«Leo Friend?»
«Credo di si. Ma perche?»
Shandy lancio un’occhiata a Hurwood. «Temo che probabilmente lo scopriremo.»
CAPITOLO DICIASSETTESIMO
Da dov’era rannicchiata nell’angolo della cabina Beth Hurwood poteva vedere solo segmenti sconnessi dell’incedere lezioso di Leo Friend sul ponte, verso di lei, poiche lui aveva chiuso la porta dietro di se quando era entrato. E l’unica luce nella cabina era il lampo rapido e regolare dell’azzurro del cielo di una finestra nella paratia che continuava ad apparire e a scomparire, evidentemente a tempo col battito cardiaco di quell’uomo grasso.
Beth si era svegliata all’alba per trovarsi a camminare giu per il gelido declivio di sabbia in direzione della barca che dondolava nell’acqua bassa. Quando aveva visto Leo Friend, seduto dentro di essa, che le rivolgeva un sogghigno, aveva cercato di fermarsi, ma non ci era riuscita; poi aveva cercato di deviare allontanandosi dalla barca, e non era riuscita a fare neppure quello, e non era neanche stata in grado di rallentare il passo mentre avanzava impotente nell’acqua gelida e si arrampicava sulla barca. Allora aveva cercato di parlare, ma non era stata in grado di tendere le corde vocali o aprire la bocca. La barca era scivolata al di la dei frangenti verso il punto dov’era la sagoma indistinta dello Strepitoso Carmichael, e la traversata fino alla nave era durata solo un minuto o giu di li, durante il quale Friend non aveva mai toccato i remi, trascinati ai lati della barca, e Beth non era mai riuscita a muovere un muscolo.
Ma tutto cio era accaduto diverse ore prima, e lei da allora aveva ripreso il controllo delle sue azioni abbastanza da trascinarsi in quell’angolo e, quando aveva udito i pirati che gridavano e morivano, da coprirsi le orecchie.
Guardo Friend, diffidente, valutando dove sulla di lui figura tumida avrebbe potuto usare i denti e le unghie in modo da ottenere l’effetto migliore, e cercando di irrigidirsi per opporsi a un altro episodio di impotenza marionettistica, indotta magicamente.
Ma un momento dopo senti che si alzava in piedi… dolorosamente, in una posizione goffa e sulle punte che non avrebbe mai assunto con la propria volonta; poi, finalmente, il suo peso ridiscese sui calcagni e le sue braccia si sollevarono di scatto verso alto e in avanti, anche se non per mantenere l’equilibrio, poiche era incapace di cadere quanto l’albero maestro di una grossa nave.
Friend sollevo le braccia e lei realizzo di essere stata costretta ad assumere quella posizione per abbracciarlo. Il labbro inferiore sporgente di lui era umido e fremente, e quando lui avanzo nelle sue braccia Beth le senti chiudersi intorno a quella schiena tremolante di carne. Poi la bocca di lui si serro su quella di lei.
Puzzava di profumo e di sudore e di dolciumi, e una delle sue mani annaspava, goffa, dietro il torso di lei, ma Beth fu, almeno per quel momento, in grado di tenere gli occhi e i denti serrati. Poi la bocca di lui scivolo via e lei lo senti ripetere piu volte con passione un paio di sillabe.
Beth apri gli occhi… e ammicco, stupefatta.
La finestra baluginante e l’intera cabina della nave erano scomparse. I due stavano su un logoro tappeto lavorato a maglia in quella che sembrava essere una meschina camera da letto inglese; l’aria era viziata e odorava di cavoli bolliti. Beth cerco ancora di staccarsi da lui, e, sebbene non avesse successo, diede uno sguardo al proprio corpo. D’improvviso era grassa, e indossava un lungo e informe vestito nero, e i suoi capelli erano grigi. E poi capi cos’era quello che lui stava sussurrando.
«Oh, mamma, mamma,» stava dicendo con voce strozzata, il respiro caldo e ansimante sulla gola di lei. «Oh, mamma mamma mamma.»
Ma fu solo quando realizzo che lui stava strofinando spasmodicamente le sue pelvi ben gonfie contro di lei che Beth vomito.
Meno di mezzo minuto dopo Leo Friend era fuori sul cassero di poppa, e camminava avanti e indietro con la faccia arrossata nella luce del mattino.
«Cosa c’e?» sbotto contro una delle figure che manovrava la barra del timone. «Avete paura di Barbanera? Paura che lui venga a conficcare una sciabola nei vostri visceri freddi? O di Hurwood, che ci insegua per riprendersi la sua d-d-d-d… maledetta prole? Ormai ho piu potere di tutti e due messi assieme, non preoccupatevi.»
La cosa a cui aveva parlato non parve udire, e continuo a girare la sua testa grigio perla — al punto che il suo collo comincio a lacerarsi — per scrutare al di la della poppa. Debole, dalla sua inservibile gola, venne un sibilo che avrebbe potuto essere un piagnucolio.
Irritato, poiche l’evidente paura della sua ciurma aveva cominciato a infettarlo malgrado la fiducia e la rassicurazione che portano le giornate di sole, Friend sali la scaletta del boccaporto fino al secondo ponte di poppa — la levitazione era ancora un’abilita troppo nuova e incontrollata — e si volto a guardare al di sopra della murata di poppa.
All’inizio penso che la nave all’inseguimento fosse la Vendetta della Regina Anna di Barbanera, e le sue labbra tumide si arricciarono in un sorriso crudele — che disparve un attimo dopo, tuttavia, quando realizzo che si trattava di una nave che non aveva mai visto. Questa, vide, era piu larga ed era dipinta di rosso e di bianco intorno alla prua… e la prua che avanzava non era forse spaventosamente immobile? Le prue della maggior parte delle navi non si sollevano e ricadono un poco quando acquistano velocita, e non scagliano spruzzi ai lati?
Sali sulla battagliola che sovrastava il cassero e i ponti di poppa. Almeno per il momento la sua nave aveva smesso di mutare il suo aspetto, e non c’erano piu alberi o ponti che cambiavano idea circa la loro posizione di momento in momento. Probabilmente anche la finestra in… quella cabina… si era ormai stabilita definitivamente la oppure definitivamente altrove.
«Aumentate la velocita!» grido Friend alla sua necrotica ciurma. Diverse figure grigie cominciarono a strisciare sul sartiame. «Piu in fretta!» strillo. «Non mi meraviglio che la maledetta Charlotte Bailey affondo, se era questo il modo in cui la governavate!»
Si volto a guardare la nave che li inseguiva, e si domando se stava soltanto immaginando che era gia piu vicina. Piantando saldamente i piedi sul ponte, desto le nuove zone della sua mente e punto un dito a salsicciotto contro la strana nave. «Via,» disse, con voce tesa.
All’istante un ampio tratto di mare si trasformo in vapore, che si arriccio e vortice verso l’alto in una bianca nuvola dal profilo netto, e Friend ridacchio, deliziato… ma il risolino s’interruppe un momento dopo quando la nave emerse dalla nuvola, apparentemente identica a prima. Le sue vele, di fatto, splendevano ancora del color bianco osso della tela asciutta.
«Maledizione,» disse Friend, piano.