avete scritto quella dannata lettera. Perche ora? Cosa e cambiato?»

Le mani di Joshua erano strette sui braccioli della poltrona. «La tregua di cui ho parlato e finita,» disse, «Julian si e svegliato di nuovo.»

«Come?»

«Billy,» spiego Joshua. «Billy e il nostro legame con il mondo esterno. Quando va a New Orleans, spesso porta giornali e libri, per me, insieme a cibo, vino e vittime. Billy ascolta anche tutte le storie, tutte le chiacchere in citta e sul fiume.»

«E allora?» lo interruppe Abner Marsh.

«Di recente, buona parte delle chiacchere riguardavano un solo argomento. Anche i giornali ne erano pieni. E un argomento a voi caro, Abner. Battelli. In particolare, due battelli.»

Abner Marsh aggrotto la fronte. «Il Natchez e il Robert E. Lee,» disse. Non riusciva a capire dove volesse arrivare Joshua. «Precisamente. Da quel che ho letto sui giornali e dai racconti di Billy, credo che sia inevitabile una gara.»

«Per l’inferno, e cosi,» esclamo Marsh.

«E presto, anche. Leathers si e vantato su e giu per il fiume e ha iniziato a tagliare fuori dal commercio il Lee, stando a quel che ho sentito dire. Il Capitano Cannon non lo tollerera a lungo. E, inoltre, dovrebbe trattarsi di una gara infernale.» Si tiro la barba. «Solo che non vedo cosa questo abbia a che fare con Julian, Billy e il vostro dannato popolo della notte.»

Joshua York sorrise sinistramente.

«Billy ha parlato troppo. Ha risvegliato l’interesse di Julian. Ed egli ricorda, Abner, ricorda quella promessa che vi fece. Io l’ho fermato una volta. Ma ora, dannazione a lui, intende farlo di nuovo.»

«Farlo di nuovo?»

«Ripetera la carneficina che trovai sul Fevre Dream,» disse Joshua. «Abner, questa gara tra il Natchez e il Robert E. Lee ha carpito l’interesse dell’intera nazione. Perfino in Europa sono state fatte grandi scommesse, a quello che dicono i giornali. Se la gara si svolgera tra New Orleans e St. Louis, impiegheranno tre o quattro giorni. E tre o quattro notti, Abner. E tre o quattro notti.» E improvvisamente, Abner Marsh capi dove voleva arrivare Joshua e una sensazione di gelo si impossesso di lui, una sensazione che non aveva mai provato. «Il Fevre Dream,» disse. «Lo faranno navigare di nuovo,» disse York, «riaprendo quel canale che abbiamo riempito. Billy la Serpe sta raccogliendo il denaro. Piu in la, questo mese, verra in citta per assoldare un equipaggio, per preparare il battello ed equipaggiarlo quando sara l’ora. Julian pensa che sara molto divertente. Intende condurlo a New Orleans e rimanere ormeggiato qui fino al giorno della gara. Lascera partire prima il Natchez e il Robert E. Lee e poi li inseguira con il Fevre Dream. Quando scendera la notte, si avvicinera a quella delle due navi che sara in testa, la abbordera e… beh, sapete cosa intende fare. Entrambi i battelli navigheranno ad equipaggio ridotto, senza nessun passeggero, per diminuire il loro peso. Per Julian sara una passeggiata. E costringera tutti noi a prendervi parte. Io sono il suo pilota.» Rise amaramente. «O almeno lo ero. Quando per la prima volta sentii di questa sua follia, lo affrontai, e persi di nuovo. All’alba del giorno dopo, rubai il cavallo di Billy e scappai. Credevo che con la mia fuga sarei riuscito ad ostacolare il suo proposito. Senza un pilota, non poteva portare in acqua il battello. Ma gia quando mi fui rimesso dalle mie ustioni, compresi di essermi sbagliato. Billy assoldera semplicemente un pilota.»

Abner Marsh provo una fitta allo stomaco. Parte di lui era disgustata e furiosa per il piano di Julian, che mirava a fare del Fevre Dream una specie di battello infernale. Ma un’altra parte di lui era conquistata dall’audacia dell’impresa, dalla visione del Fevre Dream che si prendeva gioco di entrambi i battelli, di Cannon e Leathers e tutto il resto del mondo da prendere a calci. «Un pilota, per l’inferno,» impreco Marsh. «Quei battelli sono le cose piu veloci sul dannatissimo fiume, Joshua. Se Julian concede loro del vantaggio, non li riprendera mai, e non uccidera nessuno.» Ma non appena pronuncio quelle parole, Marsh capi di non crederci neppure lui. «Julian pensa che cosi sia piu divertente,» replico Joshua York. «Se riusciranno a rimanere in testa, vivranno. In caso contrario…»

Scosse la testa.

