Sul foglio c’erano scritte alcune righe: il loro significato era cosi strano che Gaspard lo lesse a voce alta:
La signorina Willow si era alzata in piedi e adesso veniva diritta verso di lui.
— Salve tesoro — disse con voce dolcissima. — Cosa puo fare mammina per cocchino, oggi?
Gaspard glielo disse.
E, mentre il meraviglioso flusso dell’immaginazione continuava a scorrere, lui continuo a dirglielo.
Dopo venti minuti molto interessanti ma puramente preliminari, se ne stavano ritti accanto alla scrivania di Cullingham, allacciati l’uno all’altra fra i loro abiti sparpagliati. Cioe, si tenevano strettamente abbracciati e la signorina Willow teneva la gamba sinistra allacciata alla gamba sinistra di lui, calcagno contro calcagno, e si limitavano a baciarsi appassionatamente; ma la faccenda non ando oltre, perche da dieci secondi Gaspard era divenuto assolutamente impotente.
Gaspard sapeva esattamente perche. Era semplicemente la piu antica e la piu forte delle paure maschili: il complesso di castrazione. Non poteva dimenticare quell’unico mortale grugnito che aveva ascoltato. E, sebbene la carne della signorina Willow simulasse magicamente la realta in quanto a incarnato, temperatura e resilienza, non tutti i supporti della struttura che poteva sentire al di sotto di essa corrispondevano, per forma e posizione, alle ossa di uno scheletro umano.
E infine, al di sotto del profumo
Gaspard sapeva che non avrebbe potuto compiere il prossimo e cruciale passo piu di quanto avrebbe potuto cacciare volontariamente la mano in un groviglio di ingranaggi in moto. Cullingham poteva farlo, probabilmente perche aveva una fede assoluta nelle macchine o un ipertrofico e anomalo desiderio di morte, ma Gaspard, senza dubbio non poteva.
— Cocchino ha perso tutto il suo interesse — mormoro sensualmente la signorina Willow. — Ci pensera mammina.
— No! — fece di scatto Gaspard. —
Le fresche morbide dita della signorina Willow erano bruscamente diventate, nella sua immaginazione nient’altro che artigli d’acciaio.
— Benissimo — disse leggermente la signorina Willow. — Tutto quel che vuole cocchino.
Per poco Gaspard non sospiro di sollievo.
— Riposiamoci un po’ — propose. — E tu balla per me.
La signorina Willow lo cinse con le braccia, rovescio il capo all’indietro e lo scosse un po’ mentre sorrideva.
— Suvvia, mammina — la blandi Gaspard. — mammina fa una bella danza. Cocchino guarda. Bello, oh, bello!
La signorina Willow si limito a scuotere di nuovo il capo.
Gaspard si ritrasse leggermente e porto le mani all’interno delle braccia di lei, premendo leggermente per aprirle, come per suggerire educatamente alla femmequina di lasciarlo andare, ma la signorina Willow non reagi al suggerimento.
— Lasciami andare — disse seccamente Gaspard. Continuando a sorridere, la signorina Willow, disse, scherzosamente.
— No, no, no. Adesso cocchino non se ne va.
Senza preavviso, Gaspard scatto all’indietro e nello stesso tempo scosto lateralmente i polsi, con violenza. Ma le braccia della signorina Willow non si aprirono. Resistettero al colpo e poi con la velocita del lampo si strinsero attorno a lui, senza fargli veramente male, ma con molta saldezza. Pochi attimi prima erano arti che evocavano il piacere, ma adesso erano fasce di ferro imbottito. Il braccio sinistro di Gaspard era imprigionato, quello destro era libero.
— Cattivo, cattivo — mormoro teneramente la signorina Willow. Poi, premendogli il mento sulla spalla, brontolo orribilmente nell’orecchio di Gaspard, con una voce che sembrava un ringhio: — Tu hai danneggiato mammina e mammina danneggera te. — Poi si piego all’indietro e continuo: — Giochiamo. Non aver paura, cocchino. Mammina sara gentile.
La reazione quasi involontaria di Gaspard fu un altro convulso tentativo di fuga. Quando il tentativo si fu esaurito, la signorina Willow lo teneva avvinto non soltanto con le braccia, ma anche con la gamba destra. Barcollarono in equilibro precario, ma non caddero, grazie allo splendido senso d’equilibrio della femmequina.
— Mammina ti stringera — gli ringhio all’orecchio la signorina Willow. — Mammina continuera a stringerti. Ogni cinque minuti mammina ti stringera un pochino piu forte… fino a che tu non darai cento dollari a mammina e tu sai come.
Le braccia della signorina Willow si strinsero. Gaspard senti che qualcosa, dentro di lui, cominciava a scricchiolare.
35
Qualcuno stava bussando alla porta chiusa a doppia mandata con la serratura elettrica.
Gaspard non seppe mai da quanto tempo stessero bussando: era troppo occupato a frugare nei cassetti della scrivania di Cullingham con il braccio libero per trovare del danaro. E non lo aveva trovato affatto.
— Senti — supplico — lasciami piegare in modo che possa prendere i miei calzoni. Non credo di avere cento dollari, ma ho un po’ di danaro e posso farti un assegno per la differenza. E lasciami cercare negli ultimi cassetti della scrivania… puo darsi che ci sia un po’ di danaro. Dove tiene i quattrini, Cullingham? Tu dovresti saperlo.
Ma quelle domande e quei suggerimenti determinati dalla situazione di emergenza sembravano al di fuori della portata intellettiva della signorina Willow. Lei disse soltanto: — Cento dollaroni in contanti, cocchino. Mammina ha fame.
Continuavano a bussare; e, tra i colpi, Gaspard pote udire debolmente una voce di donna che gridava: — Fatemi entrare, Gaspard! E successa una cosa orribile!
Gaspard ne convenne di tutto cuore, mentre la stretta della signorina Willow si serrava ancora un po’.
— Mi ucciderai — disse parlando in brevi scatti perche nel suo petto non era rimasto molto posto per l’aria. — E non servira a niente. Ti prego. I miei calzoni. O i cassetti di Cullingham.
— Cento dollari — ripete implacabile la signorina Willow, — Niente assegni.
La mano libera di Gaspard trovo i pulsanti della porta. E la porta cedette lievemente sotto i colpi, poi si spalanco.
La signorina Jackson entro con un balzo, i biondi capelli in disordine e la blusa strappata su una spalla, come se anche lei fosse passata attraverso una lotta frenetica. Gaspard si chiese se per caso tutti gli abitanti del mondo non fossero stati aggrediti, uno per uno, dalle femmequine e dai manichini.
— Gaspard — grido la bambinaia. — Hanno rapito…
Poi vide la scena vicino alla scrivania di Cullingham. E rimase immobile. Lentamente la sua bocca si schiuse. Poi socchiuse gli occhi mentre esaminava la situazione. Dopo circa cinque secondi disse in tono critico:
— Bene, perbacco!
— Ho bisogno… di cento dollari… in contanti — fece Gaspard. — Non chiedete… spiegazioni.
Senza prendere in considerazione quelle affermazioni, la signorina Jackson continuo a studiarli. Finalmente chiese: — Non avete intenzione di staccarvi?
— Io… non posso! — spiego ansimando Gaspard.