imbarcazioni. Dalla torcia sulla prua avevano continuato a sprigionarsi scintille che lo avevano investito fin da quando la barca era partita, e lui aveva continuato a scacciarle, ma in quel momento avverti due punti di calore alla cintola, e, abbassando lo sguardo, non vide scintille.

Si strofino la camicia, e scopri che la sua cintura con la fibbia di ferro era sgradevolmente calda, come pure il suo coltello nel fodero. E non appena ebbe notato cio, fu anche consapevole del calore sul collo dei piedi — proprio dov’erano le fibbie degli stivali.

«Uh,» comincio, voltandosi verso Davies, ma prima che potesse pensare a cosa dire, Hurwood grido dalla barca davanti.

«Ferro!» disse loro il vecchio. «Apparentemente le antiche superstizioni… la connessione fra il ferro e la magia… forse sarebbe saggio abbandonare quello che si puo…»

«Tenete le vostre armi,» fu il basso brontolio di Barbanera. «Sono gia stato qui… il calore non diventera insopportabile. E non sganciatevi le fibbie delle cinture se cio significa che i vostri calzoni si abbasseranno.»

Uno strillo proveniente dalla giungla buia fece sobbalzare Shandy, ma Davies, appoggiandosi sul remo, rise piano e disse, «Non era uno spettro — era uno di quegli uccelli marroni e bianchi che mangiano le lumache d’acqua.»

«Oh… giusto.»

Shandy tiro su il remo e lo appoggio sulla prua. Guardingo come se stesse spezzando il guscio di un’aragosta troppo cocente, si slaccio la cintura, poi sfodero il coltello — pote avvertire il calore della punta anche attraverso l’involucro di pelle del manico — e, usando la frisata come tagliere, recise l’estremita con la fibbia. Essa, battendo sullo scafo, cadde con un tonfo nella pozza che sciabordava avanti e indietro sul fondo della barca. Rimise il coltello caldo nel fodero e raccolse il suo remo.

Davies, che non aveva interrotto il suo ritmico movimento col remo, fece un sogghigno ironico e scosse la testa. «Sara meglio che i tuoi calzoni non caschino.»

Shandy si appoggio con tutto il peso al remo, e si domando se l’acqua fosse troppo bassa per tenere a galla la chiglia e non la stessero spingendo direttamente nel fango. «I tuoi,» disse, ansimando, «sara meglio che non prendano fuoco.»

Le tre barche continuarono ad avanzare lentamente nella giungla umida, avvolte nel fumo delle torce. Tanto per distogliere gli occhi lacrimanti dal chiarore della fiamma quanto per scrutare l’avvicinarsi furtivo di qualche mostro, Shandy si mise a guardare ai lati. E all’inizio si senti sollevato nel vedere che il sibilo scaturiva da fori che palpitavano nei baccelli tondi di una bianca proliferazione fungoide che si ammassava sempre piu fitta lungo gli argini spugnosi. Guardandosi intorno per trovare una spiegazione del fenomeno, ipotizzo che le sue radici fossero connesse a delle caverne, e che la differenza di temperatura faceva si che l’aria affluisse e fosse liberata in quella maniera di certo bizzarra — ma mentre le imbarcazioni venivano spinte piu all’interno dell’acquitrino, dove quei funghi sferici assumevano maggiori dimensioni, vide che al di sopra di quei fori esalanti dagli orli molli c’erano protuberanze e rientranze che assumevano sempre piu l’aspetto di nasi e di occhi.

La sensazione di un’enorme e attenta — ma silenziosa — entita la nelle tenebre divenne opprimente. Alla fine, Shandy alzo lo sguardo, impaurito, e sebbene potesse vedere l’intreccio di rami sopra la testa resi argentei dalla luna, seppe che una cosa invisibile si stava chinando su di loro, una cosa che viveva in quel luogo, che possedeva — e forse in larga parte ne era composta — quelle paludi e pozze e piante rampicanti e piccole creature anfibie, feconde in maniera repellente.

Anche gli altri, evidentemente, avvertirono la stessa cosa. Friend si sollevo pesantemente in piedi e poi quasi spense la torcia della barca gettandovi sopra una duplice manciata di erba nera; la fiamma brillo, bassa, ma un paio di secondi dopo divampo di nuovo, mandando una nuvola vorticante di quel fumo acre a dilatarsi verso l’alto in direzione dei rami che coprivano come un tetto il fiume.

Un grido proveniente dal cielo scosse i fiori dagli alberi e sollevo increspature sull’acqua cosi fitte e persistenti che per un momento le barche parvero adagiate sul pannello di vetro di un oblo pieno di solchi. Il suono si perse echeggiando nella giungla, e rimase solo il gracchiare degli uccelli spaventati, e, dopo che essi si calmarono, il sibilo dei baccelli fungoidi.

Shandy lancio un’occhiata al piu vicino grappolo di baccelli, e vide che le protuberanze fungoidi adesso erano davvero delle facce, e per il modo in cui le loro palpebre si contraevano fu infelicemente sicuro che ben presto avrebbe incontrato lo sguardo di quegli occhi.

Dietro di lui Davies stava imprecando con uno stanco tono uniforme.

«Non dirmi,» disse Shandy con voce ben controllata, «che era uno di quegli uccelli marroni e bianchi che mangiano le maledette lumache acquatiche.»

Davies latro una sola sillaba di risata, ma non replico. Shandy pote sentire Beth che piangeva piano.

«Ah, mia cara Margaret,» disse il vecchio Benjamin Hurwood con una voce soffocata ma fremente, «possano queste lacrime di gioia essere l’unica specie che tu mai verserai! E ora sii indulgente, ti prego, con un vecchio e sentimentale docente di Oxford. In questo giorno delle nostre nozze, mi piacerebbe recitarti un sonetto che ho composto.» Si schiari la gola.

L’invisibile, acquitrinosa presenza incombeva ancora, soprannaturale, sull’aria mefitica, e le caviglie di Shandy stavano diventando sgradevolmente calde malgrado lo spesso cuoio fra le fibbie degli stivali e la sua pelle.

«Margaret!» comincio Benjamin Hurwood, «Chiedo che una musa dantesca…»

«Siamo arenati,» fu il grido di Barbanera dall’avanguardia. «Smettete di spingere. Da qui in poi andremo a piedi.»

Cristo, penso Shandy. «Sta… scherzando?» chiese, senza davvero sperarlo.

Invece di rispondere, Davies appoggio il remo sulla barca, sali sulla poppa e s’immerse nell’acqua nera, che si rivelo profonda fino all’anca.

«…canti la mia gioia dopo quel giorno,» continuo a cantilenare Hurwood.

Shandy guardo avanti. Barbanera aveva tolto la torcia della sua barca dal sostegno, e lui e il suo inquietante barcaiolo stavano gia in acqua e diguazzavano verso l’argine piu vicino. Le ombre mutavano mentre loro si muovevano, e nuovi grappoli di teste fungoidi divennero visibili.

«Mr. Hurwood,» stava sibilando Leo Friend, mentre scuoteva l’uomo monco. «Mr. Hurwood! Svegliatevi, dannazione!»

«Quando,» continuo a declamare Hurwood, «nel mezzo della mia vita, Dio mi ha permesso di scegliere… di lasciare la selva oscura…»

Shandy poteva vedere le spalle di Beth che sussultavano. Bonnett stava seduto rigido e immobile come un manichino.

Barbanera e il suo barcaiolo si erano arrampicati sull’argine, e, ignorando le sfere bianche che si contraevano e sibilavano ai loro piedi, si stavano afferrando ai rampicanti penduli per continuare ad avanzare sul fango e sulle radici umide che s’inarcavano. «E necessario che stia sveglio,» grido Barbanera a Friend. «Schiaffeggialo… forte. Se non servira neppure questo verro la e… gli faro qualcosa io stesso.»

Friend sorrise nervosamente, tiro indietro una mano grassoccia e la abbatte sulla faccia sorridente di Hurwood.

Hurwood emise un strillo che era quasi un singhiozzo, poi si giro a guardare le barche, ammiccando, di nuovo consapevole di cio che realmente lo circondava.

«Non manca molto,» gli disse Barbanera, paziente, «ma lasceremo le barche qui.»

Hurwood scruto per quasi un minuto l’acqua e l’argine melmoso. Alla fine, disse, «Dovremo trasportare la ragazza.»

«Daro io una mano a trasportarla,» grido Shandy.

Friend rivolse a Shandy un’occhiata velenosa, ma Hurwood non si volto neppure. «No,» disse il vecchio, «Friend, Bonnett ed io possiamo farlo.»

«Giusto,» disse Barbanera. «Noi altri saremo impegnati a scavarci un passaggio con le sciabole attraverso questa giungla.»

Shandy sospiro e mise giu il remo. Libero la torcia della barca dal suo sostegno, la tese assieme all’involto di erbe nere a Davies, e poi scese dalla barca. Perlomeno, i suoi stivali lasciavano trapelare l’acqua, e l’acqua relativamente fresca dell’acquitrino leni il calore dei piedi.

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