robot ne il cervello in scatola erano stati disposti a rivelarlo.
Zane trascurava perfino la signorina Blushes, anche se l’isterica robicchia censoressa stava dimostrando un crescente interesse materno verso le teste d’uovo, non diverso da quello di Zane ma piu aberrante: sferruzzava per preparare loro mantelline dai colori pastello, con tre fori per le tre prese, “per tenerli caldi nelle giornate fredde, per ravvivarli un po’ e per farli sembrare meno nudi”, come diceva lei. Per il resto, la signorina Blushes sembrava abbastanza ragionevole, e Gaspard comincio ad assumersi i normali compiti della robicchia come montare di guardia alla porta per non farle interrompere il suo lavoro a maglia.
Una sera Gaspard decise di parlare francamente a Zane. Lo scrittore stava facendo un sonnellino sulla branda di babbo Zangwell nella toeletta maschile e Zane era entrato, inatteso, per cambiare le batterie e per lubrificarsi. Zane ascolto distrattamente mentre applicava un oliatore dal becco aghiforme ai suoi sessantasette punti da oliare.
— Esattamente un’ora fa — disse Gaspard — ho trovato un robot basso, dalla testa quadrata, brunito e butterato, che stava curiosando a pianterreno. Gli ho indicato la porta principale, ma probabilmente a quest’ora e gia rientrato da quella posteriore.
Zane si giro verso di lui.
— Dovrebbe essere il mio vecchio rivale Cain Brinks — disse. — Il fatto che sia butterato e brunito e soltanto un goffo tentativo di camuffarsi. Senza dubbio sta meditando qualche mascalzonata. E proprio qui fuori ho passato ai raggi X un camion fermo e ci ho visto dentro Clancy Goldfarb. Anche lui deve avere in mente qualcosa… probabilmente rubare i libri. Quei magazzini sono una preda molto appetibile.
— Ma, dannazione, Zane — intervenne Gaspard — se sai queste cose perche non intervieni?
— Gaspard e sempre un errore capitale mettersi sulla difensiva — disse giudiziosamente il robot. — Ti fa perdere l’iniziativa e il tuo pensiero si riduce al livello dei tuoi avversari. Io ho ben altri pesci da friggere. Se sprecassi le mie facolta nella difesa dell’Editrice Razzi, rovinerei tutti.
— Dannazione Zane, questo e un paradosso. Tu dovresti…
Il robot punto una chela contro il petto di Gaspard.
— Ho un consiglio da darti, Vecchia Ghiandola. Non innamorarti della signorina Willow.
— Non c’e pericolo, e un vero pesce freddo. Ma perche?
— Non innamorarti e basta. Rrrrrr!
Il robot aveva buttato le batterie vecchie nel cestino ed era gia uscito dalla toeletta prima che Gaspard potesse lanciare un terzo “Dannazione!”. Si alzo, irritatissimo e comincio la sua ronda di guardia.
La porta del nuovo ufficio di Flaxman era aperta. Dentro era buio, ma un po’ di luce filtrava dalla porta che metteva in comunicazione questa stanza con l’ufficio principale, ora usato esclusivamente da Cullingham. Gaspard avanzo senza far rumore fino al punto in cui pote sbirciare nel vecchio ufficio senza rischio di essere veduto.
Nella morbida luce argentea di una bassa lampada a stelo, la signorina Willow era seduta su un divano. Solleticato dall’enigmatico avvertimento di Zane, Gaspard provo l’impulso di farsi avanti arditamente e di farle una proposta
Ma proprio in quel momento vide che Cullingham era steso supino sul divano: si era tolto le scarpe e teneva la testa posata sul grembo della signorina Willow. Sembrava un atteggiamento singolarmente comodo, per una seduta psicanalitica.
La signorina Willow gli faceva scorrere dolcemente le dita fra i capelli, gli sorrideva con tenerezza e diceva con voce dolcissima qualcosa che non ci si poteva aspettare da una indossatrice d’alta moda o da una psichiatra, e che scosse profondamente Gaspard:
— Come sta questa sera il cocchino di mamma?
— Sono stanco, oh, tanto stanco — gemette infantilmente Cullingham. — Sono stanco e ho tanta sete. Ma e bello essere qui, e bello guardare la mia cara mammina.
— Mammina e anche piu cara — rispose la signorina Willow, rispondendo secondo l’antifona. — Hai fatto il bravo cocchino, oggi? Non sei stato nervoso?
