Piantagione Gray LOUISIANA Ottobre 1857

Due camerieri sollevarono Joshua dal carro e lo portarono in casa e su per il grande, curvo scalone nella camera da letto. «Non esposta alla luce!» grido loro Abner Marsh. «E chiudete bene le tende, mi sentite? Non voglio che vi entri un solo dannatissimo raggio di luce.» Si volto brevemente verso i suoi amici, mentre il proprietario, i suoi figli e altri due schiavi ritornavano fuori per vedere il cadavere di Valerie. Framm aveva passato un braccio intorno alle spalle di Toby per reggersi In piedi. «Dovete mettere qualche cosa nello stomaco, signor Framm,» disse Marsh. Il pilota assenti. «E ricordatevi cosa e successo. Eravamo sull’Eli Reynolds e le caldaie sono esplose. L’esplosione ha ucciso tutti, eccetto noi. E affondato a monte del fiume, lontano da qui, dove l’acqua e molto profonda. Questo e tutto quello che sapete, d’accordo? Lasciate che sia io a raccontare il resto.»

«E piu di quel che so,» commento Framm. «Come diavolo sono arrivato qui?»

«Non vi preoccupate di questo. Ascoltate solo quello che vi ho detto.» Marsh si volto e, a passi pesanti, sali su per le scale, mentre Toby aiutava Framm a sedersi. Avevano deposto Joshua su una grande letto a baldacchino, e lo stavano spogliando, quando Marsh entro. Il viso e le mani di Joshua erano le parti in condizione peggiore, orribilmente ustionate, ma perfino sotto i vestiti la sua pallida e candida pelle era leggermente arrossata. Si mosse debolmente mentre gli sfilavano gli stivali, gemendo.

«Oh Signore, quest’uomo e ustionato di brutto,» esclamo uno degli schiavi, scuotendo la testa.

Marsh aggrotto le ciglia e si avvicino alle finestre, che erano state spalancate. Le richiuse e sbarro le imposte. «Prendetemi una coperta o qualcosa del genere,» ordino, «per appenderla qui. C’e ancora troppa dannata luce. E tirate anche le cortine del letto.» Il tono fu quello tipico degli ordini impartiti da un capitano di battello, ordini che non ammettono discussioni. Soltanto quando la stanza fu oscurata per quanto possibile, e una magra e spaurita donna di calore fu salita per prendersi cura delle scottature di York con erbe e unguenti medicamentosi e pezze fredde, Abner Marsh lascio la stanza. Dabbasso, il proprietario della piantagione — un uomo dal volto franco, duro, e dalla mascella sporgente, che si presento come Aaron Gray — e due dei suoi figli erano seduti a tavola con Karl Framm. L’odore del cibo ricordo a Marsh quanto tempo era passato dall’ultima volta che aveva mangiato. Si senti terribilmente affamato. «Unitevi a noi, Capitano» disse Gray, e Marsh si accomodo lietamente su una sedia e si lascio riempire il piatto di pollo fritto, pane di granturco, piselli dolci e patate.

Joshua aveva avuto ragione circa le domande, riflette Marsh, mentre consumava voracemente il suo pasto. I Gray gliene posero almeno un centinaio, e Marsh rispose quanto meglio poteva, quando la bocca non era piena di cibo. Mentre Marsh stava attaccando i secondi piatti, Framm si scuso con i presenti e lascio che lo conducessero a letto — il pilota non aveva ancora un bell’aspetto. Tanto piu rispondeva alle domande, tanto piu Marsh si sentiva a disagio. Non era un bugiardo nato, a differenza di alcuni uomini di fiume che conosceva, e questo divenne sempre piu ovvio ad ogni dannata parola che pronunciava. Ad ogni modo, se la cavo per tutto il pranzo, sebbene Marsh immaginasse che Gray e il suo figlio maggiore lo guardassero entrambi in maniera strana, quando ebbe finito di gustare il dessert.

«Il vostro negro sta bene,» disse l’altro figlio mentre lasciavano la tavola, «e Robert e andato a chiamare il Dottor Moore affinche si occupi degli altri due. Nel frattempo, sara Sally a prendersi cura di loro. Non ha senso crucciarsi, Capitano. Forse, anche voi vorrete riposarvi un po’. Ne avete passate tante, avete perso la vostra nave e tutti quegli amici.»

«Si,» confermo Abner Marsh. Non appena gli ebbero dato quel suggerimento, Marsh si senti incredibilmente stanco. Non aveva dormito per qualcosa come trenta ore. «Gradirei molto fare una dormita.»

«Conduci il signor Marsh in una delle camere da letto, Jim,» disse il signor Gray. «E, Capitano, Robert si rechera anche dal becchino. Per quella povera donna. Che tragedia. Come avete detto che si chiamava?»

«Valerie,» disse Marsh. Ma accidenti, non riusciva a ricordare quale cognome avesse Valerie. «Valerie York,» improvviso. «Avra un buon funerale cristiano,» disse Gray, «a meno che non vogliate riportarla alla famiglia, forse.»

