«Oh, cazzo», sussurro.
Poi lascio rapidamente la finestra e si avvicino alla luce bianca dello schermo.
54
Dall’esterno cominciavano a giungere dei rumori: voci che chiamavano, una risposta soffocata. Bishop si alzo in piedi.
Chase, sempre inclinato all’indietro sulla sedia, impugno piu saldamente l’arma. «Non muoverti», gracchio.
Bishop lo ignoro, torno alla finestra e guardo tra le stecche delle veneziane.
Eccoli: avanzavano fra gli alberi in direzione della baracca. Chris e Kathleen, l’assistente di Hirschorn, Alex Wellman, e i due scagnozzi, Goldmunsen e Flake, a chiudere la fila.
L’uomo di colore era in attesa vicino alla porta e in quel momento usci anche Hirschorn. Altri due uomini armati, in tuta mimetica, lo seguirono. A un comando di Hirschorn, si mossero in direzioni opposte e scomparvero alla vista di Bishop.
Chris stava gia gesticolando, parlando a Hirschorn mentre si avvicinava. La sua voce arrivava chiara nella stanza superiore e Bishop senti quasi subito il suo falso nome, Kennedy. Ecco, era fatta. Quella certezza parve scendergli nella pancia come un sasso: era finita. L’avevano scoperto.
Bishop penso che Chris ci avrebbe messo due minuti a convincere Hirschorn, poco piu. Poi sarebbero arrivati per spaccargli la faccia e farlo parlare. Oppure l’avrebbero semplicemente ucciso, chi poteva dirlo? In ogni caso, era giunto il momento di andarsene.
In quell’istante il suo sangue freddo gli fu prezioso. Riusci a girarsi senza scatti e a recitare la sua parte con disinvoltura.
«Pare che arrivino i rinforzi», disse con tono tranquillo. «Che diavolo avete in programma stanotte, un’invasione?»
«Siediti e basta», rispose Chase a voce bassa, con il mitra sempre puntato sul petto di Bishop, che si strinse nelle spalle.
La fuori, Chris stava raccontando tutto. Che Bishop aveva sedotto Kathleen, che lei aveva cominciato a spiarli, e chissa che altro. Proprio in quegli istanti, Hirschorn stava cominciando a intravedere la verita, a capire cos’era successo. Bishop lo sapeva, eppure torno verso la sedia senza fretta, seguito passo dopo passo dal mitra di Chase.
Raggiunse la sedia. Aveva forse ancora un minuto, quarantacinque secondi. Magari anche meno. Si sedette con un sospiro pigro. Da un momento all’altro avrebbe sentito i passi sulla scala, la porta si sarebbe spalancata… Rivolse a Chase un mezzo sorriso. «Mi sembri teso, amico», disse calmo. «Dovresti…»
E mentre Chase aspettava di sentire quale stronzata Bishop volesse dirgli, quest’ultimo gli rovescio il tavolino addosso. Chase volo all’indietro, con le gambe in aria, insieme alla sedia e al tavolo. Bishop doveva spostarli per raggiungerlo: in quel momento Chase riusci a rimettere le mani sul mitra e apri la bocca in un ruggito.
Bishop gli calo pesantemente addosso, gli spinse l’arma contro il petto con il ginocchio e gli afferro la gola con la mano. Chase emise un unico, debole suono strangolato e poi tutto fu finito. La stretta di Bishop si chiuse come una morsa, il suo braccio scatto all’indietro con brutale rapidita, strappando via una porzione sanguinante della gola e dell’esofago dell’uomo.
Il corpo di Chase si inarco e poi ricadde con uno spasmo. Bishop lo tenne giu con le ginocchia durante le convulsioni. Ci volle solo un momento prima che il gorilla si afflosciasse a terra, cadavere. Con una smorfia di disgusto, Bishop gli getto accanto quel che gli era rimasto in mano.
Bishop lo scavalco per sfilargli l’arma dalla spalla. C’era solo un caricatore da quindici colpi. Passo le mani sul corpo immobile per cercarne uno di ricambio, ma non lo trovo.
