grave.

— Capisco. — Provavo un po’ di nausea. I dottori non si rendono conto che in generale noi preferiamo non pensare a noi stessi come a dei sacchi animati di pelle, pieni di cose oscene.

— E questa e gia di per se una buona ragione per non andarla a vedere per un paio di giorni. Il ricambio della flora intestinale ha un effetto molto violento sull’apparato digerente… non e pericoloso, dato che e tenuta costantemente sotto osservazione. Ma e stancante e… be’, imbarazzante.

'Con tutto questo, lei sarebbe completamente fuori pericolo, se la situazione clinica fosse normale. Ma stiamo decelerando a una gravita e mezzo, e i suoi organi interni sono stati sbatacchiati qua e la anche troppo. Tanto vale dirtelo: se superiamo le due gravita, lei morira.'

— Ma… ma dovremo superare le due gravita, nella fase finale di avvicinamento! Cosa…

— Lo so, lo so. Ma solo fra un paio di settimane. C’e da sperare che per allora sia sistemata.

'William, fattene una ragione. E gia un miracolo che sia sopravvissuta fino all’intervento chirurgico. E molto probabile che non ce la faccia ad arrivare viva sulla Terra. E doloroso: per te e qualcosa di speciale, capisco. Ma ci sono stati gia tanti morti… dovresti abituarti all’idea, a rendertene conto.'

Buttai giu una lunga sorsata del mio drink, identico al suo, a parte l’acido citrico. — La metti giu dura.

— Forse… no. Sono solo realista. Ho l’impressione che ci aspettino altre morti e altri dolori.

— Non per me. Non appena rimettiamo piede a Stargate, io ritorno borghese.

— Non esserne troppo sicuro. — La solita, vecchia discussione. I buffoni che ci hanno arruolati per due anni sono capacissimi di arruolarci per quattro o…

— O per sei o per venti o per tutta la guerra. Ma non lo faranno. Provocherebbero un ammutinamento.

— Non lo so. Se possono condizionarci a uccidere a un dato segnale, possono condizionarci a fare qualunque cosa. Anche a firmare la rafferma.

Era agghiacciante.

Piu tardi cercammo di far l’amore, ma tutti e due avevamo troppe cose cui pensare.

Andai a vedere Marygay per la prima volta circa una settimana dopo. Era sciupata, dimagrita, e sembrava molto confusa. Doc Wilson mi assicuro che era solo per via dei medicinali: non avevano trovato traccia di lesioni cerebrali.

Ella era ancora a letto, e veniva nutrita per fleboclisi. Io cominciavo a guardare nervosamente il calendario. Sembrava che ogni giorno segnasse qualche miglioramento, ma se fossimo arrivati alla collapsar mentre era ancora a letto, non avrebbe avuto una sola possibilita di cavarsela. Non riuscivo a strappare qualche parola incoraggiante a Doc Wilson o a Estelle: dicevano che dipendeva tutto dalla capacita di recupero di Marygay.

Il giorno prima della spinta, la trasferirono dal suo letto alla cuccetta antiaccelerazione di Estelle, nell’infermeria. Era lucida e ormai si nutriva per via orale, ma non ce la faceva ancora a muoversi da sola, a una gravita e mezzo.

Andai a trovarla. — Hai saputo del cambiamento di rotta? Dobbiamo passare da Aleph-9 per tornare a Tet-38. Altri quattro mesi in questo maledetto guscio. Ma altri sei anni di paga da zona di combattimento quando torneremo sulla Terra.

— Bene.

— Ah, pensa a tutte le cose splendide che potremo…

— William.

Dovetti lasciar perdere. Non sono mai stato molto abile a mentire.

— Non cercare di farmi coraggio. Parlami della saldatura nel vuoto, della tua infanzia, di qualunque cosa. Non prendermi in giro dicendomi che tornero sulla Terra. — Giro la faccia verso la parete. — Ho sentito i dottori che parlavano nel corridoio, una mattina: credevano che dormissi. Ma era semplicemente una conferma di quello che sapevo gia, che avevo capito dal modo in cui si comportavano tutti.

