lui, Taillade-Espinasse. Un simile apparecchio si trovava nel sottotetto del suo palazzo di citta a Montpellier, e se Grenouille era pronto a mettersi a disposizione quale oggetto di dimostrazione scientifica, lui non soltanto l’avrebbe liberato dalla sua immediata infezione da gas naturale, ma gli avrebbe anche regalato una bella somma di denaro…

Due ore dopo erano seduti in carrozza. Sebbene le strade si trovassero in condizioni miserabili, percorsero le sessantaquattro miglia per arrivare a Montpellier in due giorni giusti, perche il marchese, nonostante l’eta avanzata, non pote esimersi dal frustare di persona cocchiere e cavalli e dal dare una mano anche lui in molti casi di rottura di stanghe e molle: tanto era entusiasta della sua scoperta, tanto era desideroso di presentarla al piu presto a un dotto pubblico. Grenouille invece non ebbe il permesso di lasciare la carrozza neppure una volta. Dovette restar seduto con i suoi stracci indosso, completamente avvolto in una coperta intrisa di terra umida e di argilla. Durante il viaggio ricevette per cibo radici crude. In tal modo il marchese sperava di conservare nella condizione ideale ancora per qualche tempo l’infezione da «fluidum» terrestre.

Giunto a Montpellier, fece subito trasportare Grenouille nella cantina del suo palazzo, spedi inviti a tutti i membri della facolta di medicina, del circolo dei botanici, della scuola agraria, della federazione dei chemio-fisici, della loggia massonica e delle restanti associazioni di eruditi, che in citta erano non meno di una dozzina. E qualche giorno dopo — esattamente una settimana dopo aver lasciato la solitudine della montagna — Grenouille si trovo su un podio nell’aula magna dell’Universita di Montpellier, presentato a una moltitudine di centinaia di persone come l’avvenimento scientifico dell’anno.

Nella sua conferenza Taillade-Espinasse lo defini la prova vivente della giustezza della sua teoria sul «fluidum letale» proveniente dalla terra. Mentre a poco a poco gli strappava gli stracci dal corpo, illustro l’effetto devastante esercitato dal gas di putrefazione sul corpo di Grenouille: qui si vedevano pustole e cicatrici, provocate dalla corrosione del gas; la sul petto un enorme carcinoma da gas di un rosso acceso; ovunque una disgregazione della pelle; e persino una chiara deformazione fluidale dello scheletro, che si manifestava visibilmente sotto forma di un piede varo e della gobba. Anche gli organi interni come milza, fegato, polmone, cistifellea e tratto digerente erano seriamente danneggiati, come aveva dimostrato senz’ombra di dubbio l’analisi di un campione delle feci, che ora si trovava in una ciotola ai piedi del dimostrante, accessibile a ognuno. Riassumendo, dunque, si poteva affermare che la paralisi delle energie vitali in base a un’infezione di sette anni provocata dal «fluidum letale Taillade» era gia progredita al punto che il dimostrante — il cui aspetto esteriore del resto rivelava gia notevoli tratti da talpa — si poteva definire un essere piu votato alla morte che alla vita. Tuttavia il relatore s’impegnava a rimettere in sesto ntro otto giorni quell’individuo di per se votato alla morte mediante una terapia di ventilazione combinata con una dieta essenziale, al punto che i sintomi di una guarigione totale sarebbero risultati evidenti a tutti, e invitava i presenti a convincersi entro una settimana del successo di questa prognosi, che quindi si doveva considerare senz’altro come una prova valida della giustezza della sua teoria sul «fluidum letale» proveniente dalla terra.

La conferenza ebbe un enorme successo. Il dotto pubblico applaudi con passione il relatore e quindi sfilo sul podio sul quale si trovava Grenouille. Con la trascuratezza che aveva conservato e con le sue vecchie cicatrici e deformazioni, in effetti Grenouille aveva un’aria cosi impressionante e terribile che ognuno lo ritenne semiputrefatto e irrimediabilmente perduto, sebbene lui stesso si sentisse del tutto sano e in forze. Alcuni dei signori lo picchiettarono con le dita alla maniera degli specialisti, gli presero le misure, gli guardarono in bocca e negli occhi. Altri gli rivolsero la parola, s’informarono della sua vita nella caverna e della sua condizione attuale. Ma lui si attenne rigidamente a una disposizione impartitagli in precedenza dal marchese e rispose a simili domande soltanto con un rantolo forzato, facendo nel contempo con tutte e due le mani gesti d’impotenza in direzione della propria laringe, per far capire in tal modo che anche quella era stata rosa dal «fluidum letale Taillade».

Alla fine della manifestazione Taillade-Espinasse lo infagotto di nuovo e lo trasporto a casa nel sottotetto del suo palazzo. La, in presenza di alcuni dottori selezionati della facolta di medicina, lo chiuse nell’apparecchio di ventilazione ad aria vitale, una gabbia costruita con tavole d’abete rosso a tenuta stagna, la quale, per mezzo di un camino posto in alto, molto distante dal tetto, veniva inondata d’aria d’alta quota, priva del gas letale, e quest’aria poteva poi fuoriuscire tramite una valvola a farfalla di cuoio applicata sul pavimento. L’impianto era tenuto in funzione da una squadra di domestici, che giorno e notte sorvegliavano i ventilatori del camino affinche non si fermassero. E mentre Grenouille in tal modo era circondato da una corrente d’aria purificante continua, dalla porticina di una camera di compensazione costruita a fianco con doppie pareti gli somministravano cibi dietetici di provenienza distante dalla terra: brodo di piccioni, pasticcio di allodole, ragu di anitre catturate in volo, frutta in conserva proveniente da alberi, pane fatto con tipi di grano dalla crescita particolarmente alta, vino dei Pirenei, latte di camoscio e crema di spuma d’uovo di polli allevati nella soffitta del palazzo.

