«Fa freddo la fuori, Charles.»

Per 'la fuori' Effrim intendeva la vita vera, oltre gli angusti confini dell'Istituto.

«Saremo in grado di stendere un rapporto positivo sul conto del padre del ragazzo?»

«Potrebbe essere lui ad avere orchestrato tutta la messa in scena. Non mi fido di Riccalo. E ho i miei dubbi anche su di te.»

Un'ora piu tardi Charles era seduto nel suo soggiorno e stava chiudendo il raccoglitore contenente il materiale sul succubo.

Stando a quanto aveva appena letto, quell'aberrazione mentale poteva avere effetti tanto sul corpo quanto sulla mente. C'era un legame tra il fenomeno del succubo e quello delle stimmate esibite dai fanatici.

Nella stanza che si andava facendo buia, gli venne alla mente un ricordo d'infanzia. Un'appetitosa oca arrosto era installata al centro di una tavola finemente apparecchiata con splendide porcellane, argento luccicante e candele accese. Malakhai sedeva accanto alla sedia vuota di Louise. Gli adulti bevevano vino e scambiavano risate. Il bambino che Charles era stato stava fissando Malakhai nel momento in cui Louise l'aveva baciato. Aveva visto l'impronta delle sue labbra sul volto dell'uomo. Charles si era fregato gli occhi con le piccole mani, ma l'impronta del bacio era ancora li, il contorno delle labbra sulla carne di Malakhai.

Per il momento Amanda Bosch era solo un'immagine, un'olografia, e lui non era ancora diventato pazzo. Aveva solo realizzato un'ingegnosa fotografia dotata di movimento, una singolare estensione della sua memoria eidetica.

La luce rossa del rilevatore lampeggiava. Il giudice stava usando il fax. L'impianto manomesso devio il messaggio sul fax di Mallory. Era un modulo di richiesta per una nuova carta di credito. Lo scansione al computer e riprodusse la parte scritta con alcune modifiche. Dopo le righe in cui andavano scritti nome e indirizzo, sostitui alcune domande. Poi copio la lettera per Harry Kipling, anch'egli possessore di un fax.

Ora che cominciava a conoscerli, poteva costruire la trappola giusta per ciascuno. Si chiese cosa avrebbe potuto fare per spaventare il cieco. Secondo il sovrintendente dell'edificio, il suo computer era equipaggiato con una stampante Braille. Digito il messaggio per lui nei file personali: SONO DIETRO DI TE. RIESCI A SENTIRMI? RIESCI A VEDERMI? RIESCI A VEDERE?

Il gatto ai suoi piedi faceva le fusa. A un tratto Mallory senti un rumore assordante proveniente dalla cucina.

Con la pistola spianata, Mallory si diresse in cucina dove trovo il pavimento vicino al tavolo cosparso di frammenti di vetro e schizzi d'acqua. Controllo tutti gli sgabuzzini e le stanze, quindi torno in cucina. Tasto ogni centimetro del piano del tavolo, alla ricerca di un piccolo oggetto che potesse fare le veci del fiammifero che Charles aveva usato per far cadere il vaso nel suo ufficio. Non c'era niente.

Il ragazzo era furbo, ma non aveva poteri paranormali. Il bicchiere doveva essere caduto da solo.

Si inginocchio non del tutto convinta sulle piastrelle con uno straccio, lavo il pavimento e avvolse con cura i frammenti di vetro in uno spesso sacchetto di plastica.

Dalla stanza vicina si levo una serie di colpi attutiti. Entro e vide il gatto che arcuava la schiena, le orecchie appiattite, gli occhi rotondi. Aveva rovesciato la ciotola della frutta sul tappeto. Una mela stava rotolando verso Nose, e il gatto arretrava sulla punta delle zampe, come se il tappeto avesse preso fuoco. Mallory schiocco le dita per richiamare la sua attenzione. Il gatto attraverso di corsa tutta la stanza e le salto in braccio.

Un altro trucco?

Riappoggio il gatto sul pavimento e schiocco di nuovo le dita. Il gatto le balzo in braccio.

Cos'altro sai fare?

Lascio il gatto e si chino a raccogliere la frutta caduta. Il gatto le stava accanto, implorando il suo amore, miagolando per ottenere un po' di attenzione.

Mallory rimise la frutta di cera nella ciotola. Nose le lecco la mano, e lei si ritrasse. Stava controllando il tappeto e la recente profusione di peli bianchi di gatto.

Helen Markowitz non avrebbe mai tenuto un animale in casa, eppure nutriva qualunque randagio approdasse in cortile. E per dieci giorni, un inverno, nel loro garage aveva vissuto un bastardino, mangiando avanzi e leccando la mano di Helen, gli splendidi occhi castani adoranti.

Helen aveva mostrato alla piccola Kathy tutti i segni di violenza sulla pelle dell'animale. «Puoi imparare molto sul conto della gente osservando i loro animali» diceva Helen. Aveva imparato abbastanza sul proprietario del bastardino da decidere di non provare a rintracciarlo. Aveva fatto in modo di perdere la targhetta sul collare e aveva trovato un'altra casa per l'animale, in una famiglia del vicinato.

«Non e il cane che si e perso» aveva detto Helen. «Ma chi lo ha conciato cosi.»

Il bastardo che aveva martoriato a calci la pelle del cane spezzandogli le costole per lei era semplicemente un uomo che si era perso.

«Ognuno di noi ha il suo lato oscuro» diceva Helen. «Quando il buio uccide tutta la luce dell'anima di una persona, significa che quella persona si e persa.»

La piccola Kathy si era ribellata, convinta che il padrone del cane meritasse a sua volta dei calci nelle costole. Il suo acerbo senso della giustizia aveva un che di sinistro, eppure era dotato di un'elegante semplicita che, col passare degli anni, era rimasta intatta.

Mallory allungo una mano per carezzare delicatamente la testa del gatto, che chiuse gli occhi, appagato. Helen avrebbe approvato quel gesto. Subito Mallory ritiro la mano, la sfrego contro la gamba dei jeans e abbandono il gatto seduto al centro del salotto.

La cartellina riguardante Amanda Bosch campeggiava ben in vista in cima all'ammasso di carte che ricopriva la scrivania di Riker. Frugo in un cassetto alla ricerca delle fotografie del luogo in cui il corpo della donna era stato trovato. Ma si era spinto troppo in la nel suo metodo di archiviazione casuale, e invece delle foto che cercava si ritrovo in mano quelle di Kathy, scattate il giorno in cui si era diplomata all'Accademia di Polizia.

Riker contemplo l'ampio sorriso di Helen Markowitz, ignara del fatto che il cancro al lavoro dentro di lei le avrebbe sottratto la vita l'anno successivo. Markowitz non si era mai veramente ripreso da quella perdita. Non fosse stato per Kathy, se ne sarebbe andato ben prima di quanto non avesse fatto.

Pensare alla morte di Helen, a come se n'era andata tranquilla, senza protestare, riempiva Riker di rabbia.

All'ospedale il dottore aveva detto a voce bassa a Markowitz e Kathy quanto fosse spiacente. I due si erano seduti l'uno accanto all'altra su un modesto divanetto di plastica nel silenzio terribile della sala d'aspetto.

Qualcuno si era avvicinato alla scrivania di Riker, qualcuno che non voleva interrompere un pensiero, e per questo aspettava il momento opportuno per annunciarsi.

Riker conosceva solo una persona tanto educata. Quando alzo lo sguardo, non fu sorpreso di trovarsi di fronte il volto sorridente di Charles Butler.

«Prenditi una sedia, Charles. Stai aspettando Mallory?»

«No. Jack Coffey mi ha chiesto di venire per una chiacchierata su Amanda Bosch.»

«Probabilmente pensa che Mallory gli stia nascondendo qualcosa. E forse e proprio cosi. Ma, per dire le cose come stanno, anche Coffey le nasconde qualcosa, e io nascondo qualcosa a tutti e due. Siamo fatti cosi. Non l'hai tradita, vero?»

«Naturalmente no.»

Dunque era vero, Mallory preferiva tenere per se alcuni aspetti dell'indagine.

«Cosa posso fare per te, Charles?»

«Coffey mi dice che affidare questo caso a Mallory e stata una tua idea. Posso chiederti perche?»

«Per Amanda Bosch. Quando una ragazza cosi giovane muore, il colpevole non dovrebbe passarla liscia. Sguinzagliargli addosso Mallory era la cosa peggiore che potessi fargli.»

«Ma e pericoloso.»

«Se ha visto giusto su di lui, deve solo stanarlo. Se non ha visto giusto, potrebbe essere costretta a ucciderlo.»

«Non sei preoccupato per lei?»

«No» menti, perche era davvero affezionato a Charles.

«Ma il modo in cui sta conducendo la cosa, potrebbe anche…»

«Non possiamo mettere dentro nessuno, senza le prove. A volte sappiamo chi e stato, e non possiamo

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