«La rosa» le suggerisce Benton.

«Le domande le faccio io» ribatte Lucy, rivolgendosi a Paulsson ma in parte anche a Benton. «La sua ex moglie ha vuotato il sacco. E meglio che lei lo sappia, visto che fa l’informatore per la Sicurezza Nazionale.»

Paulsson si passa la lingua sulle labbra e sbarra gli occhi.

«Dice che Gilly e morta per colpa sua, dottore. E la versione che da dei fatti e abbastanza convincente.»

«La rosa» insiste Benton.

«Sostiene che lei ando a trovare Gilly poco prima che morisse e le porto una rosa. L’abbiamo trovata, naturalmente. La sua camera e stata perquisita molto accuratamente.»

«Gilly aveva una rosa in camera?»

«Chiedigli di descrivertela» suggerisce Benton.

«Mi dica» fa Lucy a Paulsson. «Dove compro quella rosa?»

«Non fui io a comprarla. Non so di che cosa parla.»

«Non mi faccia perdere tempo, dottore.»

«Non andra dalla Federal Aviation Association a dire che…»

Lucy scoppia a ridere e scuote la testa. «Siete tutti uguali, eh? Pensate di potervi prendere tutte le liberta che volete senza che nessuno dica niente, vero? Mi parli di Gilly. Della Federal Aviation Association parleremo dopo.»

«Spenga quell’affare» dice Paulsson indicando la minicamera.

«Mi parli di Gilly e io la spengo.»

Paulsson annuisce.

Lucy sfiora la penna, fingendo di spegnerla. Paulsson la guarda, diffidente e spaventato.

«La rosa» ripete Lucy.

«Giuro su Dio che non ne so niente» risponde lui. «Non avrei mai torto un capello a Gilly. Perche quella strega accusa me? Che cosa dice esattamente?»

«Suzanna?» Lucy lo guarda negli occhi. «Tante cose, dice. Come e morta Gilly. Perche e stata uccisa.»

«Che cosa? Oh mio Dio!»

«Giocava ai soldati anche con Gilly? Le faceva mettere anfibi e camicie mimetiche? Invitava i suoi amici pervertiti a giocare con lei?»

«Mio Dio!» mormora Paulsson con un filo di voce, chiudendo gli occhi. «Quella strega… Era una cosa fra noi.»

«Noi?»

«Noi due. Marito e moglie possono fare delle cose insieme, no?»

«Chi altri coinvolgevate? Chi altri partecipava ai vostri giochetti erotici?»

«Era casa mia.»

«Che gran porco!» esclama Lucy minacciosa. «Fare certe cose davanti a sua figlia!»

«E dell’FBI?» Sgrana gli occhi e le lancia un’occhiata piena di odio. «Lo so, e dell’FBI. Ero certo che prima o poi sarebbe successo. Me l’aspettavo. Nella mia vita privata dovrei poter fare quello che mi pare, credo. Ma voi volevate incastrarmi a tutti i costi.»

«Non l’ha costretta nessuno a farmi spogliare per una semplice auscultazione.»

«Che cosa c’entra? Questo non vuol dire niente.»

«Si sbaglia» ribatte lei sarcastica. «Vuol dire, eccome. Se ne accorgera, dottore. E comunque non sono dell’FBI. Per sua sfortuna.»

«E qui per Gilly?» Si accascia sulla poltrona con aria sconfitta. «Volevo molto bene a mia figlia. Non la vedevo dal giorno del Ringraziamento. E la pura verita.»

«La cagnetta» dice Benton. Lucy prova un desiderio irrefrenabile di togliersi il ricevitore dall’orecchio.

«Pensa che la sua morte abbia a che fare con il lavoro che lei svolge per la Sicurezza Nazionale? Che l’abbiano ammazzata perche lei fa l’informatore?» lo provoca Lucy. «Su, dottore, mi dica la verita. Non peggiori la sua situazione. Mi sembra gia alquanto compromessa.»

«Ammazzata?» ripete Paulsson. «Non ci posso credere.»

«E la verita, purtroppo.»

«Impossibile.»

«Chi invitavate a casa per i vostri giochetti erotici? Conosce un certo Edgar Allan Pogue, che abitava dietro casa vostra, dove prima stava la signora Arnette?»

«Conoscevo la signora Arnette» risponde Paulsson. «Era una mia paziente. Una terribile ipocondriaca, nonche grandissima rompiscatole.»

«Questo e importante» dice Benton, come se Lucy non lo sapesse. «Sta parlando: incoraggialo.»

«Era ancora a Richmond?» chiede Lucy a Paulsson. Abbassa il tono di voce e assume un’espressione interessata. «Quanto tempo fa?»

«Mah, un sacco. Comprai la casa di Richmond proprio da lei. Ne possedeva diverse. All’inizio del secolo la sua famiglia era proprietaria di un intero isolato, che poi fu diviso fra i vari eredi, i quali vendettero. Comprai la casa da lei. Fu un affare, un vero affare.»

«Non le era molto simpatica, pero» dice Lucy, cordiale, come se si fosse dimenticata delle molestie di poco fa.

«Veniva in casa o in studio quando le pareva, senza avvertire. Una grandissima rompiscatole, sempre a lamentarsi di questo o di quello.»

«Che fine fece?»

«E morta una decina di anni fa. Otto, forse.»

«Di cosa?» domanda Lucy. «Di cosa e morta?»

«Era malata, aveva un cancro. E morta in casa.»

«Fatti dare i particolari» la imbecca Benton.

«Era sola, quando e morta? Le hanno fatto un bel funerale?» indaga Lucy.

«Perche mi fa tutte queste domande?» Paulsson la guarda dalla poltroncina su cui e seduto. Sta un po’ meglio perche lei e meno aggressiva, ma e sempre diffidente.

«Potrebbe avere a che fare con Gilly. Io so cose che lei ignora, dottore. Risponda, per piacere.»

«Attenta» la ammonisce Benton. «Se lo aggredisci, smette di parlare.»

«Mi faccia le domande, allora» replica Paulsson.

«Lei ando al funerale?»

«Non ci fu funerale, a quanto ricordo.»

«Ci sara stato sicuramente» ribatte Lucy.

«La signora Arnette non era religiosa. Anzi, odiava Dio per tutti i malanni che le aveva mandato e per la solitudine a cui l’aveva condannata. Eppure e normale che fosse sola, irritante com’era. Una donna veramente odiosa. Insopportabile. I medici non sono pagati abbastanza per stare dietro a gente cosi.»

«E morta in casa, dunque? Era malata di cancro ed e morta da sola?» insiste Lucy. «In casa sua o in una casa di cura?»

«In casa sua.»

«Era benestante, ma mori in casa, senza assistenza medica ne niente?»

«Si, mi pare. Ma che importanza ha tutto questo?» Si guarda intorno, all’erta.

«Ha importanza, glielo assicuro. Anche per lei, perche si sta mettendo in una posizione migliore. Decisamente migliore» dice Lucy, rassicurante e minacciosa al tempo stesso. «Voglio vedere la cartella clinica della signora Arnette. Me la da, per favore? L’avra sul suo computer, immagino.»

«Non credo. Devo aver cancellato il file, visto che e morta.» Le lancia un’occhiata di scherno. «Adesso mi viene in mente: la Arnette dono il proprio cadavere alla ricerca scientifica, perche non voleva funerali e odiava Dio. Preferi farsi sezionare dagli studenti di anatomia. Poveretti, dover studiare quel corpo repellente…» Si e calmato, e piu sicuro di se. Piu arrogante diventa, piu Lucy prova odio per lui.

«Il cane» dice Benton. «Chiedigli del cane.»

«Che fine ha fatto la cagnetta di Gilly?» domanda Lucy a Paulsson. «Sua moglie sostiene che e sparita e che la colpa e sua, dottore.»

«Non e piu mia moglie» rettifica Paulsson gelido. «Mai avuto cani.»

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