– A Bay City vi riterreste autorizzati a accopparmi perche porto la cravatta blu – replicai.

Maglashan fece l'atto di alzarsi. Beifus gli lancio un'occhiata di traverso e consiglio: – Lasciate fare a Christy. Si puo sempre ricominciare.

– Potremmo rovinarvi la carriera per questo – mi comunico French, con una voce senza inflessioni.

– Consideratemi rovinato – dissi. – E un mestiere che non mi e mai piaciuto, d'altronde.

– Cosi siete tornato in ufficio. E poi?

– Ho fatto il mio rapporto alla cliente. Poi mi ha telefonato un tizio e mi ha chiesto di raggiungerlo all'albergo Van Nuys. Era lo stesso individuo col quale avevo parlato in Idaho Street, ma aveva cambiato nome.

– Questo avreste potuto dircelo, no?

– Se vi avessi detto questo avrei dovuto dirvi tutto. Avrebbe significato violare le condizioni alle quali ero stato assunto.

French annui, e picchietto con la matita sui denti. Poi disse, adagio.

– Un delitto cancella un impegno di questo genere. Due delitti dovrebbero cancellarlo due volte. E due delitti commessi con la stessa tecnica tre volte. Non mi piace la vostra situazione Marlowe. Non mi piace assolutamente.

– Nemmeno alla cliente piaccio, dopo quel che e successo oggi!

– Che cosa e successo oggi?

– La cliente mi ha avvertito che suo fratello le aveva telefonato dalla casa di quel medico, il dottor Lagardie. Il fratello era in pericolo. Io dovevo precipitarmi da lui e levarlo dalle peste. Mi sono precipitato da lui. Il dottor Lagardie e la sua infermiera avevano chiuso l'ambulatorio. Si comportavano come conigli spaventati. La polizia era stata li a trovarli.

– Un'altra delle sue telefonate anonime – ringhio Maglashan.

– Non mia, questa volta – rettificai.

– D'accordo, continuate – disse French, dopo una pausa.

– Lagardie mi ha giurato di non sapere nulla di Orrin Quest. Ha mandato l'infermiera a casa. Poi e riuscito a rifilarmi una sigaretta drogata e io sono andato in un altro pianeta, per un po'. Quando sono rinvenuto ero solo in casa. Poi, a un tratto non sono stato piu solo. Orrin Quest, o quel che era rimasto di lui stava grattando la porta. Appena l'ho aperta e caduto sulla soglia ed e morto. Con l'ultimo guizzo di energia che gli era rimasta ha cercato di pugnalarmi con uno scalpello da ghiaccio.

Mossi le spalle. In mezzo ad esse c'era un punto un po' rigido e indolenzito; niente piu. French guardo intensamente Maglashan. Maglashan scosse il capo, ma French continuo a fissarlo. Beifus si mise a zufolare sommessamente. Non riuscii a distinguere il motivo, da principio, poi ci arrivai. Era: 'E morto il vecchio Moses'.

French volto il capo e disse, lentamente:

– Vicino al morto non e stato trovato nessuno scalpello da ghiaccio.

– L'ho lasciato dov'era caduto – affermai.

– Ho paura che dovro infilare di nuovo il mio guanto – disse Maglashan, e lo fece scorrere fra le dita. – Qui c'e un maledetto bugiardo… e non sono io.

– Va bene – brontolo French. – Va bene. Non facciamo i commedianti. Ammesso che il ragazzo avesse uno scalpello da ghiaccio in mano questo non prova che sia nato cosi.

– Uno scalpello accorciato – spiegai. – Molto accorciato. Sei centimetri, dall'impugnatura alla punta. Non e cosi che li vendono, nei negozi di ferramenta.

– Perche mai avrebbe dovuto pugnalarvi? – chiese Beifus, con un sorriso di scherno. – Voi eravate dalla sua. Eravate andato a tirarlo fuori dai guai per conto della sorellina.

– Io ero semplicemente un oggetto tra lui e la luce – spiegai. – Qualcosa che si moveva, e avrebbe potuto essere la persona che l'aveva ferito.

Stava morendo in piedi. Non l'avevo mai visto prima. E se lui aveva visto me io non lo sapevo.

– Avrebbe potuto essere una splendida amicizia – sospiro Beifus. – A parte gli scalpelli da ghiaccio, naturalmente.

– E il fatto che lui ne avesse uno in mano, e abbia cercato di pugnalarmi puo significare qualcosa.

