scese dalla limousine e sali sulla sua Ferrari. Mentre usciva dall’aeroporto, osservo Mitchell che stava per salire sul jet del CMV.
«Un giorno o l’altro», giuro a se stesso, «saro io a usare quell’aereo.»
7
Sia nel reparto di medicina sia in quello di patologia, le cerimonie per la fine dell’anno d’internato erano piuttosto informali. Dopo avere ritirato i loro attestati, David e Angela rinunciarono alle festicciole programmate per il pomeriggio e scapparono a casa. Quello era il giorno in cui avrebbero lasciato Boston per cominciare la loro nuova vita a Bartlet.
«Sei eccitata?» chiese David a Nikki.
«Non vedo l’ora di rivedere Rusty», rispose lei.
Per il trasloco avevano noleggiato un camioncino. Dopo qualche viaggio su e giu per le scale, tutti i loro averi vennero stipati nelle due vetture e Angela si mise al volante della famigliare, mentre David guidava il camioncino.
Per la prima meta del viaggio, Nikki preferi stare con il padre che ne approfitto per parlare con lei delle sue aspettative sulla sua nuova scuola e le chiese se avrebbe sentito la mancanza degli amici.
«Qualcuno mi manchera, altri no», rispose lei, «ma credo che me la cavero.»
David sorrise sentendo quel saggio commento, ripromettendosi di riferirlo alla moglie.
Si fermarono a mangiare poco prima del confine del New Hampshire, ma fecero in fretta, desiderosi di arrivare al piu presto nella loro nuova casa.
«Com’e bello abbandonare la citta frenetica e ammalata di criminalita», sospiro Angela, mentre si riavvicinavano alle macchine. «A questo punto, non m’importa se non torneremo piu indietro.»
«Io non lo so», replico David scherzando. «Mi mancheranno le sirene, gli spari, i vetri che vanno in frantumi, le grida di aiuto. La vita di campagna dev’essere noiosa!»
Moglie e figlia lo tempestarono scherzosamente di pugni.
Per il resto del viaggio Nikki rimase con Angela.
Piu risalivano verso nord, piu il tempo migliorava. A Boston era caldissimo, umido e afoso, mentre nel Vermont il clima era piu asciutto e l’aria era tersa.
Bartlet li accolse con l’aria serena di quel principio d’estate, i fiori su quasi tutti i davanzali, le strade quasi deserte, come se tutti stessero facendo la siesta.
«Possiamo fermarci a prendere Rusty?» domando Nikki mentre si avvicinavano al negozio di ferramenta.
«Cerchiamo prima di sistemarci un pochino», rispose Angela. «Dovremo costruirgli un posto dove stare, finche non si abitua a vivere in casa.»
Percorso il vialetto d’ingresso, David e Angela parcheggiarono i loro veicoli fianco a fianco. Adesso che la casa era ufficialmente loro, se ne sentivano ancora piu intimoriti che durante la prima visita.
«E bellissima, ma credo che ci vorranno piu interventi del previsto», osservo David, indicando alla moglie qualche pezzo di decorazione che si era staccata dal cornicione.
«Oh, non mi preoccupo: ecco perche ho sposato uno che ci sa fare con le riparazioni», lo stuzzico lei.
David rise. «Ti faro ricredere!»
«Cerchero di non avere pregiudizi», dichiaro Angela, divertita.
Aprirono con la chiave che avevano ricevuto per posta e la casa apparve loro molto diversa, adesso che i mobili degli Hodges erano stati completamente sgomberati, tranne un tavolo da cucina e uno sgabello.
«Fa pensare a un salone da ballo», disse David.
«C’e persino l’eco», noto Nikki, dopo avere gridato la parola «ciao» e averla sentita riecheggiare fra le pareti.
«E cosi che capisci di essere arrivato nel posto giusto nella tua vita», proferi David facendo sfoggio di un accento strettamente inglese. «Quando la tua casa nuova ha un’eco.»
