procedendo proprio come pensavo. Stasera ci saranno ordini per tutti noi.

Fece un cenno a Moe, che poggio la scatola sul pavimento e comincio a tirarne fuori roba: un poderoso e antidiluviano registratore, che collego alla presa del lampadario, due larghe ruote di nastro magnetico, un microfono piu grosso del mio pugno e un rotolo di cavo.

L’altro Larry Douglas, non quello che aveva attraversato il portale con me, disse preoccupato: — Nyla, di che ordini stiamo parlando? — Lei sogghigno e punto un indice verso il cielo. — Washington? — gemette l’uomo con voce rotta per l’improvvisa angoscia. — Ascolta, Nyla, ti giuro che non so un accidente di niente di questa…

— Adesso saprai, tesorino — disse dolcemente lei. — Moe? Pronto a registrare?

— Tutto pronto, capo — fece rapporto lui, tirando il nastro da una ruota all’altra. Giro un interruttore, e attraverso la griglia frontale dell’apparecchiatura potei vedere delle grosse valvole termoioniche — valvole termoioniche! — illuminarsi debolmente.

— Ecco quel che faremo adesso — spiego la donna che indossava il corpo della mia amante. — Prenderemo ancora nota di tutte le vostre versioni. Non date informazioni extra. — E lancio un’occhiata d’avvertimento a quel Douglas. — Limitatevi a rispondere alle mie domande. Al direttore non interessa sapere cosa facevate di bello a Chicago, o se vi e piaciuto il trattamento che vi siete sorbito. Solo l’essenziale, perche voglio concludere prima che si parta per l’aereoporto!

Considerando tutte le domande a cui avevo dovuto rispondere, considerando la complessita delle circostanze su cui ciascuno avrebbe riferito, non vedevo come quella serie d’interviste potesse finire prima di notte. Ma mi sbagliavo. Nyla Christophe aveva un’idea ben precisa di cio che intendeva mettere su nastro, e chiese solo pochi elementi base. Nicky DeSota fu il primo. Rispose fornendo nome, indirizzo e qualcosa chiamato numero del registro civile. Quindi ci furono soltanto due domande:

— E mai stato dentro i Laboratori Daley?

— No.

— Ha mai visto prima d’oggi l’uomo, qui presente, che le somiglia e dichiara di essere il senatore Dominic DeSota?

— No.

Con un cenno del capo Nyla gli comunico di levarsi di mezzo, e il suo posto fu preso dal Larry Douglas locale. L’interrogatorio non fu piu elaborato, e termino con le stesse due domande, con la sola differenza che l’uomo li presente e che gli somigliava era il «Dr. Lawrence Douglas». Lui diede le identiche risposte, quindi fui io a sedermi davanti al microfono.

Stavolta occorse piu tempo, perche lei ordino: — Cominci da quando fu avvisato che un uomo corrispondente a lei era stato catturato in una base militare segreta del New Mexico, e riassuma gli avvenimenti. — Dopodiche si limito ad ascoltare, intervenendo solo con domande tipo: «E poi che accadde?» sino al momento in cui nominai il maggiore DeSota degli invasori. Qui chiese: — Costui era lo stesso che le fu portato davanti ammanettato e vide scomparire? No? Era forse quest’altro qui presente? No? Dunque dichiara che vi sono almeno quattro di voi? Si? Bene, prosegua.

Riferii tutto quanto, compreso il modo in cui avevo messo KO l’altra Nyla, senza pero parlare del bacio; ma soprattutto evitai di dire che era un doppione di Nyla e la nominai solo come «sergente Sambok». La cosa non mi era stata chiesta. — E poi cademmo sulla sabbia, e ci accorgemmo che intorno a noi c’era solo il deserto. Neanche un’anima in vista, e il caldo era terribile. Dovevamo nasconderci quanto prima, o almeno pensammo di doverlo fare. Ci dirigemmo a sud est, regolandoci a occhio col sole. Camminammo per ore, finche la sete divenne insopportabile. Poi Douglas disse d’aver sentito raccontare che certi cactus contenevano acqua; cerco di sradicarne uno dalla sabbia, e sotto c’era un serpente. — Esitai, chiedendomi quanti dettagli la donna volesse. Avevo sentito i sonagli, e avevo visto Douglas balzare indietro col crotalo che gli penzolava attaccato a una manica. Non era molto grosso, e la blusa di lui aveva un certo spessore, cosicche non era passato troppo veleno. E l’espressione attonita di Douglas, mentre fissava muto e stupefatto il rettile, m’era parsa addirittura ridicola. — Poco dopo giungemmo a una linea ferroviaria. Restammo li finche il macchinista di un treno ci raccolse.

— Bene — disse Nyla Senzapollici, e annui verso il suo gorilla. Lui spense il registratore e comincio laboriosamente a cambiare il nastro. Se Nyla non aveva i pollici, quell’individuo sembrava averne cinque per ogni mano; ma lei fu paziente. Adesso dedicava la sua attenzione al mio involontario compagno di viaggio, che appariva a disagio. Potei capirne il motivo, poiche nel modo in cui la donna lo contemplava c’era qualcosa di strano. Lo avrei detto — ma come poteva essere? — seducente, ma allo stesso tempo sfumato d’incredulita, quasi di paura. Gli elargi un sorriso caldo e dolce. — Tu sei il prossimo, tesoro — disse.

Se i primi tre di noi avevano riempito un rotolo di nastro, questo Dr. Lawrence Douglas doveva avere tanto da raccontare da esaurire tutte e sei le bobine che Moe aveva tirato fuori. Nyla sparava domande secche e concise e di tanto in tanto si aiutava con certe sue note per esser certa di non aver trascurato niente. Douglas comunque comincio subito con una dichiarazione sorprendente:

— In primo luogo — disse, fissando me con aperta acredine, — la linea temporale da cui sono stato rapito e il Paratempo Gamma. Non e quella da cui provengo io, ma…

— Un momentino, dolcezza. Che cos’e questo Gamma?

— E il nome che gli diamo — spiego stancamente lui. — Tanto per averne uno con cui identificarlo. Il mio e il Paratempo Alfa. Questo e il Tau. Quello del senatore e l’Epsilon, quello che e stato invaso. E l’altro, da cui e partita l’invasione, e il Paratempo Gamma.

— Vai avanti.

— Non e stato il Paratempo Gamma a inventare il portale. Lo abbiamo realizzato noi in Alfa.

— Noi chi, caro? L’hai inventato tu?

— Nessuno inventa roba simile da solo. Non cose complesse come il portale… e come l’invenzione della bomba atomica. Io facevo parte della squadra, ma ci entrai che ero appena laureato. Quelli che idearono la teoria di partenza furono tre scienziati: Hawking e Gribbin in Inghilterra, e il Dr. DeSota negli Stati Uniti. Non trovate divertente quest’ultimo particolare?

Non stava cercando d’essere sarcastico, soltanto d’essere capito bene, ma dalla gola di Moe usci un ringhio d’avvertimento. Nyla scosse il capo senza guardare il gorilla. — Continua — disse, e stavolta non aggiunse «tesoro».

Ubbidiente lui prosegui: — All’inizio tutto cio che potemmo fare fu di spiare. Voglio dire, era possibile ricevere segnali attraverso la barriera. Captare onde elettromagnetiche, ad esempio; e dopo un po’ riuscimmo anche con la visione diretta. Non per tutti i Paratempi. Alcuni sono accessibili, molti altri no. Il Dr. DeSota dice che si tratta di un effetto di risonanza: eravamo fuori sintonia con molte delle linee temporali. Ma naturalmente esse sono in numero infinito. Al tempo in cui io… uh, me ne andai, ne avevamo identificato circa duecentocinquanta, ma da molte di esse non riuscivamo a percepire che segnali sfocati. E questo che voleva sapere?

— Quello che vogliamo sapere, caruccio — disse Nyla, — e tutto quanto. Se non potevate far altro che guardare, come sei arrivato qui?

— No, no — sospiro lui. — Questo succedeva all’inizio. Vale a dire al tempo in cui mi aggregai alla squadra, ai primi di Agosto del 1980. In Ottobre riuscivamo gia a mandare oggetti oltre la barriera, senza pero poterli recuperare. E nel Gennaio 1981 inviammo un volontario. Io. — Inarco un sopracciglio. — Fui io a offrirmi.

— E come otteneste questo? — chiese Nyla.

Lui esibi un’espressione paziente, molto paziente. — Se ve lo spiegassi, in questa stanza non c’e una sola persona che avrebbe la piu vaga idea di quello che direi.

Nyla aveva un ferreo controllo di se stessa, ma se fossi stato al posto di Douglas-Alfa ci sarei andato piu cauto. — Provaci — gli disse, secca.

A Douglas non dovette piacere il lampo dei suoi occhi, perche degluti saliva e disse subito: — Non volevo dire che non siete abbastanza intelligenti. Solo che ci sono due soli modi per spiegarlo. Uno e con le parole che coniammo in fase di realizzazione: la struttura del portale genera una corrente di crononi verdi-negativi che interferisce col flusso naturale dei crononi rossi-positivi. Capite cosa voglio dire? Astruso, no? L’altro modo e in formule matematiche. E per favore, se volete seguirmi dovete prima studiare la fisica dei quanta e la meccanica ondulatoria.

Quel che intendeva era chiaro, e lo capi anche Nyla, ma cio che chiese fu: — Precisa le date.

Lui scosse le spalle. — L’analisi del Dr. DeSota fu, suppongo, la prima dimostrazione inequivocabile che

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