— Anche voi mi piacete, signor Orso, ma mi piacereste di piu in salmi.
— Che cosa dite mai, signora Zucca. Io invece vi mangerei arrostita, con qualche patatina fresca, e naturalmente ben condita con rosmarino, erba salvia, uno spicchio d'aglio e un pizzico di peperoncino rosso.
E l'Orso allargava le narici: gli sembrava gia di avere sotto il naso il profumo di quell'arrosto.
Cipollino gli getto una patata cruda:
— Provate intanto a saziarvi con questa.
— Ho sempre odiato le cipolle, — rispondeva l'Orso, montando su tutte le furie, — non sono capaci che di far piangere.
— Sentite, — propose Cipollino, — invece di venire tutte le sere a darci la caccia, e sapete benissimo che non serve a niente, perche abbiamo moltissimi fiammiferi, e almeno per un paio di mesi potremo accendere il fuoco alla sera e tenervi abbastanza lontano dalle nostre ossa, invece di essere nemici, vi stavo dicendo, perche non proviamo a diventare amici?
— S'e mai visto, — brontolava l'Orso, — s'e mai visto un Orso amico di una cipolla?
— Perche? — riprese Cipollino. — E perche no? Si puo essere amici, su questa terra. C'e posto per tutti, per gli Orsi e per le Cipolle.
— C'e posto per tutti, quest'e vero. Ma allora perche gli uomini quando ci prendono ci mettono in gabbia? Dovete sapere che mio padre e mia madre sono chiusi nel giardino zoologico, nel palazzo del Governatore.
— Anche mio padre e prigioniero del Governatore.
A sentire che anche Cipollino aveva il padre in prigione, l'Orso comincio ad intenerirsi.
— Ci sta da molto tempo?
— Da molti mesi, e per di piu e condannato all'ergastolo, ossia non uscira nemmeno dopo morto, perche nelle prigioni del Governatore c'e perfino il cimitero.
— Anche mio padre e mia madre sono stati condannati all'ergastolo e non usciranno di gabbia nemmeno dopo la morte, perche saranno sepolti nel giardino del Governatore, con tutti gli onori.
L'Orso sospiro.
— Se vuoi, — propose, — possiamo essere amici. In fondo non c'e nessuna ragione perche ci vogliamo male. Il mio bisnonno, il celebre Orso Macchiato, mi raccontava di aver sentito dire dai suoi vecchi che una volta si stava tutti in pace, nella foresta.
— Quei tempi potrebbero ritornare, — disse Cipollino. — Un giorno tutti saremo amici. Gli uomini e gli orsi saranno gentili gli uni con gli altri, e quando si incontreranno si caveranno il cappello.
L'Orso apparve molto imbarazzato.
— Allora, — disse, — dovro comprarmi il cappello, perche non ce l'ho.
Cipollino rise:
— Potrete salutare alla vostra maniera, inchinandovi o dondolandovi graziosamente.
L'Orso si inchino e si dondolo graziosamente, come aveva suggerito Cipollino. Mastro Uvetta corse a prendere la lesina per grattarsi la testa.
— Non ho mai visto un orso tanto gentile, — ripeteva sbalordito.
Il sor Pisello, come avvocato, era piuttosto sospettoso.
— Io non mi fiderei tanto, — badava a dire, — l'Orso puo fingere.
Ma Cipollino non gli diede retta: fece un passaggio in mezzo al fuoco ed aiuto l'Orso a raggiungere la grotta senza bruciarsi il pelo. Poi lo presento come suo amico ai compagni e in suo onore il professor Pero Pera, che aveva finito proprio allora di accomodare il violino, suono un bellissimo concerto.
L'Orso si presto gentilmente a ballare per i suoi ospiti. Fu una piacevolissima serata.
