cominciando a scendere,
Si lascio cadere sul ponte e rivolse un sogghigno fiducioso a Skank. «Possiamo scivolarvi sotto anche con meta di noi ubriachi fradici,» disse. «Continueremo verso sudest.»
«Gesu Cristo, Jack,» comincio precipitosamente Skank, ma Venner lo interruppe.
«Perche?» domando Venner. Indico a poppa con un braccio robusto e lentigginoso. «Gran Cayman e a sole poche ore da quella parte! E anche se questo vento muore, come e in procinto di fare, la dannata corrente ci portera la!»
Shandy si volto, senza fretta, verso Venner. «Non e necessario che lo spieghi, ma lo faro. Non arriveremmo a Gran Cayman. Questa tempesta sta venendo a prenderci, e sara meglio per noi avere la prua in avanti quando arrivera.» Le spalle larghe di Venner si ingobbirono per la tensione dei muscoli, ma Shandy si costrinse a ridere. «E, per l’inferno, uomo, il famoso Segundo si trova da qualche parte davanti a noi, ricordi? Quei cacciatori di tartarughe ieri ci hanno detto di aver visto la sua nave proprio la mattina! Non solo lui ha con se il bottino preso da una dozzina di navi depredate, ma quasi certamente si trova sul vecchio Carmichael, cui ha cambiato il nome. E la nostra nave… un vero vascello atto a tenere il mare, e noi ne abbiamo bisogno, poiche delle piccole imbarcazioni da acqua ferma come la Jenny non sono adatte alle lunghe traversate fino al Madagascar e all’Oceano Indiano, che e cio di cui abbiamo bisogno di questi tempi. Guarda cos’e accaduto a Thatch quando ha preferito una corvetta.»
«E questo Ulysse ha quella donna,» disse Venner, quasi sputando, «e non cercare di farci credere che non sia questa la ragione per cui vuoi agguantarlo! Beh, forse lei per te vale piu della tua pelle, ma per me non vale nulla. E io non rischiero la mia pelle per farti un favore.» Fronteggio gli altri uomini. «Pensate a questo, ragazzi. Perche dovremmo raggiungere questo Ulysse o Hurwood oggi? Perche non la prossima settimana?»
Shandy non aveva dormito molto negli ultimi giorni. «Sara oggi perche lo dico io,» disse, con una certa violenza. «Cosa pensate di questo?»
Woefully Fat si porto accanto a Shandy e la sua enorme ombra eclisso Venner. «Andremo a Giamaica,» disse.
Per diversi, lunghi secondi, mentre la nube davanti a loro cresceva e Grand Cayman diventava ancora piu lontana, Venner rimase immobile, gli occhi che dardeggiavano avanti e indietro da Shandy e Woefully Fat al resto della ciurma, domandandosi ovviamente se poteva provocare un ammutinamento.
Shandy, sebbene sperasse di apparire sicuro di se, si stava domandando la medesima cosa. Era stato un capitano abbastanza abile durante il mese successivo alla cattura del Carmichael da parte di Hurwood, e veniva ancora guardato con una certa soggezione a causa del ruolo importantissimo che aveva avuto nella fuga dalla nave da guerra della Navy, e gli era anche d’aiuto avere il sostegno del vecchio bocor di Davies, anche se la sua morte imminente sembrava essere l’argomento preferito dagli uomini in quel periodo. Ma Shandy poteva solo fare delle congetture, come ovviamente le stava facendo Venner, su quanta parte della fiducia che gli uomini avevano in lui fosse stata erosa dai suoi tre mesi di ebbra apatia nell’insediamento di New Providence.
«Shandy sa quello che fa,» borbotto un vecchio sdentato.
Skank annui con manifesta convinzione. «Sicuro,» disse. «Non potremmo tornare a Grand Cayman prima che la tempesta ci raggiunga.»
Shandy gli fu molto grato, perche sapeva che Skank non era sincero.
Le spalle di Venner si accasciarono, e il suo sogghigno, che stava cominciando ad apparire meno come una serie di rughe di allegria che di grinze in una camicia da lungo tempo non cambiata, fu issato di nuovo sulla sua faccia. «Certo che lo sa,» disse con voce rauca. «Volevo… soltanto assicurarmi che fossimo tutti… d’accordo.» Si volto e, spingendo da parte un paio di uomini, si allontano vacillando verso poppa mentre Shandy ordinava di rimuovere il fiocco e terzarolare la vela maestra.
Quando la corvetta si mosse in avanti col minimo delle vele in azione e Shandy si fermo per sbirciare la nuvola che adesso faceva loro ombra, Skank gli batte leggermente su una spalla e, con uno scatto della testa, lo tiro da parte.
«Cosa c’e?» domando Shandy, con una tensione che conferi rigidita alla sua voce.
«Venner non e minimamente soddisfatto,» disse Skank, piano. «Guardati da lui. Sara per oggi, e probabilmente alle spalle.»
«Ah. Beh, grazie. Lo terro d’occhio.» Shandy fece per allontanarsi, ma Skank gli si paro davanti.
«Tu non lo sai,» prosegui in fretta il giovane pirata, «non credo che tu lo sappia: e stato lui a provocare la morte di Davies.»
L’impazienza di Shandy era svanita. «Parla,» disse. Alcune pesanti gocce di pioggia caddero con un tonfo sul ponte attraverso l’aria immobile e tracciarono lunghe striature nere sulle vele.
«Beh,» disse rapidamente Skank, scrutando impaurilo il cielo scuro mentre parlava, «il marinaio morto che lo uccise stava per uccidere te, un minuto prima — tu stavi correndo verso la ragazza sospesa in aria, e non vedesti quel morto che ti stava aspettando. Cosi Phil si mise a correre per inchiodare quella cosa e salvarti, senza che ci fosse alcun problema… ma Venner si accorse di quello che stava per fare, e lo blocco… Venner non e mai stato contento che tu fossi diventato quartiermastro.»
La pioggia adesso stava cadendo con regolarita, e non c’era ancora vento. «Riducete ancora un po’ la vela maestra,» grido Shandy, inquieto. «No… abbassate interamente la vela di randa. Incontreremo la tempesta coi pennoni nudi… e ci terremo pronti a metterci in panna.»
«Davies perse l’equilibrio,» prosegui Skank, «quando Venner lo spintono, e cio ti fece avanzare per altri due passi; ma Davies continuo comunque a correre, e per questa ragione il modo in cui pote colpire quella cosa non gli fu sufficiente per ammazzarla del tutto. Il suo secondo colpo le stacco la testa, ma ormai la sciabola lo aveva trafitto.»
Allora il vento li colpi, e anche coi pennoni nudi la Jenny s’ingavono pericolosamente, perdendo l’abbrivio e inclinandosi al punto tale che gli uomini dovettero aggrapparsi alla battagliola o al sartiame per evitare di andare a sbattere contro le frisate di babordo. L’albero era quasi orizzontale.
Subito dietro al vento vennero delle onde altissime, e Skank raggiunse a fatica la poppa per aiutare il nocchiere a trascinare il timone nel mare impetuoso al fine di puntare la prua piu direttamente nel vento. Con lentezza, e a fatica, l’albero ritorno dritto.
Mentre la piccola imbarcazione vacillava sulla cresta di un’onda striata di schiuma e poi scivolava dall’altro lato nel ventre, col timone che si agitava nell’aria per un momento e il lungo bompresso che trafiggeva l’erta d’acqua ripida e grigia davanti, Shandy trattenne il fiato, aspettandosi che il bompresso si spezzasse o che la prua e l’intero scafo lo seguissero, senza piu risalire… Ma dopo otto rapidi battiti del cuore la prua si sollevo, col bompresso intatto, scacciando via il peso dell’acqua solida come un uomo che scaccia un branco di cani feroci che erano quasi riusciti a sopraffarlo.
Shandy espiro. Evidentemente chiunque avesse costruito la Jenny sapeva il fatto suo. Strillo l’ordine di mettersi in panna, e quando furono giunti sulla sommita dell’onda il vento era sulla prua di tribordo e abbastanza vela maestra era stata spiegata da spingere la Jenny a ricadere nello stesso punto senza prendere abbrivio. In linea di principio, avrebbero potuto in questa maniera superare la tempesta.
Shandy si arrampico e scivolo verso poppa, dov’erano gli uomini che si stavano dando da fare con la barra. Non c’erano ulteriori ordini da dare ormai, e il vento gli avrebbe in ogni caso strappato via le parole dalla bocca scagliandole lontano senza che nessuno potesse udirle, cosi si limito ad appoggiarsi all’arcaccia e a cercare di capire per quanto tempo la Jenny avrebbe potuto continuare a resistere senza spezzarsi.
Il vento caldo si stava ancora in qualche modo rafforzando, e spruzzi schizzavano in nuvole fitte come una mitraglia, e gli pungevano il volto e le mani; si lecco le labbra e il gusto salato gli fece capire che si trattava di acqua marina e non di pioggia. Le onde erano alte e solide a vedersi come scogliere, e ogni volta che la Jenny scivolava giu per il crinale sopravvento di una e cozzava contro la successiva, veniva scossa con tale violenza che l’albero oscillava paurosamente avanti e indietro sopra le loro teste. Lo spruzzo si perdeva alle loro spalle, e acqua solida vorticava intorno alle cosce di Shandy strattonandolo con sempre maggiore forza.
Continuo a guardare stringendo gli occhi contro la sferza del vento per assicurarsi che essi ne fronteggiassero il vento troppo direttamente ne consentissero al vento di aggirarli e colpirli sul fianco, e per diversi