ovunque, e i nuovi ponti? A che scopo? Che vantaggio c’era nel poter andare fino a Lione in una settimana? A chi poteva importare? O recarsi oltre Atlantico, in un mese raggiungere l’America a gran velocita… come se per millenni non si fosse sopravvissuti egregiamente senza questo continente. Che cosa aveva perso l’uomo civilizzato nella foresta vergine degli indiani o presso i negri? Andavano persino in Lapponia, su al nord, tra i ghiacci eterni, dove vivevano selvaggi che divoravano i pesci crudi. E volevano scoprire ancora un altro continente, che dicevano si trovasse nei mari del sud, dovunque fosse. E a che scopo questa follia? Perche anche gli altri si comportavano cosi, gli spagnoli, i maledetti inglesi, quegli impertinenti degli olandesi, con cui poi si era costretti ad azzuffarsi, cosa che non ci si poteva proprio permettere. Trecentomila lire costa una nave da guerra, bene, e in cinque minuti, con un solo colpo di cannone, e affondata, addio per sempre, pagata con le nostre tasche. La decima parte su tutte le entrate pretende ultimamente il signor ministro delle Finanze, e questo e rovinoso, anche quando non si paga questa quota, perche gia solo l’atteggiamento mentale nel suo insieme e dannoso.
La sventura dell’uomo ha origine dal fatto che non vuole starsene quieto nella sua stanza, nel luogo che gli compete. Dice Pascal. Ma Pascal era stato un grand’uomo, un Frangipane dello spirito, un lavoratore di quelli giusti, e oggi uno cosi non e piu consultato. Oggi leggono libri sediziosi di ugonotti o di inglesi. Oppure scrivono trattati o cosiddette grandi opere scientifiche, in cui mettono in dubbio tutto e tutti. Non c’e piu niente che debba andar bene, ora d’un tratto deve cambiar tutto. Adesso in un bicchier d’acqua pare ci siano bestioline piccolissime, che prima non si vedevano; la sifilide sembra essere una malattia del tutto normale e non piu una punizione del Signore; si dice che Dio abbia creato il mondo non piu in sette giorni, bensi in milioni di anni, sempre che sia stato lui; i selvaggi sono esseri umani come noi; i nostri figli li educhiamo in modo sbagliato; e la terra non e piu rotonda come e sempre stata, bensi appiattita sopra e sotto al pari di un melone… come se questo fosse importante! In ogni campo si chiede, si fruga, si indaga, si spia e si fanno esperimenti d’ogni genere. Non basta piu dire di una cosa che cos’e e com’e… ora tutto dev’essere dimostrato, possibilmente con testimoni e con cifre e con certe prove ridicole. Questi Diderot e d’Alembert e Voltaire e Rousseau o comunque si chiamino tutti gli imbrattacarte — tra loro ci sono persino religiosi e signori della nobilta! — sono proprio riusciti a contagiare tutta la societa con la loro perfida inquietudine, con il loro puro e semplice desiderio di essere scontenti e di non essere soddisfatti di nulla al mondo, in breve con l’enorme caos che regna nelle loro teste!
Dovunque si guardasse, c’era un’agitazione febbrile. La gente leggeva libri, persino le donne. I preti stavano seduti al caffe. E se per caso la polizia faceva irruzione e ficcava in prigione uno di questi furfantoni, subito gli editori cominciavano a sbraitare e inoltravano petizioni, e i signori e le signore piu importanti facevano valere la loro influenza finche, dopo un paio di settimane, o lo rimettevano in liberta o lo facevano trasferire all’estero, dove poi quello continuava a pontificare senza ritegno. Nei salotti ormai si discuteva soltanto di orbite cometarie e di spedizioni, della forza sviluppata da una leva e di Newton, di canalizzazione, di circolazione sanguigna e del diametro del globo terrestre.
E persino il re permetteva che gli esibissero un’assurdita che andava di moda, una specie di temporale artificiale chiamato elettricita: al cospetto di tutta la corte un uomo strofinava una bottiglia e si creavano scintille, e Sua Maesta, dicono, appariva profondamente impressionato. Impensabile che il suo bisnonno, quel Luigi davvero grande, sotto il cui regno felice Baldini aveva ancora avuto la fortuna di vivere per anni, avrebbe tollerato d’assistere a una dimostrazione cosi ridicola! Ma tale era lo spirito dei tempi nuovi, e non lasciava presagire niente di buono!
Perche se gia si poteva mettere in dubbio liberamente e nel piu sfacciato dei modi l’autorita della chiesa di Dio; se si parlava della monarchia, non meno voluta da Dio, e della sacra persona del re, come se entrambe fossero soltanto le posizioni variabili di un intero catalogo di altre forme di governo che si potevano scegliere a proprio gusto; se infine si arrivava al punto, come in effetti avveniva, di considerare non indispensabile Dio stesso, l’Onnipotente, Lui in persona, e di affermare in tutta serieta che esistevano ordine, etica e felicita in terra indipendentemente da Lui, soltanto per moralita innata e per ragionevolezza degli uomini stessi… o Dio, o Dio!… allora certo non c’era da meravigliarsi se tutto andava a catafascio e i costumi si corrompevano e l’umanita attirava su di se il castigo di Colui che sconfessava. Sarebbe finita male. La grande cometa del 1681, di cui si sono presi gioco, che hanno definito nient’altro che una massa di stelle, era pur stata un segnale d’ammonimento da parte di Dio, poiche aveva annunciato — ora lo si sapeva per certo — un secolo di disfacimento, di dissoluzione, di palude spirituale e politica e religiosa, che l’umanita stessa si era creata, nella quale essa stessa un giorno sarebbe sprofondata e nella quale sarebbero prosperati soltanto fiori palustri ambigui e puzzolenti come quel Pelissier!