— Si, mammina. Non sono stato nervoso neanche per un attimo.
— Benissimo. — La signorina Willow si sbottono la giacca nera slaccio lentamente i nastri della camicetta di seta grigia fino a che ne spuntarono tra la biancheria i due seni piu perfetti che Gaspard avesse mai visto.
— Bello, oh, bello — gemette Cullingham.
— Cattivo cocchino — disse la signorina Willow in tono di malizioso rimprovero. — Il grande omaccio cattivo di mammina… che gusti preferisce questa sera?
— Cioccolata — disse Cullingham, accennando con le labbra prima verso un seno, e poi verso l’altro. — E menta piperita.
Quella fu la notte in cui, in preda alla piu assoluta disperazione, Gaspard lesse per la prima volta uno dei vecchi libri dell’epoca pre-mulini raccomandatogli dalle teste d’uovo,
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Quando la vettura grande e nera, aerodinamica come una goccia alla rovescia passo davanti a lui lasciandosi dietro un potentissimo profumo di rose e mostrando Heloise Ibsen con la sua argentea collana da caccia che sbirciava trionfante dal finestrino posteriore, Gaspard sospetto che qualcosa non andasse.
Era uscito per procurare trenta nuovi rotoli di carta per le silenziose fonoscriventi delle teste d’uovo. Tenendoli stretti contro il fianco, parti fulmineamente verso l’Editrice Razzi, due isolati piu in la.
Joe la Guardia era davanti all’edificio e brandiva la sua pistola-puzzola in un modo piuttosto eccentrico, che induceva parecchi passanti ad attraversare la strada.
— Via con il signor Cullingham, se ne sono andati! — disse eccitato a Gaspard. — Sono entrati, l’hanno preso, l’hanno trascinato via. Io ho sparato tre colpi, di punto in bianco, con la mia fida pistola-puzzola proprio mentre se ne andavano, ma era caricata con pastiglie di profumo… la mia nipotina deve averci giocato ancora, accidenti.
Gaspard entro correndo e balzo sulla scala mobile. La porta, che di solito era chiusa con la serratura elettrica, adesso era socchiusa. Gaspard ispeziono la stanza, senza entrare. C’era qualche segno di lotta, una sedia rovesciata e una quantita di fogli sparpagliati ma la signorina Willow era seduta al suo solito posto, vicino alla scrivania di Cullingham, fredda e serena come un mattino autunnale.
Il primo pensiero di Gaspard fu cosi puerilmente perverso che lo sorprese un poco: adesso, poiche Cullingham era fuori causa e poiche nessuno degli altri, eccetto presumibilmente Zane Gort, sapeva che la signorina Willow era una specie di automa amatorio, avrebbe potuto averla a sua disposizione. Poi respinse assolutamente l’indegno pensiero.
Joe la Guardia gli sussurro con voce rauca: — Se la prende con molta calma quella li.
— E distrutta dall’angoscia, senza dubbio — rispose Gaspard sfiorandosi le labbra con un dito e richiudendo la porta. — Le lacrime le si sono gelate negli occhi. Uno shock puo giocare scherzi del genere a una persona ultrasensibile.
— Io direi che e un tipo a sangue freddo — opino Joe. — Ma ce ne vogliono di tutti i tipi, per fare il mondo. Adesso chiamate la polizia?
Gaspard non rispose. Invece, ando a guardare nel nuovo ufficio di Flaxman. C’erano tre teste d’uovo: Gaspard riconobbe Ruggine, Graffio e Tonto-Tonto e con loro c’era la signorina Phillips: una delle bambinaie meno entusiaste. Ruggine era collegato a un occhio TV e stava leggendo un libro posto su un leggio che voltava automaticamente una pagina ogni cinque secondi. Gli altri due stavano ascoltando la signorina Phillips che leggeva con voce monotona un libro in brossura dalla copertina repellente. La ragazza si interruppe, poi continuo quando vide che si trattava soltanto di Gaspard. Non c’era segno di Flaxman.
— Se ne andato a fare una delle sue solite corse sulle colline — sussurro Joe sul collo di Gaspard. — Una delle uova deve avergli fatto prendere una grossa paura. Le avevo messe qui ad aspettare che il signor Cullingham le ricevesse. Ma adesso… non capisco piu niente.
— Lasciatele qui, per il momento — disse Gaspard. — Dov’e la signorina Blushes? Era alla porta principale,