tenue intorno alle perle perfette dei denti. Il mantello di lana attorno alle sue fragili spalle era stracciato, quasi a brandelli, sfilacciato, logoro, e talmente sporco, che era impossibile indovinare il colore originale del tessuto. La sporcizia non offuscava la bellezza di chi lo portava, ma serviva a esaltarla per contrasto.
Di sicuro non c’era nulla al mondo piu grazioso o piu delicato di quella piccola creatura. Ma solo quando guardai nei suoi occhi — occhi piu azzurri del mare, o del cielo, o dello zaffiro, circondati da fini ciglia dorate e sopracciglia chiare e arcuate — vi scorsi l’infinita intelligenza, la saggezza e la sapienza, piu grandi di quelle che qualunque uomo possa mai possedere… e, nello stesso tempo, un’innocenza piu profonda e genuina di quella che qualsiasi bambino umano possa avere.
Pensai:
L’arma mi cadde rumorosamente a terra. Nonostante non lo volessi, rabbrividii, e solo per pura forza di volonta non caddi in ginocchio; l’orgoglio non mi avrebbe permesso tanto presto di imitare Gregor. Ma — com’e difficile essere onesti — sprofondai nel timore e nella paura.
Sapevo, infatti, che stavo guardando l’Oscuro Signore, venuto a me per la prima volta senza che lo chiamassi con il Cerchio. Lui era sempre venuto in seguito alle mie chiamate; ero stato
Ora sembrava che non riuscissi piu a controllarlo. Questo pensiero mi causo un grande orrore.
«Tu sei l’Oscuro», gli dissi, sebbene in verita non avessi mai visto nulla di piu splendente e chiaro di quel bambino sorridente.
Era venuto da me molte volte nella tenebra piu profonda, come un’ombra umana senza forma, piu scura della mezzanotte; due volte era venuto da me come un uomo barbuto, piu anziano e rugoso del vecchio monaco, con occhi innocenti e saggi come quelli.
Innocente come una colomba, ma accorto come un serpente…
«Lo sono», disse il bel bambino con modi piacevoli. «Ho letto nella tua mente la tua intenzione, e ti ho risparmiato la necessita di una chiamata formale. Cosa offri in cambio del mio dono, Principe?».
Parlo con voce bassa, nel modo bleso di un bambino, ma le sue parole e l’atteggiamento erano quelli di un vecchio saggio.
«Se hai letto le mie intenzioni, allora lo sai gia».
Rise, in un modo dolce e acuto.
«Concludiamo il contratto con le tue parole».
Rimasi in silenzio. Non avevo mai avuto un grande riguardo per nessuno della mia famiglia, a causa del tradimento per mano del mio stesso padre e del mio stesso fratello. E non portavo amore alla mia seconda moglie, la nobile ungherese Ilona: lei era stata, come la mia conversione al cattolicesimo o l’attacco a Srebrenica, parte di un piano a lungo termine per conquistare il favore di re Mathias, e quindi la mia liberta e il mio regno.
Mi aveva dato due figli: il mio omonimo Vlad, per il momento erede al trono valacco (sebbene, sfortunatamente non anche della mia intelligenza), e Mircea, che gia da giovane assomigliava al mio fratello traditore, Radu, sia nell’aspetto che negli atteggiamenti effeminati.
Ma di tutta la mia famiglia, nutrivo — e nutro ancora — qualche interesse paterno per il mio figlio maggiore, Mihnea, datomi dalla mia amata e defunta Ana. Soltanto lui condivide la mia astuzia e ambizione; se dovessi scegliere una persona sulla terra da risparmiare e non sacrificare, sarebbe lui.
Io ero un bambino affettuoso e ambizioso, ansioso di imparare da mio padre e adempiere ai miei doveri come suo erede, ma lui mi tradi senza esitare, consegnandomi ai Turchi.
Fu cosi che risposi:
«In cambio dell’immortalita, ti offro l’anima del mio figlio primogenito».
«Non e sufficiente», mi rispose severamente l’Oscuro con mio stupore. «Non e sufficiente, poiche l’immortalita dura per sempre, mentre il mio piacere nel ricevere l’anima di Mihnea e solo temporaneo. Noi dobbiamo stipulare un contratto duraturo. L’anima del primogenito di ogni generazione, e tua sara la responsabilita di consegnarmela».
Non esitai che un solo istante al pensiero del costo di una tale responsabilita.
«Benissimo! Ad ogni generazione, consegnero in tuo potere il primogenito della mia famiglia, ma quale sara il momento in cui diventero immortale?»
«Il Cambiamento iniziera questa stessa notte, quando il sole sara tramontato, e sara portato a termine prima dell’alba. Un avvertimento: al mattino ti devi chiudere in qualche luogo solitario per riposare indisturbato. Non sarai piu un uomo, ma una creatura del tutto diversa».
«Come cambiero?».
Il bambino sorrise, ma non c’era disprezzo ne condiscendenza nei suoi occhi.
«Questo dipende dal tuo cuore e dalla tua mente. Infatti ognuno e diverso. Diventerai piu potente, ma ci saranno delle limitazioni al tuo potere. Ci sono sempre delle limitazioni. Lascio a te di scoprirle».
«Limitazioni?». Assaporai quella nuova informazione e feci l’esperienza di un’improvvisa rivelazione che mi restitui un po’ della mia fiducia precedente di poter essere in grado di controllare quell’entita e cosi il mio destino finale. «E
Un’altra risata dolce e tintinnante, poi il silenzio. Il bambino mi guardo con improvvisa solennita.
«Ci rimane soltanto una cosa da fare per completare il nostro patto», disse.
Mentre parlava, mi venne la pelle d’oca sulle braccia e sulla nuca. Quello era il momento che avevo atteso da tanto tempo, il momento che mi aveva sostenuto durante quegli ultimi, amari giorni, nel sapere che il mio regno terreno e la mia vita sarebbero ben presto finiti: il momento in cui avrei oltrepassato la soglia dell’immortalita.
«Un bacio», disse l’Oscuro. «Soltanto un bacio».
Si allontano dal caminetto e si alzo in punta di piedi, con le braccia lungo i fianchi, e i petali rosa delle labbra atteggiati al bacio.
Mi mossi verso di lui, comprendendo finalmente, mentre mi chinavo, perche mi fosse apparso nelle sembianze di un bambino: cosi avrei dovuto inchinarmi davanti a lui per accettare il suo dono. Quel pensiero mi brucio fin nel profondo, poiche non mi sono mai inchinato a nessuno tranne che a mio padre e a Mathias ma, anche allora, soltanto con riluttanza. Mi riempi anche di cattivi presentimenti, poiche sottolineava il fatto che non potevo controllare l’Oscuro Signore e convocarlo quando lo desideravo; ora, ero io sotto il suo controllo.
Ma non riuscivo ad accettare l’idea della morte, e cosi mi chinai e lo baciai; in quel momento, quando le mie labbra toccarono quella carne tenera e immortale, sentii un’ondata di potenza, di ebbrezza, uscire da lui ed entrare in me.
Lo fissai negli occhi e li vidi diventare profondi, passando dall’azzurro cielo all’indaco, il colore della notte. Erano scuri, splendidi e magnifici, occhi che facevano si che un uomo non volesse fare altro che fissarli per l’eternita. Non riuscivo a resistere.
Mentre guardavo profondamente quegli occhi, vidi in essi lo sguardo della mia amata, lo sguardo dei miei morti. Lo sguardo dell’unica femmina a cui avevo permesso di amarmi, la mia defunta Ana; lo sguardo seducente, bello, traditore, di Radu; lo sguardo astuto, calcolatore, di mio padre Vlad e, dietro di esso, una oscurita infinita…
Caddi cosi profondamente in quell’oscurita che, quando ritornai in me pochi istanti piu tardi — o furono ore? — aprii gli occhi e mi trovai in ginocchio davanti al camino. Il bambino era svanito, e il fuoco si era spento, lasciando solo cenere e braci ardenti.
Ma non sentivo freddo; le mie membra, la mia testa, il mio petto, formicolavano per una strana sensazione. Non il formicolio delle membra intorpidite ma, piuttosto, una strana sensazione di movimento interno, come se il mio corpo fosse stato svuotato del suo contenuto e poi riempito di api ronzanti. Mi sentii stranamente leggero e, quando mi alzai in piedi, lo feci con estrema facilita, senza i dolori dell’eta e le ossa scricchiolanti che mi avevano afflitto negli anni passati.
Anche la mia vista era migliorata; il chiarore dei carboni nel caminetto sembrava incredibilmente lucente e come sfiorato dai colori dell’arcobaleno. In. effetti, mentre mi guardavo intorno nella stanza, vidi ogni oggetto piu nitidamente e con maggiori dettagli di quanto avessi fatto in gioventu. Ognuno di essi era pervaso da una stupefacente profondita di colore e di struttura.
Mi voltai lentamente, guardando ogni cosa con il senso di meraviglia di un bambino e ridendo forte di puro