«Non puo che essere stato un uomo, no? Tu non credi che fosse un uomo?» chiede Henri con un tono speranzoso che suona stonato. E il tipico tono di chi cerca di ingannare se stesso, o il proprio interlocutore. «Non puo essere stata una donna. Una donna? No, le donne non fanno certe cose.»
«Anche le donne fanno certe cose. Per il momento non sappiamo se ad aggredirti e stato un uomo o una donna. C’erano diversi capelli sul materasso, nella camera da letto. Neri e ondulati. Lunghi una quindicina di centimetri.»
«Be’, lo sapremo presto, allora. Sui capelli si puo fare la prova del DNA e scoprire se era un uomo o una donna» ribatte lei.
«Non credo. Con il tipo di prova che stanno effettuando non si stabilisce il sesso. La razza, forse, ma il sesso no. E anche per la razza, ci vorra almeno un mese prima di avere i risultati. Dunque pensi di esserti messa tu la lozione.»
«No. Ma lui non e stato. Non glielo avrei lasciato fare. Mi sarei ribellata, avrei lottato. Forse lui avrebbe voluto, ma…»
«Non te la sei spalmata tu?»
«Ho detto che lui non e stato, e io nemmeno. Basta cosi. Perche insisti?»
Benton capisce: la lozione non c’entra con l’aggressione, sempre che Henri stia dicendo la verita. Pensa a Lucy e prova a un tempo dispiacere e rabbia.
«Dimmelo tu» lo affronta Henri. «Dimmi come sono andate le cose secondo te, e io ti dico si o no.» Sorride.
«Lucy e tornata a casa.» Benton comincia con un dato certo. Si trattiene dal raccontare troppi particolari troppo presto. «Era mezzogiorno appena passato. Ha aperto la porta e ha visto subito che l’allarme era disinserito. Ti ha chiamato, ma tu non hai risposto. A quel punto ha sentito sbattere la porta di servizio, quella che da sulla piscina, ed e corsa da quella parte. Quando e arrivata in cucina, ha visto che la porta era aperta e che il cancello che conduce al mare era spalancato.»
Henri guarda fuori dalla finestra con gli occhi sbarrati. «Vorrei che l’avesse ammazzato.»
«Non l’ha nemmeno visto. Probabilmente, l’ha sentita arrivare sulla Ferrari nera ed e fuggito…»
«Era in camera mia, e si e dovuto fare tutte le scale» lo interrompe Henri, sempre con gli occhi sbarrati. Benton ha l’impressione che in quel momento stia dicendo la verita.
«Lucy non ha parcheggiato in garage perche voleva andare via subito. Era venuta solo per vedere come stavi» spiega Benton. «E entrata in casa e lui e uscito dalla porta di servizio. Lei non l’ha inseguito. Non l’ha nemmeno visto. In quel momento pensava a te, non le passava nemmeno per la testa che in casa ci fosse una persona.»
«No» dice Henri. Sembra quasi contenta.
«Perche, no?»
«Lucy non aveva la Ferrari nera, quel giorno. La Ferrari nera era in garage. Aveva quella azzurra metallizzata. Che infatti era posteggiata fuori.»
Anche questo e un dato nuovo, e Benton cerca di mantenere la calma. «Tu eri malata, Henri. Eri a letto. Come fai a sapere che macchina ha usato Lucy quel giorno?»
«Lo so sempre, che macchina usa. Quel giorno non ha preso la Ferrari nera perche era graffiata.»
«Vuoi parlarmene?»
«Gliel’avevano graffiata in un parcheggio» spiega Henri guardandosi di nuovo l’alluce livido. «Quello della palestra, in Atlantic Boulevard. Andiamo li ad allenarci, a volte.»
«Quando e successo?» domanda Benton calmo, cercando di non lasciar trapelare l’emozione. E un’informazione nuova e l’istinto gli dice che e molto importante. «Qualcuno ha graffiato la Ferrari nera di Lucy mentre voi eravate in palestra?» indaga.
«Non ho detto che io ero in palestra» lo corregge lei. L’ostilita con cui ribatte gli conferma i suoi sospetti.
Henri deve aver preso la Ferrari nera per andare in palestra senza chiedere il permesso a Lucy, che e gelosa della sua Ferrari nera e non la lascia guidare a nessuno, nemmeno a Rudy.
