una delicata e farinosa bufera di neve, da un’aurora scintillante sospesa sull’orizzonte come un’acconciatura fissata da un nastro. Non vi erano nuvole intorno, ma il cielo era macchiato di rosso e marrone, come se nell’aria vi fosse un pulviscolo o una rifrazione negli strati piu alti dell’atmosfera.

Il terreno su cui camminavamo era scuro e solcato da mucchi cristallini simili a cera, infidi da attraversare, che mi facevano dolere gli occhi se li guardavo troppo a lungo. Non sapevo dire se la causa fosse la luce riflessa o una proprieta di quelle strane pietre. Grandi montagne, che sembravano avere la stessa composizione, cingevano l’orizzonte con massicci irregolari e creste frastagliate. Anch’esse scintillavano come per la neve, ma a quella distanza la luce era facilmente sopportabile. Le montagne sembravano mozziconi conici di candele consumate, e avevano spigoli arrotondati, come se fossero state levigate da un forte calore. Rivoli di roccia fusa si erano solidificati mentre scorrevano lungo i pendii e la pianura nero-rossa.

Il resto del terreno piatto era coperto di lava nera, cosparso qua e la da bianche incrostazioni di ghiaccio. Quei tratti, lo sapevamo per averli attraversati, erano duri ma friabili, cedevano sotto i piedi e rendevano piu difficile il cammino. Dalla consistenza quella roba bianca sembrava sale, ma mi convinsi che fosse una sorta di cenere.

L’aridita e la desolazione erano di gran lunga la cosa peggiore che avessimo incontrato fino ad allora, e detestammo ogni istante trascorso in quel luogo, sebbene occasionalmente rimanessi colpito da formazioni di particolare bellezza e persino da una strana nostalgia. In genere, pero, il paesaggio era solo malinconico.

— Non riesco a capire cosa abbia causato tutto questo — disse a un certo punto Xavier. — Non ho visto niente. E voi?

— Assolutamente niente — risposi. — Siamo arrivati troppo in fretta.

Gli altri due parvero piu riluttanti a confessare che la loro onniscienza e capacita di comprensione avevano dei limiti.

— Non so cosa sia successo — confesso Joaz — ma si trova tra noi e il nostro destino. Possiamo evitarlo nel tempo o attraversarlo nello spazio.

— Non puo durare per sempre — aggiunse John.

Xavier si lascio cadere a terra, pieno di gratitudine, quando John, dopo questo commento, fermo Joan per riposare un momento.

— Non fermatevi troppo per me — disse Xavier senza pensarlo veramente.

— No, certo — rispose John. — Siamo tutti stanchi e abbiamo bisogno di riposo.

— Vi sto facendo rallentare.

— No, non e vero. Usciremo presto da qui. Non dobbiamo farci prendere dal panico.

— Nemmeno a me piace — confessai. — Non so cosa sia. Mi fa paura.

— Lo so — disse John. — Siamo tutti spaventati, ma dobbiamo attraversare questo tratto e lo attraverseremo in un modo o nell’altro. Abbiate fede.

Borbottai qualcosa riguardo a quello che pensavo della fede, ma sapevo che per Joaz e per Xavier era una cosa importante, e non volevo che mi sentissero. Voltai loro le spalle perche non vedessero l’espressione di disapprovazione che mi attraverso il viso e mi misi a osservare il paesaggio.

Era come se si fosse ghiacciata una lacrima nella grande pupilla della Terra. Poco piu in basso rispetto a dove ci trovavamo, a circa un chilometro e mezzo, c’era un grande vortice vitreo. Sembrava essersi bloccato di colpo, come se all’improvviso il tempo si fosse fermato lasciandolo in sospeso. Dal vortice si dipartiva un fiume di ghiaccio grigio che aveva arrestato il suo corso fissandolo in una cascatella ghiacciata, mentre le sue onde s’infrangevano in statici spruzzi bianchi. Il fiume scompariva nelle pieghe rocciose lungo la riva di un lago circolare. Proprio davanti a noi, un altro “fiume” scorreva lontano sull’epidermide silicea della pianura. Fin dove arrivavo con lo sguardo l’acqua grigia e ghiacciata del fiume era screziata d’oro e di blu. Piu lontano, il fiume si divideva in centinaia di piccoli rivoli, ciascuno splendente come argento satinato e in argini color della ruggine e del nero della cenere di legna.

Tutto immobile. Una promessa di vita che niente lasciava pensare sarebbe stata mantenuta.

Ghiacciato e statico com’era, con quelle increspature imprigionate e trattenute, il fiume presentava una barriera invalicabile al nostro stanco cammino. Mantenere l’equilibrio su quella superficie, con le suole lisce dei nostri sandali, sarebbe stato assolutamente impossibile. Ma dovevamo attraversarlo. Sapevo che l’impresa non sarebbe stata spaventosa come pareva da lontano. Il ghiaccio si sarebbe rivelato resistente. Solo da quella distanza l’illusione che avremmo camminato sull’acqua poteva sembrare vera.

Tornai a guardare quel vortice solido inciso sulla superficie levigata di un ampio bacino che riceveva l’afflusso di una moltitudine di corsi d’acqua minori e trascinava le loro acque nella stasi vorticosa intorno al gorgo.

Striature rosse e arancioni, che scorrevano incerte nella fioca luce del sole e della luna, si univano a verdi rivoli cristallini per riversarsi al centro del lago. Scie vitree bianche e rosa ruotavano e si intersecavano formando nel centro del vortice spirali scintillanti. Bagliori di un blu acqueo risplendevano come vetri di bottiglia colorati nella mutevole luce o brillavano, con un colore turchese piu tenue, all’interno di un blocco di ghiaccio scuro. E i gialli roteavano e abbagliavano… si mescolavano alle sfumature piu chiare o ai contorni viola… poi prendevano a turbinare… finalmente in movimento…

Ma era solo illusione.

Mi strofinai gli occhi e asciugai il sudore dalla fronte e dalle tempie, stanco di seguire il vorticare di quelle strisce di luce colorata. Mi sedetti accanto a Xavier che respirava con grande affanno, a occhi chiusi, come se avesse rinunciato alla speranza di raggiungere un’altra parte della pianura e a continuare il tentativo di proseguire.

— Non e cosi terribile — gli dissi.

— No — rispose lui, lottando per trovare le forze. — E solo questo malessere. Fa vedere le cose molto peggiori di quello che sono. Sto tentando di andare avanti, di capire. Ma e tutto a posto. Ogni cosa passa. Ci sara un nuovo giorno, lo so, solo e cosi difficile sentirlo.

— Il tempo si e davvero fermato? — domandai guardando in alto l’immobile sole.

— Uno squarcio nel tempo forse — propose Joaz. — Ma molto piu probabilmente il problema e in noi. C’e qualcosa di sbagliato, ma lo trovero. Credetemi, lo trovero. Non resteremo bloccati qui per sempre.

— Ma a cosa serve continuare il cammino? — domandai. — Xavier non puo piu andare avanti.

— Dobbiamo farlo — disse John con determinazione. — Non possiamo fermarci. Anche se ci sembra di non andare da nessuna parte, di non combinare nulla, dobbiamo continuare. La droga dipende molto dal nostro stato mentale. Come dice Joaz, l’errore, se di errore si tratta, e in noi. Dobbiamo avere coraggio. E fede.

— Forse l’errore e solo in uno di noi — suggerii con l’amaro in bocca.

John scosse la testa.

— Siamo un tutt’uno, Matthew, per il nostro intento. Uno e uno solo. L’errore e in tutti noi. Siamo tutti l’uno nell’altro.

Chinai la testa per evitare il suo sguardo fisso su di me. Sapeva che non capivo cio di cui stava parlando, ma per lui non aveva importanza. Forse, a modo suo, lui era tutti noi. Desiderai di avere un po’ di lui in me ad aiutarmi e a guidarmi.

Ora Joaz stava fissando lo stesso punto che fissavo io poco prima. Sembrava paralizzato, come del resto lo ero stato io.

Al centro di quel turbine di colori vi era una profonda depressione, di un nero intenso, che scintillava come ebano nella luce fioca. Il laghetto, nella sua confusa asimmetria, era disposto intorno a questo perno. Sebbene non riuscissi piu a vedere la formazione di ghiaccio, continuavo ad avere nella mente immagini che si ravvivavano e svanivano seguendo il battito del mio cuore. Era come una ruota da preghiera le cui lodi erano colori. Era come uno specchio che rifletteva il mondo intero. Con uno sforzo di volonta cercai di liberarmi la mente. Le immagini vi si aggrapparono disperatamente, ma alla fine furono dissipate.

— Sembra — dissi — che guardare le cose richieda molte piu energie di quanto dovrebbe, come se osservare significasse partecipare attivamente.

John mi sorrise, come se avessi detto qualcosa di grande importanza. — Hai ragione, Matthew. Hai ragione.

— Il sole non si muovera piu? — sussurro Xavier.

Con due dita gli toccai la fronte. Era molto calda, troppo calda.

— Dobbiamo andare — disse John.

Вы читаете Il giogo del tempo
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату