Il mattino dopo Ragno Zoppo gli porto un'altra lettera del babbo. Il povero Cipollone era ansioso di ricevere notizie da Cipollino, ma gli raccomandava di non consumare troppo presto la camicia.

Cipollino si strappo quasi mezza camicia, la distese per terra, intinse un dito nel calamaio, ossia nella buchetta sotto il letto e comincio a scrivere.

— Che fai? — domando il postino, indignato, — se usi dei fogli cosi grandi tra una settimana non avrai piu carta per scrivere.

— Non ti preoccupare, — rispose Cipollino, — tra una settimana non saro piu qui.

— Figliuolo, tu ti illudi.

— Puo darsi. Ma intanto, invece di stare a farmi delle prediche, non potresti darmi una mano?

— Ti do anche tutte le mie otto zampe. Che cosa hai in mente?

— Voglio disegnare una pianta della prigione, segnando al posto giusto il muro di cinta, il cortile, i corridoi, le celle e tutto il resto.

— Oh, non e difficile. Conosco la prigione centimetro quadrato per centimetro quadrato.

Con l'aiuto del Ragno Zoppo, Cipollino stese in un momento la carta della prigione e segno con una croce il cortile.

— Perche hai segnato quella croce? — domando il ragno.

— Te lo spieghero un'altra volta, — rispose Cipollino, evasivamente. — Ora ti consegno una lettera per il mio babbo; queste due lettere e la pianta, invece, sono per un mio amico.

— Fuori della prigione?

— Si. E' il Visconte Ciliegino.

— Abita lontano?

— Al Castello del Ciliegio.

— So dov'e. Ho un cugino impiegato nel solaio del Castello. Mi ha mandato a dire tante volte di andarlo a trovare ma non ne ho mai avuto il tempo. Dice che si sta una bellezza. Ma se io vado fin laggiu, chi fara il servizio postale?

— Tra andare e venire ti ci vorranno due giorni. Per due giorni, si potra anche fare a meno della posta.

— Non mi assenterei dal mio servizio, — disse Ragno Zoppo, — ma dal momento che non si tratta di un viaggio di piacere…

— Tutt'altro, — disse Cipollino, — si tratta di un viaggio molto importante, di una missione delicatissima. Pensa che dall'esito del tuo viaggio puo dipendere la liberta per i prigionieri.

— Per tutti?

— Per tutti, — promise Cipollino, — tranne che per i ladri e gli assassini, si capisce.

— In questo caso, appena terminato il giro mi metto in viaggio.

— Non so come ringraziarti.

— Oh, non ci pensare nemmeno, — rispose Ragno Zoppo — se la prigione si vuota potro finalmente andare a starmene in campagna.

Mise le tre lettere nella borsa, se la getto a tracolla e si avvio zoppicando verso il finestrino.

— Arrivederci, — bisbiglio Cipollino, mettendo il naso tra le sbarre. — E buon viaggio.

Dal momento che lo vide sparire nel buio, Cipollino comincio a contare le ore e i minuti della sua assenza. Il giorno dopo pensava:

— A quest'ora Ragno Zoppo, dev'essere nelle vicinanze del Castello.

Gli pareva di vedere il piccolo, vecchio ragnetto arrampicarsi zoppicando fino al solaio, farsi indicare la camera di Ciliegino, scendere giu per la parete, avvicinarsi al letto del Visconte e svegliarlo con un bisbiglio per consegnargli i messaggi.

Poi Cipollino non ebbe piu pace. Da un'ora all'altra ormai il Ragno poteva essere di ritorno. Ma passa un giorno, ne passano due, il ragno non si vede comparire. Passarono tre giorni. I prigionieri erano preoccupati per la mancanza di posta. Siccome il Ragno non aveva svelato a nessuno il segreto della sua missione, ma aveva detto che si prendeva qualche giorno di ferie, alcuni ergastolani, in cuor loro, temevano che il Ragno li avesse ormai abbandonati al loro destino per andare a starsene in campagna, come aveva sempre sognato. Cipollino non sapeva che pensare.

Il quarto giorno era giorno di passeggiata, ma Cipollino non vide suo padre e nessuno seppe dargliene notizie. Rientro nella cella piuttosto scoraggiato e si getto sul tavolaccio. Aveva quasi perso ogni speranza.

Capitolo XXV

Per colpa di un pollo senza giudizio un postino cade in servizio

Che cos'era successo al Ragno postino?

Vi narrero in due parole la sua storia.

Appena uscito dal carcere egli si avvio giu per il corso, camminando rasente al marciapiede per non essere travolto dalle carrozze. La ruota di una bicicletta lo sfioro, minacciando di schiacciarlo: fece appena in tempo a scansarsi.

— Mamma mia, — penso spaventato, — a momenti il mio viaggio finisce prima di incominciare.

Per fortuna trovo un tombino e si calo nella fogna. Non aveva ancora messo dentro tutta la testa che si senti chiamare.

Era un vecchio conoscente, un po' parente di suo padre, che anche lui, una volta, viveva nella cucina del Castello. Si chiamava Sette e mezzo, perche aveva sette zampe e mezza: l'altra meta l'aveva perduta per un colpo di scopa male assestato.

Ragno Zoppo lo saluto con molto rispetto e Sette e mezzo gli si mise al fianco, cominciando a parlare dei bei tempi.

Ogni tanto si fermava, per spiegare come erano andate le cose quella volta della scopa, ma Ragno Zoppo tirava via, senza cedere alla tentazione di una bella chiacchierata.

— Ma dove vai con tanta fretta? — chiese infine Sette e mezzo.

— Vado a trovare mio cugino, — rispose evasivamente Ragno Zoppo, che non voleva stargli a raccontare tutta la storia di Cipollino, del Visconte e della Talpa.

— Quello che sta al Castello del Ciliegio? Mi ha giusto invitato a passare una settimana nel suo solaio. Quasi quasi vengo anch'io: in questo momento non ho affari urgenti.

Ragno Zoppo non sapeva se essere contento o no della compagnia. Ma poi penso che in due il tempo passa prima e ci si aiuta se capita qualche inconveniente.

— Ben volentieri, — rispose, — se sei disposto a camminare un poco piu in fretta, perche ho una commissione da fare e non vorrei arrivare in ritardo.

— Fai sempre il postino in prigione? — domando Sette e mezzo.

— Oh, adesso sono in licenza, — rispose Ragno Zoppo. Sette e mezzo era un amico, ma certe cose non le devono sapere nemmeno gli amici.

Cosi chiacchierando, giunsero finalmente fuori di citta e poterono uscire dalla fogna. Ragno Zoppo tiro un respiro di sollievo, perche la sotto c'era un cattivo odore che gli dava il voltastomaco. In breve furono tra il verde dei campi. Era una bella giornata, e il vento agitava dolcemente l'erba profumata. Sette e mezzo spalancava la bocca come se volesse respirare tutto il vento in una volta.

— Che delizia, — esclamava, — da tre anni non mettevo il naso fuori della mia fogna, ma adesso credo che non ci tornero mai piu e mi stabiliro in campagna.

— La campagna e gia molto popolata, — osservo Ragno Zoppo, indicando al suo compagno una lunga fila di formiche, affaccendatissime a trascinare un bruco nel formicaio.

— A lor signori non piace la compagnia della gente, — maligno un grillo, affacciato sulla soglia del suo buco.

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