«E volete che sia io a ucciderli?»
Beth annui, in silenzio.
Harris non rispose. Fissava nel vuoto. I cinque che lo aspettavano nella strada erano Servi dello Spirito, come lui, appartenevano alla casta piu elevata della civilta di Darruu.
Uccidere un Servo dello Spirito equivaleva a rinunciare a Darruu per sempre. Tutti gli sarebbero stati contro. Impossibile nascondere tanta vergogna, tanto tradimento.
«Ebbene?» chiese Beth.
«Il mio… condizionamento ha radici profonde» disse lui. «Se io li colpissi, non potrei mai piu tornare sul mio pianeta.»
«Vorreste davvero tornarci?»
«Ma certo!» esclamo lui, sorpreso.
«Davvero? Anche ora che avete letto nella mente di un vostro compatriota? Il vostro futuro e qui, non lo capite? Con noi.»
Harris considero la cosa. Penso all’eventualita di essere stato ingannato, poi scarto l’idea. La sua natura sospettosa di darruuese non aveva requie. Ma ora non poteva piu credere che quella fosse una messinscena di Medlin. Aveva visto. Sapeva.
Dopo un attimo interminabile annui. «Bene» disse. «Ridatemi la pistola. Faro quello che volete.»
«Avete gia promesso una volta» disse Beth. «E allora sapevamo che ci mentivate.»
«E adesso?»
Lei sorrise e fece un cenno a Coburn, che gli allungo l’annientatore che aveva lasciato cadere. Harris afferro il calcio dell’arma, lo strinse e disse: «Potrei uccidervi ora. Impieghereste come minimo una frazione di secondo per fermarmi. Quanto basta per schiacciare il grilletto… almeno una volta.»
«Non lo farete» disse Beth.
«Avete ragione» dichiaro lui, fissandola.
10
Prese l’ascensore e usci al livello stradale, nell’atrio d’ingresso del grande edificio. Era meno affollato, adesso. Lui era sceso nella sede dei Medlinesi a meta giornata, ma le ore erano inspiegabilmente passate. Si era fatto molto buio, e la luce delle lampade stradali illuminava la strada. Si chiese se gli altri lo avessero aspettato li per tutto quel tempo o se fossero tornati a casa.
C’erano un’infinita di stelle, adesso. Harris si fermo davanti all’edificio e guardo verso il cielo. La, in un punto imprecisato, c’era Darruu, invisibile all’occhio ma ugualmente presente in uno di quegli ammassi scintillanti. Forse era gia la stagione dell’Accoppiamento delle Lune, il tempo della suprema bellezza, a cui nessun essere vivente poteva restare insensibile.
Raggiunse l’angolo dove aveva lasciato i colleghi. I Terrestri gli passavano accanto in fretta, diretti a casa. Harris si guardo intorno e dapprima non vide nessuno. Poi scorse Carver, appoggiato con aria noncurante a un lampione, la faccia dai lineamenti taglienti: una maschera d’impazienza rattenuta.
«Ci avete messo troppo» disse, quando Harris si avvicino. «Com’e andata?»
Lui lo fisso e penso ai viscidi fantasmi che gli si annidavano nel cervello, come serpenti velenosi.
«Tutti morti» rispose. «Non avete ricevuto il mio messaggio?»
«Certo, che l’abbiamo ricevuto. Ma non eravamo tranquilli.»
«Dove sono gli altri?»
«Li ho mandati via. Troppo pericoloso restare qui intorno tutto il giorno. Perche ci avete messo tanto?»
«Erano sparsi dappertutto. Ho aspettato, per farne fuori il piu possibile in una volta sola. Ci voleva tempo.»
«Ore?»
«Ore» disse secco Harris.
Intanto pensava:
«Quanti ne avete beccati?» chiese Carver.
«Cinque.»
L’altro sembro deluso. «Solo cinque? In tutto questo tempo?»
Harris si strinse nelle spalle. «L’appartamento era vuoto. Ho aspettato molto, ma nessuno veniva. Almeno quelli li ho fatti fuori. Cinque su cento. Mica male, no?»
«Be’, tanto per cominciare» disse Carver, brusco. Si porto una mano alla fronte, la premette forte e impreco.
«Qualcosa che non va?» chiese Harris.
«Mal di testa. M’ha colpito all’improvviso. E come se mi avessero bastonato.»
Harris guardo da un’altra parte e rise. «Sara la gravita» disse. «Fa strani scherzi.» Si accorse che stava menando il can per l’aia, che gli ripugnava fare quello che
Una voce silenziosa disse dentro di lui:
La strada era troppo affollata, anche adesso, al buio. Non poteva agire li. Se avesse azionato il subsonico, la gente sarebbe caduta a terra come mosche per dodici metri all’intorno. Doveva colpire soltanto Carver.
Lui gli stava parlando. Se ne accorse all’improvviso. Non l’aveva sentito. «Vi ho chiesto… se c’erano documenti importanti, la dentro» ripete Carver.
«No.»
Un vento freddo soffiava dal fiume. Harris rabbrividi. «Sentite» disse. «Andiamo a bere qualcosa. Mi sento stremato. Fara bene a me e fara bene anche a voi. Possiamo brindare. Abbiamo ucciso… i primi cinque agenti di Medlin.»
«Per me ci sto» disse Carver, con un’alzata di spalle.
Risalirono la strada. Carver indico un locale dall’aria allegra, vivacemente illuminato, ma Harris crollo il capo. «Troppo rumore li. Andiamo in un posto piu tranquillo.»
Voltarono l’angolo e imboccarono una stradina laterale. In fondo, un’insegna ammiccante indicava un bar. Si diressero li.
Entrarono.
Il locale era vuoto. Si trovarono di fronte i banchi lucenti dei congegni di controllo. Mentre attraversavano la soglia, una voce tonante grido, da una griglia sopra la loro testa: «Il cambio e disponibile alla vostra sinistra. Cambiamo ogni valore, di qualsiasi moneta a corso legale. Il cambio e disponibile…»
«E va bene!» sbotto Carver. «Abbiamo sentito!»
La voce del robot si spense. Harris prese una banconota terrestre e la poso sulla piastra della macchina del cambio. Una pioggia di monetine precipito, tintinnando.
«Che cosa mi consigliate, stavolta?» chiese.
Carver si strinse nelle spalle. «C’e un whisky terrestre che chiamano scotch. Molto antico. Provatelo.»
Harris infilo una moneta nella fessura, aspetto, prese il drink. Ne porse uno a Carver, quindi sedettero a un tavolino. Il vuoto e la solitudine del bar avevano qualcosa di arcano. Unico rumore, lo scatto dei relais dietro la facciata delle macchine e il ronfare in sordina dei complicati meccanismi.
Harris mando giu il liquore tanto in fretta che ne senti appena il gusto.
«Ho chiesto che vengano aumentate le nostre forze sulla Terra» disse Carver. «Finora non ho ricevuto risposta, ma credo che tra un mese sapremo qualcosa. Mi servono altri cinquanta agenti addestrati, come inizio.»
«Credete che ce li mandino?»
«Sapete com’e. Si chiede cinquanta per ottenere venticinque. Se avessi chiesto venti, avrei ottenuto cinque.