e lastricato di buone intenzioni — disse, e scosse il capo.
— Perche no? — mi chiese Nicky.
— Per tre ragioni — risposi. — La prima e che ci scontreremmo col problema del rimbalzo balistico. Se anche riuscissimo a prevenirlo, o almeno a controllarlo, non potremmo rischiare trasferimenti su larga scala. Anzi, potremmo dover rinunciare del tutto all’uso dei portali. E, secondo… — Tornai a fissare il nostro Larry Douglas. — C’e la situazione che si sta sviluppando in Gamma.
Lui si agito a disagio ma non disse verbo. S’era gia lamentato d’esser stato costretto a fornire loro il portale, e non aveva nulla da aggiungere.
Il senatore aggrotto le sopracciglia. — Stai parlando della gente che ha invaso Sandia.
Sospirai. — La cosa non e piu circoscritta a Sandia, Dom. Adesso sta scoppiando una guerra. Non molto grossa. Riguarda solo Washington. Ma Gamma ha occupato i ponti sul Potomac, la stessa Casa Bianca e il National Airport… quello che voi chiamate il Campo Hoover. E li si sono liberate grosse quantita di energia. A un nostro primo calcolo, hanno generato almeno cinquecento rimbalzi balistici chissa dove. E quel che dobbiamo fare adesso, visto che siamo in parte responsabili, e di mettere fine a questo sconquasso… se ci sara possibile.
L’attenzione del senatore s’era fatta spasmodica. — Oh, Dio! — disse.
Cercai di rassicurarlo. — In questo momento i combattimenti sono cessati — lo informai. — Un’ora fa non si segnalava che qualche fucilata occasionale… naturalmente ci sono ancora delle perdite di vite umane, fra la popolazione civile…
Avevo toccato un tasto sbagliato. — Civili! — grido. — Ma perche non li… voglio dire, avrebbero almeno potuto… perche non hanno evacuato la popolazione civile, per l’amor di Dio?
— Credo che stiano facendo qualcosa del genere, si — dissi, stupito dalla sua reazione. Mi aveva gia detto che la sua famiglia era distante un migliaio di miglia, a Chicago.
— Devo tornare indietro — dichiaro con fermezza.
— E quello che stiamo cercando di fare, Dom — dissi. — Almeno credo. Tu capisci che non dipende da me. Pero e quanto ho caldamente raccomandato. In realta ho proposto che tutti noi possiamo trasferirci alla Washington di Epsilon, la tua linea temporale, senatore, per spiegare loro quel che sta succedendo e offrire l’aiuto che possiamo dare.
L’altro Larry Douglas intervenne dicendo: — Io non voglio tornare proprio da nessuna parte.
— Prego?
— Reclamo il diritto d’asilo! — esclamo vivacemente. — Non voglio tornare nel mio mondo a causa di… uh, persecuzioni politiche. E non voglio che mi si costringa a saltare di qua e di la per essere coinvolto in qualche dannata guerra da qualche parte. Voi avete degli obblighi verso di me. Voglio restare qui.
Il grosso scagnozzo dell’FBI si alzo minacciosamente. Il sorvegliante della compagnia aerea lo imito all’istante, mettendo mano alla fondina della pistola ad aghi che aveva al fianco. La Christophe fu pero svelta a placare Moe con un cenno, e l’individuo torno a sedersi, non senza aver incenerito Douglas-Tau con uno sguardo omicida.
— Di questo riparleremo dopo — disse la Christophe, conciliante. — Occupiamoci di una cosa alla volta. Ci ha detto che i vostri problemi sono tre. Ma ha parlato soltanto dei primi due.
— Gia, certo — mormorai. — L’elemento nuovo di questa equazione. Ci siamo accorti che qualcun altro ci spia. Non sappiamo chi, ne che scopi abbia. Ma ne siamo certi.
La Christophe ridacchio. — Benvenuti al club!
Il nostro Larry la rimbecco rabbiosamente — Aah, chiudi la bocca, tu! Dom, e questo che e successo da quando io, mmh, sono andato via?
Accennai di si. — Non ne conosciamo l’origine. Non siamo riusciti a seguire il raggio-spia e… ci sono elementi probanti che costoro usino una tecnologia molto superiore alla nostra. Ma abbiamo letture strumentali da almeno cinquanta posti diversi. Qualcuno ci sta guardando, e lo sta facendo da ormai tre mesi.
— Cosi siete immersi negli stessi indovinelli in cui navigavamo noi qualche giorno fa — disse il senatore, in tono neutro.
— Ho paura di si — fu la mia risposta.
Si mordicchio le labbra con aria pensosa. — E adesso che programmi avete, Dom? — chiese. — Intendete rimandarmi nel mio tempo o no?
— Penso che abbiano in mente questo per te, Dom — dissi. — In effetti credo che ci andremo tutti. Tu perche vivi la. Io e Larry perche possiamo dar loro informazioni utili alla loro difesa. E gli altri perche… be’, come prova vivente dell’esistenza di altri universi. — E perche sono una gran seccatura, pensai, ma non lo dissi: una coppia di scagnozzi dell’FBI e un sensale d’ipoteche, chi aveva bisogno di loro nel nostro mondo?
Mi decisi a inghiottire una forchettata delle mie uova in camicia. Erano fredde e insipide, comunque non avevo piu molto appetito.
La direzione dell’albergo fu molto cortese ma mi fece sloggiare dal mio grazioso appartamento. Neppure l’intervento di Slavi riusci a impedirlo, perche dopo l’occupazione della Casa Bianca tutti gli ultimi piani dell’albergo erano stati riservati alla Presidentessa e al suo staff. Ma il direttore mi scovo una camera al quinto piano, e per far cessare le sue giaculatorie sospirai che la trovavo ottima. Conteneva un letto per me e uno per Amy. A lei non dava fastidio ascoltare i miei esercizi, e certo non c’era nessun’altra ragione al mondo perche lei o io agognassimo alla nostra intimita. Non le visite di Dom, visto che Dom non era in circolazione. Non le chiamate telefoniche di mio marito, da Chicago, perche queste erano comunque rare. Neppure Ferdie, ormai, riusciva a spuntarla con le linee sovraccariche di Washington.
Questo era un sollievo, perche ancora non ero riuscita a chiarirmi le idee circa quello che avrei dovuto dire a Ferdie.
Non riuscivo a chiarirmi le idee su nessun fatto della mia vita, a quanto pareva. In primo luogo, rimanere in zona di guerra era assurdo e irragionevole. Ma in realta ero in trappola. L’aeroporto era in mano al nemico, e cosi i ponti sul Potomac e quasi ogni strada che portava fuori dalla capitale, perche le truppe di quella gente avevano scaglionato posti di controllo praticamente dappertutto. Quando avevo smesso di gingillarmi con l’ipotesi se prendere o meno l’ultimo volo in partenza per Rochester, non c’erano piu voli per Rochester, e si sentivano colpi d’arma da fuoco in tutti i quartieri della citta, dove la gente s’era chiusa in caos.
La radio diceva che non si trattava di scontri gravi. Io non ero d’accordo. Quando guardavo dalla finestra vedevo colonne di fumo dalla parte di Anacostia, o la sommita mozza del monumento a Washington (i loro soldati avevano pensato che i nostri soldati avessero piazzato dell’artiglieria lassu), la situazione risultava fin troppo grave per i miei gusti.
Cosi, quando Jock McClenty busso alla porta e andai ad aprire, ero preoccupatissima.
Non mi aspettavo buone notizie. Non riuscivo a immaginare da dove potessero sbucar fuori delle buone notizie, in quel deprimente e piovoso sabato sera. E nel vedere l’assistente di Dom, con a fianco l’uomo del Servizio Segreto, il mio primo pensiero fu che eravamo tutti quanti in arresto. — Mrs. Bowquist — disse Jock. — Si tratta del senatore. E tornato. In questo momento e qui all’albergo, e ci ha mandati per condurvi da lui.
Be’, quel che accadde fu che scoppiai in lacrime. Secchi di lacrime. Non so neanche perche, veramente. Forse perche me le ero tenute negli occhi gia in tante diverse occasioni che ormai un niente bastava a farmi aprire