della mia eta adulta prigioniero del re d’Ungheria. Il mio regno mi e stato rubato due volte, e una volta dal mio stesso fratello. Se ci rinuncio per la terza volta, avro una ricompensa: io sono piu astuto, piu intelligente, e piu meritevole dell’adorazione del mio popolo, di quanto non siamo Mathias, Mehmed, Radu o Basarab.

La morte di sicuro mi e piu vicina che in qualsiasi altro momento. Ma Dio e gli angeli non mi concederebbero mai cio che desidero: l’immortalita. C’e soltanto Uno che ne e capace.

Mentre Gregor piangeva e pregava invano, il soldato sulla soglia rivolse la sua giovane faccia speranzosa (con la fine e rada barba di ragazzo sulle tenere guance e il mento roseo) verso di me, e fece un cenno con la spada, con una domanda negli occhi. Avrebbe eseguito una bella uccisione quello li, poiche i suoi occhi brillavano di impazienza e bramosia tanto quanto i miei.

Feci un unico cenno con la testa: non era ancora il momento. Invece mi alzai e camminai per portarmi accanto a quell’allegro e giovane assassino, assicurandomi che i miei stivali colpissero con forza il pavimento.

Come avevo previsto, Gregor udi. La sua schiena si irrigidi; sapevo che si attendeva la morte da dietro, nella forma della spada stretta nella mano del giovane soldato. E, sebbene non osasse voltare completamente la testa per guardarmi direttamente — era stato molte volte testimone della mia sensibilita alla piu piccola manifestazione di arroganza in quelle situazioni e temeva di provocare uno scoppio d’ira — la inclino leggermente verso la spalla e ruoto gli occhi nello sforzo di guardare dietro di se.

Erano occhi atterriti, con piu bianco in essi di quanto ne avessi mai visto. Mi ricordarono fortemente gli occhi sporgenti, folli, del bestiame al macello.

«Mio signore, mio signore, tu uccidi un innocente!».

«Davvero?», chiesi con la voce nuovamente calma. «Gregor…». E qui finsi la massima sincerita. «Io sono un uomo duro e non posso tollerare una qualsiasi doppiezza. Sono crudele con coloro che mi tradiscono, ma giusto con chi e leale. Puoi giurare davanti a Dio che hai agito soltanto con totale fedelta verso di me, tuo sovrano?»

«Lo giuro davanti a Dio, mio signore!».

Mi fermai per guardare la sua espressione e il suo selvaggio oscillare tra la speranza e la condanna. Dopo un po’, dissi:

«Benissimo, amico mio. Questi sono tempi difficili per me; non ho altra scelta che mettere alla prova coloro che mi sono piu vicini. Ti credo».

Oh, che gioia sul suo volto! E ancora lacrime, ma tinte di felice sollievo invece che di paura.

«Ma…», dissi, poiche aveva cominciato ad alzarsi in piedi faticosamente. A quella parola, cadde di nuovo a terra. «Ci sei appena riuscito. Prega ora per la mia vittoria su tutti i miei nemici… e ringrazia Dio per la tua liberazione».

Comincio a fare cosi, e il suo sorriso di esultanza si allargo quando io feci un cenno al soldato — ora amaramente deluso — di ritornare presso il camino, per rimanere accanto al vecchio monaco cupo e silenzioso. Io invece rimasi sulla soglia.

Quando ritenni che il momento fosse quello giusto — e non riuscii piu a trattenere la mia furia di fronte al tradimento di Gregor e alla sua vigliaccheria — afferrai una leva di legno posta all’esterno del muro proprio fuori della cella. Con uno sforzo veemente, tirai.

Si udi il rumore dello scorrere del legno contro il legno. Le sue braccia si distesero nell’aria, vi fu un pietoso grido di delusione e di paura, e sul suo viso apparve nuovamente un terrore animale, una visione rapida ma indelebile durante il veloce istante prima che scomparisse giu nell’inferno.

Poi udii delle grida di dolore piu acute, mentre correvo verso la botola aperta per osservare il mio operato.

Cosi si sente Dio quando guarda i volti dei morti: un senso di potere e soddisfazione molto, molto piu dolce e inebriante dell’amore.

Gregor era caduto in ginocchio nella fossa poco profonda, e cosi, inginocchiato, sarebbe morto. Gli acuminati pali di ferro erano infatti fissati al terreno a intervalli, per assicurare la morte, e la fossa era messa in modo che lui non poteva cadere in avanti, ma solo all’indietro — nonostante si dibattesse — sugli spunzoni (tutto questo in modo che potessi vedere meglio il suo volto).

Un palo aveva afferrato i suoi lunghi capelli neri e graffiato la parte posteriore del cranio, lasciando la testa leggermente piegata in avanti; un altro fuoriusciva insanguinato dalla parte destra del petto. Altri emergevano dal gomito del braccio destro, dal centro del palmo sinistro (al modo di Cristo), mentre altri, nascosti alla vista, trafiggevano la parte inferiore delle gambe e lo tenevano fermo.