– Ad esempio?…

– Un uomo nelle sue condizioni agisce per istinto. Non inventa tecniche nuove. Mi ha preso tra le scapole, un graffietto, l'ultimo debole sforzo di un morente. Forse avrebbe scelto un punto diverso e sarebbe andato molto piu a fondo, se fosse stato in buona salute.

– Per quanto tempo, ancora, dobbiamo stare a far l'amore con questa pezza da piedi? – domando Maglashan. Lo trattate come se fosse un essere umano. Lasciate che gli parli io, a modo mio.

– Il capitano non ci tiene – mormoro French, con aria distratta.

– All'inferno il capitano.

– Il capitano non ci tiene ad esser mandato all'inferno dagli sbirri di provincia.

Maglashan strinse i denti e la linea della mandibola gli si delineo bianca, sotto la pelle. Gli occhi gli si fecero stretti e lucenti. Tiro un lungo respiro, per il naso.

– Grazie per la collaborazione – disse, e si alzo. – E ora che me ne vada. – Giro intorno al tavolo, e venne a fermarsi accanto a me. Con la mano sinistra mi alzo il mento: – Arrivederci, tesoro. Arrivederci nella mia citta.

Mi sferzo sul viso, due volte, col polsino del guanto. I bottoni mi graffiarono penosamente. Alzai una mano e mi massaggiai il labbro inferiore.

– Per Cristo, Maglashan! Sedetevi e lasciate che quest'uomo ci racconti la sua storia – scatto French. – E tenete le mani a posto.

Maglashan si volto a guardarlo e domando:

– Credete di potermi comandare?

French si strinse nelle spalle. Dopo un istante Maglashan si passo una mano spessa sulla bocca, e torno alla sua sedia. French si rivolse a me:

– Sentiamo le vostre opinioni su tutta la faccenda, Marlowe.

– Fra l'altro Clausen probabilmente commerciava in 'paglia' – ripresi.

– Ho sentito odore di marijuana, nel suo appartamento. Quando sono arrivato c'era un ometto molto deciso, in cucina, che stava contando del denaro. Aveva una rivoltella e una lima lunga e sottile, molto affilata, e ha cercato di usare entrambi i suoi gingilli contro di me. Io glieli ho sequestrati e lui se ne e andato. Quello doveva essere l'esattore. Ma Clausen ormai era alcoolizzato a tal punto che non si poteva piu fare affidamento, su di lui. Nelle organizzazioni di quel genere non sono molto teneri, verso certe cose. L'esattore mi ha preso per un poliziotto. E la cricca non voleva che Clausen venisse arrestato. Si sarebbe lasciato mungere troppo facilmente. Nel preciso momento in cui hanno sentito puzza di legge in casa, era fatale che Clausen sparisse dalla circolazione.

– Tutto questo significa qualcosa, per voi?

– Puo essere – replico Maglashan, immusonito.

– E ammesso che sia cosi, che cosa c'entra, in tutto quest'affare, Orrin Quest? – mi domando French.

– Tutti possono fumare 'paglia' – dissi. – Se si e annoiati, soli, depressi e senza lavoro la 'paglia' puo avere molte attrattive. Ma quando la si fuma i sentimenti cambiano, si distorcono. E la marijuana fa un effetto diverso, secondo le persone. Certi diventano dei menimpipo, certi diventano cattivi. Supponete che Quest abbia cercato di ricattare qualcuno e abbia minacciato di andare alla polizia. E piu che probabile che tutt'e tre i delitti abbiano un legame con la banda della marijuana.

– Questo non concorda con lo scalpello da ghiaccio di Quest – osservo Beifus.

– Secondo il tenente, qui, Quest non aveva nessuno scalpello – obiettai. Quindi devo essermelo immaginato. In ogni caso puo averlo preso su per caso. Certi arnesi dovevano far parte dell'armamentario chirurgico normale in casa Lagardie. Sapete qualcosa, di lui?

Beifus scosse il capo.

– Non fino a questo momento.

– Non mi ha ammazzato, quindi probabilmente non ha ammazzato nessuno – affermai. – Quest aveva detto a sua sorella… a sentir lei… che lavorava per il dottor Lagardie, ma che alcuni gangster gli stavano dando la caccia.

– E di Lagardie… – disse French, punzecchiando la sua cartella da tavolo con una penna. – Che ne pensate, di

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