modo tale che parte della superficie restava trasparente e il corpo nudo dell’uomo vagamente visibile.
La sfera aveva la forma di due mani artigliate e racchiuse a coppa.
A quel punto, il raggio blu che saettava dal dito del Grande Dio si mosse piu rapidamente, colpi la sfera e crepito, per poi disperdersi in uno zampillio di scintille azzurre.
La sfera assorbi il raggio senza perdere neppure un briciolo della propria tenebra.
Allora, il raggio si dilato fino ad assumere le dimensioni di una colonna di luce blu che illumino la Piazza a giorno e risucchio l’aria in ondate di calore. Ma il suo potere non parve accresciuto, perche per la seconda volta rimbalzo senza successo contro la sfera irregolare delle mani racchiuse, oltre le quali, attraverso le chiazze nere, era ancora possibile distinguere il profilo del prete rinnegato, simile a un insetto miracolosamente vivo nel cuore di una fiamma.
Poi, una voce possente, piena di gaudente perfidia, squarcio con un solo fiato l’aria bollente che saliva dalla Piazza, bloccando la fuga convulsa dei cittadini e costringendoli a voltarsi e a fissare, paralizzati dal terrore, quella visione di tenebra e di lingue fiammeggianti.
— Il Dio del Male sfida il Grande Dio!
— Il Dio del Male prende quest’uomo con se!
Con uno strattone le due mani schizzarono verso l’alto e scomparvero.
Poi, sopra la Piazza, riecheggio uno scroscio di risa sataniche, che parve far tremare le poderose mura del Santuario stesso.
2
— Fratello Jarles ha cominciato ad arringare la folla nella Grande Piazza, vostra luminosa arcipretura.
— Bene! Fammi pervenire un rapporto dettagliato al Sommo Concilio non appena avra finito.
Fratello Goniface, sacerdote del Settimo Circolo, arciprete e principale esponente dei Realisti all’interno del Sommo Concilio, sorrise, ma il suo sorriso non altero la maschera pallida e leonesca del suo viso. Aveva fatto scoppiare una bomba che avrebbe profondamente scosso l’abituale, compiaciuta tranquillita dei membri del Concilio, portando scompiglio sia nelle fila dei Moderati, con i loro deboli compromessi, sia in quelle degli stessi Realisti che lui rappresentava, con il loro ostinato conservatorismo.
Adesso il suo piccolo e pericoloso esperimento era in corso e nessuno avrebbe potuto fermarlo. Che Fratello Frejeris e il resto dei Moderati strepitassero pure quanto volessero, dopo.
Perche dopo sarebbe stato tutto abilmente sistemato. Fratello Jarles sarebbe morto, incenerito dall’ira del Grande Dio, esempio istruttivo per tutti i comuni cittadini e per qualsiasi altro giovane prete insoddisfatto. E lui, Goniface, avrebbe potuto illustrare con bell’agio al Sommo Concilio le preziosissime informazioni che aveva ricavato dallo studio di quella crisi artificiale, che lui stesso aveva fomentato.
Solo in momenti come quello un uomo poteva dire di vivere veramente! Avere il potere era bello. Usarlo in modo rischioso piu bello ancora.
Ma usarlo per combattere un nemico potente quasi quanto se, era semplicemente meraviglioso.
Si aggiusto la veste scarlatta intessuta d’oro, ordino alle grandi porte di aprirsi ed entro con sussiego nella Camera del Concilio.
Su un’ampia predella, all’estremita dell’enorme sala madreperlacea, si trovava un lungo tavolo e, dietro questo, una fila di seggi, tutti occupati da arcipreti sontuosamente vestiti, a eccezione di uno.
Goniface esultava a ogni passo del lungo tragitto che lo separava dal tavolo, con tutti gli altri arcipreti gia seduti al proprio posto. Gli piaceva sapere che lo stavano guardando, con l’intima speranza che inciampasse o che scivolasse sul pavimento, anche una volta soltanto. Gli piaceva immaginare come gli sarebbero saltati addosso, simili a gatti famelici, se solo avessero avuto qualche vago sospetto sul segreto del suo passato, la piu atroce di tutte le beffe.
Gli piaceva immaginarlo e poi dimenticarlo!
Quel lungo percorso attraverso la Camera del Concilio, sotto gli sguardi critici dei suoi confratelli, rappresentava per Goniface qualcosa che nessun altro arciprete sembrava in grado di capire, qualcosa che non avrebbe mai permesso a niente e a nessuno di portargli via: la possibilita di assaporare, al suo livello di massima pienezza e tensione, il potere e la gloria della Gerarchia, il governo piu stabile che il mondo avesse mai conosciuto. L’unica forma di potere che valesse la pena di conquistare e mantenere. Costruito su un cumulo di menzogne, (come del resto tutti i governi, penso Goniface) eppure perfettamente in grado di risolvere gli intricati problemi della societa umana. E concepito in modo tale per cui piu un membro della casta sacerdotale lottava per accrescere il proprio personale potere, piu si identificava con le finalita e promuoveva il benessere della casta stessa.
