Joshua sorrise. «Forse,» ammise.
«Dannazione,» impreco Marsh. «Va bene. State tornando da Julian come un perfetto idiota. Cosa diavolo volete che io faccia?»
«Fareste meglio a lasciare questo posto il piu presto possibile,» disse Joshua,» prima che i nostri ospiti si insospettiscano piu di quanto lo abbiano gia fatto.»
«Questo l’avevo immaginato anch’io».
«E finita, Abner. Non venite a cercarci di nuovo.»
Abner Marsh aggrotto la fronte. «All’inferno.»
Joshua sorrise. «Che dannato sciocco che siete. Bene, cercateci, se proprio dovete. Non ci troverete.»
«Vedremo.»
«Forse c’e ancora speranza per noi. Ritornero e sottomettero Julian e costruiro un ponte tra la notte e il giorno, e insieme, voi ed io, batteremo l’Eclipse.»
Abner Marsh sbuffo ironicamente, ma nel suo intimo desiderava credere alle parole di Joshua. «Abbiate cura del mio dannato battello,» sbotto. «Non ne e mai esistito uno piu veloce, e sara meglio che sia in buone condizioni quando lo riavro indietro.»
Quando Joshua sorrise, fece crepitare e staccare la pelle secca e morta intorno alla sua bocca. Porto una mano al viso e tiro. La pelle venne via tutt’intera, come se Joshua avesse indossato una maschera, un’orribile maschera piena di piaghe e di vesciche. Sotto, la pelle era bianco latte, liscia e intatta, pronta a rivivere, pronta affinche il mondo le scrivesse sopra. York sbriciolo il volto di un tempo tra le mani; frammenti di antica sofferenza e scaglie di pelle filtrarono dalle sue dita e caddero sul pavimento. Si puli la mano sulla giacca e la tese ad Abner Marsh. Se le strinsero. «Noi tutti dobbiamo fare delle scelte,» disse Marsh. «Me l’avete detto voi, Joshua, e avevate ragione. Le scelte non sono sempre facili. Un giorno dovrete scegliere, credo. Tra il Popolo della Notte e… beh, chiamatelo il Bene. Per fare la cosa giusta. Sapete cosa voglio dire. Fate la scelta giusta, Joshua.»
«E voi, Abner. Fate le vostre scelte con saggezza.» Joshua York si volto, con il mantello che svolazzava dietro di lui, ed usci. Salto oltre la balaustra con grazia e cadde per i sei metri che lo separavano dal suolo, come se per lui fosse una cosa normalissima, atterrando sui piedi. Poi svani, muovendosi con tale rapidita che a Marsh parve che fosse stato risucchiato dalla notte.
CAPITOLO TRENTESIMO
Entrambi tennero fede alla loro parola: Abner Marsh cerco il battello, ma non lo trovo.
Lasciarono la piantagione dei Gray non appena Karl Framm fu abbastanza in forze per viaggiare, alcuni giorni dopo che Joshua York era svanito. Marsh fu contento di andarsene. Gray e la sua famiglia erano diventati troppo curiosi sul perche i giornali non riportavano nulla riguardo l’esplosione di un battello, sul perche nessuno dei vicini ne avesse sentito parlare, e sul perche Joshua se ne fosse andato. E Marsh stava iniziando ad essere confuso dalle sue stesse bugie. Quando Toby, Karl Framm e lui riuscirono a risalire il fiume, il Fevre Dream se n’era andato, come Marsh sapeva avrebbe fatto. Il capitano ritorno a St. Louis.
