— …dentro la sua veste… un sacerdote del Quarto Circolo… spaventato a morte.
— Jill?
— …fare una visita lontano, per riferire…
— Meg?
— …sul suo petto, mentre dormiva.
— E Micia? Ma so…
— Si, Dickon.
Sembrava che la creatura seduta sul trono facesse le domande e le altre rispondessero, in una sorta di parodia degli esseri umani quando fanno rapporto a un capo. Con orrore, Jarles si rese conto di aver gia udito in precedenza l’ultima voce che aveva parlato e comincio a tremare.
— Chi siete? — urlo, con piu baldanza di quanta non ne avesse in realta. — Che cosa volete da me? Perche tutto questo mistero?
L’eco delle voci si spense in un silenzio cupo. Non ci fu risposta, solo l’improvviso stropiccio di una corsa frettolosa.
Jarles si sedette. Se avevano deciso di giocare a quel modo con lui, non c’era niente che potesse fare, se non evitare di lasciarsi impressionare, o almeno di farlo trapelare.
Ma quale poteva essere lo scopo del loro gioco? Per cercare di capire chi potesse averlo salvato, e poi fatto prigioniero, riesamino mentalmente tutto quello che era accaduto dal momento in cui l’ira del Grande Dio stava per abbattersi su di lui.
I primi ricordi erano confusi per la grande paura e lo stupore che aveva provato. La sensazione di essere stato circondato da qualcosa di solido, semi-trasparente e striato di nero. Una luce blu accecante, un frastuono infernale di grida, crepitii e risa. Poi qualcosa l’aveva trascinato in alto, sconquassandolo tutto, e quindi di nuovo in basso, verso un buco nero che si era spalancato come un enorme forno.
Quindi, una breve attesa, nella piu assoluta oscurita. Poi le mani. Mani che si eclissavano quando lui cercava di afferrarle. Mani che lo avevano guidato per un tratto indefinito e poi lo avevano lasciato in quella che, dopo una cauta esplorazione, aveva scoperto essere una piccola cella. Una lunga attesa. E poi di nuovo le mani, che lo avevano portato li.
Aguzzo a lungo la vista in direzione del profilo evanescente della predella e del trono, fino a quando riusci a distinguere altre sagome, ancora piu vaghe di quelle delle piccole creature che si erano dileguate, cosi vaghe che ogni volta che cercava di metterle a fuoco svanivano. Sagome piu grandi di figure sedute fra lui e la tenebra sfumata di viola della parete di fondo, anche se non frapposte fra lui e il trono.
All’improvviso, la sua attenzione fu attratta da una fugace macchia di luminescenza in una delle silhouette, nel punto in cui dovevano trovarsi i denti. Poi brevi tracce giallognole nell’aria, come se qualcuno stesse agitando una mano ricoperta da una sostanza fosforescente.
Jarles osservo le proprie mani: ogni unghia risplendeva di un colore giallastro. Evidentemente la stanza era immersa in una luce ultravioletta. Forse gli altri indossavano appositi occhiali convertitori.
— L’Uomo Nero e stato trattenuto, Sorelle.
Jarles trasali con orrore. Non perche quella voce, una voce di donna, era il primo suono innegabilmente umano che udiva. Non perche quelle parole erano misteriose e gravide di oscure allusioni. Ma perche era diabolicamente simile a una delle voci subumane che aveva sentito poco prima. Come se quella fosse la voce che l’altra piu flebile di prima aveva cercato di imitare.
— Dickon e qui. L’Uomo Nero non puo essere lontano.
Un’altra voce di donna e, ancora, l’agghiacciante sensazione di averla gia udita.
La prima donna: — Che cosa hai fatto questa sera, Sorella?
La seconda donna: — Ho mandato Mysie a molestare un sacerdote del Quarto Circolo, che Satanas possa tormentarlo per l’eternita! Si e intrufolata sotto la sua veste e l’ha spaventato a morte, se e vero quel che mi ha raccontato. Dice sempre un sacco di bugie quando la sua mente e lontana dalla mia! In ogni caso, quando e tornata era affamata. Mi avrebbe salassato fino a ridurmi a un cencio se glielo avessi permesso. Quella piccola ingorda!
All’improvviso, Jarles trovo il bandolo di quella intricata matassa.
La Stregoneria della Civilta dell’Alba.
