Cimetiere des Innocents e delle case sovraffollate.

Su questa base atroce, che in se aveva un odore piu simile a quello di un cadavere che non di un uomo, Grenouille applico uno strato di aromi oleosi freschi: menta, lavanda, trementina, limone acido, eucalipto, che modero e mitigo gradevolmente con un bouquet di olii di fiori raffinati come geranio, rosa e fior d’arancio. Dopo un’ulteriore rarefazione con alcool e un po’ d’aceto, la base che costituiva tutta la miscela non aveva piu un odore disgustoso. Con l’aggiunta di ingredienti freschi, il puzzo latente si era dileguato ed era divenuto impercettibile, la nota disgustosa era stata mitigata dall’aroma dei fiori, anzi era diventata quasi interessante, e, stranamente, non si percepiva piu nulla della putrefazione, neppure la minima traccia. Al contrario, sembrava che il profumo emanasse un forte aroma pieno di slancio vitale.

Grenouille ne riempi due flaconi, che tappo e mise in tasca. Poi lavo accuratamente con acqua bottiglie, mortaio, imbuto e cucchiaio, li sfrego con olio di mandorle amare, per cancellare qualsiasi traccia di odore, e prese un’altra bottiglia. In essa miscelo rapidamente un altro profumo, una specie di copia del primo, anch’esso composto di elementi freschi e di parti di fiori, ma la cui base non conteneva piu nulla del decotto stregonesco, bensi ingredienti convenzionali come muschio, ambra, un pizzico di zibetto e olio di legno di cedro. Preso a se, aveva un odore totalmente diverso dal primo — piu piatto, piu integro, meno virulento perche gli mancavano le componenti dell’odore imitato da quello dell’uomo. Ma quando un uomo comune lo usava ed esso si univa al suo odore personale, non era piu possibile distinguerlo da quello che Grenouille aveva creato esclusivamente per se.

Dopo aver versato anche il secondo profumo in flaconi, Grenouille si spoglio e cosparse i propri abiti con il primo profumo. Poi se lo picchietto sotto le ascelle, tra le dita, sul sesso, sul petto, sul collo, sulle orecchie e sui capelli, si rivesti e lascio il laboratorio.

32

Quando usci per strada, fu colto da un’improvvisa paura, perche sapeva di emanare un odore umano per la prima volta in vita sua. A lui pero sembrava di puzzare, di puzzare in modo assolutamente ripugnante. E non riusciva a figurarsi che altri non trovassero ugualmente ripugnante il suo odore, e non oso dirigersi subito verso l’osteria, dove Runel e il maggiordomo del marchese lo stavano aspettando. Gli sembrava meno rischioso sperimentare prima la nuova aura in un ambiente anonimo.

Scivolo per i vicoli piu stretti e piu bui giu verso il fiume, dove i conciatori e i tintori avevano i loro laboratori ed esercitavano il loro mestiere puzzolente. Quando incontrava qualcuno o quando passava accanto all’ingresso di una casa, dove stavano giocando bambini o erano sedute vecchie donne, si costringeva a rallentare il passo e a portarsi attorno in tal modo il proprio odore in una grande nuvola compatta.

Fin dall’infanzia era abituato al fatto che le persone che gli passavano accanto non lo notavano in alcun modo, non per disprezzo — come aveva creduto un tempo — ma perche proprio non si accorgevano della sua esistenza. Non c’era stato spazio attorno a lui, non onda che lui, come altre persone, mandasse nell’atmosfera, non c’era stata ombra, per cosi dire, che avesse potuto gettare sul volto degli altri. Soltanto quando si era scontrato direttamente con qualcuno, nella folla o d’improvviso a un angolo di strada, c’era stato un breve istante di percezione; e in genere chi era stato urtato si ritraeva con orrore, fissava lui, Grenouille, per pochi secondi, come se avesse visto un essere che in realta non sarebbe dovuto esistere — un essere che, sebbene fosse innegabilmente li, in qualche modo non era presente — e subito prendeva il largo e dopo un attimo si era gia dimenticato di lui…

Ma ora, nei vicoli di Montpellier, Grenouille avverti e constato con chiarezza — e ogni volta che lo constatava era pervaso da un forte sentimento d’orgoglio — che esercitava un effetto sulle persone. Quando passo accanto a una donna china sul bordo di una fontana, noto che essa alzava un attimo il capo per vedere chi fosse e poi, evidentemente tranquillizzata, si volgeva di nuovo verso la propria secchia. Un uomo, che gli dava le spalle, si giro e lo segui con lo sguardo a lungo, con curiosita. I bambini che incontrava si facevano indietro, non per paura, ma per fargli posto; e anche quando uscivano di corsa dall’ingresso laterale di una casa e urtavano bruscamente contro di lui, non si spaventavano, ma sgusciavano via con naturalezza, come se avessero avuto il presentimento della sua persona che si avvicinava.