«E Julian dice di nutrire una grandissima fiducia nel vostro battello, Abner. Vuole farlo diventare famoso. Poi, dopo che entrambi i battelli verranno affondati, Julian pensa che scapperemo a riva in direzione est, diretti verso Philadelphia o forse New York. Afferma di essere stanco del fiume. Ma credo si tratti di chiacchere prive di significato. Julian e stanco della vita. Se portera a termine il suo piano, significhera la fine della mia razza.»

Abner Marsh si alzo dal letto e batte il bastone sul pavimento con ira. «Stradannazione!» ruggi. «Li prendera, so che lo fara, il mio battello avrebbe potuto superare il dannatissimo Eclipse, se ne avesse avuto la possibilita, lo giuro. E non avrebbe nessuna dannata difficolta a superare battelli come il Natchez e il Lee. All’inferno, nessuno dei due avrebbe mai potuto battere l’Eclipse. Dannazione, Joshua, non fara questo con il mio battello, giuro che non lo fara!» Joshua York sorrise, un sorriso sottile e pericoloso, e quando Abner Marsh lo guardo negli occhi, vi scorse quella determinazione che aveva notato una volta nel Planters’ House, e la fredda ira che aveva visto una volta quando si era scontrato con York di giorno. «No,» disse Joshua. «Non lo fara. Ecco perche vi ho scritto, Abner, e ho pregato che foste ancora vivo. Ci ho pensato a lungo. Mi sono deciso. Lo uccideremo. Non c’e altra soluzione.»

«Dannazione,» esclamo Marsh. «Vi ci e voluto del tempo per capirlo. Avrei potuto dirvelo io tredici dannati anni fa. Beh, sono con voi. Solo che…» Punto il suo bastone verso il petto di York. «… Non danneggeremo il battello, capito? La sola cosa sbagliata di quel dannato piano di Julian e la parte in cui ognuno verra ucciso. Il resto mi piace abbastanza.» Sorrise. «Cannon e Leathers avranno una tale dannata sorpresa che stenteranno a crederci.»

Joshua si alzo sorridendo. «Abner, faremo del nostro meglio, ve lo prometto, affinche il Fevre Dream resti intatto. Assicuratevi di avvertire i vostri uomini.» Marsh aggrotto la fronte. «Quali uomini?»

Il sorriso scomparve dal viso di Joshua. «Il vostro equipaggio,» disse. «Credevo che foste venuto qui su una delle vostre navi, con degli uomini.»

Marsh, improvvisamente, ricordo che Joshua aveva inviato la sua lettera alla Fevre River Packets, a St. Louis. «Dannazione,» disse, «Joshua, io non ho piu battelli, e nemmeno uomini. Sono venuto qui in battello, d’accordo, ma in una cabina passeggeri.»

«Karl Framm,» chiese Joshua. «Toby. Gli altri, quegli uomini che avevate sull’Eli Reynolds…»

«Morti o andati via, tutti quanti. Anch’io sono quasi morto.»

Joshua si acciglio. «Pensavo di poter attaccare in forze, di giorno. Questo cambia le cose, Abner.»

Abner Marsh si rannuvolo come un temporale pronto a scoppiare. «Che io sia dannato se e cosi,» disse. «Non cambia nulla, almeno per come la vedo io. Forse voi pensavate che saremmo andati da loro con un’armata, ma io avevo altre idee. Sono vecchio, Joshua, probabilmente moriro presto, e Damon Julian non mi spaventa piu. Ha posseduto il mio battello per troppo dannatissimo tempo e non sono affatto felice di quello che ne ha fatto, e per questo me lo riprendero, anche se cio dovesse costarmi la vita. Avete scritto che avete fatto una scelta, dannazione. Ora cosa succede? Verrete con me oppure no?»

Joshua York ascolto con tranquillita lo sfogo furioso di Marsh, e, lentamente, un riluttante sorriso apparve sui suoi tratti pallidi. «Va bene,» disse alla fine. «Faremo tutto da soli.»

CAPITOLO TRENTADUESIMO

Piantagione Julian LOUISIANA Maggio 1870

Lasciarono New Orleans nel mezzo della notte, rollando e sferragliando lungo strade scure e sconnesse in un carro che Joshua aveva acquistato. Vestito di un abito scuro, un mantello con cappuccio che svolazzava dietro di lui, Joshua appariva bello come ai vecchi tempi, mentre faceva schioccare le redini e spronava i cavalli. Abner Marsh sedeva cupamente dietro di lui, rimbalzando e sobbalzando quando passavano su rocce e buchi, tenendo ben stretto il fucile a doppia canna che aveva poggiato sulle ginocchia. Le tasche della giacca erano rigonfie di

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