Spesso si compra da solo la biancheria intima.»
«Se davvero esistono tanti segnali, come mai le mogli non li colgono?»
«Li colgono. A differenza dei mariti. Semplicemente non vogliono ammetterlo, cosi trovano spiegazioni plausibili per ogni comportamento sospetto. Se una donna non ha figli ne ipoteche da pagare, puo essere abbastanza cinica con un marito che la tradisce. Ma se ha otto bambini, si siedera accanto al marito per aiutarlo a confezionare le bugie da raccontare a se stessa.»
Riker estrasse il taccuino. Un ciondolo d'argento attaccato a una catena era rimasto impigliato nella spirale. Si libero e cadde sul pavimento. Peggy lo raccolse. «Cos'e questa stella di David? Sei un episcopaliano.»
«No. Sono un alcolizzato.»
Gli allungo la stella a sei punte. Riker la guardo. «Lou Markowitz la portava sempre con se. Mallory ha pensato che mi sarebbe piaciuto averla.»
«Mi sei diventato anche sentimentale.»
La penna di Riker svolazzo sul taccuino.
«Supponiamo per un momento che il nostro uomo non tradisca la moglie con regolarita, che Amanda Bosch sia stata la sua prima scappatella.»
«Un uomo che tradisce per la prima volta cambia abitudini. Porta a passeggio il cane quattro volte in un giorno senza che gli sia richiesto. Si appassiona a un nuovo sport. Se fossi in te controllerei tutti i viaggi fuori citta non giustificabili con la professione del sospetto, un improvviso aumento delle ore di straordinario serali…»
«Un novellino nel campo delle avventure extraconiugali e capace di mentire efficacemente oppure no?»
«Normalmente
Nel taccuino, Riker aveva scritto solo: 'Porta fuori il cane'.
«Riker, pensi che Mallory abbia ragione? L'assassino si e fatto prendere dal panico ed e scappato?»
«Penso che Mallory lo sottovaluti. E convinta che si tratti di uno stronzetto che scapperebbe allo squittio di un topo.»
Lei si illudeva forse che lui non l'avrebbe riconosciuta come sua nemica? Com'era ingenua, e stupida.
Era nella doccia, e si faceva scorrere addosso l'odio per lei insieme con l'acqua. Lei era il nemico. Usci dalla doccia e l'acqua formo una pozza ai suoi piedi mentre puliva una parte dello specchio per guardarsi. Fisso lo specchio finche i suoi occhi non gli parvero fluttuare, indipendenti dal resto.
Che intelligenza c'era la dentro, che prontezza di pensiero, pensieri che viravano al rosso. Ma quell'insetto che strisciava sulle piastrelle sullo sfondo della sua immagine riflessa, quello inquinava la sua serenita. Meglio affrontare subito la cosa. Lo schiaccio. E vide il suo nemico che urlava e moriva. Colpendo il cuscino la sfregio in viso, poi si chiese perche non riuscisse a dormire. Quando il sonno arrivo, i suoi sogni furono tutti di morte, una morte piena di rabbia. Adesso il cancro dell'odio era tutto, nella veglia e nel sonno. Completo e invincibile.
I semplici umani non si erano mai dimostrati degni avversarii per il cancro. Non esisteva cura.
Con la lunga unghia laccata di rosso, Mallory tamburellava sul mucchio di carte che era passato dalle mani di Edward Slope a quelle di Charles e infine nelle sue. Studio il viso preoccupato del giovane investigatore dell'ufficio del medico legale, che evitava accuratamente di incontrare il suo sguardo. Le mani giocherellavano inquiete con la tazza di caffe ormai freddo. Mallory congedo la cameriera con un cenno.
«Slope non crede che tu abbia qualcosa da nascondere, ma io si. So quanti soldi hai in banca. Conosco ogni transazione del tuo portafoglio di azioni, e so quanto guadagni.»
«Il tuo vecchio non faceva mai la spia.»
«No. Ma li faceva trasferire dritti all'inferno. Molti di loro mollavano il colpo. Licenziarsi sembrava loro l'unica via d'uscita. Con te posso fare anche di meglio: esistono situazioni peggiori del prepensionamento a stipendio ridotto.»