'Allora dimmi: sei nato nel Nuovo Messico nel 1975. E poi? Sei rimasto nel Nuovo Messico? Eri bravo a scuola? Avevi degli amici, o eri troppo bravo, come me? Quanti anni avevi quando sei andato a letto per la prima volta con una ragazza?'

Continuammo per un po’ su questo tono, impacciati. Mentre parlavamo mi venne un’idea, e quando lasciai Marygay andai subito a cercare il dottor Wilson.

— Le diamo cinquanta probabilita su cento di sopravvivere, ma e un giudizio arbitrario. Nessuno dei dati pubblicati su questo genere di cose corrisponde esattamente.

'Comunque, e certo che le sue probabilita di sopravvivenza sono tanto migliori quanto e minore l’accelerazione che deve sopportare.

'Certamente. Per quello che vale. Il commodoro fara manovrare il piu dolcemente possibile, ma saranno pur sempre quattro o cinque gravita. E tre potrebbero essere gia troppe: non lo sapremo finche non sara finita.'

Annuii, impaziente. — Si, ma credo esista un sistema per esporla a un’accelerazione inferiore a quella cui saremo sottoposti tutti noi.

— Se hai inventato uno schermo antiaccelerazione — disse Doc Wilson, sorridendo — farai bene a precipitarti a brevettarlo. Potresti venderlo per una cifra enorme…

— No, Doc, in condizioni normali non servirebbe a molto: i nostri gusci funzionano meglio, e sono basati sugli stessi principi.

— Spiegati.

— Mettiamo Marygay dentro a un guscio e allaghiamo…

— Aspetta, aspetta. Assolutamente no. Le e capitato quel che le e capitato proprio per colpa di un guscio che aderiva male. E questa volta, dovra adoperare il guscio di qualcun altro.

— Lo so, Doc, mi lasci spiegare. Non e necessario che il guscio le calzi bene, purche gli attacchi del sistema ambiente funzionino. Il guscio non dovra essere pressurizzato dall’interno, perche lei non dovra essere sottoposta a quella pressione di migliaia di chilogrammi per centimetro quadrato dal fluido esterno.

— Non sono sicuro di seguirti.

— E solo un adattamento di… ha studiato fisica, vero?

— Un po’, alla facolta di medicina. Era il corso in cui riuscivo peggio, dopo il latino.

— Ricorda il principio di equivalenza?

— Ricordo che c’era qualcosa che si chiamava cosi. Aveva a che fare con la relativita, no?

— Uh-uh. Significa che… non c’e differenza tra il trovarsi in un campo gravitazionale e il trovarsi in una struttura accelerata equivalente… Significa che quando l’Anniversary passa a cinque gravita, l’effetto su di noi e lo stesso ce se fosse ferma su un grosso pianeta, con una gravita superficiale di cinque g.

— Mi sembra ovvio.

— Forse si. Vuol dire che a bordo nella nave nessun esperimento potrebbe indicarle se sta accelerando o se sta semplicemente fermo su un grosso pianeta.

— Sicuro che c’e. Potresti spegnere i motori e se…

— Oppure potrebbe guardare fuori, sicuro. Ma io mi riferivo a esperimenti in condizioni di laboratorio, isolato.

— Va bene. Lo accetto. E allora?

— Conosce la legge di Archimede?

— Sicuro, la falsa corona… E questo che mi ha sempre colpito, nella fisica: fanno un gran chiasso sulle cose piu ovvie, e poi quando si arriva a quelle difficili…

— La Legge di Archimede afferma che quando si immerge qualcosa in un liquido, l’oggetto riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del liquido spostato.

— E logico.

— E questo vale per qualunque tipo di accelerazione o di gravita… In una nave lanciata a cinque gravita, l’acqua spostata, se e acqua, pesa cinque volte di piu dell’acqua normale a una gravita.

— Sicuro.

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