stati gelati da un’arcana magia. Capi a un tratto, e il pensiero esplose in lui come una fiammata, che, al suo arrivo, gli uomini che avevano gridato, sul tetto del’edificio, avevano cercato di ucciderlo. Se non avesse perduto l’equilibrio, fortunatamente, ormai non sarebbe stato che un cumulo di cenere. Il corpo in cui si trovava era oggetto di una caccia spietata da parte di altri individui, che desideravano distruggerlo.
— Scendi immediatamente.
Si getto a terra. Non ci fu, questa volta, nessun ago di luce verde, ma qualcosa sibilo debolmente nell’erba, ai suoi piedi. Striscio disperatamente per qualche metro, poi si mise carponi, e scatto, in una corsa disperata, discendendo l’altura dalla parte opposta a quella che aveva percorso per salire.
La fortuna era con lui. Non cadde durante quella corsa pazzesca e disperata nella semioscurita.
Entro in una specie di rada boscaglia, e fu costretto a procedere piu lentamente. Foglie secche e rami caduti scricchiolarono sotto i suoi piedi. Alberi scheletrici nascondevano in parte le stelle.
Improvvisamente, senti che qualcuno gridava, davanti a lui. Cambio strada, seguendo il letto di un torrente in secca. Ma, dopo qualche tempo, anche da quella parte si udirono delle grida. Poi un oggetto enorme scese dal cielo e si fermo al di sopra della boscaglia, e da esso esplose un fiotto di luce accecante, che illumino la boscaglia di una luce piu insopportabile di quella del sole.
Trovo un riparo, e si nascose nella fitta vegetazione del sottobosco.
Per molto tempo i cacciatori si mossero vicino a lui, ora allontanandosi di poco, ora avvicinandosi. Una volta udi dei passi a pochissimi metri di distanza dal suo nascondiglio.
Il sottobosco, illuminato a giorno dalla spietata luce bianca, sembrava una protezione assolutamente inadeguata. Ma qualsiasi tentativo di cambiare posizione sarebbe stato senza dubbio molto pericoloso.
Si rialzo di qualche centimetro per spiare i movimenti dei cacciatori, attraverso il fogliame, e scopri che nella mano destra stringeva il cilindro metallico che aveva trovato in tasca, quando aveva riposto l’oggetto rubato all’Yggdrasil. Doveva averlo estratto durante la fuga… probabilmente, si trattava di una reazione automatica dei suoi muscoli stranieri.
Esamino la cosa, domandandosi se si trattasse di un’arma. Noto due levette di comando, ma non riusci a capire la loro funzione. Gli rimaneva l’ultima risorsa di puntare l’oggetto contro i suoi nemici, in caso di necessita, e di provare ad azionare le levette.
Un fruscio di foglie attiro la sua attenzione; osservo attraverso il fogliame. Una figura era emersa dalla riva opposta del torrente in secca. Era voltata dall’altra parte, ma fin dall’inizio Thorn noto qualcosa di incredibilmente familiare nel suo atteggiamento sicuro, nella posizione della testa dai capelli rossi.
La luce abbagliante illuminava la sua uniforme nera, e mostrava, su una spalla, un emblema, piu nero ancora dell’uniforme: una stella nera.
Thorn si fece avanti, aprendo con le mani la cortina di foglie che lo proteggeva.
La figura si volto, e il viso divenne visibile.
Con voce strozzata… erano le prime parole che pronunciava da quando si era trovato sull’orlo del tetto… Thorn esclamo: — Clawly!
Poi corse avanti.
Per un istante non ci furono mutamenti nell’espressione di Clawly. Poi, con agilita felina, balzo da una parte. Thorn inciampo sui sassi del torrente in secca, e lascio cadere il cilindro metallico. Clawly estrasse qualcosa, e punto l’oggetto su di lui. Thorn fece per rialzarsi, per avvicinarsi all’amico. Poi… non ci fu alcun suono, solo un debole sibilo, nulla di visibile, ma un dolore lancinante colpi la spalla destra di Thorn.
E il dolore rimase. Il suo corpo fu percorso da ondate di dolore meno intenso. Rimase immobilizzato, in maniera grottesca, nell’atto di rialzarsi. Era come se un ago incandescente, legato a un filo il cui capo si trovava in mano a Clawly, gli trafiggesse la spalla e lo tenesse fermo, immobile.
Mentre fissava Clawly, pieno di una delusione terribile, spaventosa, Thorn comincio a intravedere i primi barlumi di verita.
Clawly…
7
Clawly smise di percorrere nervosamente l’ufficio, e si fermo davanti alla scrivania di Oktav, con il volto satanico contratto. A parte i segni della sua perquisizione, tutto nella stanza era nell’identica posizione in cui l’aveva lasciata al mattino. La porta che dava sul corridoio chiusa, il nero mantello di Oktav appoggiato allo schienale della poltrona, la porta che dava sulla camera interna aperta. Come se il veggente fosse stato chiamato con urgenza, per un lavoro da sbrigare in poco tempo.
Clawly era irato con se stesso, per l’impulso che lo aveva spinto a tornare in quel luogo. Certo, la sua perquisizione aveva scoperto delle cose inquientanti e significative… in particolare, un assortimento di piccoli oggetti e utensili che sembravano risalire, senza soluzioni di continuita, fino agli ultimi anni del Medio Evo dell’Alba della Civilta; molto significativa era una serie di appunti, dapprima vergati in caratteri sbiaditi su fogli bianchi di fibra vegetale, poi dattiloscritti, su fogli simili, poi impressi su plastica, quindi registrati su nastri, per arrivare finalmente alle moderne tecniche di registrazione su filo e su nastro e terminare nella recentissima multiregistratrice.
Ma Clawly aveva pensato di scoprire qualcosa che potesse gettare un po’ di luce nelle tenebre che avvolgeva il problema piu urgente.
Aveva ancora la fortissima convinzione secondo la quale quella stanza non era che il centro di una rete, la chiave dell’intera faccenda… ma era una chiave che lui non sapeva usare.
Thorn? Thorn costituiva da solo un intero problema, che si era presentato soltanto da poche ore, ma che appariva ricco di possibilita e di sfumature addirittura esasperanti. Estrasse di tasca, e sfioro nervosamente, il frammento di nastro con il suo breve messaggio registrato, che aveva trovato alcune ore prima sulla scrivania di Thorn, nel loro ufficio… quel messaggio che esisteva, e che nessuno ricordava di avere visto registrare da parte di Thorn.
SI E PRESENTATA UNA QUESTIONE DELLA MASSIMA IMPORTANZA. DEVO AFFRONTARLA DA SOLO. CANCELLA, O RIMANDA, OGNI ATTIVITA FINO AL MIO RITORNO.
Sebbene lo stile del messaggio fosse quello caratteristico di Thorn, c’era in esso una sottilissima differenza, una corrente sotterranea straniera, come se un’altra mente stesse usando la gamma di riflessi muscolari di Thorn. E il messaggio stesso, che avrebbe potuto prestarsi a qualunque interpretazione, ricordava in maniera allarmante i tentativi degli amnesiaci nascosti che cercavano di guadagnare tempo.
D’altra parte, Thorn era il tipo capace di giocare al lupo solitario, se l’occasione gli sembrava adatta.
Se avesse voluto seguire il suo primo impulso, Clawly avrebbe continuato la ricerca di Thorn, iniziata subito dopo il ritrovamento del messaggio. Ma aveva gia affidato questa ricerca ad agenzie molto piu competenti di qualsiasi individuo singolo. Se qualcuno poteva trovare Thorn, loro lo avrebbero trovato, e se lui avesse tentato da solo, sarebbe stato solo per calmare un po’ la sua ansia.
No, il suo compito era un altro.
Il programma di ricerca? Ma era gia bloccato, dalla decisione contraria del Consiglio, e dall’assenza di Thorn. In quel campo, non poteva fare molto. Inoltre, sentiva che un programma di ricerca sarebbe stato una misura troppo lenta, vaga e inadeguata, nella situazione attuale.
Il Consiglio stesso, allora? Ma quale dato comprensibile e definito avrebbe potuto offrire, oltre a quelli presentati la sera prima?
La sua mente, allora? E se fosse stata quella, la strada per arrivare a una soluzione? Giunse piu forte che mai la convinzione che dal suo inconscio si diramavano sentieri oscuri… e uno di essi giungeva proprio a una versione di Clawly demoniaca, scimmiesca, spaventosamente crudele… e che se lui fosse riuscito a concentrarsi nella maniera adatta, avrebbe potuto percorrere uno di quei sentieri.