aveva fatto esattamente cio che lui le aveva detto. Ascoltava di nascosto il marito e, non appena vedeva Frank, gli riferiva cio che aveva udito; se non lo faceva, era lui a chiederglielo. Sempre. Kathleen pensava che Frank la stesse aiutando, si preoccupasse per lei e delle conseguenze delle azioni di Chris, la volesse proteggere. Almeno cosi diceva.

Gli occhi della donna si spostavano da sinistra a destra come se stesse leggendo i suoi stessi pensieri. Iniziava a vedere le cose diversamente, ed era furiosa. Frank la lasciava, lei era arrabbiata con lui e cio che le aveva detto sembrava ora avere tutto un altro senso. Il torbido veleno del sospetto si impossesso di lei, penetrando sempre piu in profondita, finche non penso: «Un momento, e se…?»

Il suo cuore sembro cambiare: almeno questa fu la sensazione. Divento scuro, amaro, come se le si fosse incenerito nel petto.

Si alzo a sedere sul letto, con le ginocchia piegate e le labbra leggermente aperte. Gli occhi gonfi, che non smettevano di muoversi, rivelavano un’espressione di stupore e confusione riflessa su tutto il volto. Troppi pensieri, troppe immagini e ricordi che si sommavano. La tempestivita con cui Frank era arrivato a Driscoll, il modo in cui Ray gli aveva trovato la sistemazione nella casa di fianco alla sua, la rapidita con cui Frank le aveva fatto la corte… le era sembrato cosi bello, si era sentita lusingata e desiderata. Ma ora, improvvisamente, la rabbia e il sospetto le facevano pensare… e inizio a ricordare alcune cose che lui aveva detto. «Sono preoccupato per te, Kathleen. Per quello che succede in casa tua.» Sembrava cosi dolce e romantico. «Devi cercare di scoprire che cosa si dicono, per proteggerti.» Sembrava davvero che gliene importasse, che volesse metterla al riparo dai pericoli, come accade fra un uomo e una donna… in tutti i film, almeno. Ma adesso…

Adesso, tutto cio che aveva detto suonava sbagliato, sembrava una massa di balle. Ora che ci pensava piu attentamente, con la mente resa piu vigile dalla rabbia, le parole di Frank non erano altro che quel genere di stronzate che gli uomini dicono per abbindolare le donne, quelle stronzate in cui lei era rimasta invischiata per tutta la vita.

Ancora seduta in mezzo ai fazzolettini di carta bagnati, Kathleen si porto una mano allo stomaco perche era stata assalita da una terribile nausea. La mente era ancora troppo confusa per riuscire a trovare un senso in tutti quei pensieri.

Poi, improvvisamente, eccolo.

«E se fosse un poliziotto?» Questo penso. Un poliziotto sulle tracce di Hirschorn e, quindi, di Chris…

Emise una sorta di grido strozzato, come se le avessero dato un pugno nello stomaco. Sentiva esattamente quella sensazione di dolore e nausea di chi ha ricevuto un pugno.

Poso velocemente i piedi a terra, incurante dei fazzoletti sparsi sul pavimento, guardando fisso davanti a se.

«Mio Dio, mio Dio!» Le parole le uscirono come un urlo soffocato. «Che cosa ho fatto?»

Poi udi dei passi e si volto.

Chris era sulla porta.

34

Chris le lancio una lunga occhiata torva, stupito nel trovare la moglie seduta sul letto a piangere. «Che cosa c’e?» chiese.

«Mio Dio, Chris», sbotto lei. «Non uccidermi, ma credo di aver fatto una cosa veramente stupida.» Si copri la bocca con entrambe le mani. Sapeva di non dover parlare cosi in fretta, che doveva prima ragionare su che cosa fosse meglio, considerare la soluzione migliore. Ma non riusciva a pensare. Provava troppa nausea, vergogna e rabbia, vera rabbia, ora che capiva quanto fosse stata usata e tradita. E adesso era arrivato suo marito, che poteva essere veramente nei guai — anche per causa sua — e lei doveva aiutarlo. Abbasso le braccia. «Ti giuro che non l’ho fatto apposta», disse. «Mi ha ingannata. Quel bastardo. Che bastardo!»

