ritornare ai fiume che conosceva: il corso superiore del Mississippi con i suoi massi affioranti e i tronchi di legno. Il fangoso e selvaggio Missouri che divorava i battelli come se niente fosse. Lo stretto Illinois e il melmoso e tumultuoso Fevre. Il viaggio inaugurale del Fevre Dream lungo l’Ohio, in quel momento gli sembro quasi idilliaco, un ricordo di giorni piu tranquilli, migliori. E non erano passati neppure due mesi. Sembrava un’eternita. Da quando aveva lasciato St. Louis e aveva cominciato a discendere il fiume, le cose erano andate di male in peggio e piu procedeva verso sud piu la situazione peggiorava. «Joshua ha ragione,» mormoro tra se Marsh mentre guardava New Orleans. «C’e qualcosa di marcio qui.» Faceva dannatamente caldo, era dannatamente umido, c’erano troppi dannati insetti, ed il tutto bastava per far credere che una maledizione incombesse sul fiume. E forse c’era davvero: era la schiavitu, anche se Marsh non ne era sicuro. Quello di cui era sicuro era che avrebbe voluto ordinare a Whitey di accendere le caldaie e spedire Framm o Albright in cabina di pilotaggio, cosi da far allontanare il Fevre Dream dal pontile d’attracco e da fargli prendere il largo, risalendo il fiume. Subito. Prima del tramonto. Prima che
Ma un’altra parte di se, la parte piu profonda e saggia, sapeva che quello che stavano aspettando non era ne il fresco ne un cielo terso, e che non ci sarebbe stato nessun sollievo alla calura, all’umidita, agli insetti, alla paura.
Dabbasso, Mike il Peloso ruggiva imprecazioni contro i suoi scaricatori e faceva gesti minacciosi con la nera mazza di ferro tra le mani, ma i rumori della partenza e delle campane e dei fischi degli altri battelli soffocavano le sue parole. Una montagna di merci aspettava sull’argine, quasi un migliaio di tonnellate, la massima capacita del Fevre Dream. A stento un quarto del carico era stato trasportato attraverso la stretta passerella che portava al ponte di coperta. Ci sarebbero volute ore per caricare il resto. Anche se Marsh lo avesse voluto, non avrebbe potuto mandarli via, non con tutto quel carico che attendeva sul molo. Mike il Peloso, Jeffers e il resto avrebbero pensato che era diventato pazzo.
Desidero di essere capace di dirglielo, come sarebbe stata sua intenzione, e di preparare con loro dei piani d’azione. Ma non c’era tempo. Tutto aveva cominciato a procedere a velocita sin troppo spedita, e quella sera, dopo il tramonto, questo Damon Julian sarebbe venuto a bordo del Fevre Dream per la cena. Non c’era tempo per parlare con Mike il Peloso o Jonathan Jeffers, non c’era tempo per spiegare o persuadere oppure affrontare i dubbi e le domande che avrebbero sicuramente avuto. Cosi quella sera Abner Marsh sarebbe stato da solo, o quasi solo, soltanto lui e Joshua in una stanza piena di
Il Fevre Dream era tranquillo, quasi deserto. Joshua aveva mandato a terra quasi tutti; quella sera, la cena si sarebbe svolta il piu possibile in privato. Ad Abner Marsh quella situazione non piaceva di sicuro, ma non c’era modo di discutere con Joshua quando questi si era messo un’idea in testa. Nel salone la tavola era gia stata apparecchiata. Le luci non erano ancora state accese, e il fumo, il vapore e il temporale che stava per scatenarsi all’esterno del battello avevano tutti insieme cospirato per rendere fioca, tetra e stanca la luce che penetrava attraverso gli osteriggi. Marsh aveva l’impressione che il crepuscolo avesse gia invaso il salone ed il battello. I tappeti sembravano quasi neri, gli specchi erano pieni di ombre. Dietro lo scuro, lungo bancone di marmo del bar un uomo stava lavando dei bicchieri, ma perfino lui era indistinto, sbiadito. Marsh, nondimeno, gli rivolse un cenno col capo, e si diresse in cucina, situata a poppa della timoniera. Dietro la porta della cucina, scopri che si stava svolgendo una febbrile attivita; due degli sguatteri di Toby stavano rimescolando in grandi pentole di rame o stavano friggendo del pollo in padella, mentre i camerieri oziavano, scherzando tra loro. Marsh senti l’odore dei dolci che cuocevano negli enormi forni. Gli fece venire l’acquolina alla bocca, ma prosegui, deciso ad ignorarlo. Trovo Toby nella cambusa di tribordo, circondato da file di gabbie piene di polli e piccioni e qualche tordo e anatra. I volatili stavano facendo un baccano terribile. Toby alzo lo sguardo quando Marsh entro. Il cuoco stava uccidendo dei polli. Tre di essi, senza testa, erano ammucchiati accanto al suo gomito, ed un quarto, che si dibatteva spasmodicamente, era sul ceppo di fronte a lui. Toby impugnava la mannaia. «Salve, Capitano Marsh,» disse sorridendo. Vibro la mannaia con decisione, con un colpo secco. Sprizzo del sangue, e quando Toby lo lascio andare, il pollo senza testa si dibatte freneticamente. Le mani di Toby, scure e forti, erano inzuppate di sangue. Se le asciugo sul grembiale. «Cosa posso fare per voi?».
