Capitolo XVI

Avventure di un poliziotto e di un Segugio sempliciotto

Mister Carotino…

Un momento, Mister Carotino chi e? Di questo personaggio non si e ancora sentito parlare: di dove salta fuori? Che cosa vuole? E' alto o piccolo, grasso o magro? Ora vi spiego subito.

Visto che i prigionieri non si trovavano, il Principe Limone ordino un rastrellamento generale delle campagne circostanti. I Limoncini, armati di rastrelli, rastrellarono per bene i campi ed i prati, i boschi e le siepi per trovare i nostri eroi. Lavorarono giorno e notte e raccolsero un mucchio di cartacce, di sterpi, di pelli di bisce e di ramarri, ma di Cipollino e dei suoi amici neppure l'ombra.

— Buoni a nulla! — Tuonava il Governatore. — Quasi tutti i rastrelli hanno i denti rotti… Meritereste che facessi rompere i denti anche a voi.

Le guardie batterono i denti per la paura, e per un quarto d'ora si senti un tic-tic-tic che pareva la grandine.

— Qua occorre un investigatore, — disse il Gran Ciambellano.

— Che cos'e un investigatore? — domando il Principe.

— Uno che fa le ricerche. Se voi avete perduto un bottone, per esempio, lui ve lo trova in quattro e quattr'otto. Lo stesso se perdete un battaglione di guardie o se vi scappano i prigionieri: lui non ha che da mettersi gli occhiali e ve li scova seduta stante.

— Quand'e cosi, mandate a chiamare un investigatore.

— Ne conosco uno che fa al caso nostro, — propose il dignitario, — si chiama Mister Carotino.

Ecco, adesso sapete chi era Mister Carotino. Appena arriva vi dico anche com'era vestito e di che colore erano i suoi baffi.

No, questo non ve lo posso dire, perche Mister Carotino non aveva i baffi. Invece aveva un cane, un cane da caccia, di nome Segugio, che lo aiutava a portare gli strumenti. Mister Carotino infatti non andava mai in giro senza una dozzina di cannocchiali e di binocoli, un centinaio di bussole, una decina di macchine fotografiche, un microscopio, una rete per prendere le farfalle e un sacchettino di sale.

— Del sale che cosa ve ne fate? — gli domando il Principe Limone.

— Col permesso di Vostra Eccellenza, io metto il sale sulla coda dei prigionieri fuggiti, poi li prendo con la rete per le farfalle.

Limone sospiro:

— Ho paura che questa volta il sale non vi servira: i prigionieri fuggiti non hanno la coda.

— Il caso e molto grave, — osservo severamente Mister Carotino, — se non hanno la coda come faccio a prenderli? Dove glielo metto il sale? Col permesso di Vostra Eccellenza non si dovrebbero mai lasciar fuggire i prigionieri dalla prigione. O almeno, prima di lasciarli fuggire bisognerebbe attaccargli una coda, cosi da poterli riprendere.

— Ho visto al cinema, — intervenne il dignitario di cui vi ho parlato prima, — che qualche volta gli evasi si prendono mettendo loro il sale sulla testa.

— E' un sistema sorpassato, — ribatte con aria spregiativa Mister Carotino.

— E' un sistema molto, molto sorpassato, — ripete Segugio.

Il cane dell'investigatore aveva questa particolarita: che ripeteva spesso le parole del suo padrone, aggiungendovi alcune semplici osservazioni personali.

— Ho un'altra idea, — disse Mister Carotino.

— Noi abbiamo molte, molte altre idee, — ripete Segugio, dondolando le orecchie con aria d'importanza.

— Si potrebbe adoperare il pepe, invece del sale.

— Giusto, giusto, — approvo entusiasticamente il Governatore. — Voi gli gettate il pepe negli occhi e quelli si arrendono subito.

— Lo credo anch'io, — osservo Pomodoro, — ma per gettargli il pepe negli occhi prima bisogna trovarli.

