Fratello Jomald tradiva riluttante ammirazione.

— Ma per ritornare alla domanda iniziale: che cosa sta accadendo a Megateopoli?

“Fratelli, esiste un solo modo per scoprirlo. Solo un modo per conoscere il reale temperamento dei comuni cittadini. Anche lo studio piu scrupoloso del loro comportamento nella vita quotidiana e insufficiente. E cosi pure i test psicologici. L’unica strada certa, il solo sistema sicuro consiste nel fomentare una piccola crisi e analizzare quanto avviene.”

Il piu furibondo dei Moderati fece per alzarsi, ma Frejeris lo fermo, anche con un certo dispiacere, come se si rendesse conto che ormai non poteva piu sconfiggere Goniface con un attacco diretto.

— Non si spegne il fuoco gettandovi sopra dell’olio — disse.

— E invece si — ribatte Goniface. — L’olio penetra piu dell’acqua. Esiste un fuoco nascosto, un fuoco che cova sotto la cenere che solo l’olio puo raggiungere e che non ha sufficiente ossigeno per incendiare l’olio stesso. E questo, Fratelli, il fuoco che cova nell’animo dei cittadini comuni. E anche la forza che trama contro di noi sotto le mentite spoglie della Stregoneria e un fuoco di questo genere, nascosto ma pericolosissimo.

“Per scoprire il carattere segreto dei cittadini comuni, per fornire loro l’istruttivo esempio di un prete punito per le sue bestemmie e, come poi si e realmente verificato, per attirare il nemico allo scoperto, io ho fomentato una crisi.

“E ora, arcipreti di Megateopoli, mi accingo a mostrarvi una fedele registrazione di quanto e accaduto, affinche voi possiate studiarlo e imparare, insieme a me, a prevenire le crisi veramente gravi che potrebbero verificarsi.

“E dopo aver visto quello che sto per mostrarvi, scomunicatemi pure, se ancora lo riterrete opportuno.”

Mentre Goniface parlava, gli assistenti di Cugino Deth avevano apportato un profondo cambiamento sulla superficie apparentemente uniforme del tavolo del Concilio. Al centro del piano era apparsa una depressione circolare del diametro di circa un paio di metri. Da un lato erano raggruppate alcune depressioni piu piccole e si erano visualizzate alcune fessure. I rotoli e le scatole erano stati inseriti negli appositi orifizi ed erano del tutto scomparsi.

Poi Deth aveva azionato un comando e, a poco a poco, anticipato da sfumature di grigio sempre piu scure, nella Camera del Concilio era calato il buio.

All’improvviso, al centro del tavolo, si materializzo una scena in miniatura. Solo la presenza occasionale di una certa foschia e una certa evanescenza dell’immagine quando piu figure erano raggruppate insieme, indicava che si trattava di una proiezione, una messa a fuoco di sequenze registrate su nastri multipli che giravano senza far rumore.

Minuscole figure di uomini e donne che indossavano grembiuli di tela grezza, preti che assomigliavano a bambole vestite di rosso, cavalli grandi come topi, carri e oggetti di varia natura: in breve, una considerevole porzione della Grande Piazza, senza le strutture architettoniche che la circondano.

Solo che adesso, invece del Grande Dio erano gli arcipreti del Sommo Concilio a torreggiare sul vasto spazio aperto.

Dalle depressioni piu piccole del tavolo cominciarono a salire tozze colonne di luce colorata, gialla, verde, blu, violetta, che variavano impercettibilmente ma costantemente in altezza e in intensita: indicavano il complesso dei mutamenti neuro-emotivi nelle risposte della folla.

Si udiva il mormorio dei comuni cittadini, il rumore degli zoccoli dei cavalli, il cigolio delle ruote di legno.

Si ripeteva la scena che aveva avuto luogo nella Grande Piazza.

Cugino Deth si protese in avanti e, oscurando con il braccio parte del solidografo, indico con due dita, che apparvero grandi come colonne rispetto alle figure lillipuziane della proiezione, due omini vestiti di rosso.

— Jarles e Chulian — spiego. — Fra alcuni istanti li sentiremo parlare.

Goniface si appoggio con soddisfazione allo schienale. Stava studiando le espressioni dipinte sui volti attenti degli arcipreti; che la luce del solidografo riduceva a maschere sinistre sospese nella tenebra infinita oltre il tavolo. Poi si volto di nuovo a guardare la proiezione.