«Voglio solo dirti che stasera, quando la cena sara terminata, ti voglio giu dalla nave. Servici bene e a puntino, e poi via. E porta con te gli sguatteri e i camerieri. Hai capito? Hai inteso bene quel che ti ho detto?»
«Certo, certo Capitano,» rispose Toby con un largo sorriso. «Sicuro. Terrete una bella festicciola, vero?»
«Non ti preoccupare di questo, assicurati soltanto che vi troviate tutti a terra quando avete terminato il lavoro.» Si volto per andarsene, con espressione dura. Ma qualcosa lo costrinse a voltarsi di nuovo. «Toby?»
«Si?»
«Sai che non sono mai stato molto d’accordo sulla schiavitu, anche se non ho fatto granche per combatterla. Avrei voluto, ma quei dannati abolizionisti erano dei tali bigotti. Ma ci ho pensato su, e credo che, dopo tutto, forse avevano ragione. Non si puo semplicemente continuare… a servirsi di esseri umani il cui colore della pelle e diverso, come se non fossero delle persone. Capisci cosa voglio dire? Cio dovra finire, presto o tardi. Meglio se finira pacificamente, ma finira, anche se ci sara bisogno di un bagno di sangue. Forse e questo quel che gli abolizionisti hanno sempre sostenuto. Cercate di essere ragionevoli, e la sola cosa giusta, ma se non funziona, dovete essere pronti. Alcune cose sono semplicemente ingiuste. E devono cessare.»
Toby lo stava osservando in maniera strana, con espressione assente, anche se continuava a sfregare le mani sul grembiale per asciugarle, avanti e indietro, avanti e indietro. «Capitano,» disse con voce sommessa, «State parlando di abolizionismo. Questo e uno stato schiavista, Capitano. Potreste essere ucciso, se parlate cosi.»
«Forse, Toby, ma quel che e giusto e giusto, ecco cosa ti dico.»
«Avete fatto del bene al vecchio Toby, Capitano Marsh, dandomi la liberta e permettendomi di cucinare per voi. Questo avete fatto.»
Abner Marsh assenti. «Toby, vai a prendermi un coltello in cucina. Non dirlo a nessuno, capito? Ma prendimi un buon coltello affilato. E che sia tale da poterlo infilare facilmente nel mio stivale. Puoi procurarmene uno adatto alla bisogna?»
«Si, Capitano Marsh.» Gli occhi di Toby si strinsero leggermente sul suo viso nero e rugoso. «Sissignore.» Poi corse via per obbedire all’ordine.
Abner Marsh cammino con andatura un po’ bizzarra, durante le ore successive, poiche aveva un lungo coltello da cucina ben nascosto in uno dei suoi alti stivali di cuoio. Quando calo la notte, tuttavia, aveva quasi dimenticato di averlo con se, tanto si era abituato alla sua presenza.
Il temporale giunse poco prima del tramonto. Per allora, la maggior parte dei battelli che dovevano risalire il fiume era gia salpata, anche se altri erano giunti ad occupare il loro posto lungo i moli di New Orleans. Scoppio la tempesta, con un fragore terribile come quello prodotto dall’esplosione delle caldaie di un battello, e i lampi brillarono alti nel cielo e la pioggia venne giu scrosciante, torrenziale come un’inondazione di primavera. Marsh era in piedi sotto la tettoia della passeggiata del ponte di coperta, e ascoltava l’acqua battere contro il suo battello, osservando la gente sul molo che correva per trovare riparo. Era rimasto li a lungo, appoggiato alla ringhiera a pensare, quando improvvisamente Joshua York comparve accanto a lui. «Sta piovendo, Joshua» disse Marsh, e indico il temporale con i bastone.
«Forse, questo Julian non vorra venire a trovarci questa sera. Forse non vorra bagnarsi.»
Joshua York assunse un’espressione stranamente solenne. «Verra.» Non disse altro. Soltanto: