questa roteo piu volte come una trottola mentre cadeva verso il fiume, prima di svanire nelle acque nere e agitate. Julian avanzo di nuovo, barcollando, lasciando tracce di sangue dietro di lui sul ponte. Cionondimeno, avanzo. Marsh indietreggio davanti a lui. Non c’era verso di ucciderlo, penso, in preda ad un cieco panico; non c’era niente da fare. Joshua e i suoi sogni, Mike il Peloso e il suo bastone, Mister Jeffers e la sua spada, nessuno di loro aveva potuto avere ragione di questo Damon Julian. Marsh si arrampico sulla scaletta che conduceva al ponte di manovra e inizio a correre. Ansimando, ben presto arrivo a poppa, fino alla scaletta di boccaporto che conduceva dal ponte di manovra alla passeggiata, dove avrebbe trovato gente e sarebbe stato salvo. Si accorse che era quasi notte. Poi scese rumorosamente i gradini che portavano dabbasso, afferro strettamente il corrimano e sussulto, cercando di controllarsi.

Billy Tipton e quattro dei loro stavano salendo verso di lui.

Abner Marsh si volto e comincio a risalire. Corri e suona l’allarme, penso, suona l’allarme per chiamare aiuto… ma ormai Julian era sceso dal ponte del Texas, e gli tagliava la strada. Per un attimo Marsh rimase immobile, pietrificato dalla disperazione. Non aveva via di scampo, era intrappolato tra Julian e gli altri, disarmato eccetto per il suo inutile, dannato bastone, ma questo che importava, niente li avrebbe feriti comunque, lottare era inutile, poteva anche arrendersi. Sul viso di Julian, mentre avanzava, si dipinse un sottile, crudele sorriso. Nella sua mente, Marsh vide quel pallido viso calare su di lui, i denti scoperti, quegli occhi brucianti di febbre e di .sete, rossi, antichi, invincibili. Se avesse avuto delle lacrime, Marsh avrebbe pianto. Scopri che non poteva muovere le gambe da dove si erano piantate, e perfino il suo bastone gli sembro troppo pesante.

Poi, lontano, a monte del fiume, un altro battello a pale supero una curva, apparendo in piena vista, e Abner Marsh non lo avrebbe mai notato, ma il pilota lo fece e il fischio del Fevre Dream avverti l’altro battello che lo avrebbe preso a babordo quando si sarebbero incrociati. L’acuto lamento della sirena fece uscire Marsh dalla sua paralisi. Guardo in alto e vide le luci lontane del battello che discendeva il fiume e i fuochi vomitati dalla sommita degli alti fumaioli e il cielo quasi nero che incombeva su di esso, e in lontananza il fioco chiarore di un lampo che illuminava le nuvole dall’interno, e il fiume, il fiume nero e infinito, il fiume che era la sua casa, il suo mestiere, il suo amico e il suo peggiore nemico, volubile, brutale, terribile amante delle sue creature galleggianti. Esso scorreva come aveva sempre fatto e non sapeva nulla ne si curava di nulla riguardo a Damon Julian e i tipi come lui, essi non erano nulla per lui, sarebbero morti e dimenticati e il vecchio diabolico fiume avrebbe ancora continuato a scorrere, a forgiare nuovi canali, a sommergere citta e raccolti, a costruirne nuovi e irrigarne altri, a macinare battelli nei suoi denti per sputarne schegge.

Abner Marsh si mosse verso il punto in cui le sommita dei tamburi torreggiavano sul ponte. Julian lo segui. «Capitano,» lo chiamo, con voce distorta ma era ancora seducente. Marsh lo ignoro. Si isso, in cima ad uno dei tamburi, con una forza nata dalla necessita, una forza che non sapeva di avere. Sotto i suoi piedi, la grande ruota a pale girava. Poteva sentirla vibrare attraverso il legno, poteva udirne il chunka-chunka. Si mosse verso poppa, attentamente, poiche non desiderava cadere nel posto sbagliato, dove la ruota avrebbe potuto risucchiarlo sotto e fracassarlo. Guardo in basso. La luce era quasi scomparsa, l’acqua sembrava nera, ma, laddove il Fevre Dream era passato, stava bollendo e spumeggiando. Il bagliore proveniente dalle fornaci del battello colorava l’acqua di rosso, cosicche sembrava sangue bollente. Abner Marsh guardo in giu e raggelo. Altro sangue, penso, altro dannato sangue, non posso sfuggirgli, non posso sfuggirgli in nessun modo. Il martellare dei colpi del battello erano tuoni per le sue orecchie.

Billy la Serpe salto sulla sommita del tamburo e comincio ad avvicinarglisi cautamente. «Mister Julian vi vuole, grassone. Venite, vi siete spinto fin dove potevate.» Prese il suo coltellino e sorrise. Billy Tipton aveva un sorriso davvero spaventoso.

«Non e sangue,» grido Marsh, «e solo il dannato fiume.» Stringendo ancora il bastone, inspiro profondamente, e si getto fuoribordo. Le imprecazioni di Billy la Serpe gli risuonavano ancora nelle orecchie quando cadde nell’acqua.

CAPITOLO VENTESIMO

A bordo del Fevre Dream FIUME MISSISSIPPI Agosto 1857

Raymond e Armand stavano sorreggendo Damon Julian, quando Billy la Serpe salto giu dal tamburo. Pareva che Julian avesse appena macellato un maiale; i suoi vestiti erano intrisi di sangue. «Gli hai permesso di fuggire, Billy.» Il suo tono gelido innervosi Billy la Serpe.

«E spacciato,» insistette Billy. «Le pale lo risucchieranno e lo maciulleranno, oppure anneghera. Avreste dovuto vedere lo spruzzo che ha provocato quando ha colpito l’acqua, con quella sua trippa. Non dovra piu preoccuparsi delle sue verruche.» Mentre parlava, Billy la Serpe si guardo intorno e non gli piacque molto quello che vide, nemmeno un po’. Julian era tutto insanguinato, una traccia di sangue che scendeva sinuosa lungo la scaletta del ponte del Texas fino a meta strada del ponte di manovra, e quel damerino del commissario giaceva all’estremita del portico del ponte, con un fiume di sangue che gli usciva dalla bocca.

«Se mi deludi, Billy, non diventerai mai come noi. Spero che Marsh sia morto, per il tuo bene. Capito?»

«Si, Mister Julian, cosa e successo?»

«Mi hanno attaccato, Billy. Ci hanno attaccato. Secondo il buon capitano, hanno ucciso Jean. Gli hanno fracassato la sua dannata testa, credo che questa fosse la frase.» Sorrise. «Marsh, quel suo commissario e uno di nome Mike ne sono i responsabili.»

«Mike Dunne il Peloso,» disse Raymond Ortega. «E l’ufficiale in seconda del Fevre Dream, Damon. Grosso, stupido e rozzo. Il suo lavoro e sbraitare contro i neri e picchiarli.»

«Ah, lasciatemi andare,» disse Julian a Raymond e Armand. «Mi sento meglio ora. Posso stare in piedi.»

Ormai erano avvolti dalle ombre. «Damon,» lo avverti Vincent, «la guardia si dara il cambio per cena. L’equipaggio fara ritorno alle cabine. Dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo lasciare questo battello o o ci scopriranno.» Guardo il sangue, poi il cadavere.

«No, Billy pulira ogni cosa. Vero, Billy?»

«Si, il commissario fara la fine del suo Capitano.»

«Fallo allora, Billy, invece di dirmelo soltanto.» Il sorriso di Julian fu gelido. «E poi vieni nella cabina di York. Vi andremo subito. Ho bisogno di cambiarmi.»

Billy la Serpe impiego quasi venti minuti per rimuovere le tracce di morte e violenza sul ponte del Texas. Lavoro in gran fretta, fin troppo consapevole di quanto sarebbe stato facile che qualcuno uscisse dalla sua cabina, o salisse per le scale. Tuttavia, l’oscurita era quasi completamente calata, il che l’aiuto. Trascino lungo il ponte il corpo di Jeffers, lo isso sul tamburo con gran difficolta — il commissario era piu pesante di quanto Billy avrebbe potuto mai immaginare — e lo spinse giu. La notte e il fiume lo inghiottirono e lo spruzzo non fu grande quanto quello fatto da Marsh. Quasi si perse nel rumore delle pale della ruota. Billy la Serpe si era appena tolto la camicia e aveva appena cominciato a ripulire il sangue, quando la fortuna decise di dargli una mano — scoppio il temporale che si era andato preparando per l’intero pomeriggio. Tuoni gli rimbombarono nelle orecchie, fulmini caddero con violenza sul fiume e la pioggia inizio a cadere. Fredda, pulita, una pioggia battente, che si rovescio sul ponte, bagno Billy fino alle ossa, e lavo via il sangue.

Billy la Serpe stava gocciolando, quando finalmente entro nella cabina di Joshua York e la sua camicia, di elegante fattura, era ridotta ad una palla umida nella sua mano. «E fatta,» annuncio.

Damon Julian stava seduto su di una comoda poltrona in pelle. Aveva indossato degli abiti puliti, aveva un bicchiere in una mano, e sembrava forte e sano come sempre. Raymond era in piedi al suo fianco. Armand era seduto su un’altra sedia, Vincent era seduto sulla scrivania, Kurt sulla sedia della scrivania. E Joshua York era seduto sul suo letto, fissandosi i piedi, la testa abbassata, la pelle bianca come polvere di gesso. Sembrava un cucciolo bastonato, penso Billy la Serpe.

«Ah, Billy, cosa faremmo mai senza di te.»

Billy la Serpe assenti. «Mi sono messo a pensare mentre ero la fuori, Mister Julian, e secondo me abbiamo

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