«In pratica sarebbe un propulsore spaziale,» osservo Javelin.

«La base per un propulsore spaziale. Quando imparerete a usarlo, il che avverra molto presto, riuscirete a raggiungere rapidamente velocita elevate, e con pochissimo carburante. Le stelle saranno alla vostra portata.»

«L’ho rubato,» disse Diana, orgogliosamente.

«Hmmm?» William la guardo. Sembrava distratta. «Davvero? L’ha rubato, dice? Meraviglioso. Sembra che sia riuscita a farla agli Invasori, cosi.»

Diana si mostro per un attimo fiera, poi sembro perplessa. Lilo era triste per lei. Aveva gia un’idea di cio che era in realta successo.

«Non l’ho rubato, vero?» chiese Diana.

«No. Fa parte dello schema che culminera con lo sterminio di quanto resta della vostra specie nel sistema solare, tranne quelli che sono sul pianeta natale. La singolarita si riprodurra. Potrebbe anche essere una creatura vivente. Ce ne serviremo, come tutti gli altri.»

«Ma perche ce l’hanno data?»

«Non conosco le loro intenzioni. Ma pare che non vogliano uccidere specie intere. Sulla Terra non uccisero nessuno, ricordate. Non direttamente. Ne diedero la caccia ai sopravvissuti sulla Luna. Vi hanno lasciato vivere finche non avete cominciato a dargli noia. Adesso vi offrono un’altra possibilita di diffondervi fra le stelle; non credo che gli interessi che la sfruttiate, ma la possibilita ve la offrono.

«Quindi si preoccupano per gli esseri umani…»

William aggrotto le sopracciglia. «Chi lo sa di cosa si preoccupano? Non sembrarono particolarmente toccati dalle difficolta incontrate dalla mia razza. Quella singolarita puo sembrare miracolosa a voi e a me. Per loro e probabilmente sullo stesso piano tecnologico di una pietra levigata.

Cathay continuava a spostare lo sguardo da una Lilo all’altra.

«Mi vuol dire qualcuno che diavolo sta succedendo?» esclamo. «Chi e lei? E da dove viene?»

«Non mi riconosci?» domando Diana. «Sono cambiata fino a questo punto? L’ultima volta che mi hai visto stavo cadendo su Giove.»

«Ma dove sei stata… voglio dire, come hai…»

«E stata restituita dagli Invasori,» spiego William. «Hanno semplicemente ripercorso la sua linea vitale. In base alle nostre indicazioni preliminari, e andata diverse migliaia di anni nel futuro, ha passato dieci anni sulla Terra ed e stata riportata qui. Per loro e stato facile come sarebbe per voi unire due punti con una linea.»

Lilo cominciava a essere impaziente.

«Possiamo andare, adesso? Sulla nave potro rispondere a tutte le vostre domande.»

«Si, si,» disse William. «Se volete andarvene, andate pure. Dovremo modificare i nostri piani, naturalmente. Ci aspettavamo una cosa del genere, si, ma non cosi presto. E non nel giardino di casa nostra. E molto irritante. Pensate a quello che vi abbiamo detto. Vale sempre, ma non avete piu il tempo che credevamo…»

«Non siamo nemmeno riusciti a vedere l’interno del loro grande cerchio,» brontolo Cathay. «Abbiamo visto solo una costruzione artificiale.»

«Uno scenario,» suggeri Vaffa.

«In ogni caso qualcosa che hanno costruito per farci sentire a nostro agio.»

Javelin era davanti alla cupola di vetro della Cavorite e guardava la ruota. «Non volevano che vedessimo l’interno, credo.»

Vaffa alzo lo sguardo. Stava rimuginando da quando erano tornati sulla nave, piu di un’ora prima. Aveva ascoltato in silenzio Diana che narrava la sua storia, Lilo che faceva del suo meglio per raccontar loro le cose che aveva appreso, e in che modo. A meta storia, Lilo si rese conto che non riusciva a farsi capire. Javelin e Cathay sembravano decisamente scettici, anche se era chiaro che nessuno dei due era in grado di fornire una spiegazione migliore dell’accaduto. Javelin aveva avanzato la teoria — il piu diplomaticamente possibile — che Diana fosse un impostore, qualcuno costruito dai Mercanti per ragioni note solo a loro.

Lilo e Diana non avevano neppure cercato di confutare l’accusa, e dopo poco essa era morta di morte naturale. Nessuno riusciva a immaginare un motivo per cui i Mercanti volessero infiltrarsi fra gli esseri umani in modo cosi evidente. La domanda che continuava a tormentarli era: perche i Mercanti avevano sentito la necessita di richiedere la cultura umana? non erano abbastanza forti da prendersela?

Venne raggiunta la decisione provvisoria di aspettare e vedere. Non sapevano niente del procedimento di cui i Mercanti intendevano servirsi per impadronirsi della cultura umana. Non sapevano quasi niente delle loro capacita.

«Cosa facciamo, allora?» domando Vaffa. «Lo ammetto. Non sono mai stata cosi confusa.»

«Che vuoi dire?» chiese Javelin. «A proposito di che cosa?»

«A proposito di… tutto! Di tutto quello che ci hanno detto. Voi ci credete?»

Javelin osservo incerta Lilo e Diana, sinceramente perplessa. «Cos’e che la turba tanto? Capite di cosa stia parlando?»

«Ah… probabilmente e preoccupata per… lo sai, i guai che succederanno.»

«Guai?» grido Vaffa. La sua voce era diventata pericolosamente acuta. «Guai? Chiamate la fine degli Otto Mondi ’guai’? E questo che succedera, vero? Ho capito bene?»

«Si,» rispose Lilo. «E quello che hanno detto.»

«Bene…» si irrigidi per un attimo, a bocca aperta, con le mani alzate come se cercasse disperatamente di afferrare qualcosa, prima di sbattersele sulle ginocchia. «Sono la sola alla quale la cosa interessi?» Scruto tutti i componenti del gruppo e alla fine si fermo su Javelin.

«Perche te la prendi con me?» disse Javelin, leggermente a disagio. «Certo, non mi piace l’idea che muoia tanta gente. Ma avranno la possibilita di andarsene, i Mercanti hanno detto anche questo. Basta che accettino la loro proposta. Quanto agli Otto Mondi…» Scorreggio. «Perche dovrebbe importarmi? Non sono una cittadina.»

Vaffa guardo Cathay. Lui alzo le spalle. «Fare qualcosa, hai detto, vero? Senti, andro a casa e puliro la mia spada. Cosi saremo tu e io — posso contare su di te, no? — schiena contro schiena, spalla a spalla di fronte agli Invasori.»

«Oh, stai zitto,» disse Vaffa. Guardo Lilo e lo stesso fecero tutti gli altri.

«Succedera,» disse Lilo con calma, e Diana annui. «Mi dispiace ammetterlo, ma non e che mi importi molto. Il governo non mi piace piu di quanto piaccia a Javelin o a Cathay. O a te, Vaffa. Stai cercando di abbatterlo e di riportare il Capo al potere. Ma non importa. Succedera, questa e una cosa di cui sono certa. Immagino che voi non ci crediate, ma abbiamo veramente visto nel futuro, almeno fin dove arrivano le nostre vite. Molte persone moriranno. Gli Invasori stermineranno chiunque rimanga nel sistema solare.»

«E questo non ti interessa?» chiese Vaffa.

«Io…» Anche Lilo era turbata. Ma la risposta fu chiara. «No, e come… come se fosse gia successo. L’ho gia visto. Possiamo tornare indietro e aggiungere la nostra storia a quella che i Mercanti stanno trasmettendo, fare del nostro meglio per convincere la gente ad andarsene. Ma molti non lo faranno. E questo e il massimo che possiamo fare. E inevitabile.»

Ma Vaffa non poteva accettarlo. Lilo la guardo, chiuse gli occhi e cerco di ricordarla. Stava per cambiare, ne era certa. Vaffa era sul punto di trascendere i propri limiti. Era forse la figlia di Tweed? A Lilo sembrava di ricordare che alla fine Vaffa le avrebbe detto cosi. Ma non era piu sicura su molte cose che riguardavano il futuro. C’erano pezzi e frammenti che di solito non combaciavano. Sapeva che Vaffa si stava chiedendo se avesse curato gli interessi del Capo nel modo migliore. Ma contemporaneamente un dubbio si stava insinuando nella sua mente. La storia di Diana aveva fatto piu impressione a Vaffa che a chiunque altro. Era la prima volta che considerava gli Invasori come reali, non come nemici di cartapesta.

Ma per il momento era sempre fedele al Capo. Non era il caso di dirle che era stata costretta ad abbandonare la Luna come risultato diretto delle azioni di un’altra Lilo e di un altro Cathay.

La conversazione prosegui, ma Lilo la ignoro. Stava osservando l’altra se stessa, il suo clone, e il clone stava osservando lei.

«Ricordo Makel,» mormoro Lilo.

«E io ricordo Javelin quando era una persona molto piu sottile.» Diana sorrise e Lilo le rispose con un sorriso. «Ricordo anche l’impatto della Vendetta e di essere stata uccisa da Vaffa.»

«Vieni nella mia stanza,» disse Lilo.

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