Cambio posizione sulla sedia. «Volevo solo darti qualcosa a cui pensare durante le vacanze, lasciarti un po' di tempo per rimettere a posto gli appunti che hai preso in occasione della tua piccola spedizione al Coventry Arms. Buon Natale. Ci rivediamo presto.»
Pansy Heart era sdraiata a letto, e lo guardo alzarsi e dirigersi nel bagno. Per un istante immagino che suo marito si spostasse strisciando su otto zampe, come un ragno ripugnante.
Rimase in silenzio, ascoltando i rumori provenienti dal bagno e poi il fruscio delle lenzuola e lo scatto dell'abatjour. Sospiro nel buio, chiedendosi se l'avesse udita. Adesso riusciva di nuovo a respirare; a respirare, ma non a dormire. Solo quando il respiro di suo marito si fece regolare e Pansy seppe che non si sarebbe svegliato sino alla mattina, la donna pote finalmente prendere sonno, spossata dalla paura.
Angel Kipling alzo la testa mentre Harry entrava in cucina, l'espressione intontita dal sonno. Esito sulla porta come a valutare se stesse entrando in una zona di pace o di guerra. Angel parti all'attacco.
«Dimmi, Harry, cos'hai combinato questa volta?»
«Niente» disse Harry Kipling, aprendo il frigorifero e tirando fuori il pollo avanzato dalla cena.
Lei fisso la sua faccia sorridente, e provo il desiderio di colpirlo con un pugno.
Pansy fu svegliata da un colpo alla testa. Non forte, come di striscio. Nella penombra della camera da letto vide il pugno librarsi in aria, e la sua mano si mosse per intercettarlo. Accese la lampada. Il viso di Emery era imperlato di sudore, i suoi capelli un'aureola sparsa sul cuscino attorno a un volto in preda a un'angoscia cieca.
«Emery, svegliati!»
Gli occhi castani si aprirono di scatto. Pansy si ritrasse come davanti a una parola sgarbata. L'aveva addestrata lui a comportarsi cosi, proprio come aveva fatto con il cane. E cosa aveva fatto al cane? Perche non voleva dirle la verita? Cosa gli aveva fatto?
«Hai avuto un incubo, Emery?»
«Si, un incubo. Guardavo in un buco ed era pieno di vermi, e io ci finivo dentro. Va tutto in malora. Chi mi sta facendo questo?»
Se Pansy avesse creduto nei fantasmi, avrebbe avuto una risposta a quella domanda. Aveva visto la faccia della madre di Emery nello specchio della stanza, ed era la propria faccia.
Il buttafuori e il barista tenevano la stracciona dai capelli rossi ciascuno per un braccio flaccido, e anche cosi dovevano lottare per trascinarla fuori. Quando furono sul marciapiede e fuori dalla portata dell'udito di Betty Hyde, i due omoni e la donna si scambiarono insulti gridando finche lei non si fu allontanata.
La Hyde si guardo intorno, prendendo mentalmente appunti sui topi che scorrazzavano sul pavimento. Il Comitato per la salute dei cittadini non avrebbe assegnato un buon voto al locale.
Sul volto di ogni ubriacone nel bar vedeva riflesso il ricordo di qualche sfortunato membro della sua famiglia d'origine. Il suo bicchiere recava tracce di rossetto della cliente che lo aveva usato prima di lei. La cameriera era scoppiata a ridere quando lei se ne era lamentata, ma poi un biglietto da un dollaro l'aveva convinta a tornare al suo tavolo con un bicchiere pulito, e la Hyde ne aveva bevuto il contenuto d'un fiato. Si poteva sopportare qualunque cosa, con la giusta quantita di whisky in corpo.
Rivolgendosi alla donna che sedeva dall'altro lato del tavolo, si sporse in avanti.
«Mallory, come fa a trovare questi posti?»
La logica della scelta le era chiara. Nessun inquilino del Coventry Arms sarebbe potuto spuntare in un luogo come quello senza una guardia del corpo. Il rigonfiamento sotto il cappotto di Mallory poteva essere solo una pistola. La cosa la conforto.
«Mi parli ancora di Eric Franz» disse Mallory.