Scorsero qualcosa davanti a loro. Una protuberanza piu vistosa: una specie di pinna spiccava nella luce emanata dai motori; doveva occupare un’area di centinaia di miglia quadrate.

Se gli altri erano mari, questo era un oceano, il re degli oceani. Scorreva davanti a loro, interminabile. E il suo fondale non era piatto ma sembrava una carta topografica dell’Oceano Pacifico: vallate e crinali, secche, abissi e vette tanto alte da formare isole.

— Hanno voluto conservare la vita del loro mare — suppose Teela. — Avevano bisogno di un solo oceano. La pinna deve servire a mantere una temperatura gelida in profondita. E un radiatore.

Un oceano non molto profondo ma abbastanza vasto da ingoiare la Terra.

— Ne ho abbastanza — disse ad un tratto lo kzin. — Ora dobbiamo vedere la superficie interna.

LE ZONE D’OMBRA

L’astro K9 tramonto dietro il bordo dell’Anello, lanciando bagliori di fuoco. Per eliminare il disagio provocato dai riflessi, Speaker aziono un polarizzatore e Louis riusci a guardare il disco scoprendo un’ombra che tagliava il suo arco. Una zona d’ombra.

— Dobbiamo fare attenzione — li ammoni Nessus. — Se ci uniformeremo alla velocita dell’Anello e sorvoleremo la superficie interna, saremo attaccati certamente.

Speaker si limito a rispondere con un grugnito. Lo kzin doveva essere stanco, dopo tante ore trascorse dietro al ferro di cavallo dei controlli. — Con che arma ci dovrebbero attaccare? Abbiamo gia avuto la dimostrazione che gli ingegneri del Mondo ad Anello non hanno un gran che come stazioni radio funzionanti.

— Possiamo supporre quale sia la natura delle loro comunicazioni. Telepatia, forse, o vibrazioni di risonanza, oppure impulsi elettrici su filo metallico. Non sappiamo niente sui loro armamenti. Sorvolando il territorio rappresentiamo per loro una seria minaccia. Useranno qualsiasi arma a loro disposizione…

Louis fece un cenno di consenso. Non era un tipo prudente e il Mondo ad Anello lo incuriosiva. Tuttavia il burattinaio aveva ragione.

Al momento di sorvolare la superficie la Liar era un’enorme meteora potenziale. Una massa simile, anche solo spostandosi alla velocita orbitale, rappresentava un pericolo infernale; infatti un minimo attrito con l’atmosfera l’avrebbe fatta precipitare sibilando a parecchie centinaia di miglia al secondo. Se la nave si fosse spostata a una velocita superiore a quella dell’orbita, mantenendo una rotta in linea curva con i motori a propulsione, sarebbe stata una minaccia minore, pur rimanendo sempre una minaccia sicura.

Infatti se i motori avessero fallito, la «forza centrifuga» avrebbe lanciato violentemente la nave contro le zone popolate. Gli Anellari non dovevano prendersela alla leggera con le meteore. Non quando una sola botta sul pavimento dell’Anello poteva far defluire a poco a poco tutta l’aria respirabile del mondo, rigurgitandola verso le stelle.

Speaker si volto dal quadro-controllo, scontrandosi faccia a faccia con le teste piatte del burattinaio. — Dai gli ordini, allora.

— Prima di tutto rallenta fino a raggiungere la velocita orbitale.

— E poi?

— Accelera in direzione dell’astro. Il nostro primo obiettivo sara la zona d’ombra.

— E una precauzione inutile e umiliante. Le zone d’ombra non ci interessano minimamente.

Maledizione! penso Louis. Con la stanchezza e la fame che aveva, gli toccava mettersi a fare il paciere, adesso? Era passato troppo tempo dall’ultimo pasto o dall’ultima dormita. Se era stanco Louis, lo kzin doveva essere troppo distrutto per ingolfarsi in una disputa.

«Abbiamo un interesse preciso per le zone d’ombra» stava dicendo il burattinaio. «La loro area intercetta piu raggi solari dell’Anello stesso. Potrebbero essere generatori termoelettrici per fornire l’energia a Ringworld.