Fu quando tuono la prima accusa di stregoneria — e la colonnina viola, espressione cromatica di emozioni quali la paura e la repulsione, balzo in alto e impallidi — che vide per la prima volta il volto di Sharlson Naurya.

Poco ci manco che si tuffasse in avanti per afferrarlo.

Ma si trattenne in tempo e si limito a inclinare pigramente il busto, come se desiderasse semplicemente studiare la scena piu da vicino.

Non poteva essere.

Eppure era li, davanti ai suoi occhi. Il piccolo viso freddo e risoluto, piu perfetto di un cammeo, circondato dalla massa scura dei capelli sottili come quelli di una bambola. Naturalmente non era identico all’immagine che si era impressa nella sua memoria. Ma considerando il tempo che era trascorso e i cambiamenti apportati dagli anni…

Geryl. Knowles Geryl.

Ma Chulian l’aveva chiamata con un altro nome… Sharlson Naurya.

Con grande stridore, una porta da tempo chiusa si apri nella mente di Goniface, sforzando i cardini arrugginiti, come se una mano titanica stesse spingendo il battente.

L’arciprete guardo dall’altra parte del tavolo in direzione di quella caricatura giallastra che era il volto di Deth immerso nell’oscurita, e attiro l’attenzione dei suoi occhi, simili a grandi perle nere.

Arretrando, Deth si confuse con la tenebra e scomparve.

Allora Goniface si alzo senza far rumore e prese a camminare dietro la fila delle sedie, come se fosse stanco di stare seduto. Poi si allontano dal tavolo.

A un tratto avverti la presenza di Deth alle sue spalle. Ne afferro il polso scheletrico con la mano e poi, accostando la bocca al suo orecchio gli sussurro: — La donna che ho ordinato a Chulian di arrestare. Sharlson Naurya. Trovala. Se Chulian l’ha gia catturata, portala via. Devi trovarla e farne la mia prigioniera segreta.

Poi, come se avesse avuto un ripensamento, aggiunse: — Che non le venga torto un capello, almeno fino a quando non l’avro vista e non le avro parlato.

Nell’oscurita, Cugino Deth piego le labbra in un sorriso maligno.

3

Per un attimo Fratello Chulian ebbe l’impressione di vedere un’ombra precipitarsi verso di lui dai solchi profondi dell’acciottolato. Si ritrasse con un balzo. La sua aureola luminosa vacillo nella strada buia e il suo campo di inviolabilita ando a urtare contro quello del suo compagno.

— Sono scivolato — ansimo in tono poco convincente. — Qualche cittadino maleducato deve aver rovesciato della brodaglia unta sulla strada.

L’altro sacerdote non rispose. Chulian si auguro di tutto cuore che non avrebbe avuto nulla in contrario a svoltare a destra all’incrocio successivo. Avrebbero allungato un po’ il tragitto piegando da quella parte, ma almeno non sarebbero passati davanti alla casa stregata.

Con suo grande sollievo, il suo compagno giro a destra di sua spontanea volonta.

Naturalmente, la casa non era stregata per davvero, fece prontamente mente locale Chulian. Era un’idea assurda, inconcepibile. Ma era una rovina cosi vecchia e brutta dell’Eta dell’Oro e in confessione i cittadini comuni raccontavano storie cosi sgradevoli e strane in proposito…

Perche i cittadini comuni dovevano vivere in strade cosi strette e tortuose? E perche doveva vigere un coprifuoco cosi rigoroso?, si lagno il sacerdote fra se e se, come se la colpa fosse dei cittadini. Sembrava una citta di morti. Non un’anima per strada, non una luce accesa, non un suono. Per la verita, ricordo con riluttanza, era una legge della Gerarchia a imporre il coprifuoco. Cio non toglieva che avrebbero dovuto essere previste norme speciali per i casi come quello, come un’ordinanza che obbligasse tutti i cittadini a prestare l’orecchio all’eventuale passaggio dei sacerdoti durante la notte in modo da essere pronti a illuminarne il cammino con torce accese. La luce dell’aureola bastava a malapena a evitare di inciampare nei ciottoli!

Come due fuochi fatui gemelli, i due cerchi di luce violetta avanzavanp balzelloni nel folle intrico di quelle

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