quando sono uscito. Avrebbe dovuto avvertire Cullingham dell’arrivo degli scrittori. O hanno portato via anche lei?
Joe si gratto la testa irsuta, poi spalanco gli occhi.
— E buffo. Mi ero dimenticato di tutto, ma proprio subito dopo che siete uscito per comperare i rotoli, Gaspard, cinque elegantoni con i maglioni neri e i calzoni neri attillati sono entrati e si sono raccolti attorno al banco del portiere, dove c’era la signorina Blushes, e hanno cominciato a gridare… non voglio dire che urlavano, voglio dire che parlavano allegramente… gridavano tutti e sei, parlavano del lavoro a maglia… e io ho pensato “Bene, siete proprio una mezza dozzina bene assortita”. Poi gli elegantoni sono usciti tutti insieme in gruppo e la robicchia rosa non era piu al suo posto. Se avessi avuto un po’ di tempo per pensarci sopra, mi sarei accorto che se ne era andata e che gli elegantoni neri dovevano averla convinta ad uscire, ma proprio in quel momento sono arrivati alla carica gli scrittori e mi hanno fatto perdere la testa. Avete capito, Gaspard? Subito dopo che siete uscito per comprare i rotoli…
— Capisco — disse Gaspard, in fretta, e spinse il pulsante di discesa della scala mobile. Era gia parecchi metri al di sotto di Joe prima che l’altro pensasse di seguirlo.
Sul banco del portiere, trattenuta da un fermacarte di ossidiana lunare, c’era una nota scritta con i caratteri rosei di una fonoscrivente su carta nera.
Zane Gort! Il tuo piano mostruoso per sostituire i mulini-a-parole con cervelli robot e stato scoperto! La tua fabbrica di narrativa robotica alla Saggezza delle Eta con le sue orribili teste di robot senza corpo, e sotto sorveglianza! Se ci tieni alla bellezza e alla buona salute della robicchia Phyllis Blushes, rinuncia al tuo piano e smantella la fabbrica.
— Ecco che sta arrivando il signor Flaxman — disse Joe, schermandosi gli occhi con la mano mentre guardava nella strada, attraverso la grande vetrata. Gaspard si caccio il biglietto in tasca e segui Joe fuori, sul marciapiedi.
La macchina di rappresentanza di Flaxman stava avanzando lentamente, guidata dal pilota automatico. Probabilmente l’editore schiacciava un sonnellino, penso Gaspard.
La macchina trovo con i suoi sensi la destinazione, si accosto al marciapiedi e si fermo accanto ai due uomini. Sui sedili ricoperti di pelle non c’era nulla, a eccezione di un biglietto stampato in neretto su carta grigia.
Zane Gort! Puo darsi che tu possa scrivere tutta la narrativa che il Sistema Solare puo assorbire, ma non potrai fare arrivare i tuoi libri alle edicole senza un editore. Dividi la torta con noi e lo riavrai.
Il primo pensiero di Gaspard fu semplicemente che i robot dovevano essere piu vicini a impadronirsi del mondo di quanto non pensassero gli allarmisti, se due gruppi nemici potevano presumere che Zane fosse la chiave delle nuove attivita dell’Editrice Razzi e se decidevano di trattare con lui soltanto.
Gaspard si senti un po’ offeso. Nessuno aveva pensato di mandare a
— Rrrrrr! Ce l’ho fatta! Ce l’ho fatta!
Gaspard fu abbrancato e costretto a girare su se stesso, in una folle danza, da Zane Gort che era apparso come una saetta azzurra uscita Dio sapeva da dove.
— Fermo Zane! — comando Gaspard. — Calmati.
— Non ho tempo per queste sciocchezze adesso — disse il robot, lasciandolo andare. — Ce l’ho fatta, ti ho detto!
—
— Le leggero piu tardi — disse il robot, cacciandosele in uno sportellino sul fianco. — Oh, ce l’ho fatta, ce l’ho fatta. Adesso devo controllare con il Cal Tech! — Balzo sulla macchina di Flaxman e la fece partire come una saetta.
34
— Per Giuda! Cosa gli ha preso a quel pazzo di latta? — chiese Joe grattandosi i capelli bianchi mentre osservava la macchina svanire come uno scintillio su un radar.
Con una smorfia, Gaspard rientro e chiamo la Nursery. Rispose la signorina Bishop. Non appena lui comincio a parlare, lei l’interruppe.
— Era ora, sfaticato! Una dozzina di marmocchi reclamano la carta. Dicono che proprio in questo momento si sono fatti venire le idee piu belle e non possono buttarle giu. Abbiamo bisogno di quei rotoli!
— Senti, siamo nei guai. I principali sono stati rapiti. Non posso sapere a chi potra toccare la prossima volta. E Zane Gort e impazzito. Voglio che tu…
— Oh, zitto, Gaspard! Smettila di far storie. Porta qui quei rotoli, immediatamente!
— Bene! — ringhio Gaspard. — E portero anche il caffe. — E riattacco.
— Adesso chiamate la polizia? — domando Joe.
— Silenzio! — abbaio Gaspard. La piccola esplosione non reco sollievo al suo disgusto. — Sentite, Joe, io torno nell’ufficio di Cullingham a interrogare la signorina Willow… e a riflettere. Se devo chiamare la polizia, la chiamero di la. Voi restate sul ponte. — Salto sulla scala mobile e premette il pulsante. — E, Joe — aggiunse, agitando un dito in segno di ammonimento, — non voglio essere disturbato.
La prima mossa di Gaspard una volta entrato nell’ufficio, fu chiudere a doppia mandata le serrature elettriche di tutte le porte, manovrando i pulsanti dietro la scrivania di Cullingham. Poi, fregandosi le mani per congratularsi con se stesso, si rivolse alla signorina Willow, che se ne stava seduta fredda e serena.
— Salve, mammina — disse con calore. — Mammina ha un nuovo paparino.
Cinque minuti piu tardi decise che o la femmequina doveva attivarsi solo al suono della voce di Cullingham (nel qual caso avrebbe dovuto trovare una registrazione) o ci doveva essere una parola-chiave che lui non aveva ancora trovato.
Oppure (tragedia!) la femmequina era semplicemente scarica.
No, difficilmente poteva trattarsi di quello, perche il suo seno magnifico si sollevava regolarmente simulando il respiro, i suoi occhi viola battevano ogni quindici secondi (Gaspard li cronometro) mentre si inumidiva le labbra una volta ogni minuto.
Si curvo su di lei. Anche da vicino era difficile credere che non fosse una vera donna: la sua pelle era perfettamente imitata in tutti i particolari, perfino nella lieve peluria argentea sugli avambracci. Aspiro un soffio di profumo
Dalle profondita del suo petto la signorina Willow, grugni come un grande, pericoloso cane da guardia che lanciasse un avvertimento preliminare.
Gaspard urto con il tacco un grosso raccoglitore mentre indietreggiava frettoloso. Il raccoglitore scivolo via per un buon metro: su di esso, in caratteri neretti, c’era scritto:
Lo raccolse. Tutti i fogli che aveva contenuto dovevano essersi sparsi fra gli altri, sul pavimento, perche il faldone era vuoto, a eccezione di un foglietto incollato all’interno.