— Questo e piu difficile, — ammise Mister Carotino, — ma con l'aiuto dei miei strumenti mi ci provero.

Mister Carotino era un investigatore come si deve: non faceva mai nulla senza i suoi strumenti. Per esempio, per andare a dormire adopero tre bussole: una per trovare la scala, la seconda per trovare la porta della sua camera, e la terza per trovare il letto.

Ciliegino passo di li per dare un'occhiata e vide Mister Carotino e il suo cane Segugio, sdraiati sul pavimento, che consultavano la bussola discutendo animatamente.

— Che cosa fanno, lor signori per terra? Forse cercano i buchi nel tappeto, che per caso i prigionieri non siano scappati di li?

— Cerco il mio letto, signor Visconte. Tutti sono capaci di trovare il loro letto a occhio nudo. Ma un investigatore deve agire scientificamente. Il mio dovere professionale e di consultare prima di tutto gli strumenti tecnici del caso. La bussola, come lei mi insegna, e dotata di un ago magnetico sempre puntato verso il nord. Andando in quella direzione io trovero infallibilmente il mio letto.

Accadde invece che andando in quella direzione l'investigatore sbatte la testa contro lo specchio dell'armadio e siccome aveva la testa dura mando lo specchio in mille pezzi. Il cane Segugio si taglio la coda e gliene rimase solo un mozzicone.

— I nostri calcoli devono essere sbagliati, — disse Carotino.

— Devono essere molto, molto sbagliati, — sospiro Segugio.

— Cerchiamo un'altra strada.

— Cerchiamo molte altre strade, — approvo Segugio, — e possibilmente che non vadano a finire contro gli specchi.

Questa volta, invece della bussola, Mister Carotino uso uno dei suoi potentissimi cannocchiali di marina. Ci ficco l'occhio e comincio a girarlo a destra e a sinistra.

— Che cosa vedete, principale? — domando Segugio.

— Vedo una finestra: e chiusa, ha le tende rosse ed ha quattordici vetri per parte.

— La scoperta e molto importante, — esclamo Segugio, — quattordici e quattordici fa ventotto: se andiamo in quella direzione possiamo produrci ventotto tagli in testa e quanto a me non so che cosa mi restera ancora della mia coda.

Carotino giro il cannocchiale in un'altra direzione.

— Che cosa vedete, principale? — domando Segugio preoccupato.

— Vedo una costruzione in ferro battuto. E' molto interessante: ha tre gambe, legate insieme da un giro di ferro. In cima alla costruzione c'e un tetto bianco, apparentemente smaltato.

Segugio era sbalordito per l'abilita del suo padrone.

— Principale, — osservo, — se non sbaglio nessuno fino a questo momento aveva scoperto tetti smaltati.

— Noi saremo i primi, — continuo Carotino. — Un investigatore deve saper trovare ogni sorta di cose misteriose in una semplice camera da letto.

Marciarono nella direzione della costruzione in ferro battuto con il tetto bianco smaltato, non prima di essersi sdraiati per terra e di aver ascoltato con l'orecchio sul pavimento, per essere sicuri che nessun cavallo si aggirasse nelle vicinanze. Dopo una marcia di una decina di passi arrivarono sotto la costruzione di ferro, e ci arrivarono tanto sotto che il tetto si rovescio.

Quale non fu la meraviglia e la sorpresa del valente investigatore e del suo valentissimo cane Segugio quando dal tetto piovve sulle loro teste e sulle loro spalle una doccia freddissima. Rimasero immobili per timore di altri danni e lasciarono colare pazientemente l'acqua sui capelli, sul viso, nel collo e nella schiena.

— Penso, — borbotto Carotino, scontento, — penso che si trattasse di un catino.

— Penso, — aggiunse Segugio, — si trattasse di un catino con molta, molta acqua, destinata alle abluzioni

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