trambusto, non era certo uscito a indagare. Cosi imponeva la legge, come Chulian ben sapeva, ma in quel momento desidero con tutto il cuore che qualche cittadino la infrangesse. Se almeno avessero incontrato una pattuglia di diaconi!

Le due aureole violette si affannarono balzelloni attraverso le stradine strette e irregolari, puntando in direzione della luce-guida del Santuario.

Se solo la ragazza non avesse camminato cosi piano! Certo, potevano indurla ad affrettare il passo (ognuno di loro due disponeva di un gomito all’interno di uno dei guanti rigonfi), ma a Chulian non piaceva l’idea di farle del male; considerando soprattutto che per il resto si stava dimostrando molto docile. Per non parlare del fatto che quella cosa che aveva chiamato per nome doveva essere da qualche parte sui tetti e forse li stava seguendo. Niente di piu probabile che se avesse alzato gli occhi avrebbe visto quel minuscolo muso antropoide fare capolino dietro qualche comignolo, stagliato contro il cielo stellato.

Ma per fortuna, una volta arrivati al Santuario, quell’incubo sarebbe finito. Oltrepassarono file di case buie e fauci di strade altrettanto buie. Al crocicchio successivo avrebbero dovuto girare a sinistra per evitare la casa stregata, riflette Chulian.

Ma quando giunsero all’incrocio, trovarono la strada che piegava a sinistra murata: un muro solido, invalicabile, fatto di tenebra.

Non quella tenebra vagamente rischiarata dalla luce stellare che li aveva circondati fino a quel momento, ma un buio totale e assoluto, al confronto del quale il cielo notturno sembrava grigio.

Chulian lancio una rapida occhiata a Fratello Arolj, cereo sotto l’aureola luminosa, e ne colse lo sguardo allarmato.

Subito dopo, di corsa per non cedere alla tentazione di indietreggiare, i due sacerdoti si tuffarono insieme nell’oscurita, la ragazza sempre in mezzo a loro.

Le loro aureole si spensero. Non vi era neanche la piu piccola traccia di luce.

Ritornarono precipitosamente sui loro passi, e, ansando, riemersero dal buio come da un muro di inchiostro. Per un angoscioso momento, Chulian temette che sarebbero rimasti intrappolati in quella tenebra per sempre.

Girarono a destra. Anche li l’oscurita riempiva la strada, dall’imboccatura fino su, a celare le stelle.

Sharlson Naurya era rimasta diligentemente in mezzo a loro. Non aveva tentato di scappare, anche se le sarebbe bastato rimanere nascosta nella stradina buia per farla franca, perche loro due non sarebbero andati sicuramente a cercarla. Certo, era probabile che anche lei avesse paura di quella tenebra minacciosa, ma Chulian non era convinto.

Con la coda dell’occhio si guardo rapidamente alle spalle. Era come aveva temuto. La tenebra li aveva seguiti dalla strada da cui erano venuti.

La sola via vagamente illuminata era quella che proseguiva dinanzi a loro, quella che portava alla casa stregata. Qualcosa voleva che loro passassero davanti a quella vecchia casa… Del resto non avevano altra scelta… prima che il buio decidesse di scivolare oltre e di inghiottirli.

Quella paura doveva aver assalito contemporaneamente anche Fratello Arolj, perche entrambi i sacerdoti si precipitarono in avanti, trascinando con se la prigioniera.

Dietro di loro, il muro di tenebra divorava l’acciottolato che le loro suole avevano appena calpestato, incalzandoli quando incespicavano. Quando raggiunsero la piccola piazza abbandonata dove sorgeva la casa stregata, avevano smesso di camminare da un bel pezzo e stavano correndo senza alcun ritegno.

La costruzione si ergeva solitaria al di sopra di tutte le altre casupole, simbolo perfetto di desolazione. Ma Chulian vide solo di sfuggita il suo complesso di muri follemente incurvati e stranamente molli, interrotti da cadenti finestre circolari, simili a occhi sporgenti e lascivi. Perche, all’improvviso, la tenebra avanzo da ogni lato, come un grande sacco, tagliando loro la strada, oscurando le stelle e costringendoli, attraverso lo slargo coperto di pietrisco, verso la bocca del sacco e l’ingresso ovale e malandato della casa stessa.

Allora, in preda al panico, Chulian offri la sua prima e unica prova di disperato coraggio. Punto l’indice contro Naurya.

— In nome del Grande Dio, se non la fai sparire ti inceneriro! — la minaccio con la voce che gli tremava.

Un secondo dopo la tenebra si ripiego su se stessa, chiudendosi intorno a loro come una busta. Si fermo a una spanna dal trio, escludendo quasi del tutto l’uno alla vista dell’altro.

— Non lo faro! Non lo faro! — urlo Chulian abbassando la mano.

La tenebra arretro di alcuni metri.

E a quel punto, finalmente, Naurya gli sorrise con le labbra. Allungo un braccio e, prima che lui potesse rendersi conto di quello che stava per fare, lo colpi rapidamente in un certo punto del torace.

Il suo campo di inviolabilita si spense, la sua aureola si smorzo e la sua veste si affloscio.

Lei gli fece un buffetto sulla guancia, come si fa ai bambini, e al tocco gentile delle sue mani Chulian senti formicolare la pelle del viso.

— Addio, Piccolo Fratello Chulian — disse e scivolo oltre la porta fatiscente nella casa stregata.

In un batter di ciglia, la tenebra si ritrasse e scomparve. E dalla strada sopraggiunse correndo Cugino Deth.

— La vostra prigioniera! Dov’e? — chiese bruscamente a Chulian.

— Non l’hai vista? Quella tenebra spaventosa? — replico Chulian con voce incerta.

Cugino Deth indietreggio. — Non sapevo che voi preti aveste paura del buio.

Per un attimo, la sola cosa a cui Chulian riusci a pensare fu che era stato insultato da un miserabile diacono.

— E entrata li dentro — rispose con rabbia. — Se ti preme tanto, perche non la insegui tu stesso?

Cugino Deth si volto verso la strada.

— Sveglia i cittadini! — urlo rivolto a qualcuno. — Fate un cordone intorno alla casa!

Poi si volto di nuovo verso Chulian.

— Forse domani mi sara chiesto di entrare in questo luogo per purificarlo dal male — disse. — E dal momento che la reverenza vostra si mostra cosi desiderosa di vedermi entrare, supplichero che veniate nominato mio direttore spirituale, affinche possiate guidarmi.

4

Le mani lasciarono i gomiti di Jarles dopo aver stretto per un attimo la presa, quasi ad ammonirlo: — Sta fermo li! — Senti il bordo di una scatola o di un sedile contro i polpacci, ma non si sedette.

A poco a poco si delinearono i vaghi contorni dell’ambiente che lo circondava, simile a un notturno abilmente dipinto da un valente pittore, con rapide pennellate fosforescenti su una superficie nera sfumata di viola.

Si trovava in un’ampia stanza dal soffitto molto basso. Lo capiva dalle correnti d’aria e dall’eco dei suoi stessi passi.

A quella che sembrava una delle estremita del locale, su una bassa predella, era collocata una specie di sedia o di trono, che emanava una debole luce. Davanti al trono si trovava un piccolo tavolino, sul quale era collocato un oggetto che ricordava, nella foggia, i libri delle civilta passate. Era enorme ed era aperto. Alcune minuscole creature, di natura non meglio specificata, stavano giocando ai piedi del trono; o per lo meno questa era l’impressione che aveva Jarles, perche percepiva un rapido moto, come di corsa, vicino al pavimento e gli giungeva all’orecchio un vago stridio accompagnato da uno strascicamento, e, una volta o due, un flebile plop, come se qualcosa dotato di una ventosa venisse staccato da una superficie liscia.

Poi, con un balzo, una delle creature sali sul trono e vi si acquatto con fare birichino: era minuta, molto magra, vagamente somigliante, come struttura fisica, a una scimmia.

Quello che accadde subito dopo gli fece correre un brivido freddo lungo la spina dorsale. Perche la creatura parlo. O per lo meno dalla direzione del trono provennero dei bisbigli, voci troppo sottili e acute e stranamente confuse per essere umane… ma nondimeno indiscutibilmente umane. Jarles riusciva a cogliere soltanto qualche parola qua e la.

— …stata questa sera Mysie?

Вы читаете L'alba delle tenebre
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату