si. Forse sappiamo qualcosa.

— Cosa? A meno che non si tratti di uno dei tuoi preziosi segreti.

Speaker e Teela si erano messi ad ascoltare. Gli orecchi di Speaker, che quando si appiattivano sparivano nel pelo, si erano allargati come trasparenti parasoli rosa.

— Noi non abbiamo una parte immortale — disse Nessus. — Lo hanno provato i nostri scienziati. Abbiamo paura di morire perche la nostra morte e eterna.

— E allora?

— Nel Punto Cieco le navi spariscono. Nessuno burattinaio si e mai avvicinato troppo a una singolarita in stato di iperpropulsione. Tuttavia le nostre navi sparivano. Ho fiducia nei tecnici che hanno costruito la Liar. E ho fiducia nella gravita della cabina. Ma anche i tecnici temono il Punto Cieco.

C’era stata una notte in cui Louis aveva dormito male, tormentato da sogni fantastici, Teela e Louis avevano scoperto di non poter fare vita in comune. Lei non conosceva la paura. Louis aveva il sospetto che nulla l’avrebbe mai spaventata. Era semplicemente annoiata.

Quella sera, la stella con l’Anello sbuco fuori al di la della poppa, dove si trovavano le cabine e la stanza di soggiorno. L’astro era luminoso quasi quanto il Sole. Si annidava dentro un alone azzurro, sottile come un segno di matita.

Speaker accese lo schermoscopio. Si avvicinarono tutti alle sue spalle per osservare insieme a lui. Lo kzin centro la linea azzurra della superficie interna dell’Anello e giro la manopola dell’ingrandimento…

Uno dei tanti interrogativi si risolse da se quasi immediatamente.

— C’e qualcosa sul bordo — disse Louis.

— Centra il telescopio — ordino Nessus.

L’orlo dell’Anello s’ingrandi. Una parete dell’Anello era rivolta verso l’astro. Quella esterna, che guardava verso lo spazio, risaltava nera in confronto all’azzurro del cielo, illuminato dai raggi della stella. La superficie del bordo era bassa, ma solo in paragone alla grandezza dell’Anello.

— Se l’Anello e largo un milione di miglia — calcolo Louis, — il bordo deve essere alto perlomeno un migliaio. Ora lo sappiamo. E quello che trattiene l’aria all’interno.

— E funziona?

— Credo di si. L’Anello ruota a gravita. Ci deve essere una leggera dispersione ogni mille anni, ma puo essere sostituita.

— Mi incuriosisce l’interno.

Speaker manovro il pulsante di controllo, e l’immagine scivolo via. Poi riapparve, come uno spettrogramma bianco-azzurro che si delineo gradualmente. Apparve l’orlo, un po’ offuscato, di un blu vivo. Lo kzin mise a fuoco. La parete dell’orlo era inclinata all’esterno.

Nessus allungava le due teste sopra la spalla di Speaker: — Non puoi ingrandire di piu? — chiese.

L’immagine si dilato, precisando un paesaggio irregolare, solcato da rilievi come rocce lunari. Teela batte le mani:

— Che bello! Montagne…

— Tentiamo un contatto? — propose il burattinaio.

Speaker controllo il computer principale. — Ci avviciniamo a circa trenta miglia al secondo. La velocita e sufficientemente bassa?

— Si. Inizia la trasmissione.

Nessun raggio laser, in quel momento, colpiva la Liar.

Tentare la radiazione elettromagnetica era piu difficile. Si doveva consultare l’intero spettro, partendo dal colore sprigionato dalla zona scura dell’Anello. Provarono. La banda da ventun centimetri era vuota; e altrettanto vuoti erano i suoi multipli semplici e i divisori. A quel punto, Speaker poteva giocare a mosca cieca con i suoi ricevitori.

La Liar stava trasmettando i suoi messaggi sulla frequenza di assorbimento dell’idrogeno, inondando la superficie interna dell’Anello con raggi a dieci frequenze diverse, e trasmettendo in Morse-universale a scariche alternate.

— Il pilota automatico ci tradurra gli eventuali messaggi — disse Nessus. — Concentra le trasmissioni sull’orlo. Se hanno un astroporto, dovrebbe trovarsi lungo il bordo. Far scendere un mezzo spaziale altrove sarebbe pericoloso.

Speaker brontolo nella Lingua dell’Eroe qualcosa che, dal tono, sembrava un insulto.

— Roba da uscire dai gangheri! — sbraito poi lo kzin. — Ci voltano le spalle come per invitarci ad attaccarli!

— Non credo — disse Nessus. — Se non riesci a captare le trasmissioni radio vuoi dire che non le usano.

— Non usano laser, non usano radio, niente iper-onda. Si puo sapere con che cosa trasmettono? Per telepatia? Lettere? Specchi?

— Con i pappagalli — suggeri Louis ridacchiando. — Pappagalli smisurati, allevati appositamente con polmoni enormi. Sono troppo grossi per volare. Non fanno altro che appollaiarsi in cima alle colline e strillarsi le notizie a vicenda.

Speaker si volto a fissare Louis negli occhi.

— Sono quattro ore che cerco di mettermi in contatto. Sono quattro ore che mi ignorano. Il loro disprezzo e assoluto. Sono stato tanto fermo che mi tremano tutti i muscoli, ho il pelo arruffato, gli occhi ormai si rifiutano di mettersi a fuoco. Se non fosse per il tuo aiuto, Louis, mi darei alla disperazione.

— Possibile che la loro civilta sia finita? — mormoro Nessus assorto nelle fantasticherie.

— Forse sono tutti morti — disse Speaker con cattiveria. — Atterriamo, e vediamo come stanno le cose.

Nessus sussulto, impaurito. — Sbarcare su un mondo che forse ha distrutto la sua stessa specie? Sei matto?

— Non c’e altro modo per saperlo!

— Naturale — intervenne Teela. — Non avremo fatto tutta questa strada per volargli intorno!

— Speaker, insisti nelle comunicazioni.

— Niente affatto. Per me, ho finito.

S’intromise Louis Wu per fare da intermediario: — Calma i bollenti spiriti, fratello Pelo. Speaker ha ragione. Gli anellari non hanno niente da dirci. Altrimenti lo sapremmo gia.

— Ma che possiamo fare, se non continuare a provare?

— Andare avanti nel nostro lavoro. Dai loro il tempo di prendere una decisione.

Riluttante, il burattinaio acconsenti.

Non era possibile rendersi conto delle dimensioni dell’Anello. Col passare delle ore cambiava posizione troppo lentamente. Con la gravita della cabina, era impossibile accorgersi dello spostamento. Il tempo passava in vacuum e Louis, per la prima volta da quando aveva lasciato la Terra, era sul punto di rosicchiarsi le unghie.

Finalmente la Liar si trovo a fianco dell’Anello. Speaker aziono i propulsori spingendo a forza la nave in un’orbita intorno al sole: poi li mando alla deriva, giu verso l’orlo.

Adesso si sentiva il movimento.

Il bordo di Ringworld cresceva, trasformandosi da una linea scura e confusa che occultava la vista di molte stelle in una parete nera, alta un centinaio di miglia, priva di tratti precisi, eretta davanti alla Liar.

Вы читаете I burattinai
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату