«Adesso non mi molla un secondo, dice che devi andartene, che devo buttarti fuori, altrimenti… Mi fa sorvegliare da tutti, e a ogni cosa che dico da fuori da matto. Se viene a sapere che sono stata qui mentre lui era in volo, finisce che mi ammazza. Ma cosa cazzo ti e venuto in mente?»
Bishop rimase seduto, guardandola con i suoi occhi chiari. Gli era venuto in mente che era ora di sbarazzarsi di lei, ecco tutto. Aveva ottenuto quel che voleva ed era entrato nel giro di Hirschorn. Lei non gli serviva piu. Era giunto il momento di premere il pulsante EJECT.
Invece esito, non ancora sicuro di volerle dire tutto. Tra un paio d’ore sarebbe stato in volo e poi… qualsiasi cosa fosse successa, non sarebbe tornato. Lei se ne sarebbe resa conto senza che lui dovesse sopportare lacrime o rimostranze.
Ci penso ancora per qualche istante; poi, forse per un moto della coscienza o in nome di un suo particolare codice d’onore, senti che le doveva qualcosa. Kathleen era in pericolo e lui doveva avvertirla. Se Hirschorn avesse scoperto che lei gli aveva passato delle informazioni, l’avrebbe sicuramente uccisa. Doveva darle la possibilita di salvarsi, forse perche la sua presenza in quelle notti d’estate gli aveva fatto molto piacere. Qualunque cosa fosse, non poteva abbandonarla in quel frangente pericoloso.
«Senti, Kathleen…» accenno lentamente.
Ma lei lo interruppe subito. «No, merda… Oh, no!»
«Ascoltami.»
«Te ne vai? Merda. Lo sapevo…» Batte un piede sul pavimento. «Che idiota che sono. Oddio, avrei dovuto saperlo che saresti andato via. E cosi, vero?»
Bishop guardo in basso e annui. Desiderava non doverle dire di Hirschorn e tutto il resto. Avrebbe voluto semplicemente andarsene, senza complicazioni. «Si», disse. «Devo andare.»
Kathleen cerco di ricacciare indietro le lacrime arricciando il naso, il mento tremante. Tenne le braccia ostinatamente incrociate sotto il seno, mentre aggiungeva: «Bene, e naturale, ovvio. Che idiota sono stata, una perfetta idiota».
«Devi ascoltarmi…» tento nuovamente Bishop.
«Che cos’e stato tutto questo per te, Frank?» chiese. «Un lavoro estivo con annessa casa estiva e scopata estiva. Io ero giusto a portata di mano e…»
Bishop impreco tra se. Che cosa voleva da lui? Che cosa doveva dirle? Che era il suo lavoro? «Ascoltami, adesso!»
«Be’, si da il caso che per me sia stato qualcosa di piu», continuo lei. «Piu di…» Non riusci a proseguire perche stava per piangere. Strinse gli occhi e premette la base del naso fra il pollice e l’indice. Un’unica lacrima riusci a passare e le cadde sulla mano. «Merda.»
Bishop si alzo in piedi, riluttante. «Kathleen…»
La donna si era coperta gli occhi con una mano e le labbra le tremavano.
«Sono cosi incasinata», disse. «Tutta la mia vita e un casino. Non posso tornare indietro», sospiro con amarezza, «non posso tornare da lui. Non posso e basta.»
Tolse la mano dagli occhi e mostro il volto arrossato dal pianto. Poi lo prego senza pudore. «Perche devi andare via? Perche non puoi restare? Perche?»
Bishop impreco di nuovo tra se. Si avvicino alla donna e le poso le mani sulle spalle guardandola negli occhi, da cui colava a rivoli il mascara.
«Kathleen, anche tu te ne devi andare», disse.
«Potrei farti felice», incalzo la donna. «Siamo stati bene insieme.»
«Ascoltami!» ripete Bishop, in modo piu deciso. «Ti uccidera. Hirschorn ti uccidera. Sta gia pensando di far fuori Chris. Uccidera lui e poi verra da te.»
Lei lo fisso con uno sguardo interrogativo.
«Hai capito che cosa ti ho detto?» chiese Bishop. «Devi lasciare la citta finche tutta questa faccenda non sara finita, finche Hirschorn non sara stato beccato, fino allora.»
Kathleen lo guardo ancora per qualche istante, poi rielaboro nella mente le parole di Bishop, capi che era finita. La collera si impossesso di lei e la fece indietreggiare.
«Non voglio ascoltarti», disse. «Non voglio i tuoi bei consigli mentre stai per lasciarmi. Vaffanculo, Frank! Chi cazzo sei tu per preoccuparti di quello che mi succedera?»
Chino la testa e si mise a piangere, respingendo Bishop che si stava avvicinando. «Non toccarmi, stai lontano.»
Bishop si fermo a guardarla. Aveva fatto il possibile per lei, almeno cosi pensava. La sua coscienza, il suo codice d’onore, i suoi sentimenti erano soddisfatti. L’aveva avvertita, per quanto aveva potuto. Che cos’altro poteva dire? si chiese. Era la sua vita. Che cosa diavolo doveva ancora fare?
Kathleen alzo lo sguardo e lo vide immobile, mentre la fissava. Emise una malinconica risata, prima di tornare a piangere, scuotendo la testa. «Non potevi innamorarti di me e basta?» chiese con un filo di voce.
Bishop non rispose. Era in piedi e la guardava. Per un momento avrebbe anche potuto… ma no, non l’amava. Lui non amava nessuno.
Era ancora in quella posizione, lo sguardo su di lei, quando Kathleen usci dalla stanza.
33
Quanto a Kathleen, torno lentamente verso casa e sali, altrettanto lentamente, le scale fino alla camera. Resto sdraiata sul letto, a guardare il soffitto, per un tempo indefinito. A tratti piangeva, e la luce del soffitto le appariva sfumata e luccicante attraverso le lacrime.
Era furiosa, furiosa con se stessa, e, cosa ancora peggiore, si sentiva una stupida, spogliata di ogni dignita, esposta al ridicolo e alla vergogna. Provava anche un feroce rancore per l’uomo che conosceva come Frank Kennedy. Desiderava che morisse, che fosse investito da un camion e dimenticato da tutti. Ma al tempo stesso lo amava. Voleva che fosse morto, ma anche che bussasse alla porta per dirle che si era sbagliato, che la portava con se. Era cosi bello stare con lui, nel suo letto, tra le sue braccia… si era sentita bella, perche lui la desiderava. Sdraiata al suo fianco, aveva pensato che la sua vita potesse cambiare. Proprio lui le aveva fatto capire quanto fosse brutto stare con Chris; le era gia successo, ma non in modo cosi forte e chiaro. Proprio perche Frank — colui che conosceva come Frank — era cosi gentile e sicuro, lei comprendeva meglio quanto fosse terribile che Chris si ubriacasse, la picchiasse e se la intendesse con un criminale come Hirschorn. Fra le braccia di Frank capiva tutto questo e sentiva che tutto poteva essere diverso. Ora pero… aveva capito, invece, che tutto sarebbe stato come prima. O forse poteva cambiare le cose senza l’aiuto di Frank, poteva lasciare Chris e iniziare una nuova vita da sola? Ma no, sapeva che era impossibile. Piu ci pensava e piu si vedeva intrappolata nuovamente nella sua vita di sempre, con Chris, giorno dopo giorno.
Piangeva sempre piu forte e le lacrime le colavano ai lati del volto, bagnando il cuscino. Prese un fazzoletto dal comodino e si asciugo il naso, pensando all’uomo che aveva conosciuto come Frank, alle volte che erano stati insieme. I singhiozzi le scossero il petto. Dannazione, dannazione, penso, e lo malediceva per come lui l’aveva trattata poco prima, senza emozione, senza sentimento, cosi diverso da com’era quando avevano fatto l’amore e avevano parlato nel buio della stanza.
Il pianto si calmo, ma Kathleen continuo a prendere dalla scatola un fazzoletto dopo l’altro per asciugarsi il naso. Alla fine, c’era una collezione di fazzoletti stropicciati intorno a lei. Sempre fissando il soffitto, ripenso ancora a come fosse stato bello con lui, alle cose che si erano detti, alla dolcezza, all’abbandono. Erano tutte bugie? Le aveva fatto tante domande su di lei e la sua vita, come se gliene importasse qualcosa. Era tutta una messinscena? La preoccupazione per quanto le accadeva, l’interesse per cio che faceva Chris… glielo chiedeva sempre, chiedeva sempre di Chris e dei suoi incontri segreti con Bernie Hirschorn. In effetti, tutte le volte che erano stati insieme erano capitati sull’argomento. Tutte le volte.
Kathleen si soffio il naso. I suoi pensieri avevano preso, senza volerlo, un’altra direzione. C’era qualcosa di… stonato in quel momento. Era come se una sorta di veleno fosse penetrato nel suo corpo, un insinuante veleno che si diffondeva in lei rendendo tutto confuso e