grilletto.

Bishop alzo la mira e sparo di nuovo, questa volta in faccia. I lineamenti di Flake esplosero e il corpo crollo a terra. Era morto, sdraiato nel fango. La torcia che teneva nella sinistra gli era caduta sul petto e li rimase, a illuminare lo squarcio rimasto al posto del volto.

Ma ora Goldmunsen, sempre a terra sotto Bishop, riusci a muoversi e a scrollarselo di dosso.

Bishop rotolo sul terreno morbido e si rialzo di scatto. Cerco di prendere la mira nonostante il buio, ma Goldmunsen fu piu rapido. Gli assesto un calcio al polso, e la pistola fu sbalzata via.

E Goldmunsen tornava all’attacco. Colpi Bishop di destro alla mascella, senza che questi potesse neppure tentare di parare o evitare il colpo. Lo prese in pieno e fu scaraventato indietro, istupidito dal pugno. Prima che potesse capire, prima ancora che potesse anche solo pensare di reagire, Goldmunsen lo colpi ancora con tutta la forza del suo braccio scimmiesco, un sinistro violentissimo al plesso solare.

Bishop grugni, sentendosi soffocare. Piegato in due, non riusciva piu a pensare, in quel momento di rabbia impotente e frustrazione. Poi Goldmunsen alzo il pugno destro in aria e colpi Bishop sulla nuca.

Il cervello del detective si oscuro. Senti che cadeva in ginocchio e poi su un fianco, ma niente altro.

Rimase li, tra le foglie e il fango. Vide Goldmunsen andare verso Flake, cercare la sua pistola. Si rese vagamente conto che era finita, che se non si fosse alzato sarebbe morto.

Ma ad alzarsi non riusciva. La mente non riusciva a pensare con chiarezza, si sentiva svuotato e senza forze. Eppure, facendo ricorso a tutta la sua forza di volonta, ci provo. Appoggio una mano al terreno e spinse, piegando un ginocchio per tirarsi su.

Non riusci ad andare oltre. Fu sorpreso cosi, appoggiato a una mano e a un ginocchio, dalla pistola che Goldmunsen aveva finalmente trovato e puntato fra gli occhi di Bishop.

Non c’era piu speranza, era morto. Cosi diceva la canna nera di quella pistola.

Merda, penso.

Poi senti il colpo. Anzi, due colpi sordi che squarciarono la notte.

Guardo Goldmunsen e il gigante ricambio lo sguardo, con il petto che ansimava. Nei suoi occhi c’era un misto di confusione e stupore, l’espressione di chi non ha capito che cosa sia successo.

Poi fece un passo avanti e cadde pesantemente, sollevando un nugolo di foglie.

Bishop guardo oltre il corpo senza vita del gorilla e vide Kathleen. Aveva trovato la pistola che lui aveva perso e la teneva davanti a se, stringendola con ambedue le mani tremanti. Gli occhi erano pieni di rabbia, il volto segnato dalle lacrime e contratto in una smorfia d’ira.

Bishop guardo ancora l’uomo a terra, poi Kathleen, e pian piano capi che lei lo aveva ucciso. Annui. Era andata bene. Meglio di quanto si fosse aspettato, comunque.

Comincio di nuovo a tentare di alzarsi.

«Non provare a muoverti, figlio di puttana», disse Kathleen, puntandogli la pistola contro. «Tu sei il prossimo.»

59

«Aspetti un attimo», stava dicendo l’uomo all’altro capo del telefono. «Mi faccia capire.»

Weiss si stava stropicciando gli occhi. Era tardi, sicuramente erano da un pezzo passate le dieci. L’ufficio era ancora buio e il computer sempre acceso. Sullo schermo adesso c’era la figura di Julie Wyant, che ammiccava allo spettatore nello spot montato ad anello. Weiss lo faceva girare nel computer e non riusciva a smettere di guardarlo, con una stretta al cuore ogni volta. Lei era chissa dove, e Shadowman la stava cercando. Ogni minuto era prezioso.

«Lei mi chiama a casa di sera per dirmi che c’e un assassino rinchiuso nel mio carcere di massima sicurezza», disse la voce al telefono. Era Roger Nelson, il direttore del carcere di North Wilderness. Aveva una voce asciutta, diretta, di uno che ne ha viste tante. E non sembrava molto felice di sentire Weiss. «Forse la cosa la sorprendera, ma ce ne sono molti la dentro. In genere l’assassinio e una delle caratteristiche richieste per essere rinchiusi nella mia prigione.»

«La differenza e che questo assassino, Ben Fry, si e fatto rinchiudere apposta», replico Weiss. «Ha progettato il suo arresto per arrivare a un altro detenuto, Lenny Pomeroy. Ha intenzione di torturarlo per estorcergli un’informazione, per poi ucciderlo ed evadere.»

La ragazza sullo schermo si protese in avanti, una mano dietro la schiena. L’indice dell’altra mano si piego in un gesto che pareva rivolto proprio a Weiss. L’investigatore si sciolse in quello sguardo angelico. Penso che aveva gli occhi piu profondi che avesse mai visto.

Nelson, nel frattempo, rideva. «Questo sarebbe il piano piu diabolico di cui abbia mai sentito parlare, Weiss. Ha solo un difetto, e completamente impossibile. Ha idea di quali sistemi di sicurezza ci siano in quella prigione? Anche se questa storia fosse vera, cosa di cui dubito, quell’uomo non ci riuscirebbe mai.»

«Le dico che puo farcela», disse Weiss con voce frustrata. «E ce la fara.»

«Ah si? E lei come fa a saperlo?»

Weiss alzo gli occhi al cielo in cerca di aiuto, ma l’aiuto non arrivo. Questa era la domanda che temeva, quella per cui non aveva risposta. Come lo sapeva? Intuito, esperienza? Non lo sapeva neppure lui.

«Ho una fonte sicura», menti infine.

«Chi?»

«Non posso rivelarlo.»

«Buonanotte, Weiss», disse Nelson.

«Direttore…»

«Senta, Weiss», replico Nelson con tono stanco. «Glielo ripeto solo una volta prima di riattaccare: sia lei, sia ogni altro contribuente dello stato della California potete dormire sonni tranquilli perche l’amministrazione penitenziaria sta facendo tutto cio che e in suo potere per proteggervi contro i malfattori gia sotto custodia. D’accordo?»

Weiss tento di replicare, ma non ne ebbe la possibilita. Il ricevitore fu appeso e la linea interrotta.

Anche Weiss ripose la cornetta e si passo le dita sulle labbra secche, riflettendo.

La ragazza ammiccava dallo schermo, con i capelli rossi lucenti.

Weiss allungo di nuovo la mano verso il telefono.

60

Kathleen urlo di nuovo: «Tu sei il prossimo, te lo giuro!»

Bishop, ancora inebetito dai colpi, si alzo in piedi, oscillando come l’albero di una barca col mare mosso.

«Non muoverti! Non muoverti!» La voce di Kathleen era rauca e stentorea. A quel suono gli uccelli notturni si alzarono in volo dall’acqua. Anche gli insetti parvero zittirsi.

La donna fece un passo verso Bishop, puntandogli la pistola contro. Aveva i denti scoperti in una smorfia furiosa e allo stesso tempo era scossa da singhiozzi che sembravano soffocarla.

Bishop la osservo con distacco. Osservo la pistola. Vide la donna fare un altro passo verso di lui e guardo il suo volto, considerandolo con attenzione. Poi si guardo intorno, come in trance.

Bizzarra… era davvero una scena bizzarra. Flake morto, sdraiato sulla schiena, con la torcia che illuminava la maschera insanguinata del suo volto. La sagoma di Goldmunsen, morto, appena visibile nell’oscurita. Poi c’era la notte, improvvisamente silenziosa, gli alberi stagliati sul cielo e Kathleen, che alla luce delle stelle avanzava verso di lui con una pistola in mano. Ancora per qualche istante Bishop rimase troppo stordito per rendersi conto che quella donna avrebbe potuto sparargli davvero. Poi, pian piano, si sforzo di chiarirsi le idee. Gli torno in mente come l’aveva trattata, quanto l’aveva offesa. E comincio a capire che, in effetti, avrebbe potuto sparargli davvero.

Anche Kathleen pensava la stessa cosa, pensava che avrebbe potuto sparare sul serio anche a lui. Di certo

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