— Ah.
— Mmm. Sei morbida.
— Altre memorie perdute?
— Ho fatto un errore, una volta, con un raggio da scavi… — Le guido la mano.
Subito dopo si giro sulla schiena e Teela si irrigidi quando lui le sfioro le cosce. Si guardarono per un lungo, ardente e incomparabile istante prima di incominciare a muoversi.
Quando la donna e in preda all’orgasmo crescente sembra che risplenda di una gloria angelica…
… Qualcosa della dimensione di un coniglio balzo fuori dagli alberi e sgambetto sul petto di Louis scomparendo nel sottobosco. Un istante dopo apparve Speaker-agli-Animali. — Scusatemi — fece lo kzin, e spari dietro la pista calda.
Quando fecero ritorno ai volocicli, il pelo intorno alla bocca di Speaker era macchiato di rosso. — E la prima volta in vita mia — dichiaro con calma soddisfazione, — che vado a caccia usando come arma niente altro che i denti e gli artigli.
— E l’ora di discutere il problema dei nativi — disse Nessus.
Teela li guardo meravigliata. — Nativi?
Louis le spiego.
— Ma perche siamo scappati? Come potevano farci del male? Erano proprio umani?
Louis rispose all’ultima domanda, quella che lo infastidiva di piu. — Non vedo come possano esserlo. Che cosa ci sta a fare un uomo tanto lontano dallo spazio umano?
— Non c’e alcun dubbio — interloqui Speaker. — Fidati dei tuoi sensi, Louis. Forse scopriremo che la loro razza si differenzia dalla tua o da quella di Teela. Ma sono umani.
— Come puoi esserne tanto sicuro?
— Per il loro odore. L’ho sentito quando abbiamo disinserito il campo sonico. Era l’odore di una moltitudine di esseri umani. Fidati del mio naso, Louis.
Louis accetto il suo giudizio. Un naso kzinti era il naso di un carnivoro cacciatore.
— Che si tratti di evoluzione parallela? — suggeri.
— Sciocchezze — disse Nessus.
— Giusto. — La figura umana era adatta come creatore di attrezzi, ma poteva adattarsi anche ad altre configurazioni. Le menti si sviluppano in qualsiasi genere di corpo.
— Stiamo perdendo tempo — disse Speaker. — Il problema non e sapere come sono arrivati gli uomini fin qui, ma come prendere i primi contatti. Per noi qualunque contatto sara il primo.
Louis si rese conto che aveva ragione. I volocicli si spostavano piu velocemente di qualsiasi servizio di trasmissione informativa in possesso dei nativi. A meno che non avessero semafori…
— Dobbiamo sapere qualcosa — prosegui Speaker, — sul comportamento degli umani allo stato selvaggio. Louis? Teela?
— Io conosco un po’ di antropologia — fece Louis.
— Allora, quando ci metteremo in contatto, parlerai tu in nostro nome. Speriamo che il nostro auto-pilota faccia una buona traduzione.
Avevano l’impressione di essere in aria da pochi minuti, quando la foresta lascio il passo al terreno coltivato. Pochi istanti dopo, Teela avvisto la citta.
Aveva le caratteristiche di un’antica citta terrestre. C’erano molti larghi edifici di pochi piani, addensati l’uno accanto all’altro in una massa continua. Alcune torri alte e snelle si ergevano al di sopra dell’agglomerato di case ed erano unite tra di loro per mezzo di rampe tornanti che dovevano servire per le auto da superficie. Quella non
— Scommetto che e vuota — disse Louis.
Si trattava di una supposizione, ma era giusta. Se ne accorsero non appena la sorvolarono. Ai suoi tempi, la citta doveva essere stata di una bellezza straordinaria. Molti palazzi non aveva le fondamenta basate sul suolo ma rimanevano sospesi in aria, congiunti alla terra e agli altri edifici per mezzo di scale e piloni ad ascensore. Senza peso di gravita, liberi da restrizioni orizzontali e verticali, questi castelli di sogno fluttuanti nell’aria avevano una grande varieta di dimensioni e di forme.