Lo kzin gracchio un insulto nella Lingua dell’Eroe. Poi rispose in lingua universale con una dolcezza addirittura comica:

— Tu vaneggi. La fonte di energia di Ringworld non ci interessa affatto. Atterriamo, troviamo un nativo e chiediamo a lui tutte le informazioni sulle loro fonti di energia.

— Mi rifiuto di prendere in considerazione l’atterraggio.

— Vuoi contestare la mia abilita di pilota?

— Vuoi contestare le mie direttive?

— Visto che hai intavolato il discorso…

— Ho ancora il tasp, Speaker. La Long Shot e ancora a disposizione, e altrettanto vale per l’iperpropulsione al II quantum. Sono ancora io l’Ultimo a bordo di questa nave. Ficcati in testa…

— Basta — disse Louis.

Lo guardarono.

— Tutti questi discorsi sono prematuri — fece Louis. — Perche non puntiamo i telescopi sulle zone d’ombra? Cosi voi due potrete accapigliarvi su fatti concreti. E anche piu divertente.

Nessus si guardo diritto negli occhi. Lo kzin ritiro gli artigli.

— Tanto per tornare a un livello pratico — disse Louis, — siamo mezzo morti di fame e di sonno. Chi ha voglia di litigare? Io vado a farmi un sonnellino. Vi suggerisco di fare altrettanto.

Teela era scandalizzata. — Non vuoi rimanere sveglio a guardare? Stiamo per vedere la parte interna!

— Guardala tu. Dopo mi racconti che cosa succede — e se ne ando.

Quando si risveglio, l’appetito lo costrinse a scendere dalle piattaforme da riposo e a recarsi nella cabina. Tenendo il panino in mano, ando a gironzolare nel soggiorno.

— Che cosa sta succedendo?

Teela gli rispose piuttosto freddamente. — Ti sei perso tutto. Navi negriere, Demoni Neri, draghi dello spazio, germi cannibali. Speaker ha dovuto fronteggiarli tutti a mani vuote. Ti sarebbe piaciuto moltissimo.

— E Nessus?

Il burattinaio rispose dalla sala-controlli.

— Presto saremo nello spazio libero. Speaker dorme.

— Niente di nuovo?

— Altroche. Lascia che ti mostri.

Il burattinaio armeggio con lo schermoscopio. Doveva avere studiato la simbologia kzinti, da qualche parte.

L’immagine sullo schermo sembrava quella della Terra vista da una grande altezza. Montagne, vallate, fiumi, vaste zone nude che potevano essere deserti.

— Sono deserti?

— Cosi sembra, Louis. Speaker ha rilevato gli spettri dell’umidita e della temperatura. E evidente che il Mondo ad Anello e ritornato allo stato selvaggio, almeno in parte. Quale altra ragione spiegherebbe l’esistenza dei deserti? Abbiamo trovato un altro oceano salato sul lato opposto dell’Anello. L’analisi conferma la presenza del salino. E chiaro che i tecnici lo consideravano necessario per bilanciare le masse d’acqua.

Louis diede un morso al panino.

— Il tuo suggerimento era giusto — disse Nessus. — Sei piu in gamba di noi come capo. E stato proprio dopo aver girato il telescopio sulle zone d’ombra, che Speaker ha acconsentito ad avvicinarsi per dare un’occhiata.

— Ah! E perche?

— Abbiamo fatto una strana scoperta. Le zone d’ombra possono seguire delle orbite ellittiche costanti. Non hanno bisogno di mantenere sempre la stessa distanza dal pianeta primario.

Louis inghiotti con forza il boccone per riuscire a parlare. — E pazzesco, varierebbe il tempo di durata del giorno!

— Pensiamo che serva a separare l’estate dall’inverno — disse Teela, — accorciando e allungando le notti. Ma non c’e senso lo stesso.

— No. Le zone d’ombra compiono il loro circuito in meno di un mese. A che serve un anno di tre

Вы читаете I burattinai
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату