di un tempo, giovane, coraggioso, e deciso come sempre a tener testa al destino… anche se tener testa in questo caso significava soltanto ritirarsi. E quand’anche! Non restava comunque altro da fare. Lo stupido tempo non lasciava altra scelta. Dio ci da tempi buoni e cattivi, ma non vuole che in tempi cattivi ci lagniamo e ci lamentiamo, bensi che diamo prova di essere forti. E Lui aveva inviato un segnale. L’immagine illusoria della citta dorata rosso- sangue era stata un ammonimento: agisci, Baldini, prima che sia troppo tardi! La tua casa e ancora solida, i tuoi magazzini sono ancora pieni, puoi ancora ottenere un buon prezzo per il tuo negozio che va declinando. Le decisioni stanno ancora a te. Invecchiare modestamente a Messina non e stato proprio lo scopo della tua vita… ma e pur sempre piu onorevole e piu gradito a Dio che non andare in rovina pomposamente a Parigi. Che i Brouet, i Calteau e i Pelissier trionfino tranquillamente. Giuseppe Baldini sgombra il campo. Ma lo fa di propria volonta e senza piegarsi!
Adesso era proprio fiero di se. E infinitamente sollevato. Per la prima volta dopo anni non sentiva piu sulla schiena il crampo del subalterno, che gli tendeva la nuca e gli aveva inarcato le spalle sempre piu devotamente, e stava dritto senza sforzo, libero e leggero, ed era felice. Respirava col naso senza fatica. Percepiva distintamente il profumo di «Amore e psiche» che invadeva la stanza, ma non permetteva piu che gli procurasse dolore. Baldini aveva cambiato vita e si sentiva meravigliosamente bene. Ora sarebbe salito da sua moglie e l’avrebbe messa a parte delle sue decisioni, poi si sarebbe recato in pellegrinaggio a Notre-Dame e avrebbe acceso una candela di ringraziamento a Dio per la benevola indicazione e per l’incredibile forza di carattere che Egli aveva concesso a lui, Giuseppe Baldini.
Con uno slancio quasi giovanile si getto la parrucca sulla testa calva, s’infilo la giacca blu, afferro il candeliere che stava sul tavolo e lascio lo studio. Aveva appena acceso la candela con il lume di sego della tromba delle scale per farsi luce salendo alla sua abitazione, quando senti suonare il campanello giu al piano terra. Non era il gradevole scampanellio persiano della porta del negozio, bensi il campanello tintinnante dell’ingresso di servizio, un rumore disgustoso che l’aveva sempre disturbato. Spesso aveva avuto intenzione di far togliere quell’aggeggio e di sostituirlo con una campanella piu gradevole, ma poi gli era sempre dispiaciuto per la spesa e ora — gli venne in mente d’un tratto e rise sommessamente al pensiero — ora non aveva piu importanza: avrebbe venduto il campanello importuno assieme alla casa. Che desse pur fastidio al suo successore!
Di nuovo il campanello tintinno. Baldini tese l’orecchio verso il basso. Evidentemente Chenier aveva gia lasciato il negozio. Anche la domestica non accennava a comparire. Quindi scese ad aprire lui stesso.
Tiro indietro il chiavistello, fece ruotare la porta pesante… e non vide nulla. L’oscurita inghiottiva totalmente la luce della candela. Poi, molto gradualmente, riusci a distinguere una piccola figura, un bambino o un adolescente, che portava qualcosa sotto il braccio.
«Che cosa vuoi?»
«Vengo da parte di Maitre Grimal, porto il capretto», disse la figura, e si avvicino e porse a Baldini il braccio piegato con alcune pelli ammucchiate l’una sull’altra. Nel chiarore Baldini riconobbe il viso di un ragazzo che lo spiava con occhi ansiosi. Aveva un atteggiamento sottomesso. Era come se si nascondesse dietro al proprio braccio proteso, come uno che si aspetti d’essere picchiato. Era Grenouille.
14
Il capretto per la pelle spagnola! Baldini ricordo. Alcuni giorni prima aveva ordinato le pelli da Grimal, le piu fini e morbide pelli lavabili per la cartella da scrittoio del conte Verhamont, quindici franchi al pezzo. Ma in realta ora non aveva piu bisogno di niente, poteva risparmiare il denaro. D’altra parte, se rimandava indietro il ragazzo cosi… chissa? avrebbe potuto dare un’impressione negativa, forse ci sarebbero stati pettegolezzi, sarebbero nate dicerie: Baldini era diventato inattendibile, Baldini non accettava piu incarichi, non era piu in grado di pagare… e una cosa simile non andava bene, no, no, perche una cosa simile abbassava il valore di vendita del negozio. Meglio accettare quelle inutili pelli di capra. Nessuno doveva venire a sapere nel momento sbagliato che Giuseppe Baldini aveva cambiato vita.
«Entra!»
Fece entrare il ragazzo e si avviarono verso il negozio, Baldini davanti con il candeliere, Grenouille dietro con le sue pelli. Era la prima volta che Grenouille entrava in una profumeria, un luogo in cui gli odori non erano accessori, ma costituivano in tutto e per tutto il centro dell’interesse. Naturalmente conosceva tutte le profumerie e le drogherie della citta, per notti intere era stato a guardare la merce esposta, il naso premuto contro le fessure della porta. Conosceva tutti gli aromi trattati in questo negozio, e dentro di se aveva immaginato spesso di combinarli in splendidi profumi. Quindi non lo aspettava nulla di nuovo. Ma cosi come un bambino dotato di talento musicale arde dal desiderio di vedere un’orchestra da vicino, oppure in chiesa di salire una volta fino al matroneo per vedere la tastiera nascosta dell’organo, allo stesso modo Grenouille ardeva dal desiderio di vedere una profumeria all’interno, e quando aveva appreso che si dovevano consegnare le pelli a Baldini, aveva fatto tutto il possibile per poter sbrigare lui questa commissione.
E ora si trovava nel negozio di Baldini, il luogo di Parigi che nello spazio piu ristretto raccoglieva il maggior numero di aromi professionali. Non vedeva molto alla luce vacillante della candela, appena l’ombra del banco di vendita con la bilancia, i due aironi sopra la vaschetta, una poltrona per i clienti, gli scaffali scuri alle pareti, il rapido balenare degli utensili d’ottone e le etichette bianche sui recipienti di vetro e sui vasi; e non sentiva neppure piu odore di quanto non avesse gia sentito dalla strada. Ma avverti subito la serieta che regnava in questi ambienti, si potrebbe quasi dire la sacra serieta, se la parola «sacro» avesse avuto qualche significato per Grenouille; avverti la fredda serieta, la concretezza commerciale, l’asciutto senso degli affari che trasparivano da ogni mobile, da ogni utensile, dalle tinozze e dalle bottiglie e dai vasi. E mentre seguiva Baldini — all’ombra di Baldini, poiche Baldini non si curava di fargli luce — fu colto dal pensiero che il suo posto era qui e da nessun’altra parte, che qui sarebbe rimasto e da qui avrebbe scardinato il mondo.
Naturalmente questo pensiero era di una presunzione addirittura grottesca. Non c’era nulla, ma proprio assolutamente nulla che potesse far sperare a uno sconosciuto bracciante di conceria di origine dubbia, senza legami e senza protezione, senza la minima posizione corporativa, di installarsi nel piu rinomato negozio di profumi di Parigi; tanto piu che, come sappiamo, la cessazione d’attivita del negozio era gia decisa. Purtuttavia quella che si esprimeva nei pensieri immodesti di Grenouille non era neppure una speranza, bensi una certezza. Avrebbe lasciato questo negozio, ne era sicuro, soltanto per andare a prendere i suoi vestiti da Grimal, e poi non piu. La zecca aveva fiutato il sangue. Per anni era stata immobile, incapsulata in se, e aveva aspettato. Ora si sarebbe lasciata andare, nella buona e nella cattiva sorte, senza alcun rimedio. E per questo la sua certezza era assoluta.
Avevano attraversato il negozio. Baldini apri la porta del locale posteriore situato verso il fiume, che fungeva in parte da bottega e da laboratorio, dove si facevano bollire i saponi e si rimestavano le pomate e si mescolavano i profumi in bottiglie panciute. «Qui!» disse Baldini, e indico un grande tavolo davanti alla finestra, «mettile qui!»
Grenouille sbuco fuori dall’ombra di Baldini, depose le pelli sul tavolo, si ritrasse di nuovo rapidamente e si mise tra Baldini e la porta. Baldini rimase fermo ancora per un momento. Sposto appena la candela di fianco, per non far cadere sul tavolo gocce di cera, e fece passare il dorso del dito sulla parte liscia del cuoio. Poi capovolse la prima pelle e fece scorrere il dito sulla parte interna, vellutata, ruvida e morbida a un tempo. Era di una qualita molto buona, quel cuoio. Sembrava fatto apposta per una pelle spagnola. Durante l’asciugatura non si sarebbe deformato, ripassandolo a dovere con l’apposita stecca sarebbe ridiventato flessibile, se ne accorse subito, gia soltanto pressandolo tra il pollice e l’indice; poteva assorbire profumo per cinque o dieci anni; la qualita era molto, molto buona: forse ne avrebbe fatto dei guanti, tre paia per se e tre paia per sua moglie, per il viaggio a Messina.
Ritrasse la mano. Il tavolo da lavoro era commovente a vedersi, con tutti gli oggetti pronti: la bacinella di vetro per il bagno aromatico, la lastra di vetro per asciugare, i mortai per mescolare la tintura, il pestello, la spatola, il pennello, la stecca e le forbici. Era come se gli oggetti stessero dormendo soltanto perche era buio, e l’indomani si dovessero risvegliare. Doveva forse portare il tavolo con se a Messina? E una parte dei suoi strumenti, soltanto i pezzi piu importanti?… Si stava seduti molto comodi e si lavorava bene a quel tavolo. Era fatto di legno di quercia, compreso il piedistallo, ed era controventato di traverso, cosicche non vacillava e non dondolava per niente, quel tavolo, e ne gli acidi, ne l’olio, ne i tagli di coltello riuscivano a rovinarlo: sarebbe