Tutti e tre attraversarono lentamente l’ingresso e ora che non c’erano piu i tappeti i loro passi risuonavano rumorosi sul pavimento di legno. La vastita della casa li impressionava, soprattutto in confronto all’esiguita dell’appartamento di Boston.
Davanti alla grande rampa di scale, pendeva un lampadario imponente. Sulla sinistra c’erano la biblioteca e la sala da pranzo e a destra un enorme soggiorno. Un corridoio centrale portava a una spaziosa cucina che occupava tutta la parte posteriore della casa. Da li partiva la costruzione a due piani che si collegava con la rimessa, comprendente uno stanzino che fungeva da ingresso posteriore e numerosi altri vani da utilizzare come dispensa e depositi per gli attrezzi. Una scala a chiocciola portava al secondo piano.
Tornati davanti alla rampa di scale principale, i Wilson salirono al piano superiore. C’erano due camere da letto piu piccole con i bagni contigui e poi quella principale, proprio sopra la cucina.
Nel corridoio centrale si apriva una porta che dava su una stretta scala; da li salirono fino al terzo piano, dove trovarono quattro camere prive di riscaldamento.
«Un bel po’ di spazio», commento David.
«Quale sara la mia camera?» domando Nikki.
«Quella che vuoi», le rispose la madre.
«Quella che da sullo stagno!» esclamo la bambina.
Scesero di nuovo al secondo piano, entrando nella stanza indicata da Nikki, e si misero a discutere su come disporre i mobili, compresa la scrivania che ancora non possedevano.
«Ehi, ragazzi», s’impose Angela, «abbiamo gia cincischiato fin troppo. E ora di scaricare.»
David le rispose con un saluto militare.
Finito di scaricare, non senza qualche difficolta per i mobili piu grossi e pesanti, David e Angela si misero a rimirare il soggiorno, osservando in particolare il tappeto che, nell’appartamento di Boston, andava da una parete all’altra e qui sembrava poco piu di uno scendiletto.
«Sarebbe buffo, se non fosse pietoso», fu il commento di Angela a cui anche il divano, le poltrone consunte e lo striminzito tavolino da fumo, parevano indegni dell’eleganza della casa.
«Trasandato, molto chic», la rincuoro David. «Un arredamento minimalista. Se comparisse su una rivista di architettura, tutti cercherebbero di imitarlo.»
«E Rusty?» ricordo loro Nikki.
«Andiamo a recuperarlo. Te lo meriti, ci sei stata di grande aiuto. Tu vieni, Angela?»
«No, preferisco cominciare a mettere un po’ in ordine, soprattutto in cucina.»
«Pensavo che avremmo mangiato al ristorante, stasera.»
«No, voglio mangiare nella nostra nuova casa», decise lei e si diede subito da fare a sistemare pentole e stoviglie.
Piu tardi, Nikki ritorno stringendosi il cucciolo al petto. Era cresciuto notevolmente e aveva gia le zampe grosse quanto i pugni della sua padroncina.
«Diventera un bel cagnone», pronostico David e si mise all’opera con la figlia per costruirgli una cuccia nello stanzino dietro la cucina, mentre Angela preparava la cena.
Nikki mangio prima dei genitori, a malincuore, ma senza fare obiezioni perche si rendeva conto di essere stanchissima. Fatto qualche esercizio respiratorio, si lascio mettere a letto.
«Adesso ho una sorpresa per te», rivelo Angela al marito, mentre ritornavano in cucina. Lo prese per mano, lo porto davanti al frigorifero e lo apri per estrarne una bottiglia di Chardonnay.
«Uau!» esclamo lui, esaminando l’etichetta. «Non e la solita robetta economica a cui siamo abituati.»
«Non direi.» Angela prese anche un piatto che conteneva due costolette di vitello.
«Ho l’impressione che tu voglia prendermi per la gola», disse David.
«Impressione esatta», confermo Angela, raggiante. «Insalata, carciofi, riso integrale e costolette di vitello. Piu il miglior Chardonnay che sono riuscita a trovare.»