«Parlami di questo graffio» dice Benton.
«Gliel’hanno fatto con una chiave o con un oggetto appuntito. Una specie di disegnino.» Si osserva le dita dei piedi.
«Di che genere?»
«Lucy non l’ha piu presa, dopo. Non si va in giro su una Ferrari rigata.»
«Chissa come si e arrabbiata» dice Benton.
«Be’, si puo aggiustare. Tutto si puo aggiustare. Se l’avesse ammazzato, io adesso non sarei qui. E non sarei in ansia. Invece cosi mi preoccupero per il resto della mia vita: e se mi aggredisce di nuovo?»
«Sono qui per questo, Henri. Per fare in modo che tu non debba piu preoccuparti. Ma ho bisogno del tuo aiuto.»
«Potrebbe non tornarmi mai piu in mente.» Lo fissa. «Non ci posso fare nulla.»
«Lucy ha fatto le scale di corsa per venire nella camera da letto in cui eri tu» riprende Benton, osservandola attentamente per accertarsi che sia in grado di reggere a quello che sta per dirle. In realta lo sa gia, lo ha gia sentito. Ma lui teme che Henri non finga, che la sua non sia una posa. In tal caso, potrebbe crollare sotto il peso della realta, avere una crisi psicotica, perdere il suo gia precario equilibrio. La ragazza lo ascolta, agitata. «Lucy ti ha trovato priva di sensi, ma respiro e pulsazioni erano nella norma.»
«Non avevo niente addosso.» Non le dispiace precisarlo. Anzi, le fa piacere ricordargli che era nuda.
«Dormi sempre nuda?»
«Be’, mi piace.»
«Ti ricordi di esserti tolta il pigiama prima di tornare a letto, quella mattina?»
«E probabile.»
«Quindi non e stato lui a spogliarti? Non e stato il tuo aggressore? Sempre che di un uomo si tratti.»
«Non ne ha avuto bisogno. Ma se fossi stata vestita, sono certa che mi avrebbe spogliato.»
«Lucy dice che l’ultima volta che ti ha visto, intorno alle otto di quella mattina, avevi un pigiama di raso rosso e una vestaglia beige.»
«Si, perche volevo uscire. Mi sono andata a sedere sulla sdraio vicino alla piscina, al sole.»
Anche questa e un’informazione nuova. «Verso che ora?»
«Subito dopo che Lucy e uscita, mi pare. Quando e andata via sulla Ferrari azzurra. Cioe, non subito dopo» si corregge in tono piatto, guardando il sole che si riflette sulla neve. «Ero arrabbiata con lei.»
Benton si alza e va ad aggiungere un po’ di legna di pino nel camino, scatenando una pioggia di scintille. «Ti aveva offeso» le dice, rimettendo a posto il parafuoco.
«Lucy si infastidisce, se ti ammali» risponde Henri, piu concentrata. «Non aveva nessuna voglia di curarmi.»
«E la lozione?» domanda Benton. Crede di aver capito la storia della lozione, ne e abbastanza sicuro, ma vuole avere la certezza assoluta.
«E allora? Bella roba! Un piccolo favore, nient’altro… Sai quanti me lo vorrebbero fare? Sono io che ho fatto un favore a lei, altroche. Lei fa solo quello che le pare, solo quando ne ha voglia lei, poi si stufa e se ne va. Io avevo mal di testa e abbiamo litigato.»
«Quanto tempo sei rimasta fuori al sole?» domanda Benton, cercando di non lasciarsi distrarre e di non chiedersi che cosa aveva in testa Lucy quando ha cominciato a frequentare Henri Walden. Certo, Benton sa bene che le personalita disturbate sanno essere molto affascinanti. Ci possono cascare tutti, anche quelli che in teoria dovrebbero saperle riconoscere.
«Non tanto. Non mi sentivo bene.»
«Un quarto d’ora? Mezz’ora?»
«Mah, forse mezz’ora.»
«Hai visto qualcuno? Delle barche?»
«Non ci ho fatto caso. Probabilmente perche non ce n’erano. Che cosa ha fatto Lucy quando e entrata nella stanza e mi ha visto cosi?»
«Ha chiamato il pronto intervento e ti ha controllato il battito fino all’arrivo dell’ambulanza» risponde Benton. Decide di aggiungere un altro particolare, anche se e rischioso. «E ti ha fatto delle foto.»