In momenti come quelli, Fratello Goniface era cosi eccitato da avere delle vere e proprie visioni. I suoi occhi trapassavano le alte pareti grigio-perla della Camera del Concilio e osservavano l’alacre ed efficiente lavoro del Santuario; percepiva il ronzio ininterrotto dell’attivita intellettuale e direttiva che vi si svolgeva e ne godeva i sottili piaceri. Poi il suo sguardo varcava i confini del Santuario e abbracciava la scacchiera perfetta dei campi coltivati, oltrepassava la curva dell’orizzonte per accarezzare le mura scintillanti di altri Santuari, che in campagna erano semplici e modesti eremitaggi, in citta edifici maestosi, con la Cattedrale e l’Onnipotente Automa che torreggiava sulla piazza. Quindi attraversava gli immensi oceani blu, sorvolava altri continenti e splendide isole tropicali; penetrava in ogni recesso della terra per vedere e percepire ovunque, con un piacere che andava al di la del piacere, l’attivita delle tonache scarlatte: dalle masserie abbarbicate al titanico Himalaya alle accoglienti stazioni scavate sotto i ghiacci nel cuore dell’Antartide. Santuari ovunque, punti di raccordo di una ragnatela che copriva tutto il globo, gangli di un organismo marino che nuotava nel mare dello spazio.
E poi, oltre i confini della terra… fino al cielo!
Quando Goniface fu a circa meta strada fra l’ingresso della Camera e il Tavolo del Concilio, la sua immaginazione comincio il viaggio di ritorno. Adesso seguiva le linee della piramide sociale: prima la grande base dei cittadini comuni, l’indispensabile substrato bestiale e pressoche stupido della societa; poi lo strato, sottile e isolante, dei diaconi. Quindi i novizi e la massa dei sacerdoti del primo e secondo circolo, che rappresentavano i sette ottavi delle tonache scarlatte. A partire da quel punto, il cono si restringeva rapidamente: via via i circoli superiori, ciascuno con il proprio ambito di competenze e di ricerca, fino su, al Settimo Circolo, il piu piccolo, al quale appartenevano le massime autorita della Gerarchia.
Poi, al vertice della piramide, gli arcipreti e il Sommo Concilio.
E infine, che i suoi confratelli lo sapessero o no, che lo paventassero o lo desiderassero inconsciamente, lui, al di sopra di tutti!
Scivolo nel suo scranno e, benche conoscesse gia la risposta, domando: — Qual e l’argomento di oggi?
— Quello che piaccia alle arcipreture vostre — annuncio, con voce ben modulata, un chierico del Secondo Circolo — mi avete chiesto di definire la Questione dei Sacerdoti Spaventati.
Goniface percepi l’immediata irritazione dei suoi confratelli. Quello era uno di quei bizzarri problemi che si rifiutavano di adattarsi alle consuete procedure e che, di conseguenza, contrariavano enormemente le menti piu conservatrici. Per due giorni di seguito, il Sommo Concilio si era rifiutato di affrontarlo.
— Che cosa ne pensate, Fratelli? — azzardo Goniface con finta indifferenza. — Dovremmo convocare i sacerdoti di campagna tutti insieme? E svergognarli obbligandoli ad ascoltare l’uno le storie infantili dell’altro?
— Ma questo contrasta con le piu elementari nozioni di psicologia — osservo Fratello Frejeris, con quella sua voce cosi bella e forte da ricordare le note centrali di un organo. — In questo modo incoraggeremo l’isteria di massa.
Goniface annui educatamente e poi aggiunse: — Fratello, tu nobiliti la loro condizione usando parole altisonanti — e di nuovo lascio scorrere gli occhi lungo il tavolo con sguardo interrogativo.
— Riuniamoli tutti insieme — esorto il Realista Jomald. — Altrimenti resteremo qui tutta la notte.
Goniface lancio un’occhiata al membro piu anziano del Concilio, Fratello Sercival, il cui cranio incartapecorito era soffuso di una luce argentea, riflesso dei capelli candidi che probabilmente aveva tagliato soltanto il giorno avanti.
— Insieme! — decreto quest’ultimo, dischiudendo appena le labbra sottili. Sempre avaro di parole, quel vecchio Fanatico!