Anche la mente di Chris, intanto, si era messa in moto, con tutte le cose preoccupanti che stavano succedendo. Aveva ricevuto una telefonata dall’ufficio di Hirschorn, quella mattina. Non da lui personalmente, ma dal segretario, il viscido Wellman o come diavolo si chiamava.

«C’e un ritardo», gli aveva detto. «Il signor Hirschorn vuole che aspetti la sua chiamata.»

Quale ritardo? Quale chiamata? Che cosa succedeva? Wellman non gli aveva detto di piu e quando Chris aveva cercato di ritelefonare, gli aveva risposto la voce metallica di una segreteria: «Lasciate un messaggio. Sarete richiamati».

Ecco perche Chris era preoccupato e la sua testa non smetteva di rimuginare. Quando poi era entrato in camera e aveva trovato la moglie in quelle condizioni, quando aveva visto i fazzoletti sporchi, si era allarmato ancora di piu. La prima cosa che gli venne in mente fu che il pianto di sua moglie fosse in qualche modo legato a cio che stava accadendo.

«Che cosa?» chiese. «Che cosa hai fatto?»

«Mio Dio, Chris», piagnucolo Kathleen. «Ti prego, non uccidermi. Pensavo fosse una cosa normale, sai, che mi facesse delle domande. Pensavo che volesse essere gentile.» Doveva presentargli le cose in modo diverso, naturalmente; non poteva mica spiattellargli che lei e Frank erano stati a letto insieme. «E proprio come avevi detto, Chris. Avevi ragione. Mi ronzava intorno, ma non perche gli piacevo, non voleva cio che tu pensavi. Dio mio, Chris, come mi dispiace. Ero preoccupata per te, non mi dicevi mai niente del tuo lavoro e io ero preoccupata…»

Chris si mise le mani sui fianchi, stringendo i pugni. Il livido sulla guancia era diventato giallognolo, ma in quel momento il rosso violaceo di qualche tempo prima sembrava riaffiorare. Era piu che preoccupato, ora, era spaventato, molto spaventato. Ma di che cosa? Che cosa stava dicendo sua moglie? «Dannazione, Kathleen, dimmi che cosa e successo: che cosa hai fatto?»

E cosi lei parlo, tralasciando solo la parte della storia in cui era andata a letto con Frank. Gli disse di come avesse ascoltato le sue conversazioni con Hirschorn e le avesse riferite a Frank, dei nomi che aveva sentito, degli indizi che gli aveva fornito, tutto.

«E adesso penso che lui sia un poliziotto, Chris», disse, alla fine. «Mi dispiace tanto.»

Chris era rimasto a bocca aperta, incredulo. «Cosa?» sussurro appena.

Kathleen pesto il pugno sul ginocchio. «Che sia maledetto! Penso proprio che possa essere un fottuto poliziotto.»

Il marito inizio a tremare, avvolto da un alone di paura che gli penetrava fin nelle ossa. Gli sembrava di soffocare. «Uno sbirro?» riusci a malapena a dire. Un poliziotto. Se era vero, se Hirschorn lo veniva a sapere…

Ando rapido alla finestra e guardo fra gli alberi, verso la casa vicina. Dietro di lui, Kathleen piangeva, rumorosamente, soffiandosi il naso.

«E in casa adesso?» le chiese. «Kennedy e in casa?»

Lei annui. «Si… almeno penso di si, vedi la moto?»

«Si.»

«Quindi probabilmente c’e.»

Chris continuo a fissare fuori dalla finestra. Poi gli venne in mente una cosa e sposto lo sguardo sulla strada. Riusciva a vederne solo un piccolo tratto, fra le due abitazioni, ma lo osservava nervosamente. Si chiese se Hirschorn sapesse, se fosse gia al corrente, se i suoi sgherri stessero gia venendo li, a prenderlo.

Si passo la mano sopra la bocca secca. No, era improbabile che gia lo sapesse. Come avrebbe potuto? Guardo ancora verso la casa di Bishop e la finestra della camera da letto. Aveva la nausea e respirava male per la paura, ma la sua voce rimase ferma e quasi impassibile, come se fosse un altro a parlare.

«Devo andare a vedere», disse. «Bisogna stanare quel figlio di puttana, cosi posso entrare e scoprire che cosa diavolo sta succedendo.»

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