Questa cura combinata di disinfezione rivitalizzazione duro cinque giorni. Poi il marchese ordino di fermare i ventilatori e porto Grenouille in un lavatoio, dove lo immersero per parecchie ore in bagni d’acqua piovana tiepida e infine lo lavarono da capo a piedi con sapone d’olio di noci proveniente dalla citta di Potosi, sulle Ande. Gli tagliarono le unghie delle mani e dei piedi, gli pulirono i denti con calcare delle Dolomiti ridotto in polvere, lo rasarono, gli tagliarono i capelli, li pettinarono, li misero in piega e li incipriarono. Furono chiamati un sarto e un calzolaio, e Grenouille ricevette una camicia di seta con jabot bianco e ruches bianche ai polsini, calze di seta, giacca, pantaloni, panciotto di velluto blu e scarpe eleganti con fibbia di cuoio nero, la destra delle quali nascondeva abilmente la deformita del piede. Unicamente con le proprie mani, il marchese cosparse con bianchetto di talco il viso pieno di cicatrici di Grenouille, gli applico il carminio sulle labbra e sulle guance e diede alle sue sopracciglia una curva veramente nobile con l’aiuto di una matita morbida di carbone di tiglio. Poi lo spruzzo col suo profumo personale, un aroma alla violetta molto semplice, fece qualche passo indietro e per lungo tempo non riusci a esprimere la propria gioia in parole.

«Monsieur», comincio a dire infine, «sono entusiasta di me stesso. Sono sconvolto dalla mia genialita. In verita non ho mai dubitato della giustezza della mia teoria fluidale, naturalmente, ma il trovarla cosi brillantemente confermata nella terapia pratica mi sconvolge. Lei era un animale, e io ne ho fatto un uomo. Un’impresa addirittura divina. Permetta che io sia commosso! Si avvicini a questo specchio, e si guardi! Per la prima volta in vita sua riconoscera di essere un uomo; non un uomo particolarmente straordinario o comunque eccezionale, ma pur sempre un uomo piu che discreto. Vada, Monsieur! Si guardi; e ammiri il miracolo che ho compiuto in lei!»

Era la prima volta che qualcuno chiamava Grenouille «Monsieur».

Si diresse verso lo specchio e vi guardo dentro. Fino allora non aveva mai guardato in uno specchio. Davanti a se vide un signore in elegante abito blu, con camicia bianca e calze di seta, e si inchino in modo del tutto istintivo, come sempre si era inchinato di fronte a simili signori eleganti. Ma anche il signore elegante s’inchino, e mentre Grenouille si rialzava, il signore elegante fece la stessa cosa, e poi entrambi rimasero immobili a fissarsi.

Quello che sconcerto piu di tutto Grenouille fu il fatto di avere un aspetto cosi incredibilmente normale. Il marchese aveva ragione; non era niente di speciale, non bello, ma neanche particolarmente brutto. Era un po’ piccolo di statura, il suo atteggiamento era un po’ goffo, il viso era poco espressivo: in breve, era come mille altri uomini. Se ora fosse sceso per strada, nessuno si sarebbe voltato a guardarlo. E neppure lui sarebbe stato colpito da qualcuno simile al suo attuale lui, se l’avesse incontrato. A meno che non si fosse accorto che questo qualcuno, a parte il profumo di violetta, non aveva odore, proprio come il signore dello specchio e lui stesso, che gli stava dinanzi.

E tuttavia, dieci giorni prima, i contadini erano ancora scappati via gridando alla sua vista. Allora non si era sentito diverso da adesso, e adesso, se chiudeva gli occhi, non si sentiva minimamente diverso da allora. Inspiro l’aria che saliva attorno al suo corpo e annuso il profumo scadente e il velluto e il cuoio incollato di fresco delle sue scarpe; annuso il tessuto di seta, la cipria, il belletto, l’aroma tenue del sapone di Potosi. E d’un tratto seppe che non erano stati il brodo di piccione e i miracoli della ventilazione a fare di lui un uomo normale, bensi soltanto un paio di vestiti, il taglio dei capelli e la piccola mascherata con i cosmetici.

Apri gli occhi ammiccando e vide che Monsieur, nello specchio, gli ammiccava di rimando, e che sulle sue labbra rosso-carminio aleggiava un lieve sorriso, proprio come se avesse voluto segnalargli che non lo trovava del tutto antipatico. E anche Grenouille trovo che Monsieur nello specchio, quella figura inodore, mascherata e travestita da uomo, non era poi cosi male, per lo meno gli sembro che essa potesse — se solo avessero perfezionato la sua maschera — fare al mondo esterno un effetto quale lui, Grenouille, non avrebbe mai pensato di poter fare. Fece un cenno alla figura, e mentre essa a sua volta rispondeva con un cenno, vide che di soppiatto

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