Dopo molti di tali incontri imparo a valutare con maggior precisione il potere e l’effetto della sua nuova aura, e divenne piu sicuro di se e piu audace. Camminava piu in fretta verso le persone, passava vicinissimo a loro, spingeva persino il braccio leggermente in fuori e sfiorava come per caso il braccio di un passante. Una volta, apparentemente per distrazione, dette uno spintone a un uomo che voleva sorpassare. Si fermo, si scuso, e l’uomo, che solo il giorno prima sarebbe stato colpito dall’apparizione improvvisa di Grenouille come dal fulmine, si comporto come se nulla fosse accaduto, accetto le scuse, fece persino un breve sorriso e gli dette un colpetto sulla spalla.

Grenouille abbandono i vicoli e arrivo sulla piazza, davanti al duomo di Saint-Pierre. Le campane suonavano. La gente si affollava a entrambi i lati del portale. Stava giusto finendo una cerimonia di matrimonio. Volevano vedere la sposa. Grenouille accorse e si mescolo alla folla. Diede spintoni, s’insinuo, voleva andare dove le persone erano piu fitte, a contatto di pelle voleva averle, voleva sfregare il proprio profumo direttamente contro i loro nasi. E in quello spazio angusto e stipato allargo braccia e gambe e si slaccio di scatto il colletto, affiche il profumo potesse fuoriuscire liberamente dal suo corpo… e immensa fu la sua gioia quando si accorse che gli altri non s’accorgevano di nulla, assolutamente di nulla, che tutti quegli uomini e donne e bambini pigiati attorno a lui si potevano ingannare cosi facilmente, che inalavano il suo puzzo raffazzonato di merda di gatto, formaggio e aceto come l’odore di un loro simile e che accettavano lui, Grenouille, la prole del diavolo, in mezzo a loro, come uomo tra uomini.

Senti vicino alle sue ginocchia una bimba, una bambina piccola che si era infilata tra gli adulti. La sollevo con finta premura e la prese in braccio perche potesse vedere meglio. Non soltanto la madre lo tollero, ma lo ringrazio, e la piccola dette grida di gioia.

Cosi Grenouille resto per un buon quarto d’ora in seno alla moltitudine, tenendo una bimba estranea contro il suo petto ipocrita. E mentre sfilavano i partecipanti alle nozze, accompagnati dal suono rimbombante delle campane e dal giubilo della folla, sopra la quale scrosciava una pioggia di monete, in Grenouille eruppe un altro giubilo, un giubilo funesto, un malvagio senso di trionfo che lo fece tremare e lo inebrio come un attacco di lussuria, e fece fatica a non farlo schizzare su tutta quella gente come bile e veleno e a non gridare in faccia a tutti, esultando, che non aveva paura di loro, anzi neppure quasi li odiava, ma che li disprezzava con tutto il suo ardore, perche erano stupidi puzzoni; perche si lasciavano raggirare e ingannare da lui, perche essi non erano nulla ed egli era tutto! E in segno di scherno strinse piu forte la bimba contro di se, si fece largo e grido in coro con gli altri: «Viva la sposa! Salute alla sposa! Salute alla splendida coppia!»

Quando i partecipanti alle nozze si allontanarono e la folla comincio a diradarsi, restitui la bimba alla madre e si reco in chiesa, per riprendersi dalla sua eccitazione e per riposarsi. All’interno del duomo l’aria era satura d’incenso, che fuoriusciva in freddi vapori da due turiboli ai lati dell’altare e si stendeva come una coltre soffocante sugli odori piu delicati delle persone che erano appena state sedute in quel luogo. Grenouille sedette su un banco sotto il coro.

D’un tratto lo sopraffece una grande contentezza. Non ebbra, come quella che aveva provato un tempo in seno alla montagna durante le sue orge solitarie, bensi una contentezza molto fredda e sobria, qual e quella prodotta dalla consapevolezza del proprio potere. Adesso sapeva di che cosa era capace. Con mezzi estremamente scarsi, grazie al proprio genio, aveva ricreato il profumo dell’uomo, e l’aveva centrato cosi bene al primo tentativo, che anche un bambino si era fatto ingannare da lui. Adesso sapeva che poteva fare ancora di piu. Sapeva che poteva migliorare questo profumo. Avrebbe potuto creare un profumo non soltanto umano, bensi sovrumano, un profumo angelico, cosi indescrivibilmente buono e vitale che chi l’avesse annusato ne sarebbe stato affascinato e avrebbe dovuto amare con tutto il suo cuore lui, Grenouille, il portatore di quel profumo.

Si, amarlo dovevano, quando erano soggiogati dal suo profumo, non soltanto accettarlo come un loro pari, amarlo fino alla follia, all’abnegazione, tremare d’estasi dovevano, gridare, piangere di gioia senza sapere perche, in ginocchio dovevano cadere, come sotto il freddo incenso di Dio, non appena sentivano l’odore di lui, di Grenouille! Voleva essere il dio onnipotente del profumo, cosi come lo era stato nella sua fantasia, ma ora nel mondo reale e regnando su uomini reali. E sapeva che cio era in suo potere. Poiche gli uomini

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