«Non ci sara alcun pericolo», lo rassicuro Calhoun.
«Perche io?» volle sapere la diretta interessata.
«Perche lei e medico e dipendente dell’ospedale. Se fa la sua apparizione a Burlington, alla sezione della polizia scientifica, con l’appropriato documento d’identificazione e dice che le copie di quei referti le sono necessarie per la cura dei pazienti, gliele faranno in un battibaleno. Le richieste dei giudici e dei medici vengono sempre accontentate. Come le ho detto, ho lavorato li per un periodo.»
«Penso che fare una visita al quartier generale della polizia non sia pericoloso», osservo Angela. «Non e come andare in giro a fare indagini.»
«D’accordo», acconsenti David. «Purche non ci siano possibilita di avere grane con la polizia.»
«Nessuna possibilita», lo rassicuro Calhoun. «La cosa peggiore che puo accadere e che non le diano le copie.»
«Quando ci devo andare?» chiese Angela.
«Che ne dice di domani?»
«Ci dovro andare durante la pausa del pranzo.»
«Verro a prenderla io a mezzogiorno in punto, al parcheggio dell’ospedale.»
Angela accompagno Calhoun al camioncino, mentre David rientrava in casa.
«Spero di non creare problemi fra lei e suo marito», le disse l’investigatore. «Non mi e sembrato per niente contento delle mie indagini.»
«Non c’e problema, se staremo ai patti», lo rassicuro lei.
«Una settimana dovrebbe essere piu che sufficiente.»
Angela riferi a Calhoun la propria teoria sull’aggressione subita e lui ne fu colpito. «Uhm! La faccenda si sta facendo piu interessante del previsto», commento. «Fara meglio a stare davvero attenta e a lasciar fare a me.»
«Certo.»
«Io mi sono ben guardato dal fare sapere chi mi ha ingaggiato.»
«La ringrazio della discrezione.»
«Magari domani troviamoci al parcheggio della biblioteca, anziche a quello dell’ospedale», propose Calhoun. «Non ha senso correre rischi.»
20
Nikki si sveglio congestionata e con una tosse profonda e catarrosa e i suoi genitori si preoccuparono che fosse affetta dalla stessa malattia che aveva colpito Caroline.
Nonostante gli esercizi respiratori, la bimba non miglioro e, con suo grande disappunto, dovette rimanere a casa, in compagnia di Alice che fu disponibile a passare tutta la giornata in casa Wilson.
David era gia teso per le condizioni di salute della figlia e, quando arrivo all’ospedale, il suo nervosismo raggiunse il massimo perche temeva brutte sorprese. I suoi pazienti ricoverati, pero, stavano tutti bene, compresa Sandra, il cui gonfiore era sparito quasi del tutto e la cui temperatura era scesa sotto i trentasette gradi.
«Grazie per quello che ha fatto, dottore», disse contenta a David. «Non insistero nemmeno per essere dimessa subito.»
«E fa bene: dovremo tenerla qui finche non saremo sicuri al cento per cento che l’infezione e sotto controllo.»
«Se devo restare, pero, potrebbe farmi un piacere?»
«Certo.»
«I comandi del mio letto non funzionano. L’ho detto alle infermiere e loro mi hanno risposto che non ci possono fare niente.»
«Ci pensero io», promise David. «E un problema cronico, qua dentro. Vado subito a vedere che cosa si puo fare. Voglio che stia comoda il piu possibile.»
Alle sue lamentele, Janet Colburn gli disse che aveva riferito del guasto al capo dell’ufficio tecnico, ma le era stato risposto che non si poteva fare niente. «Non mi sono messa a discutere con lui, e gia difficile anche soltanto parlarci, e poi, francamente, non abbiamo un altro letto a disposizione, al momento.»
A David sembro assurdo doversi rivolgere nuovamente a Van Slyke per un semplice letto da riparare, ma se l’alternativa doveva essere quella di andare direttamente da Helen Beaton, preferiva tentare con lui.
«A una mia paziente e stato detto che non si puo riparare il suo letto», disse entrando subito in argomento, dopo avere bussato alla porta del suo ufficio. «Che cos’e questa storia?»
«L’ospedale ha acquistato dei letti sbagliati», gli rispose Van Slyke. «Sono un incubo, per noi dell’ufficio tecnico.»
«Non si puo ripararlo?»
«Si puo ripararlo, ma si rompera ancora.»
«Voglio che lo ripariate, allora.»
«Lo faremo quando ne avremo tempo, non mi scocci. Ho cose piu importanti da fare.»
«Perche e cosi maleducato?» sbotto David.
«Senti chi parla! E lei che e entrato qua dentro gridando. Se ha un problema, vada in amministrazione.»
«Lo faro.» David giro sui tacchi e sali le scale per andare subito da Helen Beaton, ma, arrivato all’ingresso, vide il dottor Pilsner che stava entrando in ospedale e lo chiamo.
«Posso parlarle un momento?» gli chiese.
L’altro si fermo e lui lo mise al corrente delle condizioni di salute di Nikki, chiedendogli se pensava che una terapia antibiotica per via orale potesse servire. Si accorse pero che non lo stava ascoltando e appariva molto agitato.
«C’e qualcosa che non va?» gli domando.
«Mi spiace, sono distratto. Caroline Helmsford durante la notte ha avuto un peggioramento e sono rimasto qui di continuo. Ho fatto soltanto un salto a casa per farmi una doccia e cambiarmi.»
«Che cosa le e successo?»
«Venga e vedra lei stesso. L’abbiamo portata all’unita di terapia intensiva, perche le e venuto un attacco epilettico.»
Nel sentire questo, David si fermo, sbalordito: gli ricordava troppo quello che era accaduto ai suoi pazienti. Si mise quasi a correre per stare al passo con Pilsner, che intanto gli diede altri dettagli.
«Poi si e sviluppata rapidamente la polmonite. Le ho tentate tutte, ma non sembra che sia servito a qualcosa.»
Quando arrivarono alla porta dell’unita di terapia intensiva, Pilsner vi si appoggio contro e sospiro. «Temo di trovarla in choc settico. Dobbiamo mantenere la pressione del sangue, non va bene niente. Temo di perderla.»
Caroline era in coma. Dalla bocca le usciva un tubo collegato al respiratore e sul suo corpo si intrecciavano cavi e tubicini della flebo. I monitor registravano il polso e la pressione sanguigna. David rabbrividi nel guardarla; con gli occhi della mente immagino Nikki al posto suo e rimase terrorizzato.
Pilsner usci con lui dalla stanza e gli parlo delle condizioni di Nikki, dicendosi d’accordo per una terapia antibiotica orale. Nel salutarlo, David cerco di dirgli qualche parola incoraggiante, perche sapeva benissimo come si sentiva.
Prima di scendere in ambulatorio, telefono a casa per dire ad Angela degli antibiotici e la informo anche delle condizioni di Caroline, lasciandola sbalordita.
«Credi che morira?» gli chiese lei.
«Il dottor Pilsner pensa di si.»
«Nikki era con lei, ieri.»
«Non hai bisogno di ricordarmelo. Ma ieri Caroline stava bene, era senza febbre.»