non c’era altro modo per proteggerlo.
Miss Lucy trasse un grande conforto dalla sua presenza, e dal suo tocco e si lascio andare al sonno con un sospiro ma, dopo un po’, l’onesto sonno si trasformo in una
Arthur si chino per esaudirla in modo cosi rapido che, abbandonando ogni traccia di civilta, lo presi per il collo e lo spinsi via, gridando: «No! Per la vita!».
Ricordarlo ora mi provoca nuovo dolore, poiche il mio atto deve essergli apparso inspiegabilmente crudele: in effetti, folle. Infatti, un lampo di violenza comparve nei suoi occhi, ma quasi immediatamente passo e lui rimase immobile, in attesa di spiegazioni.
Non gliela diedi poiche, subito dopo, Lucy rinvenne e mi prese la grossa mano ruvida nella sua, piccola e sottile, e la bacio. Quel fatto era, da solo, sufficiente a provocarmi le lacrime, ma poi alzo lo sguardo verso di me con occhi supplichevoli e affettuosi e disse con un bisbiglio incerto:
«Mio vero amico, e suo! Proteggilo e dammi la pace!».
Tremante per l’emozione, caddi in ginocchio accanto al letto. Quelle che mi aveva chiesto erano cose difficili, forse impossibili: se Vlad era ora cosi potente, cosi inaccessibile, come potevo sapere che lei, la sua discendenza, non sarebbe stata cosi?
Ma per il bene dell’amore, risposi solennemente:
«Lo giuro!».
Lo giuro
Il suo respiro divenne ancora di piu una lotta, finche udii il debole rantolare nella sua gola. Mi alzai e mi voltai verso Arthur, che non lottava piu per trattenere le lacrime che gli rigavano le guance pallide. La fine era venuta, e cosi io gli chiesi di prenderle la mano e di baciarla una volta, sulla fronte.
Cosi fece, e poi lei chiuse lentamente gli occhi. Il rantolo mortale divenne piu forte, e allora presi il braccio di Arthur e lo tirai via. Ma, prima che raggiungessimo la porta, il suono si interruppe improvvisamente; la nostra dolce Miss Lucy era morta. Ritornai al suo fianco e lasciai che John portasse via il suo amico singhiozzante. Mi sedetti li per un po’, guardando con dolore e orrore il viso stanco e devastato di Lucy che cominciava subito a rifiorire di vita… o piuttosto, di morte vivente.
Per piu di vent’anni, ho dato la caccia ai Vampiri per tutto il continente europeo e, in ogni caso, ho vinto: il Vampiro veniva distrutto e il suo progenitore, Vlad, indebolito. Lo stesso scenario si e ripetuto diverse volte: la caccia, la cattura, e infine la distruzione, sempre secondo le stesse regole. L’abilita e le limitazioni del Vampiro non variavano mai, e la croce e l’aglio non avevano mai fallito. Con il tempo divenni piu potente, e il mio compito divenne piu facile. La mia aura era cosi forte che mi potevo muovere con completa fiducia e invisibilita intorno al Morto Vivente. Loro non potevano ne ipnotizzarmi ne sopraffarmi. Ma adesso…
Mentre contemplavo amaramente il mio fallimento, John ritorno e rimase accanto a me in silenzio: entrambi contemplavamo il cadavere. Per un po’ nessuno di noi due parlo, poi John chiese:
«Professore, un uomo che muore ha il diritto di sapere che sta morendo?».
Il suo tono era talmente calmo e loquace da farmi credere che stava cercando di distrarsi, forse tentando di decidere se la stessa Lucy ne era stata consapevole; cosi risposi nella stessa maniera.
«Naturalmente. Se non lo sa, come si puo preparare bene?».
Parlo di nuovo e, questa volta, notai una leggera ma crescente rabbia dietro le sue parole.
«E un uomo impegnato in una battaglia… sia pure una battaglia che, forse, non potra vincere, ha il diritto di sapere chi e che combatte?».
Un lieve gelo mi prese, poiche improvvisamente compresi dove conduceva la sua serie di domande, ma non riuscivo a convincermi a rispondere. Invece lo guardai, e vidi che stava lottando terribilmente per trattenere una potente ondata di emozione. Quando comprese che non sarebbe venuta nessuna risposta, disse con calore:
«Professore, non potete piu sopportale questo terribile fardello da solo. Avete visto Arthur e Quincey, e io spero che li abbiate riconosciuti per quegli uomini coraggiosi e onorevoli che sono. Essi hanno…».