Quello doveva essere un convegno di streghe, una riunione in cui tutte le fattucchiere si ritrovavano a riferire il loro operato. L’Uomo Nero doveva essere il loro capo. E quelle piccole creature che, a quanto sembrava, si nutrivano del loro sangue, i demoni al loro servizio.
Ma se lui stesso aveva detto ai comuni cittadini, ed era il primo a crederci, che non esisteva nessuna Stregoneria, se non nella forma degradata e innocua mantenuta dalla Gerarchia per i propri fini!
Anche quella sembrava abbastanza degradata, visti quei minuscoli esseri bestiali, fantasmi di un’evoluzione regressiva. Ma era davvero innocua? Non aveva avuto quell’impressione.
Si volto di nuovo verso la predella, con l’intenzione di rivolgere altre domande alla tenebra e cercare di ottenere una risposta.
Ma adesso il trono non era piu vuoto. Vi era seduta una sagoma d’uomo, nera come la morte.
Poi la sagoma parlo: la sua voce era suadente, ma al tempo stesso inflessibile come l’acciaio, e intrisa di una perfida allegria.
— Vi chiedo scusa per il ritardo, Sorelle. Ma questa sera sono stato occupato come un prete. Prima ho dovuto azionare Le Mani di Satanas per rapire un pretucolo rinnegato proprio sotto il naso del Grande Dio. La sorpresa e stata tanta che ci e mancato poco che starnutisse! Poi Micia e venuta di corsa a dirmi che la Gerarchia aveva catturato Sorella Persefone e che la stava conducendo al Santuario. Cosi Dickon e io abbiamo dovuto volare sopra i tetti e far cadere il Velo Nero per confondere i sacerdoti che l’avevano arrestata e costringerli a scortarla verso un rifugio sicuro.
In parte, quella voce affascinava Jarles e in parte lo ripugnava. Si rese conto che quell’uomo gli sarebbe piaciuto, ma che l’avrebbe detestato al tempo stesso!
— Sapete Sorelle? Ogni tanto mi diverto a usare la scienza dei preti contro di loro. E senza dubbio il nostro Signore e contento quando gli viene risparmiato un po’ di lavoro extra. Conoscete il Velo Nero, Sorelle? E uno dei piccoli trucchi che abbiamo messo a punto sfruttando il solidografo della Gerarchia. Due luci possono creare il buio, Sorelle, quando si trovano sulla stessa frequenza: si chiama interferenza. Il proiettore del Velo Nero emana frequenze multiple che si regolano automaticamente per neutralizzare qualsiasi luce nella regione focale. Quella e la sola vera tenebra per voi, Sorelle, quella che nasce da due luci contrastanti!
“Ma io sto monopolizzando la conversazione, quando invece immagino che ognuna di voi abbia una storia divertente da raccontare. Ma prima, rendiamo insieme omaggio ai nostri dei e signori!”
L’Uomo Nero si alzo e levo in alto le braccia in atto di invocazione, un’ombra pipistrellesca sullo sfondo di una fumosa fosforescenza.
— A Satanas Nero, il Dio del Male, la nostra eterna fedelta!
— A Satanas la nostra fedelta! — rispose il coro indistinto delle streghe, almeno una dozzina, a giudicare dai diversi timbri delle voci.
E, in sottofondo, come la parodia di un coro di fanciulli, l’eco pappagallesca delle voci in falsetto dei demoni.
— Ad Asmodeo, Signore dei Diavoli, nostro signore sulla terra, la nostra obbedienza per tutta la vita!
— Ad Asmodeo la nostra obbedienza per tutta la vita! — risuono la risposta mezza cantata, in parte sovrastata dalle vocine stridule.
— Alle congregazioni e alla Stregoneria, alle nostre sorelle streghe e ai nostri fratelli stregoni, sia qui sulla terra che nelle loro segrete dimore celesti, ai piccoli e ai cittadini comuni che sudano sotto il giogo della Gerarchia, la nostra lealta e il nostro amore!
— Alle congregazioni il nostro amore!
— Per il Grande Dio, sedicente sovrano dell’universo, fantasma grasso e impotente, il nostro scherno e il nostro odio!
— Per il Grande Dio il nostro odio!
— Contro la Gerarchia e i suoi subalterni, palloni rossi e parassiti, i nostri trucchi e la nostra condanna!
— Contro la Gerarchia la nostra condanna!
Poi la voce dell’Uomo Nero si ridusse di colpo a un mezzo sussurro, ma cosi penetrante e minaccioso da