«No,» disse Marsh, «no.»

«Bene. Jim, porta il Capitano di sopra. Nella stanza vicina a quella del suo povero amico malato.»

«Si, papa».

Marsh si limito a lanciare un rapido sguardo alle camera che gli fu data. Dormi come un ciocco. Quando si sveglio, era buio. Marsh, rigidamente, si rizzo a sedere sul letto. Le remate si facevano sentire. Le giunture scricchiolarono quando si mosse, provava un terribile crampo alle spalle, e si sentiva le braccia come se qualcuno le avesse colpite con un grosso bastone di quercia. Grugni e scivolo lentamente verso il bordo del materasso, adagiando i piedi sul pavimento. Ad ogni passo, sentiva il dolore percorrergli le membra, raggiunse la finestra e l’apri per far entrare nella stanza un po’ dell’aria fresca della sera. La finestra dava su un balconcino di pietra, e dietro di esso, si poteva osservare una distesa di alberi cinesi e di campi, desolati e spogli sotto i raggi della luna. In lontananza, Marsh pote intravedere il debole, lucore delle bagasse, da cui ancora si alzava un velo di fumo. Ancora oltre, c’era il fiume, un fievole luccichio, visto da li. Marsh rabbrividi, chiuse la finestra e ritorno a letto. Adesso nella stanza faceva freddo, cosi si copri con le coperte e si giro su un lato. La luce della luna proiettava ombre e oscurita dappertutto, e i mobili, che gli erano sconosciuti, dinennero ancora piu strani, immobili sotto quella debole luce. Non riusciva a dormire. Si mise a pensare a Damon Julian e al Fevre Dream, e si chiese se il battello fosse ancora la dove l’aveva lasciato. Penso anche a Valerie. Le aveva dato un’occhiata quando l’avevano estratta da sotto la scialuppa, e non era stata una bella scena. Chi avrebbe mai immaginato che era stata cosi bella, pallida, aggraziata e sensuale, con quei suoi grandi occhi viola? Abner Marsh provo pena per lei, e gli sembro strano, ricordando come soltanto la notte precedente, verso quell’ora, avesse tentato di ucciderla con il suo fucile. Il mondo era un posto bizzarro ed orribile, penso, e quanto dannatamente poteva cambiare in un sol giorno.

Finalmente si addormento.

«Abner,» udi un bisbiglio che disturbo i suoi sogni. «Abner,» disse la voce, «fatemi entrare.»

Abner Marsh si rizzo a sedere di scatto. Joshua York era in piedi fuori al balcone, e graffiava sul vetro della finestra con una mano pallida e coperta di cicatrici.

«Aspettate,» disse Marsh. Era ancora buio fuori e la casa era silenziosa. Joshua sorrideva, mentre Abner scendeva dal letto e si dirigeva verso di lui. Il suo viso era segnato da rughe e screpolature, da brandelli di pelle secca. Marsh apri la finestra che dava sul balcone e Joshua entro nella stanza, indossando il suo malandato abito di un colore bianco smorto, adesso macchiato e sgualcito. Soltanto quando Joshua fu entrato, Abner Marsh si ricordo della bottiglia vuota che aveva gettato nel fiume. Improvvisamente indietreggio. «Joshua, non avrete… non avrete mica Sete, vero?»

«No,» lo rassicuro Joshua York. Il suo mantello grigio si mosse e ondeggio al vento che soffiava attraverso le finestre spalancate del balcone. «Non volevo rompere la serratura o il vetro. Non abbiate paura, Abner.»

«State meglio,» disse Marsh, guardandolo. Le labbra di York erano ancora screpolate, gli occhi erano infossati in profonde cavita nero-purpuree, ma era molto migliorato. A mezzoggiorno aveva avuto un aspetto cadaverico.

«Si,» ammise Joshua. «Abner, sono venuto per dirvi addio.»

«Cosa?» esclamo Marsh, sbalordito. «Voi non potete andarvene.»

«Devo, Abner. I proprietari di questa piantagione mi hanno visto. Ho il vago ricordo di essere stato visitato da un dottore. Domani saro gia guarito. Che cosa penseranno allora?»

«Cosa penseranno quando vi porteranno la colazione e non sarete la?» disse Marsh.

«Non c’e dubbio che saranno sorpresi, ma, nondimeno, sara piu facile inventare una qualche spiegazione. Anche voi potrete sembrare sorpreso quanto loro, Abner. Dite loro che mi devo essere allontanato in preda alla febbre. Non mi troveranno mai.»

«Valerie e morta,» disse Marsh.

«Si,» disse Joshua. «C’e un carro la fuori con una bara dentro. Ho immaginato che fosse per lei.» Sospiro e scosse la testa. «L’ho tradita. Ho tradito tutto il mio popolo. Non avremmo mai dovuto portarla con noi.»

«E stata una sua scelta» disse Marsh. «Almeno, si e liberata di lui

«Liberta,» commento amaramente Joshua York. «E questa la liberta che ho portato alla mia gente? Un

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