«Che cosa suggerisci, John? Che dica loro la verita? Anche se ci credessero, che bene ne verrebbe loro? Soltanto che verrebbero messi in pericolo…».
«Lucy non lo sapeva», grido lui, con un’improvvisa veemenza che gli fece diventare le guance rosse. «Che bene gliene e venuto?».
Per questo non avevo risposta, cosi restai in silenzio mentre lui continuava a sfogare il dolore sotto forma di rabbia. Tremo, si arrabbio, strinse il pugno, poi lo sollevo davanti al mio viso.
«Loro hanno tanto diritto quanto ne ho io di conoscere la causa della morte di Lucy, in modo che la possano vendicare… e cancellare questa terribile piaga dalla terra! Sono i miei piu cari amici, e io non staro a guardarli mentre muoiono per l’ignoranza! Mio Dio, Quincey avrebbe potuto benissimo essere morso, mentre andava in giro fuori, di notte, cercando di rendersi utile in qualche modo!».
A questo punto arrivo la tempesta di lacrime, con una tale furia che cadde in ginocchio accanto a Miss Lucy e nascose il viso nel letto, martellando con un pugno impotente il materasso.
Non dissi niente. Lo lasciai piangere, ma le sue parole mi punsero ed evocarono dentro di me un tipo diverso di tempesta.
Dopo qualche istante, sollevo il viso bagnato e arrossato, e si alzo per andarsene. Prima di raggiungere la porta si volto e disse, con calma e quieta dignita, in modo da farmi sapere che aveva pesato ogni parola, nonostante lo sfogo emotivo che le accompagnava:
«Dottor Van Helsing, da lungo tempo voi avete avuto fiducia nella segretezza e nella scienza, nelle protezioni magiche e nei riti. Ora tutte queste cose vi hanno tradito, ma c’e una cosa che non vi tradira mai, una cosa che sara sempre piu forte di ogni male: il cuore umano. Io vi offro il mio e quelli dei miei amici piu intimi nella futura battaglia, per il loro bene come pure per il vostro».
L’intensa meditazione non aveva permesso alla verita delle irose parole di John di scomparire; al contrario, piu le rimuginavo, piu arrivavo a credere che avesse ragione. Ci siamo accordati che, quando Miss Lucy sara messa veramente a riposare, sara la mano di Arthur a eseguire l’azione e John, Quincey e io, assisteremo. Ho scritto delle lettere ad Arthur e a Quincey, chiedendo loro di accompagnarmi alla tomba. Oltre a cio, non ho fornito alcuna spiegazione; le parole non possono convincere tanto completamente quanto la prova fisica.
Nel frattempo, gli ultimi giorni sono stati frenetici per parecchie ragioni. Dato che non c’erano altri parenti viventi, Mrs. Westenra ha lasciato la proprieta ad Arthur. Lui, a sua volta, ha chiesto a John e a me l’aiuto per esaminare le carte e organizzare il funerale, essendo gia oppresso da obblighi simili connessi alla morte di suo padre. Gli chiesi il permesso di esaminare le carte personali di Lucy e il diario per capire meglio “la natura della malattia”. Questo lo permise, essendo troppo turbato persino per discutere la mia richiesta.
Scorrendo tra quelle carte, scoprii un grosso pacco di lettere scritte da Wilhelmina Murray, che Lucy nominava costantemente nel suo diario come “Mina”. Sembra che quelle due donne fossero le migliori delle amiche; di fatto, Lucy spesso passava l’estate con Madam — cioe, Miss — Mina alla villa dei Westenra a Whitby. Lucy non teneva un diario a quel tempo (nel ritornare a Londra, pero, fu soggiogata dall’influenza diaristica di Miss Mina e ne comincio uno), cosi non c’e una registrazione di cio che accadde con precisione, ma io so che fu li che, per la prima volta, venne morsa.
Le lettere di Mina, alcune delle quali, purtroppo, non furono mai aperte, riflettevano una signora di grande bonta e intelligenza. Nel leggerle, ebbi subito la sensazione di averla gia incontrata e di aver fatto amicizia con lei; cosi ebbi ancora piu paura di sapere delle cose riguardo al periodo trascorso a Whitby con Lucy. E infatti, se Lucy era stata morsa, perche non lo era stata la sua amica?
Due giorni dopo il funerale delle Westenra, scrissi a Miss Mina Murray (ora Mrs. Mina Harker) chiedendole se potevo avere un colloquio con lei, poiche ero stato il medico di Lucy Westenra e stavo investigando sulle cause della sua morte. Lei rispose prontamente e in modo estremamente caloroso, invitandomi nella sua casa di Exeter il giorno seguente.