dovevano essere ormai fuori moda. Passato e presente difficilmente si amalgamano.
Il barista oscillo, inclinandosi. Louis teneva la testa appoggiata in grembo a Teela e, poiche tentava di raggiungere il quadro dei pulsanti senza levarsi a sedere, il barista-robot si chino ancora di piu. Premendo i tasti, Louis ordino due mochas, poi afferro i bulbi depositati dalla scanalatura e ne porse uno a Teela.
— Assomigli a una ragazza che conobbi una volta — disse. — Hai mai sentito parlare di Paula Cherenkov?
— La fumettista? Quella di Boston?
— Si. Oggi vive su We Made It.
— E la mia trisavola. Una volta siamo andati a trovarla.
— Mi ha dato una frustata al cuore, tempo fa. Sembri la sua gemella.
La risata sommessa di Teela emano strane vibrazioni che gli rimbalzarono piacevolmente lungo le vertebre. — Ti prometto di non procurarti un’altra sferzata al cuore, se mi spieghi cos’e.
Louis ci penso su. La frase l’aveva coniata lui stesso. Non gli era mai capitato di spiegarne il significato. Tutti capivano che cosa intendeva dire.
Il mattino era placido e sereno. Se fosse andato a letto in quel preciso momento avrebbe dormito venti ore. Il veleno della fatica gli stava logorando le forze.
Il grembo di Teela era un comodo appoggio per la testa. Molte, fra gli invitati di Louis, erano donne. Alcune erano state per lui mogli o amanti.
Durante la prima parte del ricevimento, aveva festeggiato il suo compleanno in privato, con tre donne che una volta avevano accupato un posto importante nella sua vita, e viceversa.
Erano tre o quattro? No, tre. Ormai gli sembrava di essersi immunizzato dalle frustate al cuore. Duecento anni di vita avevano scalfito la sua personalita. Ora lasciava che la sua testa riposasse pigramente in grembo a una sconosciuta che era la sosia di Paula Cherenkov.
— Mi innamorai di lei — comincio a raccontare. — Ci eravamo frequentati per anni. Una volta chiacchierammo per una notte intera, e paf! mi ritrovai innamorato. Pensavo che anche lei li amasse.
Non andammo a letto, quella notte… insieme, voglio dire. Le chiesi di sposarmi. Lei mi respinse. Si stava costruendo una carriera. Non aveva il tempo per sposarsi, disse. Pero progettammo un viaggio al Parco Nazionale del Rio delle Amazzoni. Fu un alternarsi di docce calde e fredde. Avevo gia i biglietti e le prenotazioni per l’albergo. Non ti e mai capitato di innamorarti cosi pazzamente di qualcuno da convincerti di non esserne degna?
— Mai.
— Ero giovane. Impiegai due giorni per convincermi di essere degno di Paula. E ci riuscii, anche. Poi lei mi chiamo per disdire il viaggio. Non ricordo neppure il perche. Doveva avere le sue buone ragioni. Quella settimana la portai fuori a cena un paio di volte. Non accadde nulla. Probabilmente non immaginava il mio stato d’animo. Andavo su e giu come uno yo-yo. Poi lei smorzo il fuoco. Le piacevo. Ci si divertiva, insieme. Era meglio rimanere buoni amici.
— Ma che cos’era la frustata al cuore?
Louis levo lo sguardo verso Teela Brown. Gli occhi d’argento, privi di espressione, incontrarono il suo sguardo e Louis si rese conto che la ragazza non aveva capito una sola parola.
Louis aveva avuto a che fare con gli alien. Per istinto o per esperienza aveva imparato a intuire quando i suoi concetti erano troppo estranei alla loro mentalita. Era la stessa fondamentale difficolta che si incontrava nel tradurre certe espressioni.
Che abisso spaventoso separava Louis Wu da una ragazza ventenne! Era davvero invecchiato in modo cosi assoluto? E se lo era, Louis Wu era ancora umano?
Teela, col suo sguardo vuoto, aspettava una spiegazione.
— Maledizione! — impreco Louis e si rialzo in piedi. Alcune gocce di fango scivolarono lentamente lungo il mantello.
