nonostante le piu ciniche previsioni quella misura non avrebbe avuto buon esito. Per qualche ragione, un libro che aveva provocato la massima soddisfazione alla prima lettura, a una rilettura non avrebbe provocato altro che irritazione nervosa.

I progetti per ristampare i classici della narrativa del Ventesimo secolo e di epoche ancora piu primitive, sebbene calorosamente appoggiati da pochi idealisti, incontrarono l’inconfutabile obiezione che i lettori abituati fin dall’infanzia alla produzione dei mulini-a-parole avrebbero giudicato insopportabilmente noiosi e addirittura incomprensibili i libri del periodo pre-mulini, anche se ai loro tempi erano stati considerati eccitanti o addirittura audaci. La bizzarra opinione di un umanista, secondo il quale era la produzione dei mulini-a-parole a essere incomprensibile (“oppio verbale privo di significato che non poteva fornire un addestramento alla lettura di testi con un contenuto serio”) non divenne mai, fortunatamente, di dominio pubblico.

Gli editori promisero agli scrittori un’amnistia totale per la loro rivolta, gabinetti separati da quelli dei robot e una percentuale del diciassette per cento, se fossero riusciti a produrre testi di valore pari alla produzione minima del piu scalcinato mulino-a-parole: lo Scribacchino Modello 1 dell’Hanover.

Gli scrittori ritornarono a raccogliersi in cerchi, si presero per mano, guardarono l’uno la maschera pallida degli altri, e si concentrarono piu disperatamente che mai.

Niente.

7

In fondo al Viale del Lettorato, ben oltre il punto in cui la Strada dei Sogni diventa il Vicolo dell’Incubo, sorgono gli uffici dell’Editrice Razzi, detta Editrice Pazzi dagli intenditori.

Cinque minuti dopo aver preso la decisione di cercare in quel luogo aiuto ed elettricita, Gaspard de la Nuit e Zane Gort stavano portando la barella e il suo snello carico rosato su una scala mobile bloccata che conduceva al reparto dirigenti. Gaspard reggeva ora la parte anteriore della barella e Zane stava all’estremita opposta; il robot si era assunto il compito piu faticoso di sorreggere l’estremita della barella ben alta sul suo capo per tenere in posizione orizzontale la signorina Blushes.

— Sembra che la mia idea non fosse molto buona — disse Gaspard. — La corrente manca anche qui. Certamente gli scrittori sono arrivati anche da queste parti, a giudicare dal disordine a pianterreno.

— Avanti, socio — ribatte Zane. — Ho l’impressione che a meta dell’edificio entri in azione l’altra rete elettrica.

Gaspard si fermo davanti a una porta su cui era scritto FLAXMAN e piu sotto CULLINGHAM. Piego il ginocchio e premette un pulsante. Poiche non accadde nulla, sparo un calcio furioso alla porta con la suola della scarpa. La porta si spalanco, rivelando un grande ufficio ammobiliato con lussuosa semplicita. Dietro una doppia scrivania che sembrava fatta di due mezzelune unite (dava l’impressione dell’arco di Cupido), sedevano un uomo basso e bruno che esibiva il vasto sogghigno della efficienza piu energica e un uomo alto e biondo che ostentava il lieve sorriso dell’efficienza meno energica. Sembrava che fossero piacevolmente impegnati in una tranquilla conversazione: una occupazione piuttosto strana, noto Gaspard, per due uomini che presumibilmente avevano appena assistito alla rovina della loro ditta. I due si guardarono intorno un po’ sorpresi (l’uomo basso e bruno sussulto lievemente), ma senza dar segno di irritazione.

Gaspard entro senza dire una parola. A un segnale del robot, deposero delicatamente la barella sul pavimento.

— Credi che potrai occuparti di lei, adesso, Zane? — chiese Gaspard. Il robot tocco con una chela una presa a muro e annui.

— Finalmente abbiamo trovato l’energia elettrica — rispose. — E quello che mi occorre.

Gaspard si diresse verso la doppia scrivania. E mentre faceva quei pochi passi, udi, senti e fiuto di nuovo gli spettrali ricordi delle sensazioni provate nelle ultime due ore: gli scrittori che urlavano, le invettive di Heloise, i candelotti esplosivi di Homer, la violenza del pugno del grosso bruto e, soprattutto, il puzzo di bruciato, dei libri incendiati e dei mulini-a-parole distrutti. L’insolito sentimento che ne derivo, l’ira, sembro a Gaspard il carburante che aveva cercato per tutta la sua vita. Pianto con decisione le palme delle mani sulla grottesca scrivania.

— Ebbene? — disse con voce scarsamente amichevole.

— Ebbene che cosa, Gaspard? — chiese distratto l’uomo basso e bruno. Stava giocherellando con un foglio di carta grigio-argentea, su cui disegnava certi ovoidi dai contorni molto neri, alcuni dei quali erano decorati di nastri e di ricciolini, come uova di Pasqua.

— Voglio dire, dove eravate, voi mentre sfasciavano i vostri mulini-a-parole? — Gaspard sparo un pugno sulla scrivania. L’uomo basso e bruno sussulto di nuovo, non molto forte, pero. Gaspard continuo: — Sentite, signor Flaxman. Voi e il signor Cullingham, qui — e accenno con il capo all’uomo alto e biondo — siete l’Editrice Razzi. Per me questo significa molto di piu della semplice proprieta: significa responsabilita e lealta. Perche non eravate giu a battervi per salvare le vostre macchine? Perche avete lasciato questo compito a me e a questo fedele robot?

Flaxman ebbe una risata cordiale e amichevole.

— Voi eravate la, Gaspard? Dalla nostra parte, voglio dire? E stato bello da parte vostra e… grazie! Ma a quanto pare voi avete agito contro quelli che il vostro sindacato ritiene i migliori interessi della vostra professione.

— Professione! — Gaspard pronuncio quella parola come se sputasse. — Sinceramente, signor Flaxman, non capisco perche vogliate insignirla di quel nome, o perche dobbiate comportarvi con tanta magnanimita verso quei sorci impazziti!

— Oh-oh, Gaspard, dov’e la vostra lealta? Voglio dire, da zazzeruto a zazzeruto?

Gaspard si ricaccio furiosamente dalla fronte le lunghe ciocche ondulate di capelli scuri.

— Lasciate perdere, signor Flaxman. Oh, sono pettinato cosi, e verissimo, proprio come indosso questa specie di gabbana da scimmiotto italiano, perche fa parte del mio lavoro, e nel mio contratto, e quello che deve fare uno scrittore… proprio come ho cambiato il mio nome in Gaspard de la Nuit. Ma tutto questo ciarpame non mi imbroglia, non credo affatto di essere un lampeggiante genio letterario. Io sono un eccentrico, immagino, un traditore del mio sindacato, se preferisce. Forse voi sapete che mi chiamano Gaspard il matto. Bene, a me piace, perche in fondo al cuore io sono soltanto un uomo da bulloni e da dadi, un meccanismo dei mulini-a-parole, e niente di piu.

— Che vi e successo, Gaspard? — chiese Flaxman, meditabondo. — Ho sempre pensato che foste uno scrittore medio e felice, non molto piu intelligente degli altri ma molto piu soddisfatto, e adesso state predicando come un fanatico che sputa fuoco. Sono sinceramente sbalordito.

— Sono sbalordito anch’io, a pensarci bene — ammise Gaspard. — Credo di aver cominciato a chiedere a me stesso, per la prima volta in vita mia, che cosa mi piace veramente e che cosa non mi piace. E so questo: non sono uno scrittore!

— Questo e veramente strano — commento animato Flaxman. — Ho fatto osservare piu di una volta al signor Cullingham che, nella stereografia sulla controcopertina del vostro libro, in compagnia della signorina Frisky Trisket, voi avete l’aspetto dello scrittore molto piu dei nostri drammatici luminari della letteratura… perfino piu dello stesso Homer Hemingway. Naturalmente, voi non avete il fascino emotivo che ha la testa rapata di Homer…

— E neppure la sua debolezza intellettuale e il suo posteriore ustionato! — ringhio Gaspard, tastandosi il gonfiore sulla mascella. — Quell’idiota tutto muscoli!

— Non dovete sottovalutare le teste rapate, Gaspard — intervenne Cullingham, con voce sommessa ma decisa. — Anche Budda aveva la testa rasata.

— Budda un accidente… era Yul Brynner! — grugni Flaxman. — Sentite, Gaspard, quando vi sarete occupato di queste cose a lungo quanto me ne sono occupato io…

— Al diavolo l’aspetto degli scrittori! Al diavolo gli scrittori! — Gaspard fece una pausa dopo l’esplosione e la sua voce si rinfranco. — Comunque, mettetevi in testa questo, signor Flaxman. Io amavo veramente i mulini-a- parole. Mi piaceva la loro produzione, sicuro. Ma io amavo le macchine in se stesse. Ecco, signor Flaxman, io so che voi ne possedevate molte, ma vi rendete veramente conto, nel vostro intimo, che ogni mulino-a-parole era unico, era uno Shakespeare immortale, qualcosa di cui non si poteva fare una copia, ed

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