I suoi occhi erano spalancati, per uno stupore inespresso che lentamente stava venendo meno. Penso che non fosse gia morto, e cosi mi accucciai e gli dissi piano:

«Possa Dio mandare la tua anima senza fede dritta all’Inferno. Tu morirai, e anche Basarab morira, ma io vivro per sempre».

Mi chinai quindi in avanti, volgendomi in modo che i due uomini dietro di me non potessero vedere, poi sollevai la mano destra senza vita di Gregor, e su quella misi il mio anello.

Poi mi alzai, mandai il giovane soldato fuori della stanza a fare la guardia, e presi da parte il vecchio monaco. A lui affidai una missione: doveva radunare quanti giovani e forti Fratelli erano necessari a portare il corpo dall’altra parte del lago, nella foresta di Vlasia, e li decapitarlo. Per quanto riguardava la testa, avrebbero dovuto fare un buco nel ghiaccio, e gettarla nelle acque ghiacciate.

Anche nel vecchio c’era la paura, dopo quello che aveva visto; ascolto in silenzio e non protesto, anche se gli stavo chiedendo di fare qualcosa d’impensabile per lui: lasciare un cadavere senza sepoltura agli uccelli che si nutrono di carogne, nella foresta.

Quando lo ebbi mandato via a eseguire il suo lavoro, feci venire il mio impaziente e giovane assassino nelle mie stanze e gli dissi:

«Il vecchio monaco tornera con alcuni Fratelli per prendere il corpo e seppellirlo fuori di Snagov. Quando ritorneranno dopo aver attraversato lo specchio d’acqua, voglio che tu li aspetti nella torre di guardia; non permettere che entrino, ma va’ loro incontro al cancello e uccidili».

A cio accondiscese con bramosia. Poi gli chiesi di mandare un altro soldato fidato che rimanesse fuori dalla porta a fare la guardia alle mie stanze nel corso della notte, in modo che nessuno vi avesse accesso.

Ma, prima, lo aiutai a spostare il corpo caldo di Gregor, ancora sanguinante (respirava ancora? Non riuscivo a deciderlo) dal suo letto di pali, e ad avvolgerlo nel mantello di quel traditore e nel tappeto ora a brandelli, per evitare che il pavimento si macchiasse. Poi il soldato trascino Gregor fuori, nell’ingresso, per i piedi, e li rimase ad aspettare i fratelli.

In quanto a me, chiusi la porta col chiavistello dietro di loro, poiche avevo bisogno di solitudine per poter tracciare nel modo giusto un Cerchio. Adesso che ero sfuggito a Basarab e al mio Giuda, era ora di sfuggire alla Morte. Mi era chiaro, infatti, che il mio successo come Principe terreno non si sarebbe realizzato e che, se restavo com’ero, la mia morte era certa. Cosi cercai un altro regno, uno che non conosceva la morte, ma che mi concedeva ancora potere sui mortali.

Quindi mi voltai, pensando di ritornare al piccolo altare dove molti avevano incontrato la morte, per andare a prendere in un’altra botola nascosta i miei strumenti magici, in modo da poter tracciare un Cerchio e invocare l’Oscuro Signore per il perfezionamento del nostro accordo.

Ma, mentre mi voltavo, vidi davanti al caminetto un piccolo servo coperto di stracci, che smuoveva il fuoco con un attizzatoio. Quella vista mi spavento a tal punto che gridai:

«Tu! Ragazzo! Come e quando sei entrato qui dentro?».

Volevo sapere se quel bambino aveva avuto la possibilita di sentire il mio piano di abbandonare il corpo decapitato di Gregor nella foresta, e poi fare uccidere i monaci. A giudicare dalla statura, il bambino sicuramente non doveva avere piu di sei anni e, con molta probabilita, doveva aver capito ben poco di quello che aveva sentito, ma i bambini sono dei pappagalli, e io non volevo rischiare nemmeno la piu piccola possibilita di fallimento.

Al mio grido, la minuscola creatura non tremo, ma continuo ad occuparsi del fuoco con calma soprannaturale. Infuriato, mi portai dietro di lui, quindi presi la mia spada e la trassi dal fodero, pensando di tagliare in due il suo piccolo corpo.

Ma, un istante prima che lo colpissi, il bambino si volto verso di me e sorrise.

Un ragazzo? Una ragazza? Non avrei saputo dirlo. Seppi soltanto in quell’istante che stavo guardando la creatura piu bella che avessi mai visto. I suoi lunghi capelli a boccoli rilucevano come l’oro alla luce del sole, la sua pelle splendeva come lucida madreperla, e le sue labbra erano fresche come una rosa di un tenerissimo colore

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