Nessus, il burattinaio, si stava esibendo in una dissertazione sull’etica. Si interruppe, mentre stava parlando con tutt’e due le bocche, per rispondere a una domanda di Louis. No, non una parola da parte dei suoi agenti.
Speaker-agli-Animali se ne stava tutto sbracato, come una collina arancione sull’erba. Due donne gli stavano grattando il pelo dietro alle orecchie. Le bizzarre orecchie dello kzin, che potevano allargarsi come parasoli cinesi o appiattirsi contro la testa, erano spalancate. Louis ne pote vedere il disegno tatuato sulla superficie.
— Allora — gli grido Louis. — Non sono stato brillante?
— Sicuro — brontolo lo kzin senza scomporsi.
Louis rise tra se. Uno kzin e un animaletto timido, no? chi ha paura di uno kzin che si fa dare una grattatina? Era un sistema per mettersi a proprio agio. Non c’e niente di pericoloso in un topo di campagna che se la gode a farsi grattare gli orecchi.
— Qui stanno facendo la giostra — borbotto lo kzin sonnacchioso. — Un maschio fa gli approcci con la femmina grattando me e cercando di capire se anche lei gradirebbe le medesime attenzioni. I due se ne vanno insieme. Un’altra femmina si affretta a sostituirli. Come deve essere interessante appartenere a una razza con due sessi.
— Qualche volta rende le cose maledettamente complicate.
— Sul serio?
La ragazza che si trovava dietro la spalla sinistra dello kzin, una giovane tinta di nero-spaziale e ornata con un ricamo di stelle e i capelli bianco-ghiaccio fluenti come la coda di una cometa, alzo gli occhi dalla sua occupazione. — Teela, prendi il mio posto — disse gaiamente: — Ho fame.
Compiacente, Teela si inginocchio dietro il testone arancio. Louis comincio: — Teela Brown, ti presento Speaker. Siate…
Dalle vicinanze giunse uno strepito di suoi discordanti.
— … felici insieme. Cosa diavolo e? Ah, Nessus. Cosa…?
I suoi provenivano dalle straordinarie gole del burattinaio. Ora Nessus cercava di attirare l’attenzione dando rudi spintoni a Louis e alla ragazza. — Sei Teela Jandrova Brown, numero di identita IKLUGGTYN?
La ragazza trasali, ma senza timore. — E questo il mio nome. Non ricordo il numero d’identita. Che cosa succede?
— E una settimana che setacciamo la Terra per trovarti. Ora ti pesco per puro caso! Strapazzero i miei agenti!
— Oh! No — fece Louis sottovoce.
Teela si rialzo, vagamente imbarazzata. — Non mi stavo nascondendo… Di che si tratta?
— Un momento! — Louis si intromise. — Nessus, e evidente che Teela Brown non e un’esploratrice. Scova qualcun altro.
— Ma, Louis…
— Aspetta. — Lo kzin si era levato a sedere. — Louis, lascia che l’erbivoro scelga i membri della sua squadra.
— Ma guardatela!
— Guarda te stesso. Alto appena due metri, troppo sottile persino come umano. Sei un esploratore? E Nessus?
— Che cosa diavolo
Nessus insistette: — Teela Brown, abbiamo una proposta. Non sei obbligata ad accettare e nemmeno a darmi ascolto, pero la nostra proposta potrebbe interessarti.
La discussione prosegui nell’ufficio di Louis. — Le sue qualifiche corrispondono a quelle richieste — insisteva Nessus. — Dobbiamo prenderla in considerazione.
— Non sara l’unica esistente sulla Terra!
— No, Louis, certo che no. Ma non siamo riusciti a metterci in contatto con nessun altro.
— Vorrei sapere perche sono oggetto di tanta considerazione.
Il burattinaio disse che Teela Brown non provava alcun interesse particolare per il cosmo. Non era mai andata oltre la Luna e non aveva nessuna intenzione di superare i confini dello spazio conosciuto. L’iperpropulsione al II quantum non stimolava la sua cupidigia. A un certo punto Teela comincio a mostrarsi confusa e seccata. Louis interruppe di nuovo il burattinaio.
— Nessus, quali sono le qualifiche che la rendono adatta alla nostra impresa?