Durante tutto il lungo e malinconico inverno, Marsh continuo le sue ricerche. Scrisse molte lettere, gironzolo nei bar del lungofiume e nelle sale da biliardo, assoldo degli investigatori, lesse una quantita enorme di giornali, trovo Yoerger e Grove e il resto dell’equipaggio dell’Eli Reynolds e li spedi su e giu per il fiume, come passeggeri, in cerca del suo battello. Tutto questo non porto a nulla. Nessuno aveva visto il Fevre Dream. E nessuno aveva neppure visto l’Ozymandias. Abner Marsh immagino che avesse cambiato di nuovo nome. Lesse tutti i dannati poemi che Byron e Shelley avevano scritto, ma questa volta non servi. Li studio con tale intensita che inizio a ricordarli a memoria, passo ad altri poeti, ma la sola cosa che scopri in quel modo fu un povero battello, con ruota a poppa, che faceva servizio sul Missouri, chiamato Hiawatha. Marsh ricevette anche il rapporto dei suoi investigatori, ma non seppe nulla di piu di quanto gia non sapesse. Il battello Ozymandias aveva lasciato Natchez quella notte d’ottobre con circa quattrocento tonnellate di carico, quaranta passeggeri, e forse il doppio di marinai. Il carico non era mai stato consegnato. Ne il battello, ne i passeggeri erano stati rivisti, eccetto in pochi scali dopo Natchez. Abner Marsh rilesse quella lettera una dozzina di volte, accigliato. I numeri erano troppo bassi, il che significava che Billy la Serpe stava facendo un lavoro dannatamente scarso — a meno che non l’avesse fatto apposta, in modo da rendere le cose piu facili per Julian e il popolo della notte. Centoventi persone scomparse, svanite. La cosa fece sudar freddo Marsh. Fisso la lettera e ricordo cosa gli aveva detto Damon Julian:
Per mesi, Abner Marsh fu tormentato da terribili incubi su una nave che navigava lungo il fiume, completamente al buio, ogni lampada o candela spenta, con le ampie incerate nere appese tutt’intono al ponte di comando, in modo che anche la luce vermiglia delle fornaci non potesse sfuggire, una nave nera come la morte, come il peccato, un’ombra che si muoveva attraverso la nebbia e la luce lunare, difficile da vedere, silenziosa e veloce. Nel suoi sogni, muovendosi, la nave non emetteva nessun suono, figure bianche saettavano sui ponti, silenziosamente, e infestavano il salone, e dentro le loro cabine, i passeggeri tremavano di paura, fin quando, una volta, a mezzanotte, le porte si aprirono ed essi iniziarono a urlare. Una o due volte, anche Marsh si sveglio urlando, e perfino quando era sveglio non riusciva a dimenticarla, la nave del suo sogno ammantata dalle ombre e dalle urla, il fumo nero quanto gli occhi di Julian e il vapore color del sangue.
Quando il ghiaccio sul corso superiore del fiume inizio a rompersi, Abner Marsh si trovo di fronte ad una scelta difficile. Non aveva trovato il Fevre Dream, e le sue ricerche l’avevano condotto sull’orlo della rovina. I libri mastri raccontavano una triste storia; le cassaforti erano quasi vuote. Possedeva una compagnia di battelli a vapore che non ne aveva piu alcuno, e gli mancavano persino i fondi per costruirne uno piccolo. Cosi, con riluttanza, scrisse ai suoi agenti ed investigatori di cessare la caccia.
Con quel po’ di denaro rimasto, ridiscese il fiume, fino al punto in cui era bloccato l’Eli Reynolds, sulla secca che l’aveva fatto arenare. Lo fece dotare di un timone nuovo, la ruota venne riparata alla meglio, e Marsh attese le piene estive. Al loro arrivo, quel braccio del Mississippi divenne di nuovo navigabile, e Yoerger e la sua ciurma riportarono l’Eli Reynolds a St. Louis, dove venne montata una nuova ruota a pale, un nuovo motore che forniva il doppio della spinta, e una seconda caldaia. Inoltre, venne ridipinto di fresco, e misero una tappeto giallo nella cabina di comando. Poi Marsh lo lancio sulla rotta che faceva capo a New Orleans, per la quale era troppo piccolo, troppo male in arnese e, nello stesso tempo, troppo mal equipaggiato, in modo da poter continuare personalmente la sua caccia.
Abner Marsh sapeva bene, prima ancora di cominciare, che era un’impresa senza speranza. Soltanto tra Cairo e New Orleans, si stendevano mille e cento miglia di fiume. Poi c’era il corso superiore del Mississippi, da Cairo alle cascate di St. Anthony, c’era il Missouri, l’Ohio e lo Yazoo, e il Fiume Rosso e circa cinquanta altri fiumi secondari e affluenti navigabili, molti dei quali possedevano propri affluenti, per non citare i torrenti, i fiumiciattoli, e i canali che erano navigabili per parte dell’anno, se si aveva un buon pilota. Il Fevre Dream poteva essersi nascosto in uno qualunque di essi, e se l’Eli Reynolds gli fosse passato vicino e non l’avesse avvistato, cio avrebbe significato ricominciare daccapo.
Migliaia di battelli utilizzavano il sistema fluviale del Mississippi, e ogni mese c’erano nuovi arrivati che entravano in affari, il che significava tantissime liste di nomi da scorrere nei giornali. Ma Marsh era enormemente cocciuto. Continuo a cercare e l’Eli Reynolds divento la sua casa. Il battello non concludeva molti affari. Battelli piu grandi, veloci e di lusso erano in competizione sul fiume nel tratto St. Louis-New Orleans, e il Reynolds, vecchio e lento qual era, attirava ben pochi clienti, rispetto ai grandi battelli a ruote laterali.
«Non e solo perche e veloce quanto una lumaca e due volte piu brutto,» disse il suo agente di New Orleans a Marsh alla fine del 1858, mentre gli notificava che aveva cessato di rappresentarlo. «Siete anche
«Io?» ruggi Marsh. «Cosa diavolo volete dire?»