Il sorriso forzato di Betty tradiva tutta la sua irritazione. «Cass Shelley mori proprio in questa stagione. Anche se ci fosse stato un alligatore, sarebbe stato in letargo. Cass non e finita in pasto a uno di loro. Ora, signor Porter, abbiamo finito con gli alligatori?»

Proseguendo, indico il monumento che dominava tutti gli altri. «L'angelo. Rappresenta Cass Shelley, Dio conceda riposo alla sua anima. E la bimba fra le sue braccia? E Kathy. Che, dopo diciassette anni di assenza, e tornata e ha ucciso Babe Laurie.»

I primi del gruppo erano fermi davanti all'angelo, mentre Betty incalzava la retrovia. «Da questa parte! Come stavo dicendo, la bambina fra le braccia dell'angelo…»

«Quale bambina?» chiese la californiana.

«La bambina fra le sue braccia.» Quella donna aveva bisogno di un bel paio di occhiali. «Piu tardi vi mostrero la sua cella.» Non c'era ragione di dire loro che la detenuta era fuggita. La notizia avrebbe potuto provocare la disdetta improvvisa di qualche stanza.

«Quale bambina?» chiese a sua volta il turista originario del Maine.

Betty si piazzo proprio davanti alla statua per indicare a quel branco di idioti la bambina che non si poteva fare a meno di notare, a meno di non essere ciechi come talpe.

Ma la bambina di pietra non c'era piu.

L'angelo era solo sul suo piedistallo, con gli occhi bassi e le braccia vuote.

«Oh, mio Dio! E un miracolo!» Betty si avvicino ancora all'angelo e strabuzzo gli occhi. «Oh, mio Dio.»

«Sta piangendo!» dichiaro l'uomo del Maine. «La statua sta piangendo.»

Dieci macchine fotografiche fecero click in simultanea.

Augusta si chiese se il sonno fosse stato indotto dall'intruglio d'erbe applicato per evitare l'infezione. Oppure la ragazza era svenuta per il dolore provocato dal lavaggio delle ferite? In ogni caso, dormire le avrebbe giovato.

In ogni angolo della stanza c'erano asciugamani zuppi e matasse di garza. Augusta raccolse quelli insanguinati e li mise in un sacco di plastica per l'immondizia. Dopo essersi lavata le mani, si sedette su una sedia accanto al letto e rimosse le bende. Stacco il tampone dalla ferita sulla spalla e sostitui l'impacco. La ragazza non parve svegliarsi mentre Augusta applicava il nuovo impiastro e poi girava il corpo supino per pulire l'altra ferita.

Senza preavviso, una mano bianca e affusolata scatto a bloccare quella di Augusta in una stretta sorprendentemente salda.

La gatta balzo ai piedi del letto con un brontolio. Augusta la zitti e fisso gli occhi rabbiosi della sua giovane paziente.

«Cosa mi hai dato per farmi dormire?»

«Nulla che non sia cresciuto nel mio orto» disse Augusta. «Ora ti spiace se continuo?» Si chino sulla ferita, ignorando la stretta al braccio, e dopo un po' Mallory mollo la presa. «Doveva essere una pallottola a punta tonda. Questo foro d'uscita e stato perfetto per il drenaggio.»

La paziente di Augusta guardo il nuovo tampone sulla sua pelle. «E quel che credo che sia?»

L'anziana donna annui. «La tela di ragno resiste ai batteri. Vi avvolgo le erbe in modo che il medicamento sia rilasciato nel modo piu graduale possibile. Sono necessarie un bel po' di ragnatele per fare un tampone efficace, ma non preoccuparti: la mia casa e il paradiso dei ragni.»

Augusta srotolo una lunga striscia di garza e la taglio con un paio di forbici. «Sei stata fortunata. La ferita ha interessato solo i tessuti molli, non l'articolazione ne l'osso. Non c'e alcun danno permanente.» Avvolse la garza sulla spalla nuda a coprire tutte e due le ferite. «Questa fasciatura ti fara un po' male perche preme sulla ferita, ma serve a impedire l'ulteriore fuoriuscita di sangue.»

«Quanto ci vorra prima che possa alzarmi?»

«Non molto, adesso che il sanguinamento e sotto controllo. In effetti, prima cominci a muovere la spalla, meglio e. Ma vacci piano se non vuoi che riprenda a sanguinare.»

«Perche mi stai aiutando?»

Augusta guardo gli occhi piu verdi che avesse mai visto: la stavano studiando a fondo. Strana ragazza.

«Per via di Casa Shelley» disse Augusta, curvandosi a stendere un altro strato di garza sulle ferite.

«Non perdo mai l'occasione di fare un buon affare sul mercato immobiliare. Se muori senza aver fatto testamento, ci potrebbero volere piu anni di quelli che mi rimangono per strappare la casa di tua madre allo Stato.» Arrischio un'altra occhiata alla sua paziente.

Non se l'era bevuta.

«A suo tempo, cercai di comprare la casa da tuo nonno a un prezzo onesto, ma lui non volle vendere. Dopo la sua morte, quando tua madre torno a stare a Dayborn, non ne volle sapere neppure lei. Ma adesso ho te, no? E credo che la mia offerta ti piacera, Kathy.»

«Chiamami Mallory.» Non era un suggerimento, ma un ordine.

«Tua madre non rivelo mai l'identita di tuo padre. Il nome che hai preso, Mallory, e forse il suo?»

La giovane la fisso, impassibile.

Forse sapeva chi fosse suo padre; sicuramente sapeva tenere un segreto.

Augusta ruppe il silenzio. «Le tue borse sono qui.» Le aveva recuperate dal bosco ed era rientrata in casa dieci minuti prima dell'arrivo di Tom Jessop.

«Che ne e del mio cane?»

«L'ho sistemato nella palude proprio all'inizio del Finger Bayou, insieme a Fred Laurie. Non rimarranno laggiu per sempre, ma di loro ci occuperemo piu avanti. Spero che non ti dispiaccia se il cane fa compagnia a Fred. Certo, meritava una sorte migliore, ma era l'unica sepoltura che potessi organizzare con un preavviso cosi breve. Povero cane pazzo, la morte per lui e stata un sollievo» disse, glissando sulla morte dell'uomo.

Augusta continuava ad avvolgere stretta la benda. E per tutto il tempo Mallory e la gatta continuarono a scambiarsi sguardi sospettosi, due esseri diffidenti che si misuravano a vicenda.

«Come si chiamava il mio cane?»

«Lo battezzasti con le tue prime parole» disse Augusta, annodando la fasciatura e bloccandola con del cerotto. «Avevi gia tre anni, e il fatto che ancora non parlassi preoccupava tua madre.»

Augusta butto le fasciature usate nel sacco dell'immondizia. «Un giorno ero venuta a parlare della casa con Cass, quando arrivo Tom Jessop con un regalo di compleanno per te. Ti mise fra le braccia quel piccolo cucciolo nero e ti chiese che nome gli avresti dato. Tu e il cane vi guardaste e vi innamoraste all'istante.

Ma tua madre se la prese con Tom, che ti aveva regalato un animale senza prima discuterne con lei. Cass era furiosa e Tom confuso. Gli uomini sanno sempre quando fanno qualcosa di sbagliato, ma di solito non sanno cos'e. Tutto quello che riusci a dire fu: 'Ma, Cass, e davvero un bel cane; e buono, sano, vaccinato e tutto il resto'. Tua madre lo mise con le spalle al muro, spiegandogli perche avesse sbagliato a farti quel regalo. E allora tu, con voce squillante come una campana, dicesti 'Cane Buono' e Cass rimase a bocca aperta. Era la prima volta che sentiva il suono della tua voce. Tom rise e disse: 'E Cane Buono sara'. Da quel momento non la smettesti piu di parlare.»

Augusta si alzo e volto la schiena a Mallory mentre sistemava boccette e vasetti sul tavolo accanto al letto. «So perche sei tornata. Vuoi farli fuori tutti, vero? Tutti i componenti di quella folla.» Torno a voltarsi verso Mallory. «Hai mai ucciso un uomo prima? Non contare Fred. Voglio dire una persona vera.»

Mallory tacque e giro la faccia verso il muro.

Augusta interpreto quella reazione come una risposta negativa. Evidentemente, ammettere apertamente di non aver ucciso nessuno, a parte Fred Laurie, era troppo umiliante per Kathy.

«Ti parlero come farebbe tua madre se fosse qui. Lei ti direbbe che fare una strage non sarebbe giusto. Tuttavia, per come la vedo io, una certa dose di vendetta e raccomandabile.»

Si piego su Mallory e con tenerezza le scosto dal viso le punte dei riccioli biondi. «Puoi sempre far loro delle cattiverie, ragazza. Se e quello che vuoi, ti faro vedere come divertirti davvero. Ti diro chi ha paura del buio e chi della luce. Quando saprai quali sono i punti deboli di ognuno, potrai tormentarli a tuo piacimento. Non ti sembra un bel programma?»

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