Quando l'Orso saluto per andarsene a letto, Cipollino lo accompagno per un tratto di strada. Vedete, Cipollino era fatto cosi: non gli piaceva tanto parlare dei suoi guai; ma ci pensava spesso, e spesso, senza mostrarlo a nessuno, provava una gran tristezza.
Quella sera, per esempio, gli era tornato in mente il suo povero babbo prigioniero e voleva sfogarsi un poco con l'Orso.
— Che cosa faranno, — diceva Cipollino, — che cosa faranno in questo momento i nostri genitori?
— Io lo so, — rispose l'Orso. — Non sono mai stato in citta, ma un fringuello amico mio vola spesso da quelle parti e mi porta notizie di mio padre e di mia madre. Dice che non dormono mai, e giorno e notte sognano la liberta. Io poi non so che cosa sia, questa liberta. Preferirei che sognassero di me. Dopotutto sono loro figlio.
— La liberta significa non avere padroni, — rispose Cipollino.
— Il Governatore non e un cattivo padrone. Il fringuello mi ha riferito che mio padre e mia madre mangiano a sazieta e si divertono a veder passare la gente davanti alla loro gabbia. Il Governatore e gentile, li ha messi in un posto dove possono veder passare moltissime persone. Tuttavia essi vorrebbero tornare al bosco. Ma lo stesso fringuello mi ha detto che la cosa e impossibile, perche le gabbie sono di ferro, e le sbarre sono solidissime.
Cipollino sospiro a sua volta.
— A chi lo dici? Quando sono stato a trovare il mio babbo prigioniero ho osservato molto attentamente le sbarre: e assolutamente impossibile fuggire. Eppure ho promesso al mio babbo di liberarlo, e un giorno o l'altro, quando saro pronto, tentero l'impresa.
— Tu sei un ragazzo coraggioso, — fece l'Orso, — vorrei anch'io andare a liberare i miei genitori. Ma non conosco la strada della citta, ed ho paura di perdermi.
— Senti, — disse Cipollino all'improvviso, — la notte e appena cominciata. Se tu mi prendi in groppa, possiamo essere in citta prima dell'alba.
— Che cosa vorresti fare? — domando l'Orso, con un leggero tremito nella voce.
— Andiamo a trovare i tuoi genitori. Mi sembrera di andare a trovare il mio babbo.
L'Orso non se lo fece dire due volte: si chino in modo che Cipollino potesse salirgli in groppa, e spicco la corsa.
Cipollino gli indicava la strada:
— A destra! — diceva, oppure: — a sinistra! — Oppure: — Passiamo dietro quella casa. Attento ora, siamo alle porte della citta. Il giardino zoologico e da quella parte. Cerchiamo di far piano.
Capitolo XVIII
Un Elefante che sragiona e una Foca chiacchierona
Il giardino zoologico era immerso nel silenzio.
Il guardiano dormiva nella stalla dell'Elefante, con la testa sulla sua proboscide. Aveva il sonno profondo e non si sveglio quando Cipollino e l'Orso bussarono discretamente alla porta della stalla.
L'Elefante scosto con delicatezza la testa del guardiano e la poso su una balla di paglia, poi senza muoversi allungo la proboscide e apri la porta, borbottando:
— Avanti.
I nostri due amici entrarono con circospezione.
— Buona sera, signor Elefante, — disse Cipollino. — Scusi tanto se siamo venuti a disturbarla a quest'ora.
— Niente, niente, — rispose l'Elefante, — non mi ero ancora addormentato. Stavo cercando di indovinare che cosa potesse sognare il mio guardiano. Cerco sempre di indovinare i suoi sogni, mentre dorme. Dai sogni si puo capire se un uomo e buono o cattivo.
L'Elefante era un vecchio filosofo indiano, e aveva sempre dei pensieri strampalati.
— Siamo ricorsi al suo aiuto, — disse Cipollino, — perche conosciamo la sua saggezza. Ci saprebbe indicare la maniera di far fuggire dallo zoo il babbo e la mamma di questo Orso mio amico?