Stava alla finestra, Baldini, il vecchio uomo, e guardava con occhi astiosi il sole che declinava sul fiume. Chiatte apparivano sotto di lui e scivolavano lente verso ovest, in direzione del Pont Neuf e del porto, passando davanti alle gallerie del Louvre. Qui non c’erano chiatte sospinte con pertiche controcorrente: quelle che dovevano risalire il fiume imboccavano il braccio d’acqua sull’altro lato dell’isola. Qui tutto scorreva via, le navi vuote e le navi cariche, le barche a remi e quelle piatte dei pescatori, l’acqua scura e sporca e quella increspata d’oro, ogni cosa scorreva, lenta, piana e inarrestabile. E quando Baldini guardava giu, proprio fino in fondo, lungo la parete della casa, sembrava che la corrente risucchiasse via anche le fondamenta del ponte su cui si trovava, e gli venivano le vertigini.
Era stato un errore comprare la casa sul ponte, e un doppio errore comprarne una situata sul lato ovest. Ora aveva sempre dinanzi agli occhi il fiume che scorreva, e gli sembrava di scorrere via assieme al fiume con la sua casa e la sua ricchezza acquisita in decine d’anni, e si sentiva troppo vecchio e troppo debole per opporsi ancora a quella corrente troppo forte. Talvolta, quando aveva da fare sulla riva sinistra, nel quartiere vicino alla Sorbona o a Saint-Sulpice, non passava attraverso l’isola e il Pont Saint-Michel, ma prendeva la via piu lunga attraverso il Pont Neuf, perche su quel ponte non c’erano edifici. E poi si appoggiava al parapetto a est e guardava il fiume controcorrente, per vedere almeno una volta ogni cosa scorrere verso di lui; e per qualche istante godeva nel fantasticare che la direzione della sua vita si fosse invertita, che le sue finanze fossero floride, la famiglia prosperasse, le donne fossero conquistate da lui e che la sua esistenza, anziche defluire, si rinvigorisse sempre piu.
Ma poi, se solo sollevava un poco lo sguardo, a poche centinaia di metri di distanza vedeva la sua casa cadente, alta e stretta sul Pont au Change, e vedeva la finestra del suo studio al primo piano e se stesso affacciato a quella finestra, si vedeva guardar giu verso il fiume e osservare l’acqua che scorreva via, come ora. E con questo il bel sogno era svanito, e Baldini, in piedi sul Pont Neuf, si girava, piu depresso di prima, depresso come ora, nel momento in cui si staccava dalla finestra, andava verso il suo scrittoio e si metteva a sedere.
12
Davanti a lui c’era il flacone con il profumo di Pelissier. Il liquido scintillava bruno-dorato alla luce del sole, limpido, senza la minima torbidezza. Aveva un aspetto del tutto innocente, simile a te chiaro… e tuttavia, oltre a quattro quinti di alcool, conteneva un quinto di una miscela misteriosa, che aveva il potere di mettere in agitazione un’intera citta. A sua volta questa miscela poteva essere composta di tre oppure di trenta sostanze diverse, messe insieme in un rapporto molto preciso tra le infinite combinazioni possibili. Era l’anima del profumo — ammesso che si potesse parlare di anima di un profumo di quel gelido affarista che era Pelissier — e ora si trattava soltanto di trovare la sua composizione.
Baldini si soffio il naso con cura e abbasso un poco la gelosia della finestra, perche la luce diretta del sole era nociva a qualsiasi sostanza aromatica e a qualsiasi soluzione olfattiva piu concentrata. Prese dal cassetto dello scrittoio un fazzoletto pulito di pizzo bianco e lo spiego. Poi apri il flacone facendo ruotare leggermente il tappo. Durante quest’operazione tenne il capo ben fermo e strinse le pinne nasali, perche per nulla al mondo voleva provare una sensazione olfattiva anzitempo direttamente dalla bottiglietta. Il profumo si doveva annusare in uno spazio libero, aperto, mai concentrato. Sparse alcune gocce sul fazzoletto, l’agito in aria per far evaporare l’alcool e quindi se lo mise sotto il naso. Con tre brevi, bruschi colpetti risucchio il profumo come fosse una polvere, lo risoffio fuori, si fece vento, inspiro ancora una volta in triplice cadenza, e alla fine tiro un respiro molto profondo, che poi emise lentamente e con piu pause, quasi lo facesse scivolare su una lunga scala in orizzontale. Quindi getto il fazzoletto sul tavolo e ricadde sulla poltrona appoggiandosi alla spalliera.
Il profumo era disgustosamente buono. Purtroppo quel miserabile di Pelissier era un esperto. Un maestro, maledizione, anche se non aveva mai studiato il mestiere! Baldini avrebbe voluto inventarlo lui, questo «Amore e