Ora i volocicli stavano volando sopra delle macerie. Gli edifici sospesi in aria erano crollati sulle case piu in basso, ridotti in uno sbriciolamento di mattoni, vetri e acciaio fatto a pezzi, scalinate contorte e torri per gli ascensori che ancora si ergevano nell’aria.
Ancora una volta Louis si domando chi fossero gli abitanti. I tecnici umani non avrebbero costruito castelli in aria; erano troppo attaccati alla sicurezza.
— Devono essere caduti tutti in una volta — disse Nessus. — Non vedo segni di riparazioni, neanche un tentativo. Una mancanza di energia, senza dubbio. Speaker, gli Kzin farebbero delle costruzioni cosi pazzesche?
— Noi non siamo degli appassionati delle altezze. Forse gli umani si, se avessero disprezzato la loro vita.
— La droga per ringiovanire — esclamo Louis. — Ecco la risposta. Non avevano la droga.
— Si, questo fatto poteva renderli piu incoscienti. Puo darsi che avessero da proteggere una vita piu breve — congetturo il burattinaio. — E di cattivo presagio, non vi pare? Se si preoccupano tanto poco della propria vita, figuriamoci della nostra.
— Ti stai fasciando la testa ancor prima di averla rotta.
— Lo verremo a sapere anche troppo presto. Speaker, vedi l’ultimo palazzo, quello color crema e con le finestre rotte?
Lo avevano superato in volo, mentre il burattinaio stava parlando. Louis, al quale era toccato il turno di pilotaggio, fece un giro su se stesso per dare un’altra occhiata.
— Avevo ragione. Vedi, Speaker? C’e del fumo.
La costruzione era una colonna a torciglione artisticamente scolpita, alta venti piani, con file di finestre ovali dalle quali uscivano nel vento gli sbuffi di un fumo grigio e denso.
La torre era circondata da altre case di un piano o due demolite da un rullo cilindrico che sembrava dover essere precipitato dal cielo.
Dietro la torre si intravedevano i rettangoli di terra coltivata. Al momento dell’atterraggio dei volocicli, alcune figure umanoidi si precipitarono di corsa dai campi all’interno della torre.
Macerie. Niente si era salvato. La mancanza di energia, con i disastri che ne erano conseguiti, doveva essersi verificata durante le generazioni passate. Poi, erano sopraggiunti il vandalismo, la pioggia e tutte le corrosioni provocate da inferiori forme di vita, l’ossidazione dei metalli e qualcosa d’altro. Qualcosa che nella preistoria della Terra aveva lasciato tumuli e villaggi per la gioia dei futuri archeologi.
Dopo la caduta dell’energia, gli abitanti non avevano restaurato la citta, ma non l’avevano abbandonata. Erano rimasti li a vivere in mezzo alle rovine.
I loro rifiuti si erano accumulati.
Quella che in origine doveva essere l’entrata della torre era gia seppellita dall’immondizia, tanto si era alzato il livello del suolo. Quando i volocicli si posarono su quell’ammasso di sporcizia, cinque umanoidi oltrepassarono a grandi passi e con grande dignita una finestra del secondo piano.
Era una doppia finestra panoramica abbastanza larga per una processione di quel genere. Il davanzale e l’architrave erano decorati con quaranta teschi apparentemente umani.
Gli indigeni giunsero vicino ai veicoli. Esitarono, visibilmente dubbiosi su chi dovesse prendere l’iniziativa. Il loro aspetto era umano, ma non in maniera assoluta.
Erano di statura piu bassa di Louis Wu. La pelle appariva chiarissima, di un bianco quasi evanescente. Avevano torsi piuttosto corti e gambe lunghe. Camminavano con le braccia piegate tutti alla medesima maniera; avevano dita eccezionalmente lunghe e sottili. I loro capelli erano ancora piu straordinari delle mani. Tutti e cinque i dignitari avevano chiome biondo cenere della stessa tonalita. I capelli erano lunghi e le barbe ricoprivano