Si alzo con la mitraglietta in mano. Rimase in ascolto: nessun suono, niente passi sulle scale. Non ancora. L’operazione Chase gli aveva preso circa dieci secondi; a parte quel poco trambusto provocato dal tavolino e dalla sedia che cadevano, non vi erano stati rumori.
Ritorno rapidamente alla finestra, appiattito contro il muro. Muovendosi da una parte all’altra, sbirciando fra la tenda e la parete, si fece un’idea della scena in atto di sotto. Chris era finito in ginocchio, a testa bassa. Kathleen era trattenuta dalle braccia di Goldmunsen, e Hirschorn… Nonostante la distanza e il buio della foresta, Bishop gli vide in faccia un pallore mortale. Ormai sapeva.
«Avete mandato tutto a puttane, a puttane!» senti Hirschorn imprecare, mentre si passava una mano fra i capelli. I suoi bei lineamenti fini sembravano disfatti, privi di vita. Era pieno di rabbia per quello che Chris gli aveva detto. Pieno di rabbia… e di paura.
Improvvisamente guardo su, verso la finestra. Bishop si ritrasse subito, si appiatti contro la parete, con l’arma in mano. Giro la testa per vedere la porta. Di li non c’era scampo, sarebbe entrato direttamente nella linea di fuoco. Tenendo la testa contro il muro, cerco di sbirciare ancora dalla fessura della tenda.
Hirschorn stava guardando Chris, sempre inginocchiato. Il suo volto pallido stava diventando rosso di collera. Con una smorfia schiaffeggio brutalmente Chris, che si piego alzando timidamente le mani per proteggersi.
«Pare che alla fine avrai la tua occasione di volare, testa di cazzo», sibilo.
Bishop udi Chris rispondere fra le lacrime: «Lo faro, lo giuro…»
Hirschorn lo colpi ancora. «Taci.» Il petto era scosso da un respiro affannato. Si rivolse al suo assistente, Wellman. «Portalo dentro.»
La figura magra del factotum si chino e prese Chris per un braccio. Non sarebbe riuscito a sollevarlo con la forza, ma fu sufficiente che lo toccasse e Chris si alzo, instabile, con la testa bassa. I due uomini si avviarono verso l’edificio.
Hirschorn sputo, disgustato, passandosi ancora la mano tra i capelli. Bishop, che lo guardava dall’alto, ne percepiva la paura. «Il mio socio e un tipo esigente», aveva detto. Qualsiasi fosse la missione che quel socio gli aveva affidato, non contemplava la possibilita di fallimenti o ritardi.
Hirschorn guardo Goldmunsen, poi Flake. Prese un respiro, cercando di ricomporsi, e disse: «Bene, portate questa puttanella alla palude. Fatela fuori e basta, senza perdere tempo, capito? Tornate piu in fretta che potete. Tu, dagli la torcia».
L’ultimo ordine era diretto all’uomo di colore, che passo la torcia a Flake. Goldmunsen, intanto, diede una spinta a Kathleen per farla camminare. La donna si muoveva lentamente e il gorilla dovette spingerla piu volte per farla proseguire. Flake li seguiva, illuminando il cammino.
Bishop non pote far altro che restare immobile, schiacciato contro il muro, a guardare Kathleen che veniva portata nella foresta, finche non scomparve nel buio.
Hirschorn intanto si era rivolto all’altro uomo. «Vai a occuparti di quel figlio di puttana di sopra. E fa’ in fretta. Dobbiamo cominciare a muoverci.»
Il nero si avvicino alla scala. Bishop si appiatti ancora di piu sulla parete.
«Cristo», senti Hirschorn imprecare. «Che dannato casino.»
Poi dei passi pesanti risuonarono sui gradini, e il nero spalanco la porta.
55
Il nero spalanco la porta e Bishop gli sparo. Tiro il grilletto due volte, e l’uomo si accascio contro lo stipite, morto.
Non era ancora caduto, che gia Bishop lo stava scavalcando per scendere le scale.
Fuori la situazione era difficile. Gli spari si erano sentiti e gli altri due uomini armati stavano correndo verso di lui. Uno arrivava dal lato del capannone, a sinistra, l’altro dal folto della foresta a destra. Erano veloci e decisi, pronti a colpire.