ne aveva una gran voglia. Aveva gia sparato all’altro, a Goldmunsen, e si era sentita proprio bene. Se avesse sparato a Bishop, sarebbe stata ancora meglio. Sparare alla gente sembrava farle bene. Anzi, era stufa marcia di non sparare mai a nessuno.
Strinse forte la pistola, tanto che le tremarono violentemente le mani. Vedeva Bishop attraverso le lacrime.
«Sei uno stronzo!» disse. «Lo sai?» La voce fu quasi soffocata dai singhiozzi. «Io ti avrei amato. Io ero disposta a darti il mio amore e tu… mi dicevi solo bugie. Erano tutte bugie, bastardo!»
Bishop guardo la pistola, poi guardo Kathleen, e annui. Gli sembrava la cosa piu giusta da fare.
E invece no. «Stai zitto!» urlo la donna. «Non dirmi di si! Sei capace solo di dire bugie, stronzo!»
«Senti», tento di intervenire Bishop. «Hai ragione, ho mentito…»
«Non dirmi che ho ragione, figlio di puttana! Io ti avrei amato.» Continuava ad avanzare, con la pistola puntata su di lui, stringendola cosi forte che le nocche erano bianche. Il dito sul grilletto era bianco. «Tu invece eri tutto bugie! Come puoi essere cosi, come puoi far questo alle persone? Che cosa diresti se qualcuno lo facesse a te? Se ti uccidessi, ti dispiacerebbe, vero? Dovrei ammazzarti subito, brutto figlio di puttana.»
Bishop fece una smorfia di dolore. Questa faccenda cominciava a fargli venire il mal di testa. O forse era colpa della faccia, dove l’aveva colpito Goldmunsen: la guancia si era gonfiata e pulsava, irradiando delle fitte insopportabili in tutto il cranio. In piu c’erano le urla di Kathleen, una cosa che proprio non sopportava. Odiava quel momento in cui le donne scoprivano la verita e diventavano matte, iniziavano a urlare. Qui poi c’era anche una pistola, che sarebbe bastata da sola a far venire il mal di testa a chiunque.
E adesso… Santo cielo, si sentiva un rumore diverso provenire dalla foresta, in direzione del campo. Una specie di sordo e ritmico colpo di tosse che spostava l’aria. Bishop si giro a guardare.
Dio mio, penso.
«Guardami! Non voltarti, bastardo, devi guardarmi!» urlo ancora Kathleen.
Era l’elicottero, Bishop lo capi subito. Quel rumore, quello spostamento d’aria: era l’Apache. Avevano acceso i motori.
Kathleen fece un altro passo avanti arrivandogli davvero vicino, tanto che Bishop vide chiaramente il suo volto nell’oscurita, percepi la rabbia e l’offesa nei suoi occhi. Era tanto vicina che avrebbe potuto prenderle la pistola, se fosse stato veloce, se non fosse stato troppo intontito e fosse riuscito a battere in velocita il dito di lei, gia stretto cosi nervosamente attorno al grilletto.
In quel momento, Bishop era alquanto sicuro di non essere all’altezza.
Kathleen scosse la testa, tristemente. «Scommetto che non ti chiami neanche Frank», disse. «Merda, mi stavo innamorando di uno di cui non conosco neanche il nome.»
Un’altra fitta di dolore gli trapasso il cranio. Si massaggio la tempia sospirando. Odiava veramente quella parte della storia. «Bishop», disse. «Jim Bishop.»
Il rumore dell’elicottero cambio, divenne piu intenso e piu forte. L’Apache si alzava in volo.
«E non mi hai amato per niente, vero?» chiese Kathleen.
Bishop scosse la testa, sobbalzando per il dolore causato da quel gesto. «No», rispose.
L’elicottero tuonava sempre piu forte.
«Che tu sia maledetto», disse Kathleen.
Emise un rauco gemito di rabbia. Lo afferro per i capelli e attiro il volto di lui vicino al suo, premendo la pistola contro la pancia di Bishop e le labbra sulle sue. Lo bacio. La testa di Bishop pulso di dolore, con delle fitte acute dove lei gli tirava i capelli. Senti la sua Lingua in bocca, e la canna della Glock affondargli nella carne. Si chiese se Kathleen l’avrebbe ucciso, se sarebbe morto cosi, baciandola. Poi alzo una mano a toccarle i capelli durante il bacio. Intorno a loro, intorno alla palude illuminata dalle stelle, sopra i cadaveri dei due uomini che giacevano a terra nel riverbero della torcia, l’aria tremo al fragore dell’Apache che si alzava in volo.
Poi, con un brusco movimento della mano, Kathleen allontano Bishop, lasciando andare i capelli come se li stesse buttando via. La pistola pero era ancora puntata su di lui. Lo guardo negli occhi.
«Perche sei tornato indietro?» chiese. Dovette alzare la voce, perche il rumore dell’elicottero era sempre piu forte. «Perche sei venuto a salvarmi?»
Bishop poso lo sguardo su di lei. L’elicottero percuoteva l’aria e il dolore batteva forte in testa. Cerco di sorriderle con un angolo della bocca. «Mi venga un colpo se lo so.»
Persino Kathleen rimase sorpresa della risata che le usci dalla gola. Che cosa si doveva fare con uomini come quello? Che cos’era a renderli cosi maledettamente attraenti? Scosse la testa. «Sei un autentico bastardo, lo sai.» Abbasso la pistola e rise di nuovo. «Te lo dico in tutta sincerita, Bishop. Ce ne sono tanti che ci provano, ma tu lo sei veramente!»
Un istante dopo alzarono lo sguardo: l’elicottero stava passando sopra di loro. Staziono per un momento nell’aria color indaco sopra la palude, una sagoma scura alla luce delle stelle e della luna bassa sull’orizzonte. Con le pale rotanti e i missili Hellfire appesi sotto le tozze ali, sembrava davvero un malefico insetto emerso dalle canne e dalle acque torbide.
Era a circa sessanta metri di altezza, non di piu, e il suo ritmico battito copriva ogni altro rumore. I due sentirono lo spostamento d’aria sul viso.
«Pensi che sia Chris?» domando Kathleen gridando per farsi udire, lo sguardo rivolto all’apparecchio.
«Penso di si», grido Bishop di rimando. «Non puo che essere lui.»
«Pensi che lo rivedro?»
«Non credo proprio. Comunque vada, e un uomo morto.»
«Credo che di questa non avro piu bisogno, allora», disse Kathleen, gettando la pistola al suolo.
Restarono cosi, fianco a fianco, osservando il mostro nel cielo. Al suo interno, sotto il sedile di guida, il computer di Bishop stava sempre cercando il segnale per spedire il messaggio.
E salire un po’ di altitudine, penso Bishop, era proprio quello che gli serviva.
Proprio in quel momento, l’Apache si alzo verso il cielo e spari nella notte.
61
L’uomo chiamato Ben Fry apri improvvisamente gli occhi.
Era sulla branda della cella, sotto la coperta, completamente vestito. Si era addormentato per un minuto, forse cinque, non lo sapeva. Aveva avuto un incubo: era in casa di sua madre, aveva aperto un armadio e l’aveva trovato pieno di corpi macellati. Si era svegliato con il cuore in gola, con il fiato corto. Si era ripreso subito, aveva capito dov’era e si era tranquillizzato. Era giunto infine il momento.
Gli sembrava di ritornare se stesso, infine. La meticolosa, fredda precisione dei suoi pensieri sembro riprendere il suo corso senza problemi. Immagini come quella dell’incubo — e molte altre molto piu spaventose di tutta la sua vita — sembravano essere state ricacciate nel profondo. Poteva risalire nella torre, al sicuro, per seguire il suo piano.
La prima cosa era recuperare la capsula.
L’uomo chiamato Ben Fry guardo l’orologio di plastica che teneva agganciato alla branda. L’aveva usato per cronometrare le immagini sui monitor della cabina di controllo. Quarantotto celle, ognuna mostrata per dieci secondi. Un ciclo di otto minuti. In uno dei suoi passaggi verso il parlatorio, aveva visto la sua cella e aveva iniziato a contare. Aspetto il momento in cui era il turno della sua cella di apparire sul monitor, poi conto i dieci secondi e qualcuno in piu, per sicurezza, e si giro verso la parete.
La coperta copriva le sue mani infilate dentro la cintura dei pantaloni. Le dita trovarono il punto delicato della cicatrice. Trattenne il fiato, concentrandosi sul muro bianco davanti a lui. Poi si pizzico la carne fra pollice e indice e inizio a premere.
Schiaccio con forza e vide accendersi nei suoi occhi dei lampi bianchi, un’esplosione di dolore bianco, e scintille che ricadevano come in un fuoco d’artificio. L’uomo chiamato Ben Fry continuo a guardare la parete, con le mascelle serrate, gli occhi strabuzzati. La sacca di pus che si era formata intorno alla capsula sali verso l’esterno, e la sua gamba avverti con dolore il bordo tagliente dell’oggetto che si spostava. Le dita premettero piu forte e la capsula sali in superficie assieme al pus. L’agonia nei suoi occhi divenne rossa, rossa con lampi bianchi. Persino l’uomo chiamato Ben Fry era stupefatto di quanto facesse male.